Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


NASCE LA RETE DEI COMITATI NOTRIV SICILIANI CONTRO LE TRIVELLAZIONI GAS-PETROLIFERE IN SICILIA

Posted in Varie by admin on 16 Settembre 2010

Domenica 19 settembre 2010  a Scicli primo appuntamento di coordinamento

 

Si è ufficialmente costituita LA RETE DEI COMITATI NOTRIV SICILIANI, che comprende gruppi organizzati nelle città di Marsala, Sciacca, Menfi, Castelvetrano, che si estende fino ai comuni dell’area sud orientale della Sicilia tra cui Noto, Scicli, Caltagirone, Vittoria, Modica, ecc.

 Si tratta di un’iniziativa di grande importanza, che sottolinea l’impegno e l’attenzione con cui tanti cittadini ed organizzazioni stanno seguendo la questione delle trivellazioni gas-petrolifere nel Canale di Sicilia e nella terra ferma della Sicilia, dopo il boom di autorizzazioni concesse nei mesi scorsi dal Ministero per le Attività Produttive (off-shore) e dall’Assessorato all’Industria della  Regione Siciliana ( on-shore) .

Nonostante la formale opposizione di vari esponenti politici del territorio si ritiene infatti che occorra una costante opera di vigilanza da parte dei “Comitati No Triv” , in modo da  contrastare la politica del Ministero per l’Ambiente e dello Sviluppo Economico e dell’Industria così come dell’Assessorato all’Industria della Regione Siciliana, che continuano ad elargire Permessi di Ricerca e Concessioni a tante nuove Compagnie Petrolifere, incuranti della vocazione della Regione Sicilia nei nuovi scenari internazionali quale polo di attrazione turistico-culturale e terra di produzioni agro-alimentari d’eccellenza. La situazione è allarmante poichè  al di là delle dichiarazioni rassicuranti del Ministro Prestigiacomo o dei Politici Regionali e di alcuni esponenti della maggioranza di governo, nelle settimane trascorse la senatrice siciliana Simona Vicari, componente della commissione industria di Palazzo Madama, affiancata dal presidente di Commissione Cesare Cursi, dal capogruppo Maurizio Gasparri e dal vice Gaetano Quagliariello, ha presentato un disegno di legge che intende riformare la legislazione in materia di ricerca e produzione di idrocarburi, introducendo – tra le altre cose – procedure meno complesse per il rilascio delle autorizzazioni.

 

Una proposta che, come sottolinea il giornalista Federico Rentina sul Sole 24 Ore,  appare difficilmente conciliabile con la nuova norma del Codice ambientale, “che prevede una drastica stretta ai nuovi permessi per le esplorazioni e addirittura un divieto perfino alle indagini prospettiche entro 5 miglia dalla costa”.

 Alla luce delle suddette considerazioni e della gravità della situazione della Sicilia che continua ad attirare Petrolieri da ogni dove, anche per la sua legge regionale del 2003 molto favorevole a loro,  è nata l’esigenza di costituire la Rete dei Comitati NOTRIV Siciliani, che  intende avviare una propria campagna per la salvaguardia del Canale di Sicilia e del Territorio Siciliano tutto e si dichiara pronta a preparare nuove iniziative per le prossime settimane in diversi centri del territorio siciliano.

 

 16 settembre 2010                                     COMITATI NOTRIV 

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La legge sulla vivisezione. La razza umana è superiore!!!!

Posted in Varie by admin on 11 Settembre 2010

La nuova legge sulla vivisezione è passata in Europa. Ammessi anche cani e gatti randagi.

“Elenco di coloro che hanno votato a favore della sperimentazione sugli animali:
1-Gabriele ALBERTINI (PdL) 2-Roberta ANGELILLI (PdL) 3-Alfredo ANTONIOZZI (PdL) 4-Raffaele BALDASSARRE (PdL) 5-Paolo BARTOLOZZI (PdL) 6-Sergio BERLATO (PdL) 7-Vito BONSIGNORE (PdL) 8-Antonio CANCIAN (PdL) 9-Giovanni COLLINO (PdL) 10-Lara COMI (PdL) 11-Carlo FIDANZA (PdL) 12-Elisabetta GARDINI (PdL) 13-Salvatore IACOLINO (PdL) 14-Giovanni LA VIA (PdL) 15-Barbara MATERA (PdL) 16-Mario MAURO (PdL) 17-Erminia MAZZONI (PdL) 18-Alfredo PALLONE (PdL) 19-Aldo PATRICIELLO (PdL) 20-Licia RONZULLI (PdL) 21-Potito SALATTO (PdL) 22-Amalia SARTORI (PdL) 23-Marco SCURRIA (PdL) 24-Sergio Paolo Francesco SILVESTRIS (PdL) 25-Salvatore TATARELLA (PdL) 26-Iva ZANICCHI (PdL) 27-Mara BIZZOTTO (Lega Nord) 28-Mario BORGHEZIO (Lega Nord) 29-Lorenzo FONTANA (Lega Nord) 30-Claudio MORGANTI (Lega Nord) 31-Fiorello PROVERA (Lega Nord) 32-Oreste ROSSI (Lega Nord) 33-Matteo SALVINI (Lega Nord) 34-Giancarlo SCOTTÀ (Lega Nord) 35-Francesco Enrico SPERONI (Lega Nord) 36-Sergio Gaetano COFFERATI (PD) 37-Luigi BERLINGUER (PD)38-Paolo DE CASTRO (PD) 39-Roberto GUALTIERI (PD) 40-Pier Antonio PANZERI (PD) 41-Mario PIRILLO (PD) 42-Gianni PITTELLA (PD) 43-Vittorio PRODI (PD) 44-David-Maria SASSOLI (PD) 45-Carlo CASINI (UDC) 46-Antonello ANTINORO (UDC) 47-Luigi Ciriaco DE MITA (UDC) 48-Vincenzo IOVINE (IdV) 49-Pino ARLACCHI (IdV) 50-Herbert DORFMANN (SVP) 51-Clemente MASTELLA (UDE) 52-Magdi Cristiano ALLAM (Io Amo l’Italia)”. Luca Popper
Sottocommento:
“Praticamente sono tutti il risulltato di esperimenti umani mal riusciti. Se uno non ha una intelligenza non se la può inventare su due piedi… ma questi neanche su quattro.” Gian Franco Dominijanni (domini)

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Pane e vestiti fatti in casa ecco gli apostoli verdi

Posted in Varie by admin on 11 Settembre 2010

MARGHERA – Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Anzi no, dacci solo la farina (biologica), che il pane ce lo facciamo da soli, in casa. Quello di Marta ed Ezio, insegnanti, una figlia di 5 anni, è caldo e croccante, ma soprattutto è “giusto”. È un pane ecologico e morale, un pane “liberato”.
“Sei anni fa, sposandoci, scegliemmo di non essere di peso né all’ambiente né al Sud del mondo”. Acqua di rubinetto, pannelli solari, scambio di vestiti, niente tivù, al lavoro in bici, e alla fine del mese si fanno i conti. Con la calcolatrice. Marta ed Ezio sono cattolici praticanti, ma il loro non è un fioretto, è un impegno, e gli impegni si calcolano.
“Quest’anno abbiamo sforato sulle vacanze. Risparmieremo sull’elettricità“.

Marta ed Ezio sono una famiglia “bilancista”, una tra oltre mille organizzate in 42 gruppi locali dal Trentino alla Sicilia. Apostoli del sostenibile, predicatori dell’eco-solidale, difensori del Creato, sono un movimento cattolico se non altro perché lo fondò e lo coordina ancora un sacerdote, don Gianni Fazzini, che però se gli proponi l’etichetta di “ecologismo cristiano” te la corregge: “Siamo un movimento di liberazione”.
Da cosa? “Dallo stato di schiavitù del consumatore, in teoria padrone del mercato, in realtà succube di un immaginario del benessere che lo sfrutta per il profitto di pochi”.

Una Greenpeace col segno di Croce? “Cristo ci invita ad essere liberi, noi scegliamo come. Una mano ce la dà anche quel signore lì”. Gandhi: è pieno di poster del Mahatma l’ufficetto alla periferia di Marghera dove don Gianni, classe 1937, ex prete operaio, parroco di San Eliodoro ad Altino, tiene i legami col suo movimento “leggero” (niente statuto né veste giuridica) che senza clamore esiste e resiste da diciassette anni. Una rete di famiglie solidali che però ora ha pensato di alzare un po’ la voce. L’assemblea nazionale dei “Bilanci di giustizia” si concluderà stasera a Massa Marittima calcando sulla parola Politica, con la maiuscola.

“All’ultima assemblea alcuni amici ci misero un po’ in crisi: voi fate belle cose ma siete “poco politici”, non basta il pane in casa, dovete fare i conti col potere”. Hanno ragione? “Me lo sono chiesto. Poi ho pensato, la Giovanna a Messina ha messo su una cooperativa di installazione del solare termico, Giorgio a Bologna distribuisce la pasta madre per il pane, l’Antonella in Trentino promuove le piste ciclabili, Andrea a Torino ha inventato i distretti dell’economia solidale… E allora un po’ di politica forse la facciamo già“.

Del resto tutto cominciò nel ’93 a Verona con uno slogan quasi sovversivo: L’economia uccide, bisogna cambiare. Era un convegno mondialista di “Beati i costruttori di pace”, e un centinaio di famiglie decisero di cominciare a cambiare in casa propria. Cambiare cosa? “Chiesi aiuto a un economista, mi suggerì: “Se un’azienda vuole cambiare gestione, parte dal bilancio”. Geniale. Infatti partimmo dal bilancio di casa”. Funziona ancora così: ogni famiglia “bilancista” si impegna a compilare ogni mese e inviare alla sede centrale un rendiconto minuzioso della propria economia domestica, una partita doppia “etica”: su una colonna le spese effettive divise per capitoli, su quella a fianco le spese “spostabili secondo giustizia”.

Ogni mese ci si dà un obiettivo. Mollo l’acqua minerale e bevo l’acqua “San Rubinetto”. Abbasso il termostato. Regalo e ricevo i vestiti dei bimbi. Lavo a mano. Compro frutta e verdura solo di stagione. Autoproduco in casa quel che posso. Riparo la bici (e la uso). Ogni famiglia “bilancista” riceve poi una carta sconti, L’Altracard, risposta polemica alla social card di Tremonti. “Non la puoi usare nei negozi ma vale di più”: dà accesso a un sito dove un programmino ti calcola quanto stai risparmiando con i comportamenti “sostenibili”. Anche centinaia di euro al mese.

Con l’aiuto del tedesco Wuppertal Institute, i “Bilanci di giustizia” hanno cominciato a misurare i propri successi. I risultati sono sorprendenti. Rispetto alla famiglia italiana media Istat, le famiglia “bilanciste” consumano il 16% in meno, con significativi trasferimenti di poste: meno 49% nell’abbigliamento, addirittura -56% in cosmetici e detersivi, più 72% in divertimenti e cultura. I consumi energetici sono la metà di quelli medi (107 litri d’acqua al giorno contro 192, e 599 Kwh annui contro 1202). Dal punto di vista etico, la famiglia “bilancista” sposta ogni anno quasi il 20% delle proprie risorse su prodotti meno “ingiusti”. Tutto senza sacrificare il proprio stile di vita: l’indice di soddisfazione si colloca sul 5 in una scala di 7.

Ma la scelta del bilancista non è utilitaria: comprare prodotti biologico o equo-solidali in realtà costa di più, anche se “proprio per questo ne sprechi meno”, non molla Marta, “ma il vero guadagno non è monetario”. Per scambiare vestiti devi avere molti amici e frequentarli: devi costruire relazioni. Dario e Antonella hanno scoperto che invitandosi a cena una volta alla settimana si risparmia e ci si diverte.

Quando Enrico e Serenella hanno dovuto cambiare auto hanno lanciato un appello email a tutta la rete, “Ci aiutate a trovare la più “sostenibile”?”, e s’è riunita un’assemblea (con grigliata finale). La differenza tra i bilancisti e un’associazione di consumatori è tutta qui: “Non lo facciamo per risparmiare, ma per nostalgia di giustizia”, dice don Gianni. E allora, da oggi questa cosa è giusto chiamarla Politica: “Le nostre famiglie vivono in città in preda alla corruzione, alla non-cura del bene comune. Noi in questo sfacelo vogliamo camminare puliti”. Lo vede, don Gianni, che alla fine torniamo al punto: inquinare, sprecare sono peccati. “No! Sono schiavitù. Di questo sistema siamo le vittime, non i colpevoli. Quindi dobbiamo liberarci, non pentirci”.

La Repubblica

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Mediterraneo di plastica

Posted in Varie by admin on 4 Settembre 2010

Chi, camminando su una spiaggia italiana, getti lo sguardo nella sabbia alla ricerca di una conchiglia o di un segno del mare lasciati dalla marea, troverà immancabilmente tracce della Civiltà della Plastica. Gli sembrerà di trovarsi in un grande supermercato con bottiglie di plastica di ogni marca e tipo, di acqua minerale, di aranciata, di Coca Cola, di succhi di frutta semi sepolte. In lontananza l’immancabile chioschetto spacciatore di bevande e di sacchetti di plastica con il bidone dei rifiuti semi vuoto (o debordante) e un cartello ammonitore sulle conseguenze per chi abbandona i rifiuti. Non è raro trovare un intero sacco di spazzatura indifferenziata sulla battigia trascinato e riportato dalle onde. Cicche di sigaretta disseminate ovunque insieme ai pacchetti, tra i più presenti Camel e Malrboro. Al largo qualche delfino, tartaruga, talvolta una balena inghiottirà la plastica scambiandola per cibo e morirà.
Ci sono per fortuna anche esempi positivi come Il Centro di recupero dei Cetacei e delle Tartarughe della Laguna di Nora, in Sardegna, dove i pescatori prelevano i rifiuti dal mare e
portano tartarughe e altri piccoli animali marini semi soffocati o feriti al Centro, dove sono salvati da volontari e ospitati prima di essere liberati. All’ingresso del Centro c’è un enorme pesce formato dalla plastica recuperata dal mare e un cartello che spiega:

“Ogni anno si arena sulle nostre spiagge un’enorme quantità di rifiuti, da 400 a 4.000 kg per km di costa. L’80% di questi “macrorifiuti” arriva in mare dai fiumi e dai canali di scolo. I macrorifiuti sono composti da molti tipi di materiali e quasi tutti cedono sostanze tossiche. il materiale più pericoloso per la vita delle specie marine è la plastica. L’ONU stima che il 70% della plastica presente in mare finirà per depositarsi sul fondo, formando uno strato tossico in grado di impedire gli scambi naturali tra l’acqua e i sedimenti e di generare fenomeni di asfissia. La plastica è biodegradabile in tempi lunghissimi:
– Buste di plastica 10/20 anni
– Prodotti di nylon 30/40 anni
– Polistirolo 1.000 anni
– Bottiglie di plastica mai completamente
Per azione meccanica e a causa degli effetti della temperatura e dei raggi UV, si spezzetta in particelle sempre più piccole fino a diventare invisibile a occhio nudo. Quando assume questa forma viene chiamata “plancton di plastica” e non è più possibile rimuoverla dall’ambiente marino. I frammenti di plastica possono bloccare il sistema digerente e respiratorio di molti orgnismi marini e causarne la morte.”

Le bottiglie di plastica uccidono il mare e galleggiano purtroppo molto più a lungo degli stronzi che le abbandonano.

Beppe Grillo.it

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Odio la caccia

Posted in Varie by admin on 29 Agosto 2010

Odio la caccia,
chi uccide un capriolo, un gallo cedrone, una beccaccia,
chi spara ai passeri o alle cinciallegre per divertimento,
per farsi la mano,
odio chi acceca gli uccelli da richiamo, chi dissemina trappole, esche, tagliole,
odio chi usa il fucile, ma dice di proteggere la natura,
odio i boschi, i prati trasformati in poligoni da tiro,
odio l’odore del cuoio, della polvere da sparo, delle cartucce rosse, gialle e arancione
grandi spesso come il bersaglio,
odio il massacro spaventoso (*)1 di animali che ogni anno avviene in Italia,
chi spara agli uccelli migratori, ai falchi, alle rondini, agli aironi,
odio il cacciatore buono che difende l’habitat naturale
e quello incosciente che ammazza l’amico o un parroco mentre dorme,
odio i ristoranti con gli animali impagliati come trofei,
scoiattoli, marmotte, civette e gufi che ti osservano con gli occhi di vetro,
odio chi spara vicino alle abitazioni, i pallini di piombo nel tuo giardino,
odio la legge fascista (*)2 che permette di entrare nei fondi privati,
i cacciatori che si aggirano a meno di 100 metri dalle case (*)3
con il fucile e il colpo in canna quando la legge lo proibisce,
odio chi mi toglie il piacere della vista di un cervo, di una ghiandaia,
di animali che i miei figli vedranno solo allo zoo o nei parchetti,
odio non poter andare a funghi senza la paura di essere scambiato per un cinghiale
e ascoltare il rumore cupo e cadenzato delle doppiette invece che il canto degli uccelli,
odio la scomparsa dal cielo degli arabeschi formati dagli stormi,
odio l’esproprio della natura fatto per il piacere di pochi (*)4,
il non poter vedere su un tetto i nidi delle cicogne che non migrano più per l’Italia
per sopravvivere ai cacciatori,
odio i riti della caccia, i coltellacci per squartare gli animali, il cameratismo tra uomini veri,
odio chi uccide per piacere, chi definisce sport l’annientamento di una creatura,
una di quelle con cui parlava San Francesco,
odio chi caccia perché “si uccidono anche gli animali d’allevamento”
odio chi libera i fagiani allevati in cortile per poi fulminarli dopo pochi metri,
odio chi usa la caccia e i cacciatori per fini politici,
odio chi non rispetta gli animali e dice di rispettare l’uomo.

(*)1. La stima è di 150 milioni di animali uccisi ogni anno
(*)2. Art. 842 Caccia e pesca – Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno.
(*)3. La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro. E’ vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.
(*)4. 1.2% della popolazione italiana (dati 2007).

Ps: aderisci ai Comitati contro la caccia

Woodstock 5 stelle - Io ci sarò

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Processo Cava Gisana: 4 condanne, 27 assoluzioni

Posted in Varie by admin on 7 Luglio 2010

Si è chiuso con 27 assoluzioni e quattro condanne il processo scaturito dalla presunta maxi truffa allo Stato per il progetto di realizzazione di un impianto di biomassa in contrada Gisana Liccio. Carabinieri e Guardia di finanza avevano avviato indagini su false fatturazioni relative ad un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad una legge europea specifica per gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, in particolare per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi. Per tutti gli imputati è caduta in aula l’accusa di associazione per delinquere, mentre la condanna per quattro di loro è arrivata per una tentata truffa.

Michele Rizza, Marco Spadaro, Graziella Candiano e Ignazio Morana sono stati condannati ad un anno di carcere ciascuno.

Il collegio penale ha invece assolto Maurizio Currò, Andrea Dominici, Rosario Pitino, Vincenzo Iemmolo, Beniamino Girasa, Rosario Puglisi, Pietro Natale Modica Agnello, Rosario Spadaro, Antonino Di Rosa, Francesco Fratantonio, Giorgio Buscema, Giorgio Sarta, Pietro Spadola, Sabina Monaco, Biagio Guastella, Giorgio Iachininoto, Gianluca Regali, Pietro Spadola, Marcello Abate, Franca Cerruto, Giovanni Morana, Raffaele Cappello, Giuseppe Terranova, Giovannella Abate, Francesco Di Raimondo, ed i funzionari del Comune di Modica Francesco Paolino, Giuseppe Castagnetta e Alessandro Modica.

Nella precedente udienza il pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto pene variabili da uno a tre anni e l’assoluzione di tutti gli imputati dall’accusa di associazione a delinquere, perchè il fatto non sussiste

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Cava Gisana, richieste condanne.

Posted in Varie by admin on 26 Maggio 2010

Condanne variabili da tre ad un anno e parecchie assoluzioni. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, ha chiuso la sua requisitoria nel maxi processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, presidente, Tigano e Manenti, a latere), che vede imputate 31 persone più un’altra che sarà processata a parte poiché trasformato da testimone ed imputato nel corso della sua audizione in aula. L’accusa per tutti è di truffa in danno dello Stato. Un dato importante: il piemme ha chiesto l’assoluzione “in blocco” per l’associazione a delinquere “perchè il fatto non sussiste”.

Tre anni ciascuno sono stati chiesti per i due imprenditori che avevano deciso di avviare il progetto per la realizzazione di un impianto di biomassa in Contrada Gisana Liccio, mentre un anno ciascuno è stato chiesto per gli imprenditori che avrebbero emesso fatture false, cioè senza che nei fatti fossero state eseguite le forniture e le opere.
Assoluzione per quasi tutti i professionisti coinvolti, compreso il dirigente comunale, Francesco Paolino, che era già stato assolto assolto in precedenza da altri reati. Oggetto del processo l’indagine, come si diceva, sul progetto per la realizzazione dell’impianto, svolta dal Nucleo di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri e dal Gico della Guardia di Finanza. Gli inquirenti hanno ipotizzato false fatturazioni su un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad una legge europea specifica per gli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, nello specifico per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi.

Un imprenditore ha già patteggiato una pena pecuniaria, mentre erano stati assolti, perchè il fatto non sussiste, insieme a Paolino, l’ex Soprintendente ai Beni Culturali di Ragusa, Beatrice Basile, i suoi collaboratori Giuseppe Saggio, Calogero Rizzuto e Francesco Ascanio. I giudici hanno fissato altre due udienze per le arringhe difensive e per le sentenze al sette ed al quattordici luglio. Gli imputati sono Maurizio Currò, Andrea Dominici, Michele Rizza, Rosario Pitino, Vincenzo Iemmolo, Beniamino Girasa, Rosario Puglisi, Pietro Natale Modica Agnello, Rosario e Marco Spadaro, Graziella Candiano, Ignazio Morana, Antonino Di Rosa, Francesco Fratantonio, Alessandro Modica, Giorgio Buscema, Giorgio Sarta, Pietro Spadola, Sabina Monaco, Biagio Guastella, Giorgio Iachininoto, Gianluca Regali, Pietro Spadola, Marcello Abate, Franca Cerruto, Giovanni Morana, Raffaele Cappello, Giuseppe Terranova, Giovannella Abate, Francesco Di Raimondo e Giuseppe Castagnetta.

Fonte: RTM

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Nucleare. Inutile, dannoso e costoso, gli ambientalisti si mobilitano.

Posted in Varie by admin on 27 Aprile 2010

Un rapporto presentato dai Verdi nel 24mo anniversario di Chernobyl: in Italia ci sono 90 mila tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi, nei 20 anni seguiti alla chiusura delle centrali il nostro Paese ha speso 12 miliardi di euro. Verso un Comitato nazionale

di CARMINE SAVIANO

Dodici miliardi di euro in vent’anni. E’ quanto in Italia è stato speso dalla chiusura delle centrali nucleari ad oggi. Soldi utilizzati esclusivamente per gestire le scorie radioattive. E che non hanno  finanziato né nuove ricerche su energie rinnovabili né la costruzione di un deposito unico nazionale. La denuncia è contenuta in un dossier presentato dai Verdi in occasione del 24° anniversario del disastro di Chernobyl: “L’Italia paga per il nucleare che non ha”. E riparte la mobilitazione ambientalista. Per Legambiente “la scelta del governo di far ritornare il nucleare in Italia è rischiosa e sbagliata”. E sul deposito nazionale di scorie crescono le preoccupazioni in merito all’ipotesi di costruirlo nell’area del Garigliano, tra la provincia di Caserta e quella di Latina. “Proprio in quella zona, abbiamo già avuto la nostra piccola Chernobyl”.

Il dossier dei Verdi. Novantamila metri cubi di rifiuti tossici e radioattivi. A tanto ammonta il lascito delle centrali nucleari italiane, chiuse nel 1990. Un’enorme quantità di scorie sparse in tutto il Paese. Una bomba ecologica non ancora disinnescata che lo Stato sorveglia al costo di 500 milioni di euro l’anno. Soldi, naturalmente, pubblici. Sessantacinquemila tonnellate di questi rifiuti di seconda e terza categoria “provengono dalle centrali in dismissione”. Per completare il quadro, bisogna aggiungere “una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali”. E le scorie non invecchiano. La loro pericolosità è quasi permanente. “Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250mila anni”.

L’accordo con la Francia. Al centro delle polemiche, l’accordo che il governo italiano ha sottoscritto con la Francia 1 per la costruzione di reattori nucleari. E Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha un sospetto: “Con Parigi potrebbero esserci altri accordi, riservati, per la costruzione di armi atomiche”. Anche Legambiente critica la scelta del governo. Affidando le proprie motivazioni a uno studio condotto sulla tecnologia nucleare francese. Quella che l’Italia dovrebbe importare. E l’EPR, la sigla che identifica il reattore d’oltralpe, viene definito “un bidone”.  

Verso un Comitato Nazionale Antinucleare. Le associazioni ambientaliste sono al lavoro per mettersi in rete. La cornice ideologica è indicata in un documento, sottoscritto, tra gli altri, da Wwf, Italia Nostra, Greepeace e Legambiente. Nel testo vengono elencati i motivi che rendono la svolta nucleare “inutile e pericolosa”: autosufficienza energetica già raggiunta, costi eccessivi del nucleare, scarse prospettive di impiego. E poi, il nucleare non ridurrebbe la dipendenza energetica dell’Italia, perché “dovremmo importare uranio, tecnologia e brevetti”.

La piccola Chernobyl sul Garigliano. L’ipotesi di costruire il deposito nazionale di scorie nell’area del Garigliano, è molto discussa. Anche perché, ricorda il dossier dei Verdi, la zona è già stata interessata da alcuni incidenti. Una lunga e agghiacciante sequenza. Che parte dalla metà degli anni ’70. E che si svolge nella centrale nucleare di Sessa Aurunca, provincia di Caserta. Nel dicembre 1976 “il fiume Garigliano in piena, entra nel locale sotterraneo raccogliendo oltre un milione di litri d’acqua contaminata”. Un incidente analogo si verifica nel novembre del 1979. Poi passa un anno. E nel novembre del 1980 “le piogge abbondanti penetrano nella centrale. E fuoriescono nel fiume portandosi dietro cesio 137”. Due anni dopo “un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma perde per strada 9.000 litri di acqua con cobalto 58, cobalto 60, e manganese 54”. E per il dossier sono documentabili, nel 1972 e nel 1976, due esplosioni dei filtri del camino centrale.

Incidenti che “hanno contaminato fiumi e terreni. E 1700 chilometri quadrati di mare, come certificano studi condotti dall’ENEA tra il 1980 e il 1982”, dice Giulia Casella, presidente del circolo Legambiente di Sessa Aurunca. Che, in merito all’ipotesi di costruire sul Garigliano il deposito nazionale di scorie, dice: “Si tratta di un’ipotesi sciagurata. L’area è inadatta dal punto di vista idrogeologico. E non lo diciamo noi. Lo attesta un documento del governo del 1985”.

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Modica. Riciclaggio di denaro e concussione. Ecco le accuse mosse a Drago e ad altri 19 indagati

Posted in Varie by admin on 16 Aprile 2010

Il pubblico ministero, Francesco Puleio, ha riformulato le posizioni delle persone interessate al Procedimento per riciclaggio di denaro e concussione e che vede coinvolti i vertici dell’Udc provinciale, tra cui il parlamentare Peppe Drago, l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi, e l’ex segretario provinciale, Giancarlo Floriddia, imprenditori e persone vicine al partito.

Il Gup, Patricia Di Marco, su richiesta degli avvocati, alla quale il pubblico ministero ha espresso parere favorevole, ha concesso un termine per l’esame della precisazione, rinviando il processo al 6 maggio,alle 16, per sentire sul punto le deduzioni delle difese.

Ecco di seguito i termini delle precisazioni del piemme, con i nomi degli imputati: Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Bruno Arrabito, Massimo Arrabito, Carmelo Drago, Carlo Fiore, Giancarlo Floriddia, Giancarlo Arancione, Gabriele Giannone, Massimo La Pira, Vincenzo Leone, Vincenzo Piluso, Vincenzo Pitino, Giuseppe Sammito, Marcello Sarta, Piero Torchi, Giovanni Vasile, Rosario Vasile e Giuseppe Zaccaria, sono accusati di associazione per delinquere perché, essendo Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Carmelo Drago, Giancarlo Floriddia, Vincenzo Pitino e Piero Torchi esponenti di vertice delle medesima formazione politica, presente nella compagine di governo regionale ed in quella locale, nonché sfruttando le rispettive pubbliche funzioni e qualifiche professionali si associavano insieme a Carmelo Leone, successivamente deceduto, allo scopo di  commettere più delitti di concussione in danno dei cittadini che si rivolgevano all’Ufficio Tecnico – Sezione Urbanistica – ed allo Sportello Unico per le Attività produttive del Comune di Modica per il rilascio di concessioni edilizie e di provvedimenti suscettibili di apprezzamento economico; abuso d’ufficio ed altri delitti contro la Pubblica  Amministrazione connessi alla gestione del Comune di Modica e della Provincia regionale di Ragusa; riciclaggio del denaro e delle utilità provenienti da tali delitti; rivestendo in particolare Giuseppe Drago la qualità di capo e promotore dell’associazione, cui  competevano le decisioni più importanti, nonché di principale procacciatore delle  tangenti e destinatario finale delle somme di illecita provenienza; Bruno Arrabito la  qualità di organizzatore e direttore, con compiti di raccordo logistico tra i componenti del  sodalizio, di ripulitura del denaro ricavato dalle tangenti e di collegamento tra i  percettori delle tangenti ed i destinatari; Carmelo Drago la qualità di organizzatore e  direttore, con compiti di procacciatore delle tangenti, di raccordo logistico tra i  componenti del sodalizio e di collegamento tra i percettori delle tangenti ed i destinatari;  Giorgio Aprile, Giancarlo Floriddia, Piero Torchi, la qualità di partecipi con compiti, in  quanto titolari di pubblici uffici competenti all’adozione di provvedimenti suscettibili di  apprezzamento economico, di procacciamento e raccolta delle tangenti; Massimo  Arrabito, Carlo Fiore, Gabriele Giannone, Massimo La Pira, Carmelo Leone, Vincenzo  Leone, Giuseppe Piluso, Marcello Sarta, Giuseppe Sammito, Vasile Giovanni e Rosario e  Giuseppe Zaccaria, titolari dei conti correnti sui quali venivano fatte transitare e  movimentate le somme di illecita provenienza, la qualità di partecipi con compiti di  raccordo logistico e di ripulitura del denaro ottenuto dall’attività illecita, al fine di  vanificare le indagini di polizia giudiziaria, ponendo in essere numerosissime transazioni – anche per contanti – per un ammontare cospicuo e del tutto sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati, senza che sussistesse un sottostante rapporto economico; Giancarlo Francioso, la qualità di partecipe con compiti di copertura finanziaria (al fine di ostacolare l’applicazione della normativa antiriciclaggio, omettendo di segnalare all’Autorità di vigilanza le operazioni sospette) e di ripulitura del denaro di illecita  provenienza (ad esempio consentendo a Massimo Arrabito e a Gabriele Giannone, tra gli  altri, per mezzo di sottoscrizioni apocrife l’illecita apertura di conti correnti, formalmente  intestati a soggetti all’oscuro di tali operazioni bancarie.

L’associazione, secondo Puleio,  fu promossa, costituita e diretta dall’on. Drago, organizzata dal fratello Carmelo e da Bruno Arrabito, in un periodo compreso tra l’ottobre 2003 e fino al settembre 2007. Relativamente al delitto di concussione aggravata e continuata in concorso sono coinvolti per avere, in concorso tra di loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno  criminoso, abusando Giuseppe Drago, Giorgio Aprile, Carmelo Drago, Giancarlo Floriddia, Vincenzo Pitino e Piero Torchi (esponenti di vertice dell’Udc) della loro qualità e dei loro poteri, ed in particolare sfruttando le rispettive pubbliche funzioni: Giuseppe Drago quale parlamentare nazionale, già presidente della Regione siciliana; Aprile di assessore alla viabilità, sicurezza, polizia urbana, protezione civile ed autoparco del Comune di Modica; Carmelo Drago di assessore al bilancio ed allo sviluppo economico del Comune di Modica; Floriddia di assessore al territorio ed ambiente della Provincia regionale di Ragusa; Pitino di componente del Consiglio provinciale di Ragusa, Torchi di sindaco del Comune di Modica, avrebbero costretto Angelino e Rosario Aurnia, Raffaele Cappello, Carmelo e Salvatore Nigro, che avevano in corso delle procedure per il rilascio di concessioni edilizie ed autorizzazioni amministrative presso l’Ufficio tecnico comunale e lo Sportello unico attività produttive di Modica, a versare indebitamente somme (intese a favorire il rilascio da parte dei predetti U.T.C. e S.U.A.P. di Modica di concessioni od autorizzazioni amministrative la cui verifica di conformità a leggi e regolamenti forma oggetto di  separato procedimento penale) di ammontare variabile a taluno degli indagati; nonché indotto Riccardo Amore, Rosario Aurnia, Stefano Di Martino Russo, Dario Giavatto e Rosario Tumino, tutti imprenditori od operatori commerciali sedenti in Modica, a versare somme di vario importo a taluno degli indagati, pubblici ufficiali o privati correi dei medesimi, tutti attivi in settori amministrativi del Comune di Modica, titolari di uffici pubblici competenti alla adozione di provvedimenti suscettibili di apprezzamento economico, secondo il prospetto che segue: Riccardo Amore(architetto, interessato in pratiche edilizie dell’U.T.C. e dello S.U.A.P. di Modica) la somma di 8.500 euro in contanti a Bruno Arrabito che gli aveva fatto richiesta – come era già avvenuto più volte in precedenza – di una somma di 15 mila e 20 mila euro, artatamente qualificandola come prestito, poi mai restituito, a fronte della consegna di un assegno con data posticipata a firma dell’on.Drago, assegno non riscosso da Amore, che non ha mai richiesto la restituzione della somma; Angelino Aurnia (amministratore della TU.DOR.snc., beneficiario di due concessioni edilizie per la realizzazione di 24 unità immobiliari nel Comune di Modica e della concessione edilizia 155/2005 per la realizzazione di 4 villette a schiera a Marina di Modica) un assegno circolare dell’importo di 10 mila euro, tratto all’ordine proprio presso il Credito Emiliano di Modica il 14.11.2005, assegno poi versato da Carmelo Drago su conto 10619 intrattenuto dal fratello sulla Banca Antoveneta di Modica; Rosario Aurnia sulla Banca Antonveneta di Modica; Rosario Aurnia (imprenditore edile e socio della COSMO S.N.C. DI MODICA, della TU.DOR. S.N.C., della MO.EXPO. MODICANA ESPOSIZIONI S.R.L., della A.G.R. COSTRUZIONI S.R.L., beneficiario di due concessioni edilizie rilasciate dal Comune di Modica per la realizzazione di due palazzine per un totale 24 unità immobiliari, delle quali 15 nella zona di Sorda Sampieri e 9 nella zona di Cozzo Rotondo; di una concessione edilizia per la realizzazione di 4 villette a schiera a Marina di Modica; di una concessione edilizia in Marina di Modica, a Punta Regilione, per la realizzazione di una villetta), un assegno bancario per l’importo di 10 mila euro ceduto a Gabriele Giannone; la somma di 25 mila euro all’on. Drago, un assegno bancario di 8 mila euro tratto sul suo conto del Banco di Sicilia di Modica in data 15.11.2005 (ossia il giorno precedente al rilascio della concessione n. 623 del 16.11.2005), versato sul conto intrattenuto dallo stesso parlamentare sull’Antonveneta di Modica; Rosario Aurnia la somma di 5 mila euro a Giuseppe Drago, portata dall’assegno n. 151200968 tratto sul suo conto dell’Antoveneta in data 6.9.2004, negoziato da Drago; Raffaele Cappello (socio ed amministratore della CAPPELLO ANTONINO E C. S.N.C., amministratore della EDIL PRESTAZIONI S. R..L., socio della OASI RESIDENCE S.R.L.; beneficiario della concessione edilizia in zona E3 – terreno agricolo – del PRG, come CAPPELLO ANTONINO E C. S.N.C. per la realizzazione di uno stabile destinato a pubblico esercizio in data 21.03.2005), la somma di 20 mila euro all’on. Drago in data 27.06.2005, attraverso l’emissione di assegni bancari tratti dal suo conto dell’Antoveneta; Stefano D Martino Russo, (titolare dell’agenzia MORUKA VIAGGI di Modica), la somma di 5 mila euro a Bruno Arrabito per viaggi e pacchetti turistici; Dario Giavatto (socio della MARGHERITA S.R.L. di Modica) somme di vario ammontare ad Arrabito, ed in particolare la somma di 3 mila euro, portata dall’assegno nr. 0144596621 tratto sul conto 1403 BPL di Comiso intestato a Monica Bonomo, con firma apocrifa della stessa apposta da Massimo Arrabito; assegno post datato poi negoziato da Pasquale Giavatto, padre di Dario, presidente della MARGHERITA S.R.L. in data 07.09.2007; Carmelo Nigro (legale rappresentante della NIGRO CATERING DI SALVATORE NIGRO & C. S.N.C., con sede in Modica; beneficiario di due provvedimenti autorizzativi dallo S.U.A.P.: il primo in data 27.06.05 e relativo alla realizzazione di un impianto produttivo adibito a “Deposito di prodotti alimentari e materiali da costruzione” su un’area concessa dall’Asi di Ragusa in territorio di Modica; il secondo, n. 81/20.7.2006, relativo alla realizzazione di impianto produttivo da adibire ad “Attività di Catering (lavorazione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti agro – alimentari)” a Modica in via Sorda Sampieri, sito in zona E5 del PRG, su una superficie di mq. 17.960, richiesta presentata nell’anno 2003 e provvedimento rilasciato solo il 20.7.2006), la somma di 20 mila euro all’on. Drago, portata da due assegni tratti sul conto corrente 32171 in essere presso la Banca agricola Popolare di Ragusa, agenzia di Modica, intestato alla moglie Graziella Arena, attuale revisore dei conti presso il Comune di Modica; Salvatore Nigro (legale rappresentante della MEDITERRANEA MANGIMI S.P.A. di Modica, beneficiario del provvedimento S.U.A.P. n. 57 del 27.06.2005 relativo alla realizzazione di due distinte unità immobiliari costituite da un impianto produttivo da adibire alla “Lavorazione e pastorizzazione delle uova“ ed un impianto produttivo con destinazione “Commerciale”, in Modica alla c.da Quartarella, zona “E5” del P.R.G.), la somma di 10 mila euro a Carmelo Drago, portata dall’assegno n. 0717145282-09 tratto sul conto 8002385 intestato alla moglie Giuseppa Di Rosa del Credito Siciliano di Modica, emesso in data 07.03.2006, da Salvatore Nigro a favore di se stesso e da questi girato e poi negoziato da Carmelo Drago; Angelo Occhipinti (beneficiario del provvedimento S.U.A.P. n. 102 del 9.11.2005, relativo alla realizzazione di un impianto produttivo da adibire a “Struttura Commerciale (Media struttura di vendita non alimentare)”, nell’area distinta in Catasto terreni del Comune di Modica al Foglio 119, particelle 1694, 1696, 1700 e 1702, della superficie complessiva di mq. 1.485, sita a Modica lungo la ex S.S. 115 (Polo Commerciale) zona “E3” ex “F3” del P.R.G.), la somma di 3 mila euro a Vincenzo Pitino, portata dall’assegno n. 59084732 tratto sulla Bapr C/C 136577 intestato allo stesso e poi versata dallo stesso Pitino nel proprio conto in essere presso la BAP, agenzia di Modica, in data 18.11.2005; Rosario Tumino (nominato, dietro indicazione dell’on. Drago, vice presidente dello Iacp di Ragusa, incarico con indennità pari a circa 1.400 euro mensili), una somma non inferiore a 7 mila euro, portata dall’assegno n. 58030406 tratto in data 05.01.2006 a favore di Massimo La Pira, poi girato dallo stesso a Carmelo Drago e da questi versato sul conto 10619 dell’Antonveneta intestato al parlamentare. Tutte somme, queste che, unitamente ad altre la cui provenienza è in corso di accertamento, confluivano nei conti correnti bancari di: Giuseppe Drago per complessivi .5.106.000,61 euro; Giorgio Aprile per complessivi 346.680,04 euro; Bruno Arrabito per complessivi 1.685.416,41 euro; Massimo Arrabito per complessivi 316.610 euro; Carmelo Drago per complessivi 2.511.276,44 euro; Gabriele Giannone per complessivi 3.050.996,06 euro; Carmelo Leone per complessivi 864.006,71 euro; Vincenzo Leone per complessivi 183.554,72; Vincenzo Pitino per complessivi 134.988,54 euro. C‘è poi il delitto di riciclaggio in concorso, per avere, singolarmente ed in concorso tra loro, raccolto somme di denaro di illecita provenienza che unitamente ad altre confluivano nei conti correnti di questi ultimi relativamente alle somme anzidette e ciò con movimentazioni di ingente ammontare per contanti, incompatibili con l’attività svolta e con i redditi accertati e dichiarati, cui facevano seguito operazioni di prelevamento tramite emissione di assegni bancari, senza essere a conoscenza dei traenti e dei beneficiari degli assegni e/o senza che sussistesse un rapporto causale sottostante a tali operazioni, così trasferendo ed occultando dette somme in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza, e segnatamente: Giuseppe Drago, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 5.106.000,61 euro, ed averlo, in parte, reinvestito nella società Immobile D Srl, per l’acquisto di immobili; Giorgio Aprile per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 346.680,04 euro, di cui 68.820 euro, relativi a versamenti di denaro in contante; Bruno Arrabito, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 1.685.416,41 euro, di cui 930.312 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 1.431.994,47 euro; e tutto ciò, nel periodo sottoposto ad indagine (2006–2007), avendo dichiarato redditi percepiti inferiori a 32 mila, redditi imponibili inferiori ad 21 mila euro, effettuato acquisti con addebiti su carte di credito per 136.990,51 euro e sostenuto in relazione ai cc/cc. predetti spese di tenuta conto, interessi passivi e commissioni per 19.026,01 euro; Massimo Arrabito, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 316.610 euro, di cui 86.460 euro, relative a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 310.835,15 euro; e tutto ciò, nel periodo sottoposto ad indagine (2006–2007), avendo dichiarato redditi percepiti pari a zero euro; Carmelo Drago, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari a.2.511.276,44 euro, di cui 554.892 euro, relative a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 1.484.617,72 euro; Giancarlo Francione, preposto dell’agenzia di Comiso della Banca Popolare di Lodi, per avere permesso il reimpiego delle somme a disposizione di Giannone, ammontanti ad oltre . 3.050.000 euro, pur essendo consapevole della sperequazione tra le somme movimentate nei conti ed i redditi guadagnati, di cui ben 886.351,99 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissioni di assegni bancari, per .2.832.590,82 euro; Gabriele Giannone, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 3.050.996,06 euro, di cui 886.351,99 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissioni di assegni bancari per .2.832.590,82 euro; Vincenzo Pitino, per avere raccolto denaro di provenienza illecita pari ad 134.988,54 euro, di cui 26.500 euro relativi a versamenti di denaro in contante, a cui hanno fatto seguito operazioni di prelevamento, quasi tutte tramite emissione di assegni bancari, per 92.700 euro; Vincenzo Leone, per avere effettuato dal 01.01 al 08.10.2004 versamenti per complessivi 183.554,72 euro, di cui 30.100 euro relativi a versamenti di denaro in contante; Marcello Sarta, per avere permesso a Giannone, attraverso l’utilizzo del conto 11464 intestato alla ditta IDEAMENTE di SARTA Marcello di far transitare parte di 3.050.996,06 euro nella disponibilità del Giannone, somme di illecita provenienza e sperequate ai redditi di questi e di avere permesso, contestualmente, la fuoriuscita di somme dal conto della ditta IDEAMENTE a favore di terzi senza un sottostante e giustificativo rapporto economico-patrimoniale; Carlo Fiore, Giancarlo Floriddia, Massimo Arrabito, Massimo La Pira, Carmelo Leone Vincenzo Leone, Giuseppe Piluso, Giuseppe Sammito, Torchi, Giovanni e Rosario Vasile e Giuseppe Zaccaria, per aver trasferito ed occultato somme di provenienza illecita emettendo assegni bancari senza essere a conoscenza dei relativi traenti e dei beneficiari e senza che vi fosse, a giustificazione di tali emissioni, un sottostante e giustificativo rapporto economico patrimoniale.

Fonte: RTM

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MONTALBANO NUOTERA’ NEL PETROLIO?

Posted in Varie by admin on 12 Febbraio 2010

Trivellazioni petrolifere: nuovo definitivo attacco al mare ibleo
La provincia di Ragusa terra di conquista dei petrolieri nel silenzio assoluto delle amministrazioni

Montalbano che nuota in una chiazza di petrolio: sarà probabilmente questa la
nuova immagine emblematica dello stato del mare della provincia di Ragusa.

Dopo la colata di cemento e l’espansione serricola su quasi tutta la costa e la
conseguente forte erosione di pressochè tutte le spiagge, sta per arrivare
quella che sarà probabilmente l’ultima definitiva mazzata. Infatti la Provincia
di Ragusa sembra diventata terra di conquista di tutti
, in particolare dei
petrolieri. Dopo le ricerche della Panther Oil, fortunatamente sventata, ecco
che arrivano le richieste di trivellazione a mare davanti la costa iblea. Si tratta
della società “Sviluppo Risorse Naturali srl” con sede a Roma, società
controllata dalla Mediterranean Resources LLC con sede in Austin (Texas-
USA).

L’area della ricerca, che riguarda idrocarburi liquidi e cioè petrolio, interessa
uno specchio di mare che va dal comune di Vittoria a quello di Scicli per un
totale di 460 km quadrati partendo dalla costa e fino a 20 km al largo! La
Sviluppo Risorse naturali srl è in possesso di una autorizzazione della
Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (CIRM) del Ministero
dello Sviluppo Economico rilasciata nella seduta del 06/04/2009.
Il mare del mito, quello di Kamarina e di Caucana, di Punta Secca e di
Sampieri, rischia di trasformarsi in un’enorme zona industriale, con decine di
piattaforme petrolifere davanti alla costa ed il conseguente via vai di
petroliere, con buona pace di tutti i progetti di sviluppo turistico, compreso
quello legato al tanto decantato porto di Marina di Ragusa.

Che succederebbe al nostro ambiente ed alla nostra economia se ci fosse una
perdita di petrolio in mare e il greggio raggiungesse la costa (come è accaduto
ad esempio l’anno scorso sulla costa ionica calabrese)? Che fine farebbero i
nostri pescatori, già in forte difficoltà per la diminuzione della risorsa ittica?
Si tratta di una decisione presa dall’alto, scavalcando i comuni, la provincia e
l’intera comunità, che mette a rischio un diverso modello di sviluppo che cerca
di emergere in provincia, in cui il turismo di qualità svolge un ruolo centrale. I
comuni interessati, pur a conoscenza della richiesta delle ricerche (lo sanno
dai primi di dicembre 2009) non ci risulta siano intervenuti nel procedimento
amministrativo, a meno di non aver presentato all’ultimo momento
osservazioni alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale.
Ci si chiede però: come mai i comuni non hanno messo in piedi la
stessa protesta che hanno dedicato al parco degli Iblei
, chiedendo che
la decisione non fosse calata dall’alto ma discussa prima localmente?
Perché gli enti preposti alla gestione economica in provincia e le
associazioni di imprese non coinvolte con l’affare petrolio non sono
state avvertite di quanto stava succedendo e, se sapevano, perchè non
si sono mossi?
Il nostro futuro o è legato ad uno sviluppo sostenibile, o non è. Il
petrolio non è il nostro futuro!

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I NOSTRI TIMORI SUI RISCHI PER IL VAL DI NOTO SONO SEMPRE FONDATI…

Posted in Varie by admin on 6 Febbraio 2010

Danni ambientali considerevoli sono stati causati dalla fuoriuscita di petrolio allo stato grezzo dall’oleodotto Ragusa-Priolo Mostringiano in un affluente del Fiume Tellaro nei pressi della Città di Noto il 18 gennaio 2010. L’ incidente ci dà una ulteriore conferma della bontà della battaglia, a suo tempo intrapresa, per evitare che avessero compimento le concessioni per le trivellazioni petrolifere in un territorio dalle forti vocazioni agricole e turistiche, patrimonio mondiale dell’ Umanità. Abbiamo da sempre paventato, inoltre, il pericolo che tali interventi possono comportare per le falde acquifere e per gli eccellenti prodotti che il distretto offre (olio, mandorle, agrumi, cereali, legumi, frutta, ecc.).
 I nostri timori sono stati supportati da consulenze scientifiche autorevolissime. Nel recente passato la texana Panther Eureka s.r.l. aveva provato ad avviare un nuovo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Questo scellerato tentativo, voluto dal governo regionale di allora, aveva visto una fortissima reazione delle associazioni, delle istituzioni locali e delle comunità. Dopo questo scempio, facciamo l’ ennesimo appello alle Istituzioni Regionali affinché siano presi provvedimenti adeguati per evitare di imboccare una strada che comporti ulteriori danni irreversibili all’ economia ed al paesaggio per poter far sì, invece, che decolli definitivamente un modello di sviluppo ecosostenibile consono alle peculiarità del territorio. Il Comitato per le energie rinnovabili e contro le trivellazioni petrolifere in Val di Noto assieme a tutte le organizzazioni naturaliste, ambientaliste, culturali, agricole e turistiche vigilerà con grande attenzione ed è pronto a far in modo che si mobilitino tutti i soggetti interessati per impedire che ulteriori tentativi siano messi in campo. Pensiamo che siano maturi i tempi, invece, di realizzare il Parco degli Iblei poiche’ permetterebbe grandi vantaggi e benefici per un futuro durevole e compatibile per la gente.
Noto, 23 gennaio 2010 COMITATO NO TRIV
 
COMUNICATO STAMPA  DELL’ENTE FAUNA SICILIANA Del 19.01.2010
L’emergenza sembra passata ma i danni ambientali causati dalla fuoriuscita di petrolio allo stato grezzo dall’oleodotto Ragusa-Priolo Mostringiano che, a quanto pare, per uno smottamento del terreno, favorito dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi, ha determinato l’incidente di lunedì 18 scorso con lo sversamento in un piccolo corso d’acqua affluente del fiume Tellaro, sono ancora da quantificare. L’evento, oltre ad allarmare gli imprenditori agricoli della zona interessata, ha preoccupato anche noi che del territorio ibleo abbiamo continua attenzione ed interesse. Questo incidente è, ancora una volta, una testimonianza lampante che la strada all’industrializzazione del nostro territorio, votata da qualcuno, ha dei grossi limiti in quanto, con le fragilità ambientali esistenti, questo rischia di subire sempre più danni irreversibili. Nel recente passato, la texana Panther Oil aveva provato ad avviare un nuovo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Questo scellerato tentativo, appianato dal governo regionale di allora, che aveva visto alzare contro gli scudi da parte di tutti noi ambientalisti oltre che dalle popolazioni locali, oggi confermano ancor di più che le manifestazioni e i convegni di allora, per dare l’altolà ai petrolieri, erano sacrosanti. Dopo questo ennesimo scempio invochiamo la politica a dare le definitive e giuste direttive per l’affermazione di uno sviluppo sostenibile che questa provincia merita. Noi crediamo che oggi l’idea dell’istituzione del Parco degli Iblei diventi sempre più attuale e che ciò sia imprescindibile per il futuro di questo territorio legandolo alla salubrità quale “marchio di qualità” dello stesso.

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«Pericolosi e dannosi Perchè è stato deciso lo stop sugli Ogm»

Posted in Varie by admin on 28 Gennaio 2010

Il caso – Il presidente onorario del Fondo per l’ambiente
Crespi: al governo il dossier sugli effetti per gli animali

ROMA  Ne ha per tutti, Giulia Maria Crespi. Per le multinazionali, è«più potenti dei petrolieri» che con gli organismi geneticamente modificati è«stanno corrompendo il mondo». Per Luca Zaia, ministro di un’agricoltura «al collasso ». E per la Chiesa, che starebbe diventando, secondo il presidente onorario del Fondo per l’ambiente italiano, il cavallo di Troia dei terribili Ogm. Però Zaia li ha fermati.

Non è contenta?
E«Già . Nessuno ha detto il vero motivo per cui lo ha fatto».

Lei lo sa?
«Certamente. Perchè lo stesso giorno in cui doveva essere ratificato l’accordo con le Regioni che avrebbe dovuto diventare operativo da domani 28 gennaio la Monsanto, una delle grandi multinazionali che producono gli Ogm, èstata costretta a pubblicare un dossier riservato da cui risultava che animali nutriti con mais geneticamente modificato avevano subito gravi danni al fegato e ai reni. Ecco la verità».

Resta il fatto che gli Ogm in Italia sono fermi, al contrario di quanto sembra accadere in Europa.
«Resta il fatto che l’agricoltura italiana è al completo collasso. E agricoltura vuol dire turismo, occupazione, difesa idrogeologica. Diciamolo: finora Zaia è stato un disastro. Si cura soltanto di prendere il posto di Giancarlo Galan. Non si è minimamente occupato di aiutare le aziende agricole».

Come, come?
«Senta, l’unica cosa che ha fatto è stato aumentare le quote latte, facendo un favore ai suoi leghisti».

Questo non è aiutare le aziende?
«Bell’aiuto. Così anche i Paesi europei hanno preteso di aumentarle e ora più che mai c’è un dramma italiano, perché la concorrenza produce a minor costo. Infatti in Italia si stanno chiudendo stalle a più non posso. Me lo ha detto Zaia quando è venuto a trovarmi, con due auto blu e la scorta della Forestale. Lui è molto gentile, simpatico, un conoscitore dell’arte. Ma mi pare che i politici non si rendano conto della situazione».

È davvero arrabbiata.
«Sento delle cose che non vanno bene. Anche Pier Luigi Bersani dice: va bene la sperimentazione sugli Ogm, ma con prudenza. Con prudenza? E che cosa vuol dire? Se il mio vicino ha il mais geneticamente modificato, come posso impedire che la mia coltura venga inquinata dal polline? Lo sa che il polline viene portato dai venti? Che con il polline si arriva a contaminare anche le erbe selvatiche della stessa famiglia, diminuendo la biodiversità? E che in questo modo viene impoverito anche l’ambiente? ».

Se le cose stanno così, non è strano che un luminare come Umberto Veronesi abbia dichiarato che gli Ogm «miglioreranno l’umanità»?
«Miglioreranno l’umanità? Intanto sappiamo che in Argentina grandissime superfici coltivate con gli Ogm sono diventate sterili. E che la Food and drugs administration statunitense ha dato un giudizio negativo. Per quanto riguarda Veronesi, ha detto davanti a me che con gli Ogm si può fare agricoltura biologica, dimenticando che se così si eliminano certi insetti come la piralide, poi ci vogliono anche i diserbanti, i concimi, gli anticrittogamici… »

Ma l’uomo? Che prove esistono che facciano male alla nostra salute?
«Per saperlo con esattezza ci vorranno trenta o quarant’anni, ne ho parlato con gli esperti. Per il momento si privatizza un bene comune, perché il contadino che vuole utilizzare le sementi Ogm deve pagare una royalty a chi le produce, cioè le grandi multinazionali. Anni fa in India ci sono stati molti suicidi di contadini falliti perché si erano indebitati per questo e poi la siccità aveva compromesso i raccolti. Il contadino diventa dipendente delle potenti multinazionali, questo è il dramma ».

Veronesi, ma anche Rita Levi Montalcini. C’è chi sostiene che battaglie come la sua sono contro il progresso. Molte scoperte mediche e scientifiche sono avvenute forzando la natura.
«Non la insospettisce che anche la Chiesa stia aprendo agli Ogm organizzando convegni? »

Dovrebbe?
«Senta qua. E Dio disse: la terra produca germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie».

Cos’è?
«La Genesi. Edizione critica ufficiale a cura di Civiltà cattolica presentata da Carlo Maria Martini. Ora, gli Ogm che cosa sono, se non la negazione di quel principio “secondo la propria specie”, che la Genesi attribuisce a Dio? Non so se tutti hanno chiaro che si uniscono specie diverse: specie vegetali con specie animali, insetti. È una cosa completamente diversa dai cosiddetti ibridi. Si manipola la natura, e alla lunga la natura si ribella».

Ma allora perché la Chiesa sarebbe favorevole agli Ogm?
«Dice che contribuisce a risolvere il problema della fame nel mondo».
«Mi pare una tesi un po’ fasulla. Per ora gli Ogm fanno prosperare soltanto le multinazionali. Alcuni anni fa la scienziata ambientalista indiana Vandana Shiva ci ha raccontato come le multinazionali sono riuscite a imporre il brevetto sul golden rice, che era il loro cibo. La conseguenza è che tutti adesso devono pagare le royalty. Si stanno appropriando di brevetti in tutto il mondo ».
La Repubblica

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