Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


«SI al parco concertato». Il ministro calma i politici iblei

Posted in Varie by admin on 26 Gennaio 2010

Il parco degli iblei si farà . Anche se è stato un incontro interlocutorio, sembra essere questo l’orientamento del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiamoco al termine dell’incontro romano a cui hanno partecipato i sindaci dei comuni di Ragusa, Siracusa e Catania, oltre ai 3 presidenti delle province interessate.

Immediate le reazioni dei rappresentanti istituzionali che erano presenti all’incontro capitolino. «Si va avanti ma concertando con il territorio- afferma Franco Antoci. Za Roma con Salvo Mallia e la direttrice della riserva Carolina Di Maio- E’ questa l’indicazione data dal ministro Prestigiacomo. Il parco deve essere una risorsa del territorio e non una penalizzazione per le nostre aziende e per il nostro sviluppo. Siccome il ministro dell’Ambiente ha detto chiaramente che non c’è nulla di precostituito e che la proposta di istituzione vuole concordarla col territorio, ecco che dobbiamo mettere in campo una straordinaria sinergia politica-istituzionale e parti sociali per definire un’ipotesi che possa essere un valore aggiunto per la provincia di Ragusa».

Soddisfatto il leader di Italia dei valori di Ragusa, Giovanni Iacono. «Il ministro ha confermato in pieno – dice Iacono- quanto da noi sempre sostenuto: non vi è alcuna delimitazione e zonizzazione relativa al parco degli iblei. Bastava leggere le leggi istitutive dei parchi per comprendere, invece s’è voluto fare a tutti i costi terrorismo mediatico al solo scopo di allarmare e intimorire le perone. Il parco si farà perché è una grande risorsa»

Anche il sindaco Nello Dipasquale da Roma detta il suo commento. «Prendo atto con soddisfazione che l´incontro era stato promosso solo per avviare la discussione sulla zonizzazione del Parco Nazionale degli Iblei. I rappresentanti del Ministero hanno parlato della necessità di aprire una discussione sull´istituzione del Parco Nazionale degli Iblei e non, come era stato indicato nell´avviso di convocazione della riunione romana odierna, del completamento del progetto con cui si istituiva detto Parco». L’ultima parola di Dipasquale è foriera di buone intenzioni.

«Sento il dovere – dichiara il sindaco- di ringraziare la deputazione iblea, i sindaci dei comuni della provincia, il presidente della Camera di Commercio per avere prestato la massima attenzione sull´intera questione in quanto unanimemente convinti che si dovrà lavorare insieme per giungere alla realizzazione di un parco «credibile»”.

Colorito ma efficace come al solito il commento di Vittorio Sgarbi: «Chi è contro il parco sbaglia e va fermato. Piuttosto si goda la civiltà della natura. Il Parco degli Iblei è sacro, chi lo intende compromettere e chi si contrappone, tra le istituzioni, è un incapace».

Giuseppe La Lota Corriere di Ragusa

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TRIBUNALE DI MODICA. IL PROCESSO CONTRO 31 PERSONE PER TRUFFA AI DANNI DELLO STATO. SENTITI I FUNZIONARI DELLA REGIONE

Posted in Varie by admin on 1 Dicembre 2009

Funzionari regionali, residenti, rappresentanti di Comitati e dirigenti della Banca Agricola Popolare si sono succeduti davanti al microfono dei testimoni per essere escussi, oggi, dal Collegio Penale del Tribunale di Modica (Maggiore, presidente, Tigano e Manenti, a latere) nel processo a carico di 31 persone, accusate di truffa in danno dello Stato.

Il pubblico ministero, Gaetano Scollo,ed il collegio difensivo hanno messo sotto torchio tutti i convocati per quella che è una vicenda che spesso sembra non fare trasparire grandi responsabilità. I dirigenti dell’Istituto Bancario sono stati sentiti relativamente all’istruzione della pratica per ottenere i finanziamenti mentre i funzionari della Regione si sono limitati, come suol dirsi, a scaricare tutto sul Ministero sostenendo che è questo che alla fine decide se esistono le condizioni di adire alle richieste di finanziamento.

Si tratta del processo sul progetto per la realizzazione di un impianto di biomassa in Contrada Gisana Liccio, sul quale si esposero anche le associazioni ambientaliste tra le quali il Comitato Azzurro che ieri è stato sentito attraverso il presidente Angelo Iabichino. I carabinieri, nel corso delle indagini, scoprirono false fatturazioni per oltre 300 mila euro su un finanziamento di poco meno di un milione di euro concesso dallo Stato, in base ad un’ appositaa legge europea che riguardava la realizzazione di impianti per lo smaltimento di rifiuti speciali.

Secondo l’accusa, la società interessata non avrebbe avuto i requisiti necessari per potere accedere ai finanziamenti ma che dovevano servire per la realizzazione degli impianti idrico, elettrico e degli infissi. Somme che teoricamente risultano spese ma che dagli accertamenti eseguiti con controlli incrociati dalla Guardia di Finanza non coincidevano. La prossima udienza(complessivamente sono circa 40 i soli testimoni dell’accusa)è stata fissata al 14 dicembre.
Fonte: Radio RTM

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Se bevi una birra finisci in galera, se rubi un milione diventi onorevole

Posted in Varie by admin on 18 Novembre 2009

L’Italia è un Paese di straordinaria follia. Se corrompi un testimone o fai parte di una loggia massonica eversiva diventi presidente del Consiglio. Se invece mangi un boero e ti fermano mentre guidi rischi la galera. La storia raccontata da Gianluca è da manuale. Un Antistato forte con i deboli, spietato per le cazzate. Un comune cittadino può essere arrestato per aver distrutto un parchimetro o per 20 grammi di marijuana e morire in carcere. Se beve due birre piccole e guida la macchina è rovinato per sempre. Il Potere ha sempre due facce: l’arroganza e la stupidità.

Carissimo Beppe,
sabato 27 settembre vengo fermato a Sanremo da una pattuglia di Ventimiglia. Quella sera avevo bevuto due birre piccole e il mio tasso definitivo è stato dello 0, 89. Gli agenti mi hanno chiesto se avevo l’ avvocato con me o da chiamare (alle 3 di notte!). Mi sono sentito preso in giro.
Morale della favola: nella mia fascia, sopra lo 0,80, mi spetta il penale (art. 186), dai 800 a 3.200 euro di multa, -10 punti dalla patente, 6 mesi di carcere (ok, quelli non li fai ma devi patteggiarli), 6 mesi senza patente e – senti bene – la confisca dello scooter!
Perchè il mio scooter deve rimanere almeno 30 giorni in custodia prima (!) della sentenza? La sentenza è stata fissata il 2 febbraio 2010. Dove andrò a difendermi (5 mesi dopo il fermo) e magari vedrò (al 99%) finire all’asta il mio scooter. Dov’è il motivo? All’asta?
Quello che più mi fa incazzare è che vieni di fatto condannato prima della sentenza! Voglio difendermi nei tempi giusti. Se poi mi dai del colpevole, allora sono disposto a pagare con gli interessi. Morale: chi mi ripaga di tutto? L’ avvocato, la carrozzeria, i mesi senza la patente, il bollo, l’ assicurazione, ecc.
Credimi, ti rovinano la vita con un “sì” o un “no” in 30 secondi. O vivo, o morto. La legge non è chiara. Vieni fermato, e di cosa ti ha procurato il tasso fuori dalla norma non frega niente a nessuno. Anche i dottori e le infermiere mi hanno confermato con delle loro prove che mangiando un cioccolatino con il liquore dentro, il tasso sale oltre l‘ 1!
Quella sera, cinque persone di fila hanno subito la stessa cosa: via la patente e mandati a casa in taxi. In particolare una coppia, padre e figlio, dopo la prova: via la patente. Gli agenti hanno chiesto loro come sarebbero tornati a casa. Il figlio rispose che avrebbe chiamato la sorella. Questa in effetti arriva, magari ignara di tutto. Era a piedi (l’auto forse era parcheggiata nelle vicinanze). Comunque, prova anche a lei e via la patente!
Alla mia visita dai dottori per degli esami sul tasso alcolemico (che non ho potuto fare prima di 30 giorni dal fermo, per la lunga lista d’attesa), un ragazzo mi ha confidato che sono 5 anni che va su e giù tra analisi e rinnovi limitati della patente. Mi è venuto da piangere. Un altro ragazzo mi ha detto che si trova in questa condizione perché uscendo a piedi dal bar, un’auto della Polizia lo ha fermato chiedendogli i documenti. Obbligo della prova alcolemica e via la patente! Beppe, era a piedi! Sì, perché hanno dedotto che se avrebbe circolato sarebbe stato un danno certo. Piango, veramente. Ma dalla rabbia!
Nel mio caso, se fossi tutelato come cittadino, invece di avere già pronto il camioncino pronto per sequestrarmi il mezzo, ci sarebbe dovuta essere un’ambulanza pronta per il prelievo del sangue. Avrei potuto provare cosa diavolo mi ha portato il tasso alto (e magari non sarebbe stato così alto visto le bevante alcoliche gasate vanno a nozze con il palloncino).
Dovresti essere consigliato dalla Polizia, perché è un tuo diritto difenderti e provare che magari la macchinetta ha sbagliato. Quella è giustizia in un popolo civile.
Invece no. Con il sorriso ti dicono: “Giovanotto è meglio che ti cerchi subito un bravo avvocato“. Ormai lui ha deciso della tua “vita” in 30 secondi. Potrebbero inventarsi di tutto per fare cassa. Ormai lo Stato è un’ azienda a scopo di lucro nei nostri confronti. Non siamo tutelati.” Gianluca C..

Da Beppe Grillo

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Parola di Nobel: “Legalizziamo l’uso delle droghe”

Posted in Varie by admin on 18 Novembre 2009

“Sa che le dico? Che la guerra contro le droghe è fallita ma nessuno lo ammette. Eppure basterebbe mettere i numeri in fila per capire che in 35 anni di onorate battaglie si è speso troppo, ottenuto niente e, cosa peggiore, ingrassato i conti delle organizzazioni criminali. Le sembra un buon risultato?”.

Domanda inutile, perché il professor Becker, Gary Becker, premio Nobel per l’Economia nel 1992, non perde tempo e riparte all’attacco. «C’è solo un modo per ridurre il consumo di droghe: legalizzarle».

È dal 2001 che il professore emerito all’Università di Chicago ripete con ostinazione il proprio mantra antiproibizionista. La prima volta lo fece con un articolo su Business Week, tono pacato ma contenuto esplosivo, perché a lanciare il tema della legalizzazione non era l’ultimo degli hippy ma l’allievo di Milton Friedman. Nel 2006 entrò nei dettagli pubblicando uno studio sul Journal of Political Economy, rivista accademica per addetti ai lavori. E lì, insieme a Kevin Murhpy e Michael Grossman dimostrò con la forza dei numeri che le sue tesi avevano un fondamento economico.

«Ogni anno gli Stati Uniti destinano 40 miliardi di dollari per combattere la diffusione delle droghe. Se a tutto questo aggiungiamo i costi per la società e lo Stato – poliziotti, tribunali, carceri – il costo arriva a 100 miliardi di dollari ogni anno. È una cifra enorme. Di fronte alla quale è bene porsi una domanda: esiste un modo meno costoso e più efficace per ridurre il consumo di droghe? Il nostro studio, quello del 2006, suggeriva un’altra strada: legalizzare le droghe e applicare una tassa sul consumo. Il ragionamento è semplice: la guerra alle droghe, aumentando il rischio di chi le produce e le commercia, ha fatto lievitare il prezzo delle sostanze vendute, tanto che il prezzo alla vendita è in genere il 200% rispetto a quello effettivo. Ebbene, con una tassa del 200% su un prodotto legalmente venduto, quello stesso ricavo finirebbe nelle casse dello Stato anziché nelle tasche delle mafie. Così, invece di spendere soldi per contrastare inutilmente i produttori illegali, si avrebbero fondi a sufficienza, ad esempio, per finanziare campagne di informazione sui pericoli legati all’uso delle droghe».

Lei contesta i risultati della cosiddetta guerra alle droghe, eppure l’Onu, lo scorso giugno ha pubblicato un rapporto in cui si spiega che l’uso di eroina, cocaina e marijuana, in alcuni mercati, inizia a calare.
“È il minimo che potesse accadere, visto quello che si spende in tutto il mondo. Ma è una impostazione sbagliata. Il concetto di “guerra alle droghe” venne lanciato per la prima volta da Nixon negli anni Settanta e ribadito da tutti i presidenti, nessuno escluso. Se i risultati di cui parla l’Onu fossero legati a un’attività di uno o due anni li potrei apprezzare. Trattandosi di una guerra di 35 anni si tratta di un fallimento. Non solo, ma trattandosi di mercati illegali, le stime che circolano sono del tutto teoriche: come si fa sapere la reale produzione mondiale di droga? O il consumo? Sono numeri difficili da dimostrare. E non dimentichiamo che quando un tipo di droga cala, quasi sempre ne spunta un’altra. Quelle sintetiche, ad esempio».

In effetti l’Onu parla proprio di un aumento di queste ultime, soprattutto nel Terzo mondo.
«Restiamo su quelle “classiche”, l’oppio ad esempio: un aspetto di cui si parla poco è che la produzione e il commercio di droga è la fonte principale di finanziamento dei talebani e di Al Qaeda. Ora, ha senso mandare truppe in Afghanistan e, nel contempo, consentire alle forze che si intende combattere di continuare a ricevere finanziamenti? Se le droghe venissero legalizzate, quegli introiti verrebbero meno».

Alberto Maria Costa, il direttore dell’Ufficio Onu contro la Droga e il Crimine, dice che anche in presenza di un mercato legale vi sarebbe sempre un mercato parallelo controllato dal crimine.
«Prendiamo l’alcol. Negli Stati Uniti è stato illegale per quattordici anni, fino a quando il presidente Roosevelt, nel 1933, decise di legalizzarne la produzione e l’utilizzo. Bene, prima di allora whisky, gin e quant’altro erano tutti controllati da organizzazioni criminali. Al Capone, per intenderci, era un trafficante di droga. E quella droga si chiamava alcol. Con la legalizzazione nacquero distillerie legali, distributori legali, rivenditori legali. In un attimo si mandò all’aria l’intero business del crimine. Lo stesso può accadere con le droghe vere e proprie. È possibile che continui a esistere una sorta di mercato nero per alcune sostanze, ma si tratterà di piccole nicchie all’interno di un mercato tutto alla luce del sole».

Ma lei esclude ogni tipo di divieto?
«Niente affatto. Tanto per cominciare vieterei la vendita ai minori, proprio come avviene negli Stati Uniti per i liquori. Un’altra limitazione, proprio come per le bevande alcoliche, è legata alla guida: punizioni severe per chi si mette al volante sotto l’effetto di droghe mettendo a rischio la vita degli altri. E visto che parliamo di regole e restrizioni ne aggiungerei un’altra: trattandosi di prodotti legali, i produttori dovranno essere sottoposti a controlli di qualità come avviene per il settore alimentare o farmacologico. Questo eviterebbe la circolazione di sostanze tagliate e pericolose come oggi invece avviene».

Chi si oppone alle sue proposte sostiene che la liberalizzazione provocherebbe un aumento dell’uso, non una diminuzione.
«Dipende dal livello di tassa che viene applicato: se è adeguatamente alta, la domanda non cresce affatto. Anzi, trattandosi di un bene legale, viene meno quel richiamo del proibito che è una spinta, almeno tra i giovani, a far uso di droghe».

Per i minorenni però questo richiamo continuerebbe ad esserci.
«Già, ma sarebbe un divieto limitato all’età. E tutti prima o poi diventiamo adulti. L’importante è non diventare dei fuorilegge. La guerra alla droga produce devastanti effetti collaterali. Proprio in Italia avete avuto il caso di quel ragazzo pestato a morte dopo essere stato trovato con 30 grammi di hashish: è la conferma che con la guerra alle droghe si entra in una visione violenta del problema. Da noi, come da voi, le carceri scoppiano perché vengono riempite con persone che hanno avuto a che fare con la droga. E non importa quanto siano state seriamente coinvolte. Quando sei in guerra, anche le ombre diventano nemici».

Lo dica francamente: è davvero convinto che si possa legalizzare l’uso delle droghe?
«Non subito e non ovunque. Ma la strada è quella. Guardi il Messico, lo scorso agosto ha approvato una legge che permette l’uso di hashish, marijuana e persino Lsd. Non è una proposta: è una legge. E qualcosa di simile è accaduto in Argentina».

E negli Stati Uniti?
«Non siamo ancora pronti, ma qualcosa si sta muovendo. La discussone al momento riguarda solo l’uso di marijuana per scopi terapeutici, ma è già qualcosa. Non mi illudo che tutto cambi all’improvviso. Ci vuole tempo, ma sono fiducioso. L’unica droga di cui abbiamo realmente bisogno è l’uso della ragione. Quando la provi, non smetti più».

L’Unità

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Il Tar del Lazio sconfessa la Prestigiacomo “Quelle nuove nomine sono illegittime”

Posted in Varie by admin on 2 Novembre 2009

I giudici amministrativi contestano la revoca degli incarichi alle persone che componevano
le commissioni chiave per autorizzare centrali elettriche, ponti, aeroporti, autostrade, ferrovie

ROMA – Il Tar del Lazio boccia la nomina, da parte del ministero dell’Ambiente, delle commissioni chiave per autorizzare centrali elettriche e ponti, aeroporti e autostrade, porti e ferrovie. Una sconfessione secca contenuta nelle sentenze pubblicate il 30 ottobre che danno al ministero 45 giorni di tempo per rimettersi in regola.

Secondo il Tar, vanno annullati gli atti ministeriali che hanno portato alla riduzione dei membri delle commissioni Via (valutazione d’impatto ambientale), Covis (si occupa delle transazioni in materia di danno ambientale, in qualche caso sopra il miliardo di euro) e Ippc (valutazione dell’inquinamento).

Il Tar dichiara illegittima la nomina dei nuovi membri delle commissioni perché “la revoca è stata disposta nei confronti dei componenti ancora in carica, prima della scadenza del mandato, senza alcuna istruttoria volta all’accertamento e alla valutazione dei risultati dell’attività compiuta da ciascun componente e dalla Commissione nel suo complesso, e quindi senza l’indicazione di elementi idonei a motivare la mancata conferma dei ricorrenti nell’incarico ancora in corso”.

In sostanza, il Tar sostiene che la “procedura sprint” con la quale il ministero dell’Ambiente ha mutato la composizione delle commissioni è irregolare perché i vecchi membri non erano decaduti, né nei loro confronti, come ammesso anche dall’Avvocatura dello Stato, era applicabile lo spoil system.

“La sentenza del tribunale amministrativo regionale dimostra l’inadeguatezza e l’approssimazione con le quali si è mosso il ministero dell’Ambiente”, commenta Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. “Ha tentato la decapitazione di commissioni di fondamentale importanza per il governo del territorio ed è stato fermato dalla magistratura. Un segnale che dovrebbe far riflettere sulle sorti del prossimo blitz annunciato: l’attacco agli enti parco”.
Da “la Repubblica”
Illustrazione Rosa Cerruto

mucca

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Message from 2134

Posted in Varie by admin on 25 Settembre 2009
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La Regione preme: 300 case abusive da demolire sulla fascia costiera modicana

Posted in Varie by admin on 25 Giugno 2009

C’è anche l’assessorato regionale al territorio ed ambiente a premere sul comune di Modica. Le case abusive devono essere abbattute o incamerate al patrimonio comunale; questo il senso della comunicazione arrivata sul tavolo dell’assessore all’urbanistica Elio Scifo qualche giorno fa.

Su precise richieste dalla procura generale di Catania la procura della repubblica presso il tribunale di Modica ha sollecitato il sindaco ad agire sulla scorta delle sentenze passate in giudicato nei confronti di oltre duecento proprietari di immobili dichiarati abusivi perchè non rientrati in alcuna sanatoria o non sanabili perché ricadenti all’interno di aree protette; di qualche giorno fa invece la comunicazione dell’assessorato regionale che vuole che palazzo S. Domenico faccia ordine del proprio territorio.

Scifo ne ha parlato a quattr’occhi con il sindaco Buscema che come prima decisione ha chiesto di nominare due geometri che dovranno occuparsi dei rilievi e dell’accatastamento degli immobili. Tra i proprietari di seconde case, garage, locali commerciali, laboratori, circola già il panico perché la sensazione è che sia arrivato il momento decisivo per loro.

»La politica a questo punto non può far niente – dice Carmelo Scarso, avvocato, capogruppo di Mpa a palazzo S. Domenico – e l’unica via d’uscita è una sanatoria che il governo dovrebbe promuovere, ma non mi sembra che ci siano lee condizioni giuste. Il problema abusivismo nella nostra città nasce dalla mancanza di un piano regolatore da venti anni a questa parte. La gente ha agito autonomamente nella speranza di sanare ma non c’è niente da fare con chi ha costruito nei terreni destinati a opere pubbliche o nelle fasce entro i 150 metri dal mare».

Scarso si riferisce in particolare alla zona di Maganuco dove insiste il cinquanta per cento delle costruzioni abusive; queste risalgono agli inizi degli anni 80’ ed hanno visto lo stesso Scarso alla testa di un comitato di protesta dieci anni fa perché la fascia venisse ampliata dalla regione Sicilia.

In venti anni intanto tutti i tre gradi di giudizio sono stati aditi dai proprietari che si trovano oggi con sentenze passate in giudicato che attendono solo di essere eseguite come chiede la procura della repubblica. «Una soluzione – suggerisce Carmelo Scarso- potrebbe essere quella di acquisire formalmente al patrimonio pubblico le costruzioni e poi darle in comodato ai proprietari dietro il pagamento di un canone mensile. Ma bisogna dimostrare che le costruzioni siano di interesse pubblico. Si può?»

L´EVOLUZIONE DELLA DELICATA VICENDA
Ci sono trecento case fuorilegge nel territorio della città. Non sono state sanate e non sono sanabili e risultano pertanto abusive. Al comune di Modica spetta il compito di avviare l’iter per l’acquisizione al patrimonio comunale degli edifici abusivi o, in alternativa, di avviare le pratiche per la demolizione.

Sono coinvolti non meno di duecento nuclei familiari visto che per alcuni si tratta di una seconda casa, di un laboratorio artigianale, di uno stabile adibito a garage o magazzino. Gli immobili sono sparsi per tutto il territorio comunale, da Maganuco fino a Montesano, e sono presenti anche all’interno della cintura urbana all’intrno di terreni agricoli o destinati a spazi pubblici e verdi. La grande concentrazione degli immobili a rischio demolizione tuttavia si registra nella fascia costiera ed in particolare nella striscia che va da Marina di Modica a Maganuco.

Si tratta di villette residenziali che sono state costruite a cavallo degli anni 80’ all’interno della fascia di rispetto di 150 metri. La procura della repubblica di Modica ha trasmesso al sindaco Antonello Buscema il provvedimento con il quale si ordina al comune di dare esecutività alle sentenze emesse nei confronti dei proprietari degli immobili non sanati. Le sentenze infatti sono passate ormai in giudicato e sono dunque esecutive per cui tocca all’amministrazione in carica procedere con i provvedimenti consequenziali.

La comunicazione della procura della repubblica è stata recapitata già da qualche mese a palazzo S. Domenico ma l’amministrazione è andata cauta prima di avviare il procedimento che alla fine dovrà portare alla demolizione o alla acquisizione degli immobili. Il sindaco e con lui tutti gli amministratori si rendono infatti conto della bomba sociale che comporta un provvedimento del genere. Le pressioni ulteriori della procura rispetto alla lentezza, se non inerzia, del comune, hanno tuttavia indotto il sindaco a fare il primo passo. Due professionisti sono stati infatti nominati con il preciso incarico di procedere ai rilievi degli immobili ed al loro accatastamento.

Una volta acquisiti questi dati l’amministrazione dovrà poi andare avanti con la fase due; questa prevede che l’amministrazione indichi gli eventuali immobili che ritiene utilizzabili per fini sociali e quindi li acquisisca o in alternativa proceda alla demolizione per restituire decoro e dignità al territorio. In ogni caso i proprietari degli immobili saranno privati del bene ufficialmente abusivo e non sanato e tra l’altro dovranno provvedere ai costi derivanti dalla demolizione.

La notizia della iniziativa della procura della repubblica turba il sindaco Antonello Buscema ed i suoi più stretti collaboratori perché ha dei risvolti di ordine sociale non indifferenti ma non può essere più ignorata se non a rischio di una denunzia penale da parte del magistrato per la mancata esecutività del provvedimento emesso. Sono gli stessi funzionari dell’ufficio tecnico che si occupano del caso a premere perché una decisione venga comunque presa.

La nomina dei due professionisti è l’inizio di un procedimento che, pur essendo lungo, è stato già avviato e che solo la politica,semmai ne abbia i margini, potrà risolvere. I titolari degli immobili per i quali è scattato l’ordine di demolizione non sono del tutto al corrente degli ultimi sviluppi e confidano, come avviene da almeno dieci anni a questa parte, in una non meglio precisata «sanatoria».
Fonte: Corriere di Ragusa

demolizioni

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Le escursioni di Kalura

Posted in Varie by admin on 25 Giugno 2009

Carissimi,

Domenica 28 Giugno, con l’escursione “Cassibile –torrentismo-” (Canicattini Bagni – SR), concluderemo il programma KaluraBoscagliaSicilia Gen/Giu 2009 ma ci rivedremo, naturalmente, dopo la pausa estiva.

Sarà un’escursione totalmente anfibia e molto impegnativa, tra nuoto e trekking…  consigliamo il seguente equipaggiamento: abbigliamento comodo, costume, scarpe da ginnastica da poter bagnare o scarpe da scoglio, sacchi di plastica per proteggere indumenti, mutino per i più freddolosi, acqua e pranzo a sacco.

La partenza è da Ragusa – P.zza Libertà ore 8.30 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria  3270069217 o mandate una e-mail a info@kalura.org.

N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun altro potrà partecipare al vs posto. Grazie

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Parlamento Pulito: il 19° condannato

Posted in Varie by admin on 26 Maggio 2009

Parlamento Pulito: il 19° condannato

“Buongiorno a tutti, oggi puntata di aggiornamenti, intanto sul numero dei parlamentari pregiudicati, quando era iniziata la legislatura, meno di un anno fa erano 17, poi diventò definitiva la condanna all’On. Camber e diventarono 18, adesso se Dio vuole siamo già a quota 19, è diventata definitiva nei giorni scorsi la condanna al deputato dell’Udc di Ragusa Giuseppe Drago, quest’ultimo ha una storia strepitosa, è stato per quasi un anno Presidente della Regione Sicilia, Governatore della Sicilia, il giorno in cui cadde la sua Giunta oltre a prendere il cappotto, il cappello, l’ombrello e i suoi effetti personali, aprì anche la cassaforte che ospitava i fondi riservati a disposizione del Presidente della Regione, svuotò la cassaforte e mise tutto in un sacchetto e scappò con la cassa, la stessa cosa aveva fatto il suo predecessore, un certo Provenzano che non è parente del più noto Bernardo, Giuseppe Provenzano, i due sono stati poi indagati perché? Perché il nuovo Presidente, il diessino Capo di Casa, quando ha aperto la cassaforte per cercare i fondi a disposizione del Presidente, prima ho detto fondi riservati, non sono fondi riservati, sono fondi a disposizione del Presidente, per esempio Capo di Casa aveva bisogno di sostituire i cuscini nell’appartamento riservato al Presidente e trovò la cassa vuota, chiese spiegazioni e gli impiegati gli dissero che si era portato via tutto il suo predecessore, allora fece la denuncia, i magistrati interrogarono Drago, il quale disse di averli usati per beneficenza, lui faceva la beneficenza con i soldi degli altri, con i soldi nostri, il problema è che poi le pezze di appoggio per questi versamenti per la beneficenza si sono rivelate un’altra aggravante a suo carico perché pare che le avesse costruite ex  post per giustificare quell’appropriazione, è stato rinviato a giudizio per peculato, pure la Corte dei Conti gli ha chiesto i soldi indietro, il processo è andato avanti con la lentezza che hanno i processi in Italia e quindi dopo qualche anno è stata confermata la sua condanna in appello a 3 anni, sempre per peculato e l’altro giorno è passata in giudicato in Cassazione sia a carico di Drago, sia a carico di Provenzano. 
Naturalmente i due non faranno galera, perché? Perché c’è il condono, c’è l’indulto, Mastella, Forza Italia, Democratici di Sinistra, Margherita, Verdi, Rifondazione Comunista, Udc e mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno, forse facevo meglio a ricordare chi non votò per l’indulto nel 2006 e cioè l’Italia dei Valori, la Lega, una parte di Alleanza Nazionale e si astennero i Comunisti italiani, gli altri erano tutti favorevoli. 
Grazie a quell’indulto vergognoso i due che erano scappati con la Cassa della regione non faranno neanche un giorno di galera, per fortuna i giudici hanno inflitto l’interdizione dai pubblici uffici, quindi Drago è parlamentare, adesso dovrà sloggiare dal Parlamento, naturalmente dopo la condanna in appello da semplice Consigliere regionale, Casini lo aveva portato in Parlamento proprio perché gli sembrava ingiusto che un condannato in appello per avere rubato i soldi della Regione, restasse fuori dal Parlamento e quindi l’aveva accompagnato a Montecitorio da dove adesso dovranno riaccompagnarlo fuori, non è automatico, sapete che quando un giudice emette una sentenza definitiva la Cassazione e questa sentenza prevede l’interdizione dai pubblici uffici, succede quello che è successo con Previti, la palla passa alla Giunta per le eleggibilità e le ineleggibilità, la quale deve stabilire se sia il caso o meno di ottemperare una sentenza definitiva della Magistratura, una dei tanti abusi a cui si presta questo Parlamento indecente, quindi se lor signori nella Giunta si decideranno a sancire quello che ha già sancito la Cassazione, il Signor Drago verrà accompagnato all’uscita senza potervi più rientrare e quindi nell’attesa che lo caccino abbiano 19 pregiudicati, manca ancora un po’ di materiale per arrivare a quota 25 che era la quota standard delle ultime legislature, però la legislatura è ancora lunga, devo dire che anche le pratiche della politica promettono bene, quindi penso che presto arriveremo a quota 25 che è il numero perfetto dei pregiudicati in Parlamento. 

L’impero illegale di Berlusconi

Bisogna aggiornare anche ciò che abbiamo detto sulle liste elettorali per le europee perché ci sono delle novità, delle new entry oppure ci sono delle old entry che però hanno avuto nuovi sviluppi, la giustizia è lenta ma questi sono talmente veloci nel combinarne di tutti i colori che poi ogni tanto anche nei processi succede qualcosa, per esempio sappiamo da qualche giorno, grazie alla sentenza del Tribunale di Milano sul caso Mills che il nostro Presidente del Consiglio è un corruttore impunito, non che fosse una novità naturalmente, bastava leggere la sentenza a proposito del Caso All Iberian per esempio, per sapere che Craxi era stato pagato in nero da Berlusconi tramite il sistema delle società offshore, tra l’altro che era stato costruito dall’Avvocato Mills con ben 23 miliardi occulti, proprio guarda caso negli anni in cui in Parlamento passava la legge Mammì che santificava il monopolio della televisione commerciale da parte del Cavaliere, sono soldi con i passaggi documentali, lo dico perché in questi giorni dicono: ah ma non hanno trovato i passaggi di denaro tra Berlusconi e Mills e quando li hanno trovati tra Berlusconi e Craxi è cambiato qualcosa? Niente, Berlusconi aveva detto: se si scoprirà che ho dato anche soltanto una lira a Bettino Craxi, lascerò la politica, in realtà era entrato in politica proprio per nascondere il fatto che aveva dato i soldi a politici etc., quindi non c’è stata una condanna per corruzione soltanto perché i giudici non hanno stabilito il do ut des tra quei soldi e la legge Mammì anche perché era difficile stabilire un solo do ut des, visto che Craxi di leggi per Berlusconi ne aveva fatte parecchie e aveva fatto anche parecchie non leggi, consentendogli di espandersi all’infinito in un paese che era un far west dove la televisione non era minimamente normata per tutti gli anni 80, quindi ci fu una condanna per finanziamento illecito a entrambi che poi fu confermata, per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti, anche se cadde in prescrizione, in Cassazione definitivamente provato che Berlusconi comprava Craxi alla vigilia e durante l’approvazione della Legge Mammì. 
Sapevamo che la Fininvest era un’azienda dedita alla corruzione della Guardia di Finanza perché ovviamente ogni volta che arrivano i finanzieri e mettevano il naso nei libri contabili, se non fossero stati corrotti avrebbero scoperto che i libri contabili erano taroccati, all’epoca non era stato ancora depenalizzato di fatto il falso in bilancio, quindi era un problema taroccare i libri contabili, bisognava corrompere i finanzieri, dopodiché si è depenalizzato il falso in bilancio, così i finanzieri anche se trovano i libri contabili taroccati non ci possono più fare niente. 
Nelle sentenze abbiamo addirittura la prova che la Fininvest pagava la mafia, chi di voi legge la sentenza Dell’Utri 2004, la sentenza più sconvolgente, forse ancora più sconvolgente della sentenza Andreotti, quindi la sentenza più sconosciuta della nostra storia, si renderà conto che nell’archivio segreto della Cosca di San Lorenzo, uno dei quartieri di Palermo, uno dei mandamenti mafiosi di Palermo, fu trovato un libro mastro dove il capo cosca, credo che si chiami di cognome Biondino, segnava le entrate e le uscite della cosca, c’erano tutti quelli che pagavano il pizzo e poi in una voce separata c’era scritto Canale 5 e di fianco la cifra. 
Era un regalino che ogni tanto la Fininvest mandava alla mafia, quindi che Berlusconi abbia sempre pagato e corrotto tutti, persino la mafia lui e le sue aziende lo sapevamo. 
Adesso sappiamo una cosa in più, sappiamo che oltre a comprare, mi sono dimenticato, abbiamo la sentenza Mondadori nella quale è scritto che l’Avvocato Previti, Pacifico e Acampora che erano i legali della Fininvest nella battaglia per il controllo della Mondadori, comprarono con 420 milioni di lire in contanti il Giudice Vittorio Metta per scippare la Mondadori al proprietario legittimo De Benedetti e consegnarla nelle mani di Berlusconi, questo 20 anni fa, sono 20 anni che Berlusconi controlla qualcosa che non è suo. 
Come si chiama uno che tiene una cosa che non è sua ma è di un altro? Si chiama ladro a casa mia, poi usate la parola che più vi aggrada, secondo me quella rende abbastanza bene l’idea! 
Nella sentenza Mondadori che punisce i 3 Avvocati per avere corrotto il giudice e punisce il giudice per essere stato corrotto dagli Avvocati, c’è scritto che i soldi venivano dalla Fininvest di Berlusconi e che la corruzione del giudice era finalizzata ovviamente a far ottenere a Berlusconi quella Mondadori che il famoso lodo arbitrale aveva invece assegnato indubitabilmente a De Benedetti, quindi sappiamo già prima della sentenza Mills che Berlusconi e il suo gruppo sono il gruppo Berlusconi ha corretto la Guardia di Finanza, ha corrotto giudici, ha pagato politici, ci mancava una categoria, i testimoni, il falso testimone, a cosa serve? Serve a coprire reati commessi precedentemente, quando uno commette un reato, deve stare attento a non lasciare testimoni, se lascia testimoni deve pagarli perché dicano il falso in modo da garantirsi l’impunità e è esattamente per questo che Mills fu pagato, Mills sapeva tutto degli affari occulti di Berlusconi, aveva messo in piedi lui le società offshore nelle isole del canale, le Virgin Island e in altri paradisi fiscali, quelli che oggi Berlusconi dice di voler combattere, 64 società nei paradisi fiscali costruiti da Mills, negli anni 80, Mills sapeva anche perché erano state costruite queste società all’estero, per fare cosa Berlusconi usava queste società occulte che sfuggivano al bilancio consolidato del suo gruppo. 
Quelle società servivano a schermare delle operazioni che erano illecite e che quindi non dovevano essere ricondotte alla persona di Berlusconi, 23 miliardi a Craxi, decine di miliardi a Previti, dai quali poi Previti attingeva le tangenti per girarle ai giudici, pagavano estero su estero Giulio Malgara perché non lo potevano pagare trasparentemente e ufficialmente? Perché Giulio Malgara era il Presidente dell’associazione degli inserzionisti pubblicitari e era anche uno dei padri padroni dell’Auditel, capite che se colui che deve stabilire gli ascolti di RAI e Mediaset prende soldi all’estero dal proprietario di Mediaset o di Fininvest, qualcuno potrebbe dubitare che l’Auditel non sia attendibile, perché? Perché per essere una rilevazione indipendente, chi fa la rilevazione non deve prendere i soldi né dall’uno né dall’altro, pagavano naturalmente Malgara con dei prestiti che però per anni e anni risultavano non restituiti, non so se li abbia restituiti ultimamente. 
C’era il problema di Telepiù, la Legge Mammì aveva consentito a Berlusconi di avere 3 reti televisive, ma avrebbe dovuto girare, vendere a altri il suo giornale, Il giornale e vendere a altri le quote di maggioranza di Telepiù, la televisione privata che Berlusconi aveva creato, Berlusconi cosa fece? Né l’uno e né l’altro caso, girò Il giornale e i Telepiù a dei prestanomi, prestanome per il giornale era suo fratello Paolo, i prestanomi per le quote eccedenti di Telepiù, Berlusconi poteva avere soltanto il 10% in base alla Legge Mammì, il resto lo doveva alienare, a chi li ha girati? Li ha girati a dei suoi amici e prestanomi, tra cui l’immobiliarista Della Valle, nulla a che vedere con quello delle Tod’s, Moratti, Chirc, l’imprenditore televisivo tedesco etc., ai quali pare avesse dato i soldi per comprare le quote che erano sue, praticamente le quote erano rimaste sue, ma erano state intestate a teste di turco, a teste di legno, prestanomi e queste operazioni furono fatte sempre tramite le società offshore, perché? Perché erano una violazione palese della Legge Mammì e se si fosse scoperto come il pool di Milano ipotizzava ma non riuscì a provare, proprio perché queste prove non c’erano e Mills stava zitto, che Berlusconi possedeva più del 10% tramite i prestanomi, la Legge Mammì sanzionava questo comportamento con la revoca delle concessioni e se si fosse scoperto che era ancora il vero proprietario del Giornale e di Telepiù, Berlusconi  avrebbe perso le concessioni per Rete 4, Canale 5 e Italia 1, sarebbe stato morto, rovinato, prima della discesa in campo sarebbe stato finito! 
Quindi immaginate quanto era importante farle lontano dall’Italia queste operazioni e quanto era importante che Mills, che ne era a conoscenza, stesse zitto! In più ci sono scalate all’insaputa dalla Consob, irregolari alla Standa, Mondadori e alla Rinascente con soldi che provenivano da quelle risorse, riserve. La costruzione dell’impero di Berlusconi grazie al quale Berlusconi è Berlusconi, è avvenuta tutta all’estero e tutta di nascosto con traffici di ogni genere che a un certo punto rischiavano di venire fuori quando Mills fu convocata dalla Procura di Milano e poi dal Tribunale di Milano a testimoniare nel processo sulla corruzione della Guardia di Finanza e sul caso All Iberian fu lì che Mills, come scrive lui stesso al suo commercialista, è una storia che abbiamo già raccontando, credendo che la sua lettera restasse tra lui e il commercialista Drennan disse: io in quei due processi avrei potuto cacciare Berlusconi in un mare di guai se avessi detto la verità, se avessi ricondotto a lui personalmente quelle società, invece mi limitai a dire che erano società che avevo costruito per conto del gruppo, ma non dissi per conto di lui, non dissi che lui operava direttamente su quelle società, perché dato che la responsabilità penale è personale, se lui avesse detto che era Berlusconi in persona che operava su quelle società, si sarebbe aperto uno squarcio su tutte le attività che avevano creato l’impero di Berlusconi e Berlusconi sarebbe stato rovinato, ormai alla fine degli anni 90, quando era già in politica e stava all’opposizione e nessuno pensava che sarebbe tornato al governo, anche perché nessuno poteva immaginare che quei deficienti del centro-sinistra avrebbero rovesciato il Governo Prodi, mandando al governo D’Alema e Amato che hanno completamento distrutto per sempre la sinistra. 
Questo era il momento drammatico, quando Mills viene chiamato al Tribunale di Milano a testimoniare, è lì che fa le false testimonianze o le testimonianze reticenti e è per gratitudine e per ricompensarlo di queste testimonianze false o reticenti che Berlusconi gli fa avere quei famosi 600 mila dollari che sono costati la condanna a Mills e che sarebbero costati la condanna anche a Berlusconi, se Berlusconi non si fosse scansato dal processo con una legge ad hoc che si chiama Legge Alfano e che tutti noi speriamo che presto la Corte Costituzionale a settembre – ottobre, quando la valuterà dichiari incostituzionale oppure che comunque il referendum che ha avviato Di Pietro porti a cancellarla e a restituire Berlusconi al suo habitat naturale, il Tribunale di Milano che è l’unico posto dove sta bene! 
Quindi voi capite che questa sentenza Mills è una sentenza decisiva, onnicomprensiva per capire come Berlusconi ha fatto carriera prima come imprenditore e poi come si è salvato nella sua carriera di politico, grazie al silenzio di una persona, silenzio che naturalmente loro devono continuare a alimentare, quindi devono continuare a difendere Mills, anche se potrebbero benissimo infischiarsene visto che Berlusconi nel processo non c’è, in questi giorni avete sentito parlare Berlusconi e i suoi Avvocati, ma lui non era imputato, lui è fuori dal processo grazie al lodo Alfano, tutti hanno pensato che Berlusconi fosse stato colpito in qualche modo da quella sentenza, in realtà è stato colpito soltanto Mills, ma Berlusconi non può abbandonare Mills perché se parla Mills lui è rovinato “se parlassi io lo caccerei in un mare di guai” scrive Mills al suo commercialista nei primi anni 2000. 
Questa sentenza quindi terrorizza il Cavaliere per quello che c’è scritto e per le implicazioni che può avere, indipendentemente dalla sorte processuale, è chiaro che nessuno andrà in galera per questa legge, visto che comunque è tutto indultato e anche se non fosse indultato comunque cadrà presto tutto in prescrizione, ma è perché è un altro tassello per ricostruire la verità e per smontare quella leggenda che vuole Berlusconi grande imprenditore, Berlusconi se non avesse violato tutte queste leggi nel modo che abbiamo descritto, non sarebbe mai diventato quello che è diventato, è un impero fondato sull’illecito, illegalità, corruzione, frode fiscale, falso in bilancio, sull’offshore , tutto occulto perché? Perché non si può fare niente di palese con quelle pratiche lì! 
Quindi di Berlusconi sappiamo un po’ di più grazie a questa sentenza che è di primo grado, può darsi che in appello venga cambiata, ma i fatti purtroppo sono gli stessi, i fatti li conoscevamo anche prima che venisse emessa la sentenza, la sentenza era chiamata soltanto a sanzionare il comportamento per vedere se era anche penalmente rilevante, ma il fatto che ci fossero queste società, che fossero di Berlusconi, che fossero servite a quegli scopi, bastava leggere tutte le altre, questa è una specie di sunto di un’intera carriera criminale. 

Carlo Bulletti (IdV) risponde

Concludo rapidamente sugli altri due o tre aggiornamenti, il primo riguarda Carlo Bulletti, è un candidato dell’Italia dei Valori, mi ha scritto dopo che l’ho definito uno un po’ lesto a cambiare casacca, candidato alle europee, mi ha scritto una lettera, devo dire che mi ha fatto piacere, perché non capita di frequente, di solito ti querelano, di solito ti minacciano, molto cortese dicendo che sono stato male informato, che lui è figlio di un democristiano della corrente di Zaccagnini, che si riconosce della cultura Liberal, che è per la laicità dello stato e smentisce una cosa che avevo detto in base a informazioni che avevo avuto dall’Emilia Romagna, cioè che lui fosse stato candidato nel 2004 in una lista del centro-destra con dentro Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega. 
Lui stesso però dice che la sua, come candidato Sindaco a Cattolica, era una lista civica che si chiamava “per chi ama Cattolica” lista di centro-sinistra, però alternativa ai Democratici di Sinistra e che per questa ragione era stata appoggiata da tutto il centro-destra, quindi non era una lista ufficialmente del centro-destra, ma era una lista che era appoggiata da tutto il centro-destra e se è stata appoggiata dal centro-destra, vuole dire che lui ha accettato l’appoggio del centro-destra, quindi di Forza Italia, Alleanza Nazionale e della Lega, riconosco che non era formalmente la lista del centro-destra, ma era una lista civica sulla quale era confluito il centro-destra. 
Non ho niente contro Bulletti, quest’ultimo è un medico, ho visto il suo programma, dice: sono per la laicità dello stato, la ricerca scientifica, il testamento biologico, i diritti delle coppie, mi sono schierato, dopo essermi iscritto al PD e candidato con Di Pietro proprio perché su questi temi della laicità e del testamento biologico, della ricerca scientifica e dei diritti delle coppie di fatto, l’ho trovato molto limpido e molto chiaro mentre invece il PD è ambiguo perché ha 3 o 4 linee diverse. 
Non ho niente contro il Dott. Bulletti, do atto di questa sua lettera, chi di voi vuole saperne di più trova informazioni sul suo sito Bulletti.com, ho segnalato semplicemente che per i miei gusti personali, preferirei che quando si mantiene uno schieramento, anche se qui era un’alleanza capitatagli addosso, saltare un giro non farebbe male, dopodiché nessuno può essere inchiodato a vita a una posizione, però quello che segnalavo era che si poteva anche tentare di prendersi un anno, due anni sabbatici e poi riprovare la politica da un’altra parte, certamente come avevo già detto nella puntata sulle candidature, Bulletti come del resto Sergio Staino che si è candidato in una delle liste ex  comunista, sinistra e libertà pur essendo iscritto al PD, non erano certamente personaggi che ritenevo impresentabili per ragioni etiche o per ragioni penali, mi sembravano due casi di non grande coerenza, ma al di là di questo nulla contro le persone. 

Antinoro (Udc) e la compravendita dei voti

Invece per venire alle conclusioni, 3 candidati che hanno avuto degli sviluppi, uno è una new entry si chiama Antinoro, è dell’Udc naturalmente, è l’Assessore ai beni culturali della Giunta Giunta Regionale della Sicilia, Udc e ha ricevuto un avviso di garanzia per voto di scambio, i magistrati della Dda di Palermo hanno scoperto intercettazioni e altre cose che aveva dato 3 mila Euro a due mafiosi per assicurarsi un pacchetto di voti, pare 60 preferenze, di qui l’accusa di voto di scambio, l’operazione è molto più ampia, naturalmente i magistrati hanno scoperto che ogni voto veniva pagato fino a 50 Euro, quindi 50 Euro alla persona che ti dà la preferenza, molti politici pare che lo facessero, sono stati fermati 19 presunti mafiosi, sono stati arrestati 2 capimafia e tra i vari politici indagati c’è questo Antinoro che è assessore dell’Udc regionale, lo rimane anche da indagato per questo reato infamante, ha già detto: continuo a svolgere il mio lavoro e poi si difende dicendo che lui ha vinto prendendo 28 mila voti, bisogna vedere come li ha presi, non è un bel modo di difendersi perché se li ha pagati uno per uno, credo gli siano anche costati un occhio della testa, però non è un bel modo di difendersi dire: prendo tanti voti, non ho bisogno di comprarli, bisogna vedere come li prendi i voti, se li prendi spontaneamente o li prendi comprandoli! 
Vedremo come andrà il processo, in ogni caso non si dimette e è candidato alle elezioni europee, Casini ha pensato di portare anche lui al Parlamento europeo, un indagato per voto di scambio con la mafia. 

L’ufficio stampa di Raffaele Lombardo

Raffaele Lombardo è il Governatore, il capo della Giunta dove c’è pure questo Antinoro, bene, Lombardo avevamo detto che era sotto osservazione della Corte dei Conti per avere riempito lui e come il suo predecessore Cuffaro l’ufficio stampa della Regione Sicilia di giornalisti, tutti con contratti da caporedattori, ha un ufficio stampa che è più grosso di quello di Palazzo Chigi credo, circa 20 giornalisti per suonare la trombetta e decantare le lodi della sua meravigliosa Giunta, si è ritenuto che ci sia un enorme spreco di denaro pubblico, la Corte dei Conti ha chiesto il danno erariale a lui e a Cuffaro per 4 milioni di Euro e adesso si è mossa anche la Procura di Palermo che contesta sia a Cuffaro, sia a Lombardo, sia a altre persone, il reato di abuso d’ufficio per avere fatto queste assunzioni facili clientelari. 

Mastella rinviato a giudizio

Infine Mastella, avevamo detto che Mastella era indagato per vari casi di concussione nel inchiesta che era nata a Santa Maria Capua Vetere che aveva portato all’arresto di sua moglie, di suo consuocero e che poi aveva portato a indagare lui e che poi aveva dato il pretesto a lui per far cadere il Governo Prodi, non è più indagato, nel senso che è già imputato, è arrivato proprio l’altro giorno, il 15 maggio, la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli che ha ereditato quella di Santa Maria Capua Vetere, richiesta di rinvio a giudizio firmata dal Procuratore Lepore e dal PM Curcio e trasmessa al G.I.P.  che nei prossimi giorni fisserà l’udienza preliminare. 
Mastella ha commentato: non ci voleva la zingara per indovinare che sarebbe andata così, in realtà lui aveva detto che l’inchiesta era basata sul nulla e quelli di Santa Maria Capua Vetere erano dei cialtroni e che appena l’inchiesta fosse passata a Napoli, sarebbe immediatamente crollato l’impianto accusatorio, invece l’impianto accusatorio è tutto in piedi, c’è una rimodulazione dei reati, si parla di vari casi di concussione, reato comunque gravissimo invece dell’associazione a delinquere inizialmente contestata e c’è la richiesta di processo per Mastella, per sua moglie Sandra e per una ventina di imputati, quasi tutti dell’Udc , si parla di 3 casi di concussioni e altri di abuso d’ufficio. 
Questo lo dico perché naturalmente sui giornali questa notizia, devo dire a parte Repubblica che l’ha messa in grande, è passata praticamente inosservata, Il Corriere della Sera ce l’aveva a pag. 20 in un trafiletto minuscolo in quelli dove di solito si dà notizia dello smarrimento di un barboncino da parte di una contessa che promette lauti ricompensi a chi glielo riporta sano e salvo, lì c’era la notizia che il Ministro della Giustizia del Governo di centro-sinistra, è imputato per plurime concussioni aggravate e è naturalmente candidato del centro-destra del Popolo della Libertà provvisoria al Parlamento europeo, passate parola!”

Ps. La puntata di oggi di Passaparola è stata registrata mercoledì 20 maggio.

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Fotovoltaico: le imprese ci sono, il governo no

Posted in Varie by admin on 11 Maggio 2009

In Italia il mercato dell’energia dal sole cresce a ritmi da capogiro, in netta contro tendenza rispetto alla crisi. Gli acquirenti ci sono. Le imprese italiane ci sono. Il governo manca: all’ultimo momento a Verona hanno dato forfait sia il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che quello dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. E’ la fotografia che emerge dalla tre giorni di Solarexpo che alla decima edizione – con 64 mila visitatori, nove padiglioni rispetto ai sei dell’anno passato, oltre mille espositori di cui il 35 per cento provenienti dall’estero – si è confermata come la fiera leader a livello europeo.

Con 340 megawatt nel 2008 l’Italia si attesta al terzo posto nel mondo, dopo Germania e Spagna, per quanto riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici, superando così Stati Uniti e Giappone. Ma il dato sorprendente riguarda il biennio 2009-2010: sono previsti 1000 megawatt cumulativi entro la fine del 2009 e ben 2000 megawatt a fine 2010, cifre che consentiranno all’Italia di mantenere un ruolo leader a livello mondiale: nel prossimo biennio, fa notare il direttore del Kyoto club Gianni Silvestrini, ci sarà un vero e proprio boom per il fotovoltaico, tanto che dal 2011 potremmo diventarne esportatori.

Insomma l’Italia ha dimostrato ancora una volta una formidabile capacità di ripresa. Negli anni Ottanta il nostro paese occupava un’invidiabile posizione nel campo delle rinnovabili: aveva un tessuto industriale maturo, ottime performance nel fotovoltaico, una ricerca che, nonostante la drammatica carenza di risorse, stava dando risultati concreti. Fu fatta la scelta di non sostenere il mercato dando la prospettiva di una crescita agevolata dall’interesse pubblico. Venne innalzato un muro di difficoltà burocratiche per la realizzazione degli impianti. Si lasciò il timone della corsa in mano ai più lungimiranti tedeschi e poi ai danesi, agli spagnoli e a tutti gli altri concorrenti che hanno potuto contare su un sistema normativo più certo e affidabile.
Adesso siamo partiti per la seconda volta. Per favore, niente sgambetti.

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Fotoconcorso Nazionale “5 scatti d’Ambiente”

Posted in Varie by admin on 11 Maggio 2009

Carissimi,

anche quest’anno il Comitato ‘Santa Maria del Focallo – Marina Marza” ripropone una nuova edizione del Fotoconcorso Nazionale “5 scatti d’Ambiente” aperta a tutti i cittadini ed agli alunni di tutte le scuole con l’intento di risvegliare le coscienze ad un maggiore rispetto dell’ambiente .

Il concorso dà ampio spazio ai lavori dei ragazzi (tanto da prevedere le varie sezioni – elementare, media e superiori) ma anche aglia dulti che vorranno aprtecipare ed ai professionisti per i quali è stata creata una sezione: fuori concorso.

Previsti, per ogni sezione un premio e per tutti l’attestato di partecipazione. In questo modo vogliamo parlare di ambiente e della sua tutela; vogliamocosì sperare che quest’anno vi sia più responsabilità da parte di tutti a gettare rifiuti di ognitipo lungola nostra spiaggia, lungo la nostra costa, in tutto il territorio. Avere un territorio pulito è il primo biglietto da visita per attirare il turista.

Per tutto questo vi chiedo, gentilmente, di promuovere la manifestazione attraverso la diffusione della notizia e del regolamento che accludo insieme alla lettera inviata ai dirigenti scolastici. E’ importante consentire un’ampia adesione al concorso.

I depliant con le schede di iscrizione saranno disponibili a partire dalla prossima settimana(aspettiamola consegna del materiale tipografico) ma sarà anche possibile  scaricarlo dal sito www.marinadispica.it.

Ringrazio tutti della collaborazione, affettuosamente.

Tiziana Scuto

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Le escursioni di Kalura

Posted in Varie by admin on 11 Maggio 2009

Arriciaooooo!!!!!

Volevamo solo ricordarvi di non perdere l’escursione KaluraBoscagliaSicilia del 16/17 maggio allo Stagnone di Marsala… a piedi lungo la Riserva del Monte Cofano e poi in canoa alla scoperta delle splendide isolette dello stagnone, tra cui Mothia, antico avamposto fenicio circondato da tradizionali saline e mulini a vento…

La partenza è da Ragusa – parcheggio Pala Zama alle ore 6,00 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria 3270069217 o mandate una e-mail a info@kalura.org. Potrete visionare il programma sul nostro sito www.kalura.org.
 
Equipaggiamento: abbigliamento comodo, scarpe da trekking, zainetto piccolo, mantellina per la pioggia, costume da bagno, crema protettiva solare, Autan anti-zanzare, cappellino a tesa larga, sandali da barca (o quelli che avete..), telo mare.
 
N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun altro potrà partecipare al vs posto. Grazie

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