Fotovoltaico: le imprese ci sono, il governo no
In Italia il mercato dell’energia dal sole cresce a ritmi da capogiro, in netta contro tendenza rispetto alla crisi. Gli acquirenti ci sono. Le imprese italiane ci sono. Il governo manca: all’ultimo momento a Verona hanno dato forfait sia il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che quello dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. E’ la fotografia che emerge dalla tre giorni di Solarexpo che alla decima edizione – con 64 mila visitatori, nove padiglioni rispetto ai sei dell’anno passato, oltre mille espositori di cui il 35 per cento provenienti dall’estero – si è confermata come la fiera leader a livello europeo.
Con 340 megawatt nel 2008 l’Italia si attesta al terzo posto nel mondo, dopo Germania e Spagna, per quanto riguarda l’installazione di impianti fotovoltaici, superando così Stati Uniti e Giappone. Ma il dato sorprendente riguarda il biennio 2009-2010: sono previsti 1000 megawatt cumulativi entro la fine del 2009 e ben 2000 megawatt a fine 2010, cifre che consentiranno all’Italia di mantenere un ruolo leader a livello mondiale: nel prossimo biennio, fa notare il direttore del Kyoto club Gianni Silvestrini, ci sarà un vero e proprio boom per il fotovoltaico, tanto che dal 2011 potremmo diventarne esportatori.
Insomma l’Italia ha dimostrato ancora una volta una formidabile capacità di ripresa. Negli anni Ottanta il nostro paese occupava un’invidiabile posizione nel campo delle rinnovabili: aveva un tessuto industriale maturo, ottime performance nel fotovoltaico, una ricerca che, nonostante la drammatica carenza di risorse, stava dando risultati concreti. Fu fatta la scelta di non sostenere il mercato dando la prospettiva di una crescita agevolata dall’interesse pubblico. Venne innalzato un muro di difficoltà burocratiche per la realizzazione degli impianti. Si lasciò il timone della corsa in mano ai più lungimiranti tedeschi e poi ai danesi, agli spagnoli e a tutti gli altri concorrenti che hanno potuto contare su un sistema normativo più certo e affidabile.
Adesso siamo partiti per la seconda volta. Per favore, niente sgambetti.
Fotoconcorso Nazionale “5 scatti d’Ambienteâ€
Carissimi,
anche quest’anno il Comitato ‘Santa Maria del Focallo – Marina Marza†ripropone una nuova edizione del Fotoconcorso Nazionale “5 scatti d’Ambiente†aperta a tutti i cittadini ed agli alunni di tutte le scuole con l’intento di risvegliare le coscienze ad un maggiore rispetto dell’ambiente .
Il concorso dà ampio spazio ai lavori dei ragazzi (tanto da prevedere le varie sezioni – elementare, media e superiori) ma anche aglia dulti che vorranno aprtecipare ed ai professionisti per i quali è stata creata una sezione: fuori concorso.
Previsti, per ogni sezione un premio e per tutti l’attestato di partecipazione. In questo modo vogliamo parlare di ambiente e della sua tutela; vogliamocosì sperare che quest’anno vi sia più responsabilità da parte di tutti a gettare rifiuti di ognitipo lungola nostra spiaggia, lungo la nostra costa, in tutto il territorio. Avere un territorio pulito è il primo biglietto da visita per attirare il turista.
Per tutto questo vi chiedo, gentilmente, di promuovere la manifestazione attraverso la diffusione della notizia e del regolamento che accludo insieme alla lettera inviata ai dirigenti scolastici. E’ importante consentire un’ampia adesione al concorso.
I depliant con le schede di iscrizione saranno disponibili a partire dalla prossima settimana(aspettiamola consegna del materiale tipografico) ma sarà anche possibile scaricarlo dal sito www.marinadispica.it.
Ringrazio tutti della collaborazione, affettuosamente.
Tiziana Scuto
Le escursioni di Kalura
Arriciaooooo!!!!!
Volevamo solo ricordarvi di non perdere l’escursione KaluraBoscagliaSicilia del 16/17 maggio allo Stagnone di Marsala… a piedi lungo la Riserva del Monte Cofano e poi in canoa alla scoperta delle splendide isolette dello stagnone, tra cui Mothia, antico avamposto fenicio circondato da tradizionali saline e mulini a vento…
La partenza è da Ragusa – parcheggio Pala Zama alle ore 6,00 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria 3270069217 o mandate una e-mail a info@kalura.org. Potrete visionare il programma sul nostro sito www.kalura.org.
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Equipaggiamento: abbigliamento comodo, scarpe da trekking, zainetto piccolo, mantellina per la pioggia, costume da bagno, crema protettiva solare, Autan anti-zanzare, cappellino a tesa larga, sandali da barca (o quelli che avete..), telo mare.
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N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun altro potrà partecipare al vs posto. Grazie
Legambiente per la differenziata
Sabato 9 alle ore 11,30 Legambiente Ragusa organizza una manifestazione di protesta davanti al Centro Comunale di Raccolta per i rifiuti in via Paestum all’interno della zona artigianale.
L’impianto completato nel 2002 e fornito di tutte le attrezzature qualche anno fa è tuttora chiuso. Dovrebbe servire d’appoggio alla raccolta differenziata. Il contratto d’appalto con la ditta Busso prevedeva che quest’ultimo ne doveva prendere la gestione dal 1° aprile 2008 e tenerlo aperto per 6 giorni la settimana almeno per 6 ore al giorno.
Ad oggi tutti e tre i CCR sono chiusi e il comune non ha mai sanzionato la ditta per la mancata apertura. Fino a qualche mese fa il CCR serviva da deposito per gli scuolabus del comune. Alla luce della crisi rifiuti anche a ragusa con la chiusura della discarica e con i rifiuti in strada l’apertura dei CCR è fondamentale. Portate rifiuti che non possono essere introdotti nei cassonetti e che rientrano nella categoria degli ingombranti : sedie, scatoloni grandi, blocchi di polistirolo, damigiane ecc.
L’atomo non scalda gli italiani la maggioranza resta contraria
Un sondaggio Eurispes rivela che il 45,75% della popolazione non vuole il ritorno del nucleare: “Pericoloso e non risolve”
ROMA – La campagna governativa per il ritorno al nucleare per il momento non ha fatto breccia nel cuore degli italiani. Malgrado l’attivismo del presidente del Consiglio e del ministro delle Attività produttive Claudio Scajola nel sostenere la necessità di costruire il prima possibile nuove centrali atomiche, una larga maggioranza di cittadini rimane comunque contraria. A confermare l’ostilità che la rivolta del 2003 contro il sito di stoccaggio per le vecchie scorie radioattive progettato a Scanzano Jonico aveva già indicato in maniera molto chiara, è ora un sondaggio svolto dall’Eurispes nell’ambito del Rapporto Italia 2009.
Analizzando attraverso un questionario scritto un campione di 1.118 persone rappresentative dell’intera popolazione nazionale, l’istituto di ricerca ha rilevato una percentuale di contrari al ritorno del nucleare pari al 45,75%. La quota di favorevoli si ferma invece al 38,7%, ma in realtà andrebbe ulteriormente ridimensionata visto che ben l’8,2% di questi “sì” è vincolato al fatto che le nuove centrali vengano edificate lontano dalla loro zona di residenza.
Scavando tra le motivazioni del “no” all’atomo, l’Eurispes ha verificato che per il 27,3% il rifiuto è dettato dai rischi che tale scelta comporterebbe, mentre un 18,4% non ritiene l’atomo una soluzione rapida per risolvere i problemi connessi all’energia. Tra i favorevoli, invece, l’orientamento prevalente (30,1%) è quello di chi giudica il nucleare una buona soluzione per porre rimedio alla crisi energetica.
L’installazione di centrali nucleari sul territorio vede soprattutto contrari i residenti nell’area del Nord-Ovest (49,5%), nel Meridione (47,9%), nelle regioni centrali (47,2%) e nel Nord-Est (45,7%). In controtendenza invece le Isole, con una maggioranza di favorevoli (50%).
Il Rapporto Eurispes ha sondato poi anche la percezione degli italiani sulle problematiche ambientali in generale. Stando alle risposte fornite dal campione intervistato, l’emergenza numero 1 è quella dei rifiuti, con il 30,8% delle segnalazioni. Le preoccupazioni immediatamente successive sono quelle legate al riscaldamento globale (24,8%), l’inquinamento atmosferico (19,9%) e questione energetica (16,4%).
Repubblica
Pozzallo e Marina di Ragusa Bandiera Blu
Il mare di Marina di Ragusa può ora fregiarsi della Bandiera Blu, l´ambito riconoscimento assegnato dalla Fondazione per l´Educazione Ambientale che, per l´edizione 2009, ha appurato la sussistenza dei requisiti nella ridente frazione balneare. Nella mappa del mare doc, dunque, Marina, insieme a Pozzallo, Menfi (Agrigento), Fiumefreddo di Sicilia e Marina di Cottone (Catania), rientra tra le località siciliane in cui non solo il mare si presenta pulito e balneabile, ma dove sono state adottate misure a favore del turismo sostenibile e dell´educazione ambientale. Numerosi sono stati gli indicatori presi in considerazione; tra questi il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, le iniziative promosse dalle amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo, la cura dell´arredo urbano e delle spiagge, la possibilità di accesso al mare per tutti i fruitori.
La bandiera blu è stata istituita nel 1987 e premia la qualità delle acque per la balneazione, l’assenza di scarichi fognari ed industriali oltre alla pulizia delle spiagge , gli approdi e la fruibilità da parte dei diversamente abili.
Pozzallo e Marina di Ragusa sono da anni all’avanguardia in provincia rispetto ad altre località e offrono servizi di qualità a cominciare dalla funzionalità del depuratore che rende il mare pulito.
La bandiera blu , oltre ad essere un attestato di qualità , rappresenta anche un fiore all’occhiello da spendere sul mercato turistico e della ricettività . Soddisfatti naturalmente il sindaco di Ragusa Nello Dipasquale e il suo omologo di Pozzallo Peppe Sulsenti, ma non si dovranno cullare sugli allori.
«E’ la conferma – dice il presidente della Provincia Franco Antoci – degli sforzi compiuti per migliorare la qualità dei servizi, la pulizia delle spiagge e dell’acqua del nostro litorale. Per la provincia di Ragusa si preannuncia un´estate all´insegna del mare pulito perché l’assegnazione delle «bandiere blu» della Fondazione per l´Educazione ambientale in Europa è un riconoscimento di cui andare orgogliosi. E’ un eccellente risultato utile anche alla crescita della nostra offerta turistica perché siamo di fronte a una certificazione che poggia su parametri in continua evoluzione, che tiene conto di molti aspetti ambientali in continuo mutamento, dalla pulizia delle acque all´arredo urbano, alle azioni legate all´accoglienza».
“Per l´Amministrazione Comunale – dichiara l´Assessore all´Ambiente Giancarlo Migliorisi – la conquista della Bandiera Blu è certamente motivo d´orgoglio; ciò può essere considerato certamente il frutto del buon lavoro portato avanti in appena tre anni dall´Amministrazione Dipasquale che è riuscita a dare un forte impulso alla crescita e valorizzazione della nostra fascia costiera ed a Marina di Ragusa in particolare”. “Desidero in questa occasione rivolgere un particolare ringraziamento al geom. Emanuele Russo che ha seguito tutto l´iter tecnico-burocratico che ha messo nelle condizioni la Fee di attribuirci questo importante riconoscimento”.
LA SODDISFAZIONE DEI POZZALLESI
di Calogero Castaldo
La città di Pozzallo è Bandiera Blu anche per il 2009. La Fee, fondazione per l’educazione ambientale, ha conferito anche quest’anno alla città di Pozzallo la «Bandiera Blu», un riconoscimento che intende premiare la qualità ambientale delle località balneari italiane. Pertanto, annualmente, l’ambito «premio» viene assegnato sulla base di alcuni parametri dettati dall’organizzazione internazionale Fee relativi, fra gli altri, alla qualità delle acque di balneazione, alla gestione ambientale, alla sicurezza ed ai servizi delle spiagge, all’educazione ambientale.
Finiscono sotto osservazione anche la certificazione ambientale, la depurazione delle acque reflue, la raccolta differenziata dei rifiuti, il turismo e le iniziative ambientali (non ultima, le «Notti Blu», la manifestazione di stampo ecologista che si è svolta a Pozzallo durante lo scorso weekend). Elementi che, quindi, a Pozzallo son ben rappresentati visto il riconoscimento, ancora una volta, del prestigioso premio.
La cerimonia di consegna del vessillo si è svolta nella Sala Conferenze del Ministero dei Trasporti, alla presenza dell’assessore comunale allo sport, turismo e spettacolo, Luca Ballatore, e dell’assessore comunale all’ecologia, Angelo Avveduto.
“La Bandiera Blu – dichiara Peppe Sulsenti, sindaco della città di Pozzallo – é un marchio significativo che riconferma l’impegno dell’attuale amministrazione nel migliorare l’offerta turistica, la qualità dell’ambiente e soprattutto la qualità delle proprie acque e delle proprie coste. Rappresenta indubbiamente un ottimo «biglietto da visita» per la città , un valore aggiunto dal punto di vista dell’attrazione turistica, specie per i turisti stranieri particolarmente attenti agli aspetti qualitativi delle coste. La conferma del premio per l’ottavo anno consecutivo non era un dato scontato. L’amministrazione comunale deve lavorare assiduamente per rispondere a determinati criteri e parametri internazionali per l’aggiudicazione della bandiera – conclude Sulsenti – che sono sempre più selettivi e impegnativi da mantenere”.
Ballatore, invece, guarda al futuro. “E’ un premio – dichiara Ballatore – che ci sprona ad andare avanti nel perseguire le tematiche ambientali, care al nostro territorio. È in progetto anche la «conquista» della Bandiera Verde per il 2010. La Bandiera Verde è assegnata dalla Fee, il cui scopo è incoraggiare e riconoscere l’impegno della scuola a favore dell’ambiente. Ecco, questo sarà un obiettivo che mi prefiggo già da adesso per il prossimo anno”.
Corriere di Ragusa
“Se non si agisce subito tra 20 anni sarà catastrofe”
Sull’ultimo numero della rivista “Nature” le ricerche di autorevoli istituti che danno base scientifica alle affermazioni fatte qualche giorno fa a Roma dal principe Carlo
Il principe Carlo lo aveva detto pochi giorni fa in maniera un po’ esoterica: “Ci restano solo 99 mesi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Poi la storia ci giudicherà . E se non agiremo, i nostri nipoti non potranno mai perdonarci”. Qualcuno ha alzato il sopracciglio considerando questo nuovo campanello d’allarme sul cambiamento climatico un vezzo reale. E invece la base scientifica – pur con qualche approssimazione sulle date – c’è. Lo dimostra l’ultimo numero della rivista Nature che in The Climate Crunch mette assieme le ricerche di istituti molto autorevoli (dal Potsdam Institute for Climate Impact Research all’università di Oxford). Conti alla mano, risulta che se non si agisce immediatamente, nel giro di un paio di decenni subiremo un danno di portata catastrofica. Le lancette del count down vanno spostate: l’ora X non scatta più nel 2050 ma tra 20 anni.
E’ un risultato a cui si arriva seguendo due percorsi logici diversi e convergenti. Partiamo dal primo: le emissioni di carbonio. Gli scienziati hanno calcolato che, per contenere l’aumento di temperatura entro i 2 gradi (il livello oltre il quale il prezzo per l’umanità diventa altissimo), bisogna stare ben al di sotto del tetto complessivo di mille miliardi di tonnellate di carbonio. Dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo consumato quasi metà di questi mille miliardi. Al ritmo attuale di aumento delle emissioni ci giocheremmo la dote restante in una ventina di anni.
Quest’ordine di grandezza torna seguendo un altro ragionamento. Prendiamo la concentrazione delle emissioni di anidride carbonica: in atmosfera c’erano circa 280 parti per milione di CO2 all’alba della rivoluzione industriale, oggi abbiamo superato quota 385 e l’incremento è sempre più veloce: ormai ha superato le due parti per milione l’anno e si avvia verso le 3 parti per anno. Con un incremento di 3 parti per milione l’anno per arrivare a una concentrazione di 450 parti, che è il tetto da considerare invalicabile, ci vorrebbero per l’appunto una ventina di anni.
Tutto ciò ha dei risvolti pratici molto concreti perché l’analisi scientifica lascia aperte due opzioni. O supponiamo che un virus sconosciuto si sia impossessato dei migliori climatologi del mondo portandoli ad affermazioni prive di senso, oppure li prendiamo sul serio e tagliamo subito le emissioni serra che sono prodotte dal consumo di combustibili fossili e dalla deforestazione. La rivista Nature, poco incline a credere all’esistenza del virus che colpisce gli scienziati, arriva a questa conclusione: “Solo un terzo delle riserve economicamente sfruttabili di petrolio, gas e carbone può essere consumato entro il 2100, se vogliamo evitare un aumento di temperatura di 2 gradi”.
E non è detto che anche la stima dei 20 anni non risulti troppo generosa. James Hansen, che per anni ha guidato il Goddard Institute della Nasa, sostiene che il tetto va abbassato e bisognerebbe restare molto al di sotto delle 450 parti per milione. “Anch’io credo che bisognerebbe partire subito e mettere il mondo in sicurezza nell’arco di un decennio perché le capacità di recupero degli ecosistemi stanno arrivando al limite di rottura”, precisa il climatologo Vincenzo Ferrara. “Gli oceani e le foreste che finora hanno assorbito circa una metà del carbonio emesso dalle attività umane sono sempre meno in grado di continuare a svolgere questa funzione: se queste spugne di anidride carbonica smetteranno di catturarla il cambiamento climatico subirà un’accelerazione drammatica”.
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ROMA – La sfida decisiva per il futuro del pianeta sarà sul clima. Una sfida che, per essere vinta, ha bisogno di un “rinascimento ambientale“. Questo il messaggio che Carlo, principe di Galles, ha lanciato ai parlamentari italiani oggi con la conferenza sui cambiamenti climatici, che l’erede al trono d’Inghilterra ha tenuto nella sala della Lupa di Montecitorio. Quindi, con la consorte Camilla, duchessa di Cornovaglia, il principe si è trasferito, scortato da un imponente corteo di macchine scure, in Vaticano per la sua prima udienza con Benedetto XVI.
E’ cominciata così la giornata romana dell’erede al trono d’Inghilterra, giunto ieri nella capitale con la consorte su invito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ospita la coppia reale negli Appartamenti imperiali del Quirinale.
Il discorso alla Camera. Calorosa l’accoglienza riservata alla coppia dal presidente della Camera Gianfranco Fini che ha donato all’erede d’Inghilterra una stampa antica del Galles, mentre Carlo ha donato un tagliacarte in argento con lo stemma reale. Poco dopo le 11, con qualche minuto di ritardo rispetto all’agenda del cerimoniale, il principe del Galles con Camilla e Fini si sono spostati nella sala della Lupa per la conferenza.
“Un alfiere dell’ambiente”. Fini si è rivolto al principe del Galles definendolo “un alfiere” della cultura ambientale ed ha anche definito un “elemento di grande interesse” il rifiuto degli ogm del principe Carlo. Poi, Carlo d’Inghilterra si è rivolto ai parlamentari riuniti nella sala della Lupa (il discorso, lungamente applaudito, è durato oltre 30 minuti), e ha sottolineato come l’Italia, in qualità di presidente di turno del G8, si trova “nella condizione ideale per dare prova di leadership a livello mondiale” nella lotta ai cambiamenti climatici e “per contribuire a porre le fondamenta per un accordo storico” in vista della Conferenza sul clima di Copenaghen a dicembre.
“La storia ci giudicherà “. Carlo ha chiesto di fare in fretta perché “rimangono solo 99 mesi prima di raggiungere il punto di non ritorno”, poi, ha avvertito allarmato, “la storia ci giudicherà ” per come il mondo avrà affrontato questa sfida. Analizzando i vari aspetti della questione climatica e ambientale il principe ha aggiunto “che all’innalzamento del livello dei mari e al degrado delle acque dolci si sommeranno gli effetti di fenomeni climatici estremi, che apporteranno danni ai territori e avranno un impatto negativo sulle coltivazioni”.
L’Abruzzo. Il principe, in apertura del suo discorso sul clima, ha ricordato anche il terremoto che il 6 aprile scorso ha colpito l’Italia: “Le popolazioni de L’Aquila e dei paesi vicini – ha affermato – continuano a essere presenti nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere”.
Un cuscino per Camilla. Camilla ha assistito all’intervento del marito seduta con uno speciale ‘supporto lombare’ dietro la schiena: un cuscino rivestito di tartan (la tradizionale fantasia di colori scozzese) di quelli utilizzati da chi soffre di mal di schiena. Il cuscinetto è stato posto all’ultimo minuto sulla sedia destinata alla duchessa di Cornovaglia al tavolo della presidenza, e tolto da un addetto non appena lei si è alzata. Prima di lasciare il Palazzo Camilla, con abito scuro, si la duchessa si è trattenuta per qualche minuto nella studio di Fini per indossare una veletta nera, come richiede la seconda visita della giornata, quella al Vaticano.
La visita al Papa. Il principe Carlo d’Inghilterra e sua moglie hanno fatto ingresso nella Santa Sede a bordo di una Maserati messa a loro disposizione dal cerimoniale di Stato. Il colloquio tra il Papa e il principe Carlo, presente anche la moglie Camilla, è durato circa 15 minuti, si è svolto in inglese e senza interpreti, nella biblioteca papale.
Al termine dell’udienza, Carlo e Camilla sono scesi alla prima loggia del Palazzo Apostolico per incontrare il segretario di Stato Tarcisio Bertone. Camilla ha assistito anche a questo secondo colloquio. Entrambi gli incontri sono definiti “cordiali” dalla nota vaticana. Fra i temi trattati, “la promozione umana e lo sviluppo dei popoli – sottolinea la nota del Vaticano – , la difesa dell’ambiente e l’importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione della pace e della giustizia nel mondo”.
I doni. Camilla, divorziata e al suo primo incontro con il papa, era visibilmente, mentre il principe Carlo, che era in Vaticano per la terza volta dopo la visita ufficiale con Diana dell’85 e quella in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II, era più disinvolto. Molto cordiale il pontefice. Carlo ha portato in dono al pontefice un set di 12 piatti da dessert in ceramica dipinti a mano, con disegni di fiori del suo giardino di Highbrow, parte di una più ampia collezione di 60 pezzi. ”Non so se possano esserle di qualche utilità ”, ha detto dandoglieli. Il Papa ha ricambiato con un’incisione della Basilica di San Pietro secondo il progetto originale, prima dell’intervento di Michelangelo e con le tradizionali medaglie del pontificato. Congedandosi, Carlo e il pontefice hanno anche parlato di Giovanni Paolo II: ”Un uomo meraviglioso – ha ricordato il principe di Galles -, ci manca terribilmente”.
Carlo e il fotografo. Un fotografo del Sun ha avuto questa mattina il privilegio di essere elogiato dal principe Carlo davanti al Papa, durante le pose di rito subito prima dell’incontro privato nel palazzo apostolico. “Mi ha seguito per 35 anni – ha detto al pontefice il principe di Galles, riferendosi al fotografo Arthur Edwards – è un uomo meraviglioso e – ha aggiunto – è anche cattolico”.
Repubblica
Le api tornano in Pianura Padana “Il divieto dei pesticidi fa il suo effetto”
ROMA – Le api sono tornate: dopo anni di crescente e sempre più drammatica crisi dell’apicoltura, le api sono tornate in Pianura Padana. Secondo Francesco Panella, presidente dell’Unaapi, Unione apicoltori, si tratta dei primi effetti della sospensione dei pesticidi, i neonicotinoidi, sostanze killer utilizzate in agricoltura, vietate dal settembre scorso.
“Le api hanno vinto i giganti delle multinazionali”, dice entusiasta il ministro delle politiche agricole Luca Zaia, apicoltore per passione durante il tempo libero. “L’apicoltura è un segmento essenziale dell’agricoltura del futuro, ma anche una grande passione, che regala ai consumatori prodotti di qualità eccezionale e inimitabile”.
La Francia e la Germania avevano già bandito quelle sostanze tossiche dall’agricoltura dei loro paesi. L’Italia è arrivata con un po’ di ritardo ma adesso trionfa convinta di aver imboccato la strada giusta. Una terapia d’urto per una malattia che aveva le caratteristiche di un’epidemia mondiale. Tra il 2007 e il 2008 la popolazione di api si è dimezzata. Nel 2007 si è perso tra il 30 e il 50 per cento delle api in Europa, in alcune aree degli Stati Uniti si sono raggiunte punte del 60-70 per cento.
Una crisi ambientale che ha messo a rischio milioni di raccolti “frenati” dalla ridotta opera di impollinazione affidata alle api e contratto pesantemente l’economia di circa 50 mila apicoltori italiani. I calcoli li ha fatti Matteo Ansanelli, agronomo della Cia: se un melo è a una distanza massima di 300 metri da un alveare produce 26 chili di mele all’anno, ma se è invece in un raggio di un chilometro e mezzo dall’alveare, produce solo 9 chili di mele all’anno.
“Ora che è stato dimostrato il legame diretto tra neonicotinodi e vita degli insetti – dice convinto Francesco Panella, presidente dell’Unaapi – il divieto dei neonicotinoidi, finora temporaneo e limitato al mais, deve essere reso definitivo e allargato alle altre colture”.
Repubblica
Da novembre ad aprile in Italia pioggia record
Rilevazioni del Cnr: il periodo appena trascorso è il più piovoso degli ultimi 200 anni, con il 54% in più rispetto alla media
ROMA – Pioggia senza fine. Il cielo che vira all’improvviso da azzurro a un grigio minaccioso, e subito dopo, puntuale, arriva lo scroscio. Non è solo un’impressione: i mesi appena passati – con strascichi che durano fino a questi giorni – sono stati i più piovosi degli ultimi 200 anni. Secondo il Cnr, e in particolare per la banca dati del gruppo di Climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, da novembre 2008 allo scorso aprile, l’Italia ha registrato
il record grazie a una piovosità del 54% superiore alla media climatologica che viene convenzionalmente assunta, quella del periodo 1961-1990. I corrispondenti periodi particolarmente piovosi degli ultimi due secoli si concentrano quasi tutti nel XIX secolo.
In particolare, il mese di aprile 2009 è al 14mo posto della serie storica degli ultimi 200 anni, “anche se – spiegano gli esperti del Cnr – con un’anomalia del 59% di piovosità in più rispetto alla media del periodo di riferimento”.
I mesi di aprile più piovosi si sono verificati quasi tutti prima del 1950, tranne quelli del 1974, 1978, 1989, 1990. “E per questo – fa notare il Cnr – forse ne abbiamo perduto memoria”. Una magra consolazione c’é: almeno non ha fatto molto freddo. All’abbondante precipitazione del mese appena trascorso si è associata una temperatura media piuttosto mite, che pone l’aprile 2009 al settimo posto nella classifica degli ultimi due secoli, con 1.76 gradi sopra la media climatologica del 1961-1990.
Repubblica
Le escursioni di Kalura
Amici carissimi,
sabato 9 maggio vi proponiamo l’escursione KaluraBoscagliaSicilia “San Filippo in notturna†(RG) cammineremo al chiar di luna alla scoperta di un antico e affascinante maniero…
La partenza è da Ragusa – parcheggio Pala Zama alle ore 21,00 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria 3270069217 o mandate una e-mail a info@kalura.org.
Non sono previste soste per la cena quindi vi consigliamo di provvedere prima dell’escursione oppure…fate voi…!?!
L’equipaggiamento è il solito (scarpe da trekking, zainetto, mantellina per la pioggia, acqua), se volete, potete portare una torcia (verrà usata solo per le emergenze).
N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun altro potrà partecipare al vs posto. Grazie
Vi ricordiamo che sono aperte le iscrizioni per le escursioni allo Stagnone di Marsala (TP) – 16/17 maggio e all’Isola di Marettimo (TP) – 30/31 maggio. Prenotate presto!!!!