ABBATTIAMO L’ECOMOSTRO DI PUNTA REGILIONE
POSITIVO L’ESITO DELLA DUE GIORNI AL PANTANO DI MARINA DI MODICA
“Sono passato di qui tante volte in estate ma non mi ero mai accorto che ci fosse tutta questa fauna†è il commento meravigliato di uno studente della Scuola Santa Marta che ha partecipato all’iniziativa di Legambiente al Pantano di Marina di Modica. Un commento che mostra come sia stata giusta la scelta di far conoscere questo bene naturalistico di primaria importanza alla popolazione, con la due giorni organizzata dall’associazione ambientalista il 4 e 5 febbraio, in occasione della giornata mondiale delle zone umide.
Nella prima giornata gli studenti, seguiti dagli esperti e dagli animatori di Legambiente, hanno potuto infatti partecipare ad un vero e proprio ‘laboratorio’ ornitologico pratico, ed armati di binocoli e cannocchiali hanno potuto osservare anatre selvatiche e folaghe, aironi e cormorani. Inoltre hanno realizzato con materiali naturali e di riciclo, delle mangiatoie per gli uccelli selvatici.
“Purtroppo la sensibilità dei giovani non trova risposta nella pratica di molti adulti, che non cessano di distruggere l’ambiente per il loro puro desiderio di accumulare denaro e potere, come dimostra l’ennesima cementificazione di una duna costiera†afferma Giorgio Cavallo, presidente del circolo modicano di Legambiente ed uno degli organizzatori dell’iniziativa.
Ecco quindi che la seconda giornata, oltre a reiterare l’attività di conoscenza naturalistica, ha avuto anche un ‘momento di denunzia e protesta’, un vero e proprio blitz contro l’edificazione di una struttura turistica sulla duna prospiciente la zona umida. Le associazioni ambientaliste chiedono infatti il decadimento dell’autorizzazione ad edificare, in relazione al mancato rispetto di tutta una serie di prescrizioni che la regione aveva imposto ma che non sono state rispettate dalla ditta. Lamentano inoltre la scandalosa assenza degli enti di controllo, incluso di Comune di Modica, che si stanno comportando in modo evidentemente pilatesco.
Un ulteriore passo in avanti è stato quindi fatto nell’opposizione contro un presunto sviluppo turistico che distrugge i suoi stessi presupposti (la natura) e che assoggetta ad un interesse privato di pochi un bene comune di tutti. L’impegno dell’associazione continuerà con altre iniziative, sempre nell’ottica della collaborazione tra i circoli provinciali per la salvaguardia di quello che rimane della natura della fascia costiera iblea.
LEGAMBIENTE
MODICA-RAGUSA-ISPICA
GRUPPO DI LAVORO INTERCIRCOLI
PER LA SALVAGUARDIA DELLA FASCIA COSTIERA
Il Café: un arbusto ecologico generatore di bene al humanus
Il Caffè – Coffea arabica L. Fam Rubicaceae–datore dello squisito caffè è un alleato solidaledella foresta. Entrambi sono necessari, la foresta lì dà la penombra indispensabile per la vita, il caffè a sua volta richiede all’agricoltore di mantenere l’indispensabile fronda selvaticain questo modo lì ricompenserà una sicura ricchezza onesta.
Arbusto allora, ecologico e bello, produttore dimolteplici risorse per gli esseri umani, l’intensità del verde del suo fogliame rinvigorisce le sfumature del paesaggio, quando “las florece†il vivace bianco dei suoi fiori insieme alla sua fragranza esalta elementari sentimenti estetici del agricola; il carmine dei suoi frutti al maturare fa felice l’ambito rurale nominato nell’antichità latina il Amenitatis Ruris, alla quale si aggiunge la speranza di buon reddito per l’agricoltore.
La bevanda del caffè è la più consumata al mondo –dopo quella alcolica– tale da garantire un mercato affidabile, sempre in crescita, la redditività non delude mai gli investimenti. La lunga catena degli spazi di commercio del settore si traduce anche in posti di lavoro abbondanti, impieghi, in ogni caso. Afferma al riguardo il botanico Jesús Hoyos nel suo libro Frutales en Venezuela –Caracas, La Salle, 1994–, “La produzione di caffè in Venezuela, nel 1984 è stata di 61.000 tonnellate per un valore di 575 milioni di bolivares†–p. 251 –. Ha iniziatol’agricoltura in Venezuela tra il 1783 – 1784 sulle fattorie al di fuori della città di Caracas.
Il processo di questo evento lo registra in una prosa eccellente lo scrittore Aristides Rojas, nel suo resoconto storico affettivo etichettato LA PRIMERA TAZA DE CAFÉ EN EL VALLE DE CARACAS. Si collega a questo evento tre nomi famosi, il sacerdote José Antonio Mohedano, ilfarmacista Bartolomeo Blandin e il padre Pedro Sojo. Curiosamente la coltivazione di questobenefattore arbusto è stata collegata allo sviluppo musicale di Caracas e le zone circostanti.
Aristides Rojas dice: “Quando si parla dell’introduzione di caffè nella valle di Caracas, ha ricordato l’arte musicale, in un momento in cui il signor Blandin e Sojo, svolgono un ruoloimportante nella filarmonica della capitale. I ricordi dell’arte musicale e la coltivazione del caffèsono per il campo di Chacao quello che per gli antichi castelli feudali le leggende dei trovatori“… –Oscar Sambrano Urdaneta, Tradiciones venezolanas. Caracas, Ministerio de Educación, 1964. P. 54–.
Due poeti venezuelani scrivono sul cafeto con ammirevoli filiali ecologiche, nel secolo XIXGonzalo Picon Febres –Mérida, 1860 –Curaçao, 1918–. Gran parte del lavoro lirico di questoesemplare merideño ha cantato alla vita rurale delle Ande venezuelane– ¡Trovatore dellageorgicidad!– cosà ha elogiato anche in uno dei suoi versi la singolare flora delle montagnemerideñas –sativa o selvatica– insieme con il suo paesaggiodi valli strette, faldas, vegas, páramos e, naturalmente, l’uomo e la donna contadina abitanti dei villaggi di questa “alomada†geografia. Ha composto questo bel sonetto sul caffè, preso dalla sua collezioneClaveles encaramados y amarillos. Curazao, 1983. P.54–.
Gonzalo Picon Febres
IL CAFFÈ
Nella vega, in cima, sulla spianata luce il caffè e i suoi limpi di verdori e coprendosi va di bianche fiori al sonante gorgogliare del ruscello. Rossa come la splendida fragranza gonfiata e di dolcezze, a poco detiene in mazzi vivitori la frutta già melliflua e condita. Riconettaredopo, fragrante da fumo in tazza blu di porcellana cinese, dove la sfumatura d’oro lampeggia. E nel ascendere alla regione divina da cui emerge il ritmo dell’idea Diventa strofapellegrina.
In questo secolo la poeta caraqueña Nada Salas nel suo poemario Raigambre –Caracas, 2001– celebra il regno vegetale del Pianeta Blu in più di un centinaio di odi. Sa leggere con saggezza questa sublime trovatora lo spirito delle piante. Con la stessa devozione per gli scenari botanicidel Nuovo Mondo del cantor della “Zona Tórrida†Andrés Bello. Essa ha versato con maestria nelle strofe del suo poemario Raigambre le canzoni dei genitori alberi percepite dall’incanto del verdore, attraverso la costante presenza del incrociamento ludico degli enti della natura vegetale con la ventura intima del umano, e così ha scritto circa il benefattore arbusto:
Nada Salas
L’ALBERO DI CAFFE IN FIORE, Coffea arabica
Reincarnato Nella eredità del fogliame “Albean†profumate Righe Di Astros breve in nostalgico trance scrutanno la tazza celeste da dove in tempi passati versavano i Suoi splendoriPrima che diventino perline colorate prima che il fuoco l’arrostisca e l’aria venga insufflata conle ceneri del suo candore prima che il suo rosso odore umidisca l’umile tazza di nuovo voglio cantare ai loro rami costellati dicandi di germogli–Raigambre, pag 24–.
Il narratore venezuelano Manuel DÃaz RodrÃguez –Caracas, 1871 – NewYork, 1927– raccontadi maniera patetica la vita contadina nei villaggi dell coltivazione del caffè del centro-settentrionale del paese nel suo eccellente romanzo Peregrina –Madrid, 1922–. Anche se la favola del libro tesse un racconto d’amore tragico tra gli abitanti dei villaggi, in fondo le sue pagine rendono omaggio a questo bellissimo arbusto ecologico, così importante per l’economiadi questa regione tra i secoli XIX e XX. Con il magistrale paragrafo finale, questo operaconclude anche questo scritto per la Fondazione AZUL AMBIENTALISTAS.
“Dominò di nuovo il silenzio e nella notte calma e silenziosa si diffuso un profumo di gelsomino. Già mezzo aperto tutto il giorno, appena si è aperta quella notte il fiore di caffè. E il giorno dopo spuntò la piantagione di caffè tutta bianca. Sotto di una savana di neve fragrante e fiorita si nascondevano il nero, il verde e il grigio dei tronchi. Era come se la piantagione di caffè si avessi agghindato in donazione della che presto, inerte e muta, doveva passare sotto il baldacchino del loro gelsomini di neve. Era come se la piantagione di caffè si avessi messo a ordire e offrire, in una stessa stoffa della natura in fiore, in una sola volta il velo di nozze e il sudario del fiore che è nato ed è morto nel suo confine, sorella di candido “abrilito†e il “giglio†in viola, confidente e amica profumata “buon pomeriggioâ€, compagna di silvestre “non midimenticare†e “eliotropioâ€,…
–Manuel DÃaz RodrÃguez, Obras selectas. Caracas, Edime, 1968. pp. 459–460–.
Altro terremoto al largo delle coste siciliane tra Pozzallo e Malta
Magnitudo(Ml) 3.7 – Malta – Evento in mare
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Comunicato |
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Un terremoto di magnitudo(Ml) 3.7 è avvenuto alle ore 05:45:25 italiane del giorno 26/Ago/2013 (03:45:25 26/Ago/2013 – UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico: Mar_di_Sicilia. I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo. |
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Dati evento |
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Event-ID | 7229581450 |
Magnitudo(Ml) | 3.7 |
Data-Ora | 26/08/2013 alle 05:45:25 (italiane) 26/08/2013 alle 03:45:25 (UTC) |
Coordinate | 36.411°N, 14.084°E |
Profondità | 10 km |
Distretto sismico | Mar_di_Sicilia |
Comuni entro i 10Km
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Comuni tra 10 e 20km
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Due terremoti in Sicilia in meno di due ore
Magnitudo(Ml) 2.2 – ITALIA – Evento in mare
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Comunicato |
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Un terremoto di magnitudo(Ml) 2.2 è avvenuto alle ore 21:36:03 italiane del giorno 24/Ago/2013 (19:36:03 24/Ago/2013 – UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico: Golfi_di_Patti_e_di_Milazzo. I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo. |
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Dati evento |
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Event-ID | 7229562160 | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Magnitudo(Ml) | 2.2 | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Data-Ora | 24/08/2013 alle 21:36:03 (italiane) 24/08/2013 alle 19:36:03 (UTC) |
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Coordinate | 38.132°N, 15.11°E | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Profondità | 10.1 km | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Distretto sismico | Golfi_di_Patti_e_di_Milazzo | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Comuni entro i 10Km
BASICO’ (ME) |
Comuni tra 10 e 20km
BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) _______________________________________________________________________________
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Cosmovisione del Pianeta Azzurro, la Mamma Terra
A tutti gli esseri viventi differenti alla razza umana, che d’ora in poi “apellidaremosâ€, gli «humánidos», che essendo del regno animale o vegetale, ci accompagnano in modo essenziale nella fantastica avventura sul pianeta Terra: il Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama.
Ai sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno nei prossimi anni. Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro rispetto per il dono della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale (Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento a coloro che sono stati i nostri genitori: alberi, montagne, fiumi, laghi, cielo.
È proteggere ai fratelli non-umani: invertebrati, vertebrati, anfibi, il regno vegetale. È chiedere perdono per coloro che sono stati uccisi o rubati per allungare la nostra vita. È la lotta per la vita che dà senso alla vita. È l’opposto alla crudeltà , all’avidità . È la via della pace spirituale, senza sensi di colpa. È l’ultima utopia.
Un ambientalista ha come missione di vita re-immaginare il mondo, capire e far capire che tutte le specie che lo abitano hanno il diritto alla vita, e anche nell’ultimo secondo o battito di cuore, dobbiamo difenderla con tenacia. Accettare l’esistenza dell’«altro», è il primo impegno. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’«altro» può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti religioni, status sociale, razza. Ma anche lì devono essere incluse, naturalmente, le diverse specie animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui andiamo tutti i giorni.
Il pensiero ambientalista è stato creato in America, l’America ha lanciato al mondo il SOS dell’ambientalismo. America come un continente, porta nei suoi geni una cosmovisione ambientalista, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel secolo XX , le prime azioni che hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, nascono dalla “zaga†di Greenpeace, a Vancouver, a ovest di Canada.
Ambientalisti hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare con indipendenza, senza compromessi con i partiti né legami con ideologie esistenti, gli esperimenti nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e la persecuzione, di chi hanno governato il paese in quella epoca, hanno costretto alla maggior parte dei suoi fondatori a rifugiarsi in Europa. Era troppo sospettoso, durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta.
La proposta ambientalista, non è la terza via, non è il vestito nuovo di una sinistra o una destra che vedono accorciate le loro offerte elettorali. Né, è un culto o una nuova religione. Oggi è l’unica via, per valorizzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urla nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Abbiamo bisogno di codici etici globali. Modificare, cambiare il conservatore “senso comune†per un senso ambientale.
L’essere umano ha la capacità di reinventarsi se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi, l’intelligenza per sommare sforzi e “sapienze†specifiche, generali, proprie, imparate o empiriche, ma tutte con un solo obiettivo comune, preservare la Terra. Essere un ambientalista è una posizione di compromesso, ferma e attivista. Non è comportarsi come lo struzzo, che davanti alla incomprensione o al pericolo mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà . Proteggere le specie -humanus e humánidos- nella natura, è la sfida.
L’antica lotta tra la civiltà e la Terra, dovrebbe scomparire radicalmente, sostituirla con la convivenza amorevole, equivalente, mutuamente aportativa tra la Terra e la civiltà –la pace fertile- per salvaguardare il più grande miracolo del Pianeta Azzurro: l’esistenza.
In questo sforzo titanico dei migliori uomini e le migliore donne per cambiare il corso del destino del mondo, per rimuoverlo dal futuro disastro nel quale lo ha portato la follia umana, confluiscono -a livello scientifico, artistico, poetico, filosofico, umanistico- gli ambientalisti, coloro che lavorano per proteggere la natura, intesa come la diversità di flora e fauna, la bellezza dei paesaggi naturali, un privilegio di cui gode la specie umana, come un luogo di svago, ricreazione e contemplazione che deve essere rispettato così come è stato ereditato nel corso della storia
Gli ambientalisti come attivisti che chiedono una reciprocità attiva e feconda tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto generazionale, che non sia basato su un modello di sfruttamento irrazionale e distruttivo delle risorse. Radicali nella difesa del diritto al godimento della vita di tutte le specie.
Questo manifesto conclude con la proposizione di cinque faccende primarie generali che deve realizzare l’ambientalista:
o Liberare lo spazio in cui viviamo: la casa o un appartamento il più possibile dell’inquinamento ambientale (la preparazione per il riciclaggio dei rifiuti, risparmio energetico, gestire bene l’acqua, mantenere l’ornamento).
o Il monitoraggio del settore urbano in cui viviamo: rivitalizzare gli spazi verdi (giardini, i viali, piazze, parchi). Riportare gli sversamenti di acqua potabile. Combattere l’inquinamento acustico, ecc.
o Fare pressione: ogni ambientalista può portare a gli enti governativi (comuni, consigli comunali, consigli legislativi, governi, ministeri, ecc.) le loro proposte, reclami e suggerimenti.
o Divulgare: tutti gli ambientalisti dovrebbero usare i mass media a sua disposizione (stampa, radio, televisione, social network, aule, spazi universitari). Per realizzare tutto ciò che è stato indicato nelle sezioni precedenti così come nuovi contributi e idee.
o Lo strumento politico: l’ambientalista assumerà , se necessario, funzioni politiche forti per proteggere l’ambiente. Senza paura.
Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra:
o Piantare alberi.
o Proteggere gli animali e la flora.
o Gode il piacere dell’aria.
o Rispetta l’acqua.
o Amministra il fuoco.
o Ama la Terra e la Mamma Terra, Hallp`amama la Pachamama.
o Ama la vita.
Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire di patria in cui siamo nati alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio attraverso l’abisso dell’eternità : il Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama.
Fundación Azul Ambientalistas
Fonte: Ecologia Profonda
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Chemtrails: correlazione bario e HAARP
Queste nubi artificiali sono accettate dalla popolazione come naturali, perché le scie chimiche sono state progressivamente introdotte. Gli Aerosol sono stati spruzzati nell’atmosfera per oltre 10 anni. In realtà , molti segmenti della popolazione sono stati contaminati con batteri sperimentali ben 50 anni fa! Siamo stati ingenui. Non potevamo immaginare che la nostra atmosfera è stata effettivamente saturata di sostanze chimiche tossiche, per cui abbiamo accettato la comparsa di finte nuvole create ad OK con aerosol (senza dubbio le scie chimiche). Ora le persone le considerano come familiari e quindi “normaliâ€.
Questa energia elettromagnetica è stato progettata e queste nuvole aerosol contengono sostanze che sono favorevoli al funzionamento della tecnologia elettromagnetica molto avanzata. Il bario è un candidato leader tra sostanze chimiche, HAARP ed è probabile la tecnologia elettromagnetica . Qualcosa di bizzarro che sta accadendo sulle nostre teste e i nostri cortili, e la maggior parte delle persone non sono neanche lontanamente consapevoli.
Le scie chimiche influenzano la vita a livello planetario: la ionosfera e la magnetosfera, il tempo e il clima e gli effetti sulla fisiologia umana e animale sono interessate da questa tecnologia.
L ‘implacabile spruzzo di questi aerosol ha cambiato la nostra atmosfera. È diventata sempre più conduttiva delle radiazioni elettromagnetiche. In questo modo l’atmosfera viene utilizzare come piattaforma per la modificazione ambientale (ENMOD), ed è efficace per il funzionamento della tecnologia HAARP .
La Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di altre ostili di tecniche di modificazione ambientale è stata vietata nell’utilizzo dell’ambiente come arma nei conflitti. Essa è stata adottata di nuovo nel 1970, ma L’ENMOD viene distribuito dai militari di tutto il mondo, nonostante il divieto.
Questo sembra fantascienza per molte persone che ne sentono parlare per la prima volta, ma questi programmi militari si sono sviluppati per decenni.
Molte persone non capiscono che l’elettromagnetismo è insito nella anatomia umana e nei controlli fisiologici umani. Ogni volta che un muscolo si muove, ci sono delle scariche elettriche. Le onde cerebrali sono elettriche, tutte le informazioni sensoriali che si muovono attraverso il corpo e il cervello sono elettriche. Gli enzimi, che mantengono l’intero organismo del corpo informato su vari aspetti di sé, sono elettricamente influenzati. La divisione cellulare è elettrica, il segnale per il corpo di avviare la guarigione delle ferite è elettrica, e il battito del cuore è elettrico.
Le radiazioni elettromagnetiche possono essere utilizzate per gli effetti geofisici come l’attivazione di terremoti . La terra stessa è in grado di essere usata come arma con questa tecnologia. I cambiamenti nella atmosfera terrestre possono apportare cambiamenti corrispondenti nel tempo della Terra e del clima.
L’aumento della conduttività dell’atmosfera (spruzzando il bario) aumenta l’efficacia delle HAARP . Infatti, il brevetto HAARP si chiama anche per questo. HAARP la tecnologia è un potente fonte di ELF (Extremely Low Frequency) radiazioni.
Lo sapevate che le frequenze del cervello possono ricevere i segnali ELF? Sono state progettate in grado di creare emotive particolari, condizioni fisiche e mentali come stanchezza, perdita di memoria, nausea e depressione. Una vasta gamma di esperienze umane possono essere indotte con radiazioni elettromagnetiche.
Siete in grado di riconoscere le scie chimiche aerosol e nuvole artificiali? Nubi chimiche e percorsi sempre più evidenti una volta che sapete che cosa cercare. Sono stupito di come siamo ignari delle nuvole – anche se ovviamente ogni tanto mi dimentico. Io naturalmente ho sempre dato per scontato che le nuvole erano normali fino a quando ho fatto uno studio su di esse. La maggior parte delle persone non osservano le nuvole, e semplicemente le danno per scontate. Dovremmo essere in grado di prenderle per scontate! Tuttavia, questa mancanza di consapevolezza ha probabilmente contribuito a crescere liberamente a operazioni di aerosol clandestine.
C’è stato un attacco implacabile di questi aerosol in cui vivo. Ho trovato incredibile fino a quando ho ripetutamente osservato il processo della loro creazione, il movimento e le modifiche con i miei occhi. L’osservazione quotidiana per diversi mesi mi ha portato ad identificare modelli ripetitivi e, infine, a riconoscere la presenza di energie elettromagnetiche nel processo.
Riferimento al bario nel rapporto brevetti HAARP:
“E ‘stato anche proposto di rilasciare grandi nubi di bario nella magnetosfera così che la foto ionizzazione aumenterà la densità del plasma freddo, in modo da produrre precipitazioni di elettroni attraverso una maggiore interazione whistler-modeâ€.
Si prega di contribuire ad aumentare la consapevolezza delle persone su questo.
Questo è il nostro cielo, la nostra salute, la nostra vita.
L’anfiteatro di Siracusa per i referendum
Pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo “Andromaca”, un signore mostra PACIFICAMENTE la bandiera 2 SI PER L’ACQUA BENE COMUNE. Il pubblico immediatamente inizia ad applaudire entusiasta ma qualcuno tenta subito di remare contro: degli “sbirri” multano il signore che aveva PACIFICAMENTE esposto la bandiera. Il pubblico non gradisce e fischia gli “sbirri”, intonando cori pro referendum (VOTA SI!).
kmodicas
L’inchiesta: gli effetti dell’uranio impoverito
USO ILLEGALE dell‘uranio impoverito su MILITARI e CIVILI dalla GUERRA DEL GOLFO agli ATTACCHI AEREI SULLA LIBIA 2011
Le rinnovabili non convengono. A chi?
….la tesi è che le rinnovabili non sono sostenibili economicamente. Che costerebbero al paese da 5 a 9 Mld di euro all’anno per venti anni (è come la manovra sulla istruzione).
Quindi vanno immediatamente fermate. Il fotovoltaico completamente, le altre con giudizio.
Certo anche la questione centrali conta. E’ ovvio che in un paese in sovracapacità (anche se importiamo per ragioni tariffarie) se le rinnovabili arrivano agli obiettivi (29%) qualcosa va spento. Quindi se si fa subito ci sono contraccolpi (almeno dobbiamo prima recuperare il capitale speso).
I miei dati sono questi: nel 2008 (ante crisi) con 76.000 MW di potenza fossile istallata abbiamo prodotto 255 TWh + 58 TWh da rinnovabili e 40 da importazioni (tot. 353).
Poi la recessione e l’incremento di rinnovabili ed efficienza energetica.
Il Piano d’Azione presentato a Bruxelles indica per l’Italia l’obiettivo di produrre 100 TWh con rinnovabili. Ora 100 + 20 (dimezziamo le importazioni) + 255 fa 375 TWh (+8%) senza nessuna nuova centrale in esercizio.
Ma abbiamo 5.230 MW (ca. + 8%) di nuove centrali in costruzione, 1,100 autorizzate (ca. 2%), altre 4.750 in fase finale di autorizzazione (e guardate che sono storie lunge e costose) (+6%) e ben 10.428 con iter avviato (+16 %).
Per fare tutto bisognerebbe che i consumi energetici crescessero (in barba alle politiche europee) del 40% in dieci anni. Qualcuno deve essere gettato giù dalla torre.”
La mafia a Ragusa
Diacronie Studi di Storia Contemporanea www.studistorici.com N. 3 | 2|2010 | Dossier : Luoghi e non luoghi della Sicilia contemporanea: istituzioni, culture politiche e potere mafioso/ La mafia a Ragusa
La provincia babba nel “cono d’ombra” di Giorgio CACCAMO*
La provincia di Ragusa è stata sempre considerata un’area immune dalla mafia. Se per un lungo periodo questo stereotipo corrisponde al vero, le rare analisi storiche mostrano che a partire dagli anni Sessanta anche negli Iblei si diffondono organizzazioni criminali, tanto legate a Cosa Nostra quanto autonome, come la stidda. Pur ricorrendo talvolta alla violenza, la mafia ragusana occupa soprattutto gli spazi della politica e dell’economia legale. La cronaca giudiziaria dimostra che la provincia di Ragusa è ormai interessata da una “mafia dei colletti bianchi”, impegnata specialmente nel riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti.
Nella vasta letteratura sui fenomeni mafiosi in Sicilia, la provincia di Ragusa è stata lungamente assente. Per decenni, l’area iblea – ancor più di altre province – è stata considerata parte della cosiddetta Sicilia babba, una zona circoscritta, refrattaria alla presenza della criminalità mafiosa, definita per queste ragioni mite, bonaria, innocua, in siciliano babba,appunto1. Le ragioni di questa lunga assenza dei fenomeni mafiosi nell’area sud-orientale della Sicilia, secondo alcuni analisti dell’Italia postunitaria, andrebbero ricercate addirittura nell’eredità della dominazione greca, durata qui più a lungo che altrove. Queste conclusioni associavano invero la presenza della mafia alla visibilità dei fatti di sangue e di delitti destinati alle grandi cronache, piuttosto rari nella Sicilia orientale. Le testimonianze a cavallo tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del Novecento riferiscono dunque come il fenomeno mafioso fosse limitato alle province occidentali e centrali dell’Isola ed assente nelle “province tranquille” dell’est, non riuscendo tuttavia a spiegare le ragioni di questa differenziazione2. L’unico elemento storicamente riconosciuto come il discrimen tra l’occidente “mafioso” e l’oriente “tranquillo” è la modalità di ripartizione e sfruttamento delle terre. La mafia agraria è nata difatti nella zona tipica del feudo e del latifondo, in un’area che comprende l’entroterra delle attuali province di Palermo, Trapani e Agrigento, delimitata ad est dai confini delle province di Enna e Caltanissetta. Nella Sicilia sud-orientale, la proprietà terriera divisa tra privati è stata al contrario considerata “moralizzatrice”3. In realtà, nell’area della Contea di Modica erano usuali episodi di banditismo e contrabbando, pur mancando in queste zone l’elemento carismatico tipico della Sicilia occidentale. Il contrabbandiere era comunque un eroe popolare, perché rendeva giustizia al popolo che sentiva distanti i poteri e la legge e si sentiva oppresso dal dazio e dal fisco. Ugualmente era radicata, specialmente presso la popolazione contadina, l’omertà, intesa come una sorta di “etica del tornaconto” che sconsigliava la denuncia e definiva i vantaggi del silenzio4. La presunta debolezza della mafia iblea del primo Novecento non ha peraltro scongiurato la commissione di atti di efferata violenza, di tutt’altra matrice ma condotti con metodi quasi mafiosi. Lo squadrismo fascista nel comprensorio ragusano, ad esempio, fu tra i più violenti d’Italia, deplorato talvolta dallo stesso Partito Nazionale Fascista, come nel caso dell’eccidio di Passo Gatta a Modica5 nel 1921. Questo squadrismo finì per somigliare ad una vera e propria cosca, per i caratteri peculiari che andò ad assumere: protezione degli aderenti, omertà, perseguimento di interessi economici, reclutamento di criminali comuni. Dopo l’armistizio del 1943 ed almeno fino al 1946, le campagne iblee hanno sperimentato ancora le azioni di bande improvvisate, dedite a piccoli furti e abigeati ai danni dei proprietari terrieri più agiati, ma assolutamente estranee alle attività del banditismo mafioso.
Negli stessi anni, è diversa la situazione nelle aree urbane della provincia, nel capoluogo in particolare. A Ragusa, infatti, in pieno periodo bellico, due riconosciuti mafiosi del quartiere San Paolo, tali Cassarino e Lauretta, parteciparono alle rivolte antimilitariste del 1945, ma una volta arrestati per reati comuni, accusarono e fecero condannare a sette anni per presunta estorsione uno dei capi della rivolta. Gli organi carcerari e giudiziari agirono in collusione con i due mafiosi; ciò dimostra che anche in provincia di Ragusa, seppur in un caso isolato, la mafia ha saputo adattare il proprio modo di agire alle circostanze: prima con il popolo in rivolta, dopo con i poteri e le istituzioni7. Le presenze malavitose negli Iblei sono pertanto legate in questi anni al disagio nelle aree rurali e al cliché del vecchio banditismo. I reati propriamente mafiosi sono rari e gli stessi delitti sono mossi dalla casualità, più che dall’intenzione. È bene ricordare, oltretutto, che la stessa immagine stereotipata della Sicilia ha subìto diverse modificazioni nel corso dei secoli. Per i viaggiatori europei del Grand Tour settecentesco, Palermo era la capitale ricca e felice dell’Isola, contrapposta ad un sud-est infestato dai briganti e dalla povertà. Il mito s’incrinò – e si ribaltò – con i rapporti di polizia sugli episodi delittuosi della seconda metà del XIX secolo: Palermo divenne la capitale del crimine, il sud-est il “regno della quiete”. Questo nuovo stereotipo, perdurante per quasi tutto il Novecento, è nondimeno tra le cause della scarsità di analisi storiche sull’incidenza della mafia nella Sicilia orientale, con particolare riferimento alla provincia di Ragusa. Manca difatti una compiuta storiografia sul fenomeno mafioso nel comprensorio ibleo. È al contrario più cospicua la letteratura pubblicistica. Peraltro alcune delle poche analisi prettamente storiche sull’argomento si sono basate proprio sul giornalismo d’inchiesta. A partire dagli anni Settanta, nel periodo in cui la criminalità organizzata ha ormai acquisito una certa incidenza nella vita sociale del Ragusano, aumentano le denunce giornalistiche sulla presenza della mafia e sulle presunte coperture istituzionali e giudiziarie di cui godrebbero le cosche locali. È inevitabile dunque ricorrere alle cronache giornalistiche dell’epoca per provare a tracciare l’evoluzione storica della mafia a Ragusa….. Continua PDF
Contro il rigassificatore di Augusta
Oggetto: reclamo e richiesta di verifica di adempimento delle disposizioni di diritto comunitario relativamente al progetto di costruzione del rigassificatore Erg-Shell di Melilli (Siracusa).
I comitati “No Rigassificatore†di Priolo e Melilli, e le Associazioni “AugustAmbiente†di Augusta, “Vivere di Rosolini†e “Decontaminazione Siciliaâ€, considerati i pareri tecnici negativi al rigassificatore in oggetto, considerate le pressioni politiche, sindacali ed industriali a cui è sottoposto il Presidente della Regione Sicilia, On. Raffaele Lombardo, (da sempre contrario a tale impianto) affinché la regione Sicilia dia parere favorevole alla sua realizzazione, considerato che non viene tenuta in nessun conto la volontà popolare (referendum Priolo con oltre il 98% di No a detto impianto) e che di fatto ad oggi è stata negata l’indizione di analogo referendum a Melilli, nonostante il parere favorevole del Consiglio Comunale, si rivolgono alla Comunità Europea per chiedere di accertare la legittimità dell’eventuale rilascio di tale autorizzazione, in relazione alle disposizioni e prescrizioni sull’iter autorizzativo di tali impianti, ed il rispetto del Principio di Precauzione sancito dalla Costituzione italiana e dalla Comunità europea.
Cognome e nome del denunciante: “Decontaminazione Sicilia, Associazioni “AugustAmbiente†di Augusta e “Vivere†di Rosolini, Comitati “No Rigassificatore†di Melilli e Priolo.
Cittadinanza: italiana.
Indirizzo: Luigi SOLARINO 96011 Augusta (Siracusa), Italia; via O. M. Ciorbino, 56.
Posta elettronica: luigi.solarino@alice.it.
Stato membro o organismo pubblico che, secondo i denuncianti, non ha ottemperato al diritto comunitario: Italia, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Descrizione circostanziata dei fatti contestati: rilascio VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per la realizzazione del rigassificatore della Erg-Shell da 12 miliardi di m3/anno di metano da costruire nella zona industriale Augusta-Priolo-Melilli in provincia di Siracusa, nonostante quest’ultima sia zona sismica di primo grado, zona militare e sia stata dichiarata zona ad elevato rischio di crisi ambientale (DM del 30/11/90).
Le principali ragioni del nostro dissenso sono le seguenti:
1)     La pericolosità intrinseca dell’impianto è tale da renderne inaccettabile la localizzazione nel sito prescelto. Trattasi infatti di impianto a rischio di incidente rilavante come da direttive “Seveso†tutt’ora vigenti e dalle quali ne è vietata la realizzazione in siti come quello nel quale si intende ubicarlo. Infatti detto impianto sorgerebbe a circa 200 metri dall’impianto etilene della Polimeri Europa che, nel maggio del 1985 scoppiò, andando completamente distrutto (vedi foto allegata dell’incidente). Praticamente sorgerebbe all’interno della raffineria Erg Nord, nella quale si verificò il pauroso incendio del 30 aprile e del 1° maggio 2006. Detto incendio assunse proporzioni preoccupanti tanto che il direttore dello stabilimento attivò il P.E.I. (Piano d’Emergenza Interno) dichiarò l’Emergenza Grandi Rischi Esterna, disponendo il fermo degli impianti. A seguito della comunicazione dell’Emergenza Esterna, la Prefettura di Siracusa attivava il “Piano dei Cancelli” con la chiusura sia delle strade che collegano il polo industriale con i centri abitati che la linea ferroviaria Siracusa-Catania. La Capitaneria di Porto di Augusta provvedeva a far sospendere le operazioni commerciali in atto ed far allontanare dalla rada le 14 navi in prossimità dell’incendio. Infine negli ultimi 3 mesi del 2008 si sono verificati 5 incidenti nella zona industriale in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore, di cui 3 incendi proprio nella raffineria Erg Nord ed il crollo parziale del pontile vicino al sito destinato al rigassificatore. Dato il sito prescelto, anche un incidente non immediatamente catastrofico, avrebbe quindi grandi probabilità di innescare un effetto “domino†che concretizzerebbe un rischio imprevedibile per gli insediamenti umani limitrofi. A tali conclusioni sono giunti anche i Consulenti incaricati dal Comune di Melilli, Avv. Mario Giarrusso e Prof. Giuliano Cammarata dell’Università di Catania. Che il sito prescelto abbia un grado di pericolosità tale da rendere improponibile la realizzazione di un altro impianto a rischio di incidente rilevante, quale è il rigassificatore, risulta assai chiaro dalla delibera n. 111 del 23/10/2008, del Comitato Tecnico Regionale per la Sicilia, notificata alla ERG, ai Comuni di Melilli e Priolo, alla Provincia Reg.le di Siracusa, alla Questura di SR, alla Prefettura di SR, all’Assessorato Reg.le Territorio e Ambiente, all’Assessorato Reg.le all’Industria, al Ministero dell’Ambiente, dell’Industria e delle Infrastrutture nel novembre 2008, nella quale, si esprime giudizio negativo sulle attuali condizioni di sicurezza dello stabilimento ERG (nel quale si propone appunto la costruzione del rigassificatore) e si sottolinea che non potranno essere prese in considerazione proposte che prevedano incrementi del preesistente livello di rischio (Allegata documentazione fotografica).
2)     L’area nella quale si vorrebbe collocare l’impianto è zona sismica di primo grado e, in caso di sisma, qualunque precauzione tecnologica sarebbe inutile ed è legittimo aspettarsi delle inevitabili perdite di GNL che, con un evento sismico di proporzioni pari a quello del 1990 o superiori, troverebbero sicuro “innesco†nelle fiaccole sempre attive del petrolchimico, determinando gli eventi di cui al punto 1), con devastazione dei territori circostanti, perdita di vite umane e scarico, in atmosfera, di abnormi quantità di tossici e cancerogeni che graverebbero sulla salute e sulla vita dei Siciliani per decine di anni. A sostegno e prova di quanto sopra, si consideri il voto del CRU (Comitato Regionale Urbanistico) n. 41/1991 che riporta elencati cronologicamente al foglio n. 3, i numerosi terremoti che hanno colpito la Sicilia sud-orientale; indica i periodi di ritorno caratterizzati sempre dallo stesso epicentro, quello del 13/12/90 di Augusta. Detto documento indica infatti i periodi di ritorno dei sismi: 144 anni per i sismi compresi fra il 7° e il 9° grado (penultimo nel 1848, atteso nel 1992 ed avvenuto il 13/12/1990) e quelli fra il 9° e 11° grado periodo di ritorno 322 anni (ultimo 1693, atteso entro i prossimi 10 anni: 2015, stando alle previsioni). Nello stesso documento al foglio n 25 si legge testualmente: “Riteniamo che gran parte dei Comuni della Sicilia orientale dovrebbero essere riclassificati ed inclusi tra i Comuni di 1° cat.â€, cosa non ancora attuata, visto che la zona in oggetto rimane classificata come S-9.
3)     La zona in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore, assieme al porto di Augusta, è anche zona militare. Infatti in essa è presente una importante base della Marina Militare Italiana e della NATO, quest’ultima dotata di pontile proprio per attracco anche di sommergibili nucleari. Pontile Nato che verrebbe a trovarsi a non più di 200 metri dal pontile destinato alle metaniere, e poco distante dai depositi militari di Cava Sorciaro (Nato e Marina militare Italiana). Pertanto tre grossi fattori di rischio che potrebbero malauguratamente sommarsi fra di loro: sismico, chimico-industriale e bellico, infatti sia le navi metaniere con i suoi 140.000 m3 di GNL che l’impianto stesso, con i suoi tre enormi serbatoi di stoccaggio a terra da 450.000 m3, rappresenterebbero un target ideale per organizzazioni terroristiche.
4)     Il GNL arriverebbe al porto di Augusta su navi metaniere delle quali sono ben noti i pericoli, sia in fase di scarico, che in fase di navigazione. Tant’è che è interdetta la navigazione a qualsiasi natante attorno alle metaniere in navigazione ed all’interno del porto. La possibile perdita di una nube di metano, peraltro prevista come cosa normale nello stesso progetto ERG-Shell, a seconda della forza e direzione dei venti e della distanza dalla costa, rappresenterebbe un pericolo assolutamente incompatibile con la costante presenza di fonti di ignizione quali le torce del petrolchimico. Se è la stessa Erg-Shell a dichiarare che le perdite in fase di scarico sono inevitabili, come si può consentire una simile attività all’interno di uno stabilimento come quello “dipinto†dal CTR nella relazione di cui si è detto?
5)     Paralisi di tutte le attività portuali: le dimensioni stesse delle metaniere e le eccezionali precauzioni che ne accompagnano l’ingresso e l’uscita dai porti e la navigazione, significherebbero (in media ogni tre giorni) un blocco al traffico di navi mercantili e militari, di cui alcune, come detto, a propulsione nucleare che accedono ed escono dal porto.
6)     Come dimostrano i dati Regionali sulla situazione energetica della Sicilia, l’impianto in questione è tutt’altro che necessario: in quanto la Sicilia produce nelle sue 5 raffinerie una quantità di prodotti petroliferi finiti superiori al 45% del fabbisogno nazionale; in Sicilia arriva metano algerino e metano libico che solo in piccola parte serve per i consumi regionali; in Sicilia c’è una sovrapproduzione di energia elettrica che, assieme al metano, per la maggior parte viene esportata nel resto d’Italia. Inoltre, data la recente scoperta di ENI ed Edison di alcuni giacimenti di metano al largo della costa siciliana fra Agrigento e Gela, non appare ragionevole la costruzione di rigassificatori, mentre appare opportuna la scelta di sfruttare le nostre risorse e riservare maggiore attenzione alle energie rinnovabili e non inquinanti come il fotovoltaico e l’eolico.
7)     Danno economico diretto si concretizzerebbe per i Cittadini in quanto se, da un lato, grazie alla delibera 178/2005 dell’Autorità per l’Energia e il Gas (art. 13 comma 2), lo Stato Italiano si impegna a corrispondere per 20 anni ai gestori di impianti di rigassificazione l’80% dei ricavi di riferimento, anche in caso di inutilizzo dell’impianto (ovviamente il denaro necessario proverrebbe dalle bollette), dall’altro non va ignorata la circostanza che i Paesi produttori di GNL (Paesi liquefattori) non hanno tanta disponibilità di gas da far fronte alle richieste dei 53 rigassificatori già esistenti su tutto il pianeta. E’ ragionevole, quindi, dedurre che i ben 15 rigassificatori progettati in Italia potrebbero restare a corto di rifornimenti ed i gestori avrebbero lo stesso gli utili derivanti dal dettato della citata delibera, mentre a noi rimarrebbe solo il pericolo e il danno economico.
8)     Analoghe considerazioni suscita l’argomentazione relativa all’uso del metano in sostituzione degli oli combustibili, al fine di ridurre le emissioni in atmosfera per il funzionamento degli impianti. Ma per detto scopo, se le aziende fossero state rispettose dell’ambiente, avrebbero potuto già da almeno 20 anni, usare il metano che arriva via gasdotto o il singas che la Isab Energy ricava dal “fondo del barile†invece di destinarlo alla lucrosa produzione di energia elettrica. Inoltre è convinzione comune che il problema dell’inquinamento dell’aria nel polo industriale si possa risolvere con l’ammodernamento degli impianti, con una saggia manutenzione programmata, con il controllo in continuo anche delle emissioni degli organoclorurati, come diossine e benzofurani, e con il rispetto delle Norme Comunitarie e Nazionali in materia, così come sostanzialmente indicato dal CTR nel documento di cui si è già detto.
9)     In fase di rilascio V.I.A. non è stata tenuta in nessun conto la volontà popolare (referendum del Comune di Priolo con il 98,71% di No a detto impianto), ed i cittadini non sono stati interpellati come previsto dall’art. 23 del dlgs. 334/99. Inoltre a Melilli, malgrado la raccolta di firme per l’indizione del referendum sul rigassificatore ed il successivo parere favorevole del Consiglio Comunale, a tutt’oggi non è stato indetto alcun referendum. Sempre in fase di rilascio V.I.A. non è stato tenuto in giusto conto il D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevanteâ€.
In circa 15 km di costa si affacciano tre raffinerie, diverse centrali termoelettriche, diversi impianti petrolchimici, un inceneritore per rifiuti speciali e pericolosi, un depuratore di acque reflue industriali, un cementificio, un impianto di produzione di calce, un impianto di produzione di ossigeno e azoto liquido; malgrado l’esistenza di tanti stabilimenti vengono ancora proposti un inceneritore di RSU da 500 mila tonnellate/anno, un inceneritore di biomasse ed una piattaforma polifunzionale per rifiuti pericolosi industriali.
10) Non è stato tenuto in debita considerazione il dlgs. 17 agosto 1999 n. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose†di cui fa parte il metano.
Augusta 28 gennaio 2008
Il Presidente di Decontaminazione Sicilia (Luigi SOLARINO)
Il Coordinatore del Comitato “No al Rigassificatore†di Melilli (Giuseppe ANNINO)
Il Coordinatore del Comitato “No al Rigassificatore†di Priolo (Angelo MUSUMECI)
Il Coordinatore del Comitato “VIVERE†di Rosolini (Vincenzo BLANCO)
Il Presidente dell’Associazione “AugustAmbiente, Comitato Contro gli inceneritori e per il Diritto alla Vita†di Augusta (Giuseppe CONTE)
TAR SICILIA, Palermo, Sez. I, 4 febbraio 2009, n. 302
AREE PROTETTE – ZPS e ZSC – Regione Siciliana – Decreto Ass. territorio e Ambiente del 22 ottobre 2007 – Dichiarazione di non operatività , nella regione siciliana, della deliberazione del comitato per le aree protette 02/12/2006 e ss.mm. – Illegittimità – Sottrazione al sistema sanzionatorio penale di condotte configuranti reato nel resto del territorio italiano – Competenza statale in materia penale. Nel prevedere (decreto dell’Assessore Territorio e Ambiente 22 ottobre 2007, come modificato dal decreto 28 ottobre 2007) la non operatività nell’ambito della Regione Siciliana della Deliberazione 02/12/1996 e ss. mm e ii. del Comitato per le aree protette, con la quale è stata introdotta una nuova classificazione delle ZPS e ZSC, l’Amministrazione Regionale di fatto sottrae al sistema sanzionatorio – anche penale (cfr. art.30 lett.D L.157/92 e 30 L.394/91) – condotte che, se commesse fuori dal territorio siciliano, rientrerebbero a pieno titolo nelle fattispecie di reato e/o di illecito civile ed amministrativo ivi previste. Con ciò violando le previsioni costituzionali, ed anche statutarie, sulla competenza statale in materia penale. Ed invero, anche all’interno della potestà legislativa esclusiva esercitabile dalla Regione nelle materie di cui all’art.14 dello Statuto, non è consentito limitare l’ambito della tutela penale prevista dalla normativa nazionale (cfr. da ultimo Cassazione Penale, Sez. III, 24/04/2008 n.22252 proprio in riferimento alla tutela penale in ambito ambientale). Ove si aderisse alla tesi di non ritenere operante sul territorio regionale della classificazione delle aree protette, di cui alla deliberazione cit., si impedirebbe altresì di estendere a tali aree la tutela vincolistica di cui al D.Lgs.42/04 con la connessa tutela penale di cui all’art.181 D.lgs42/04 e 734 c.p.. Pres. Giallombardo, Est. Valenti – Legambiente – Comitato Regionale Siciliano e altri (avv. Giudice) c. Assessorato Reg.Le del Territorio e dell’Ambiente (Avv. Stato) – T.A.R. SICILIA, Palermo, Sez. I – 4 febbraio 2009, n.302
AREE PROTETTE – Ambiente – Regione Siciliana – Competenza esclusiva nella materia ambiente – Esclusione – Materia rimessa in via esclusiva allo Stato – ZPS eZSC – D.M. 17/10/2007 – Previsioni minime di tutela – Deroghe in peius – Inammissibilità . Non può sostenersi che la Regione Siciliana, ai sensi delle specifiche previsioni statutarie, sia depositaria di una competenza esclusiva in materia di ambiente. La disciplina unitaria di tutela del bene complessivo ambiente, come ha osservato la Corte Costituzionale, è invece rimessa in via esclusiva allo Stato e viene a funzionare come un limite alla disciplina che le Regioni e le Province autonome dettano in altre materie di loro competenza, salva la facoltà di queste ultime di adottare norme di tutela ambientale più elevata nell’esercizio di competenze, previste dalla Costituzione, che vengano a contatto con quella dell’ambiente. In mancanza di una idonea previsione statutaria in materia di ambiente, quindi, la Regione Siciliana non può apportare deroghe in peius alle previsioni minime di tutela e garanzia predisposte, a livello nazionale, dal D.M. 17/10/2007 per le ZPS e ZSC. Pres. Giallombardo, Est. Valenti – Legambiente – Comitato Regionale Siciliano e altri (avv. Giudice) c. Assessorato Reg.Le del Territorio e dell’Ambiente (Avv. Stato) – T.A.R. SICILIA, Palermo, Sez. I – 4 febbraio 2009, n.302
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Inoltre, ed in disparte le considerazioni sopra esposte, non può sostenersi che la Regione Siciliana, ai sensi delle specifiche previsioni statutarie, sia depositaria di una competenza esclusiva in materia di ambiente. Materia che invece la Corte Costituzionale ha in realtà riconosciuto appartenere alla competenza dello Stato (da ultimo anche con la sentenza n.104/08 evocata con differenti intenti dall’Avvocatura erariale): << La competenza a tutelare l'ambiente e l'ecosistema nella sua interezza è stata affidata in via esclusiva allo Stato dall'art. 117, comma secondo, lettera s), della Costituzione, e per «ambiente ed ecosistema», come affermato dalla Dichiarazione di Stoccolma del 1972, deve intendersi quella parte di "biosfera" che riguarda l'intero territorio nazionale (sentenza n. 378 del 2007). In base alla Costituzione, «spetta allo Stato disciplinare l'ambiente come un'entità organica, dettare cioè delle norme di tutela che hanno ad oggetto il tutto e le singole componenti considerate come parte del tutto. Ed è da notare, a questo proposito, che la disciplina unitaria e complessiva del bene ambiente inerisce ad un interesse pubblico di valore costituzionale "primario" (sentenza n. 151 del 1986) ed "assoluto" (sentenza n. 641 del 1987), e deve garantire (come prescrive il diritto comunitario) un elevato livello di tutela, come tale inderogabile dalle altre discipline di settore. Si deve sottolineare, tuttavia, che, accanto al bene giuridico ambiente in senso unitario, possono coesistere altri beni giuridici aventi ad oggetto componenti o aspetti del bene ambiente, ma concernenti interessi diversi, giuridicamente tutelati. Si parla, in proposito, dell'ambiente come "materia trasversale", nel senso che sullo stesso oggetto insistono interessi diversi: quello alla conservazione dell'ambiente e quelli inerenti alle sue utilizzazioni» (vedi, ancora, la sentenza n. 378 del 2007). In questi casi, la disciplina unitaria di tutela del bene complessivo ambiente, rimessa in via esclusiva allo Stato, viene a prevalere su quella dettata dalle Regioni o dalle Province autonome, in materia di competenza propria, che riguardano l'utilizzazione dell'ambiente, e , quindi, altri interessi. Ciò comporta che la disciplina statale relativa alla tutela dell'ambiente «viene a funzionare come un limite alla disciplina che le Regioni e le Province autonome dettano in altre materie di loro competenza», salva la facoltà di queste ultime di adottare norme di tutela ambientale più elevata nell'esercizio di competenze, previste dalla Costituzione, che vengano a contatto con quella dell'ambiente. E' dunque in questo senso che può intendersi l'ambiente come una «materia trasversale» (come ripetutamente affermato dalla giurisprudenza di questa Corte; si veda, per tutte, la sentenza n. 246 del 2006) >>.
Fonte: Ambientediritto