Assassini nati!
Nonostante la stagione venatoria sia ancora chiusa avevano abbattuto 91 conigli e rubato decine e decine di pesche. Sono finiti nelle maglie della Polizia Provinciale tre cacciatori della provincia di Catania, sorpresi alla prime luci dell’alba da una pattuglia del nucleo venatorio in territorio di Chiaramonte Gulfi. Colti in flagranza di reato a bordo di una Fiat Punto sono stati tratti in arresto, a disposizione del pm di turno dellas Procura della Repubblica di Ragusa Claudia Maone. Si tratta di Santo e Francesco Oglialoro di 61 e 31 anni, originari di Ramacca e di Rosario Renna, di 42 anni, originario di Grammichele. Oltre ai 91 conigli e alle pesche nella loro auto sono state rinvenute un coltello e l’asta poggiamano di un fucile tipo doppietta con matricola abrasa, nonché un faro con batteria. Gli agenti della polizia provinciale oltre alla selvaggina e alle pesche hanno sequestrato anche l’auto perché risultata priva di copertura assicurativa. Ai tre cacciatori oltre al porto di parte di arma con matricola abrasa, sono state contestate le ipotesi dei reati di furto venatorio (la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato) e ricettazione.
Da alcuni giorni (con appositi servizi notturni) gli uomini del Nucleo di Vigilanza Venatoria su disposizione del comandante della Polizia Provinciale Raffaele Falconieri avevano avviato un’intensa attività di controllo nella lotta al bracconaggio dell’area compresa tra i comuni di Acate e Chiaramonte Gulfi. L’ingente quantità di conigli abbattuti conferma l’alto scempio faunistico compiuto e motiva il numero di agenti impegnato in quest’attività finalizzata a contrastare e reprimere quanto più possibile ogni ipotesi di illecito venatorio ed ambientale.
Radio Rtm
Le fonti alternative? La fusione fredda italiana
Grandi Italiani, boicottati da tutti, ma sempre primi a scoprire le cose che contano. Quali prospettive energetiche dopo la scoperta Rossi-Focardi? Ne discutono lo stesso professore Sergio Focardi, il professore di Fisica Francesco Celania, Stefano Borrino della società italiana brevetti insieme ai giornalisti e curatori del blog Petrolio Pietro Cambi e Debora Billi e al giornalista di Rainews Angelo Saso che sull’argomento ha realizzato un’inchiesta. Conduce Maurizio Torrealta.
Referendum 12-13 giugno. La democrazia ha bisogno di tutti.
La Cassazione, con il suo pronunciamento, restituisce ai cittadini il diritto di voto che il Governo aveva tentato di sottrarre agli italiani con il decreto Omnibus che mirava a cancellare il referendum sul nucleare. La parola passa ora agli italiani: ognuno di noi finalmente potrà dire la propria sul rilancio del nucleare e sul futuro energetico del Paese.
Dopo il dramma di Fukushima e la storica decisione del governo tedesco e di quello svizzero di abbandonare l’energia nucleare entro i prossimi anni, la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia sarebbe anacronistica. Abbiamo ora la possibilità di scongiurare il rischio di una manovra energetica assurda e di scegliere di puntare sull’efficienza e sulle rinnovabili. Questo Governo non ha avuto alcuna politica energetica se non quella del folle ritorno al nucleare: votando sì al referendum si metterà la parola fine a questo progetto, per poi pensare a fare finalmente un nuovo piano energetico basato su efficienza energetica e fonti rinnovabili.
Decidi anche tu sul futuro del Paese: il 12 e il 13 giugno al referedum sul nucleare VOTA SI!
Per avere maggiori informazioni puoi visitare la pagina:
http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=10&contenuti_id=2500
E se vuoi dare il tuo contributo nell’informare il maggior numero di persone, a partire da amici, parenti, colleghi etc…Alla pagina
http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=16&contenuti_id=2522
trovi del materiale informativo che puoi stampare e distribuire, attaccare ed esporre nei luoghi che vivi e frequenti, in ufficio, in auto, al bar etc.
Puoi, inoltre, far girare su facebook e condividere il più possibile alcuni nostri spot e contribuire alla diffusione del nostro messaggio:
http://www.youtube.com/watch?v=VTPRQ9RRvoc
http://www.youtube.com/watch?v=w6PTeXCtaXc
Puoi, infine, metterti in contatto anche con un nostro circolo locale http://www.legambiente.it/associazione/dovesiamo/index.php e/o con il comitato referendario per tutti gli altri materiali e le interazioni con le altre associazioni: www.fermiamoilnucleare.it
11.3.11. E’ iniziata l’Era Atomica
Il giorno 11 marzo 2011 il mondo è cambiato. Nulla sarà più come prima. Siamo entrati nel post nucleare. Una nuova era in cui non ci sarà più spazio per i deliri dell’energia dell’atomo. Il Giappone si è immolato per noi, certo non volontariamente, ma è ciò che è successo. Se l’incubo nucleare che ci accompagna dal dopoguerra, da Chernobyl a Three Mile Island, cesserà (e cesserà ) lo dovremo al sacrificio di milioni di persone in fuga dalla nube di Fukoshima. Un esodo biblico. Neppure immaginabile.
Il Giappone rischia di diventare l’isola che non c’è, un luogo dove non si entra e non si esce. Una trappola nucleare. Se persino la portaerei Reagan ha abbandonato la sua missione umanitaria, quali flotte accorreranno in soccorso delle popolazioni del l’Est del Giappone? Le merci giapponesi contaminate non potranno più uscire dal Paese.
Le nubi non si fermano. Forse arriveranno fino in Europa se il vento soffierà verso Ovest. Il senso di quello che è successo è troppo grande, troppo profondo per poterlo afferrare, ma qualcosa si può intuire. Le persone hanno capito immediatamente che il nucleare è finito per sempre. Alcuni capi di Stato hanno già preso posizione contro le centrali, sanno che continuare sarebbe la loro fine politica. Succede in Germania, in Svizzera, perfino in Australia che possiede il 30% dell’uranio mondiale.
L’Italia, in questo scenario, recita la parte del giapponese sperduto in un’isola del Pacifico che continua a combattere dopo dieci anni dalla fine della guerra. Personaggi che finiranno presto nel dimenticatoio del ridicolo con le loro affermazioni nucleariste. La Prestigiacomo è l’unico ministro dell’Ambiente nel mondo che vuole nuove centrali nucleari. Lei, Testa, Veronesi, Berlusconi, Cicchitto, Scaroni, Maroni, Casini, Fini, Frattini e i pennivendoli fusi del nocciolino nucleare sono come i fascisti che giravano in divisa da federale dopo il 25 aprile. Le loro dichiarazioni sono da conservare per il futuro, i loro volti, i video, le argomentazioni sono la testimonianza di un preciso momento, l’ultimo. Domani, tra qualche giorno o qualche mese, non potranno più permettersi di sparare stronzate.
L’unico motivo per cui si vuole il nucleare è il debito pubblico di 500 miliardi di euro in mano alla Francia. L’EDF è il mandante, Berlusconi e la Confindustria gli esecutori interessati.
Questa classe politica sarà spazzata via dal referendum del 12 e 13 giugno. Da questa settimana partirà un’iniziativa che durerà fino al referendum: “Spegni il nucleare”. Voglio coinvolgere milioni di italiani, non ci sono alibi. Con il quorum Maroni ci potrà fare il bunga bunga solitario. Il 29 aprile ci sarà l’assemblea dell’ENEL delle centrali nucleari, io ci sarò, il blog ci sarà con la diretta streaming. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Come si è detto, la vita è basata su complesse e grandi molecole organiche, basate sul carbonio. I legami tra queste molecole avvengono attraverso l’interazione tra le nubi di elettroni dei vari atomi e sono legami molto più delicati di quelli che sussistono all’interno dei nuclei.
Ogni radiazione ionizzante, cioè in grado di strappare via gli elettroni da un certo atomo neutro, trasformandolo in ione, è in grado dunque anche di spezzare i legami che esistono all’interno delle molecole organiche, provocando seri danni.
Sono radiazioni ionizzanti sia i raggi alfa che i raggi beta, nonché, se consideriamo la radiazione elettromagnetica, i raggi ultravioletti, i raggi X ed i raggi gamma.
Dunque tutti e tre i tipi di radiazione nucleare (α, β e γ) sono nocivi.
Il danno può consistere nella morte della cellula che contiene la molecola colpita da questi proiettili oppure, se si è sfortunati, nella sua trasformazione in cellula cancerosa, pronta a riprodursi in modo incontrollato. Tutto dipende anche, naturalmente, dalla quantità e qualità delle radiazioni a cui si è esposti, nonché dalla durata dell’esposizione.
Ad esempio, nel corso di una esplosione atomica, si può essere investiti da una quantità di radiazioni tale da provocare la morte di enormi quantità di cellule, per cui l’organismo soccombe immediatamente o in pochissimo tempo.
Viceversa, esposizioni più basse ma prolungate nel tempo, come avviene in chi assorbe sostanze radioattive o vive in ambienti contaminati, può provocare malattie come il cancro o la leucemia, a distanza di tempo.
Se a venire colpita è la molecola del DNA, si potranno inoltre verificare delle mutazioni, cioè modifiche al codice genetico umano che sono trasmissibili alle generazioni future. Ovvero le radiazioni producono la sola forma di danno che si propaga anche ai discendenti.
A Cernobyl si calcola che si avranno ripercussioni genetiche per almeno 20 generazioni future!!
Lavori sospetti a Cava Ispica?
Riceviamo e pubblichiamo le foto in cui sono evidenti lavori di sbancamento a Cava Ispica.
Sono lavori autorizzati?
PARCO DEGLI IBLEI: presentato il Trailer
PRESENTATO STAMANI IL TRAILER DEL DOCUMENTARIO IBLEI. STORIE E LUOGHI DI UN PARCO.
TRA GLI INTERVENTI ANCHE QUELLI DI GUCCIONE E SGARBI CHE HANNO RIBADITO IL PROPRIO IMPEGNO PER IL PARCO.
RAGUSA ” Centocinquanta ore di riprese per produrre il documentario “Iblei Storie e luoghi di un parco”, di circa un’ora, in uscita ad aprile, per raccontare gli Iblei, la natura, le cave, la fauna, la flora. Tutti quegli elementi che saranno tutelati e valorizzati dall’istituzione del Parco degli Iblei. Alla libreria Saltatempo a Ragusa stamani è stato presentato il trailer del documentario prodotto da Argosoftware, con la produzione esecutiva di Extempora, da un’idea di Lorenzo Lo Presti e con la regia di Vincenzo Cascone. Un racconto a più voci da parte di chi vive e lavora sul territorio, per essere strumento di conoscenza rispetto alla proposta di istituzione di un parco nell’area compresa tra le province di Ragusa, Catania e Siracusa. Lo scopo è quello di evidenziare, attraverso le immagini e gli interventi di esperti, geologi, archeologi, agronomi, guide ambientali, artisti e anche semplici appassionati, la straordinaria biodiversià di questo territorio, microcosmo di elementi naturali e di interventi dell’uomo che per secoli lo hanno caratterizzato.
Lorenzo Lo Presti di Argosoftware, società che produce il documentario, ha spiegato la scelta di avviare questo particolare progetto editoriale. “Abbiamo voluto pensare alla produzione del documentario credendo concretamente in uno sviluppo sostenibile che rappresenta l’unica strada da percorrere per salvare il nostro territorio. Quanti sono per la creazione del parco sono stati accusati addirittura di aver ordito un complotto. Ma non è così, anzi la nostra unica intenzione, e in questo abbiamo nel ministro Stefania Prestigiacomo un alleato, è quello di tutelare un bene comune. In questi giorni abbiamo assistito a chi invece è contrario a questo parco, spesso la stessa gente e perfino le stesse istituzioni, che non dicono nulla sugli scempi edilizi perpetrati anche contro la legge. Noi crediamo nel nostro territorio e nella legalità e continueremo la nostra battagliaâ€. Il documentario avrà un taglio divulgativo e sarà diffuso nelle scuole, nei centri di informazione turistica, nei circuiti di promozione. “L’obiettivo – ha spiegato il regista Vincenzo Cascone di Extempora – resta quello di esprimere in immagini le peculiarità del territorio. Il parco viene immotivatamente visto come una iattura. Ed invece è sbagliato perché valorizza la natura che per secoli è stata alleata dell’uomo. Un felice rapporto che esiste da sempre e che ultimamente è stato modificato a senso unico dall’uomo e dai suoi interventi devastanti. La natura ha già dato i suoi segnali di avvertimento e adesso è anche arrivato il progetto di istituzione del Parco degli Iblei che intende dare ossigeno a questo territorio frutto di una sedimentazione di vari elementi, dall’ambiente alla cultura.
Ecco perché leggiamo come un’autodenuncia le dichiarazioni del sindaco Nello Dipasquale quando dice che in questo territorio c’è poco da valorizzare in quanto ci sono depuratori e fognature vicino agli ambienti naturali. Errori di una classe politica, di cui fa parte lo stesso primo cittadino, intento a creare un allarmismo inutileâ€. Paolo Uccello dell’Ente Fauna Siciliana e Saro Ruggeri del Cirs si sono soffermati sulle peculiarità ambientali del territorio che si intende valorizzare con l’istituzione del parco.
L’artista Piero Guccione ha detto di non capire l’opposizione che arriva da un compatto fronte politico e ha manifestato il sospetto che ci siano interessi forti che intendono bloccare l’istituzione del parco. Il critico Vittorio Sgarbi, intervenuto telefonicamente in quanto bloccato a Salemi, (a breve un comunicato stampa con le sue dichiarazioni), ha dichiarato che “chi è contro il parco non riesce a manifestare la volontà del territorio che va invece salvaguardato e tutelatoâ€. Sgarbi ha annunciato anche azioni mediatiche in ambito nazionale per ottenere l’istituzione del Parco degli Iblei. Tra gli interventi anche quello di Salvatore Mancini, imprenditore del turismo che ha parlato di una classe politica che non rappresenta le esigenze del territorio: “Parlano di sviluppo sostenibile ma sono loro i primi ad essere insostenibiliâ€.
INTERVENTO DI SGARBI DURANTE
LA PRESENTAZIONE DEL TRAILER DEL DOCUMENTARIO:
CHI E’ CONTRO IL PARCO SBAGLIA E VA FERMATO. PIUTTOSTO SI GODA DELLA CIVILTA’ DELLA NATURA
Non è una classe politica, è una classe di malfattori quella che si oppone all’istituzione del parco. Siamo davanti al sacco della Sicilia, condotto da amministratori che pensano di speculare su una terra in cui la natura ha fatto il suo corso. Trovo assurdo che oggi ci debba essere qualcuno a rivendicare un diritto primario, un valore dell’esistenza dell’uomo, un territorio che si intende valorizzare. Il critico Vittorio Sgarbi non usa mezzi termini per contestare apertamente quanti si oppongono all’istituzione del Parco degli Iblei. Lo ha fatto stamani intervenendo telefonicamente (bloccato da impegni istituzionali a Salemi) durante la presentazione del trailer del documentario “Iblei – Storie e luoghi di un parco†in uscita ad aprile con la produzione di Argosoftware e la produzione esecutiva di Extempora. Il critico d’arte, riferendosi a quanti stanno lavorando, spesso in silenzio, per far valere le ragioni del si, ha parlato di “nuovi carbonari che meriterebbero di essere premiati dal presidente della Repubblicaâ€. Poi è andato all’attacco: “Chi non difende il paesaggio e’ oggettivamente un criminale e un mafioso. Non si può continuare a sostenere il sacco del paesaggio. Lo si è fatto con l’eolico, lo si sta facendo con l’orrore del fotovoltaico, ma mettere in discussione l’istituzione di un parco è davvero impensabile. Sembra quasi che siamo arrivati al punto di dover rivendicare diritti non discutibili. E’ come se dobbiamo rivendicare di non picchiare i bambini o di non uccidere le mogli. Lo trovo davvero assurdo e sono pronto ad essere alleato e convinto assertore. Sono pronto anche agli interventi mediatici contro la corruzione di qualche delinquenteâ€. Riferendosi poi al territorio oggetto dell’istituzione del parco, Sgarbi ha detto: “Non devono mettere le loro mani sporche su questo inestimabile patrimonio. La provincia di Ragusa e l’area degli Iblei è tra le più integre d’Italia. La smettano di costruire case e casette inutili, di trivellare, di mettere le pale eoliche. Piuttosto devono godere dell’integrità di questi ambienti per difendere quella che definisco la civiltà della natura. Il Parco degli Iblei è sacro, e chi lo intende compromettere è un criminale e un mafioso. Chi si contrappone, tra le istituzioni, è un incapaceâ€.
Presentazione del trailer IBLEI. STORIE E LUOGHI DI UN PARCO
PARCO DEGLI IBLEI:
UN DOCUMENTARIO RACCONTA IL TERRITORIO OGGETTO DELL’INTERVENTO DI SALVAGUARDIA.
MARTEDI’ A RAGUSA LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL TRAILER DI IBLEI. STORIE E LUOGHI DI UN PARCO.
RAGUSA “ Un documentario per raccontare il vissuto di un territorio da salvaguardare e valorizzare. Immagini che narrano la lenta evoluzione di un tessuto in continuo cambiamento, un piccolo universo, per dirla con Piero Guccione, “fatto di armoniosi spazi, estesi fino all’azzurra corona di un lontano mare. E’ già in fase di montaggio il documentario dal titolo “Iblei. Storie e luoghi di un parcoâ€, in uscita ad aprile, con la produzione di Extempora e Argo Software. Il trailer sarà presentato ufficialmente martedì mattina, 26 gennaio alle ore 11, presso la libreria Saltatempo, in via Hodierna a Ragusa. Un’anteprima assoluta di quello che sarà il documentario che alterna immagini suggestive ad una serie di interventi scientifici e di interviste a personaggi del mondo dell’arte, pronti a spiegare le finalità della creazione del Parco nazionale degli Iblei. Un progetto editoriale che sarà presentato da Renzo Lo Presti, produttore e componente di Argo Software, Vincenzo Cascone, regista del documentario e direttore esecutivo di Extempora, Luca Lo Presti, rappresentante del comitato promotore del Parco nazionale degli Iblei.
Il documentario si ispira a un principio di tutela che sta alla base della proposta dell’istituzione di un parco nell’area compresa fra le province di Ragusa, Catania e Siracusa. Questa zona ha sviluppato, mantenendole ancora integre, le caratteristiche naturalistiche e antropiche di interesse locale e internazionale. A fronte di una costante minaccia della cancellazione dei segni e della reale fruizione di tali risorse, nonché del loro utilizzo e sfruttamento da un punto di vista turistico e agricolo, è necessario provvedere a una tutela sistematica e programmata. Lo scopo ultimo del documentario è proprio quello di stimolare e produrre, negli abitanti e nei potenziali visitatori, la coscienza delle caratteristiche del territorio. Martedì sarà presentato il trailer, della durata di circa sette minuti, che sarà consegnato alle singole testate giornalistiche. Un viaggio alla riscoperta del territorio, per raccontare la natura, la storia, l’uomo, per l’appunto gli Iblei, straordinario giacimento di biodiversità , di ricchezza etnoantropologica, nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.
Capannone in cont.da Garzella Ispica
In questi giorni questo Comitato è stato informato dal PD locale, della costruzione in contrada Garzalla, ai piedi della timpa di Gesu ed all’ingresso Sud della Cava Ispica di un capannone da adibire a Centro Commerciale.
Nella nota il segretario del PD, Pierenzo Muraglie, esprime grande preoccupazione per tale iniziativa a causa del grande impatto ambientale che si determinerà se sarà rilasciata dal Comune di Ispica la concessione edilizia e l’autorizzazione alla costruzione.
Per tale motivo il PD, tenendo conto della sensibilità del Comitato ‘Santa Maria del Focallo – Marina Marza’ e di tutti i suoi iscritti che ormai da qualche anno si battono per uno sviluppo eco sostenibile del nostro territorio, ha ritenuto valido ed opportuno rivolgere un appello al fine di esprimere un nostro parere.
Non c’è dubbio che l’ingresso di Ispica con la stupefacente timpa di Gesu dove si affaccia il Convento e la tomba di Donna Preziosa è uno degli scenari naturalistici più suggestivi del nostro territorio. L’impatto del turista è sicuramente emozionante tanto che in molti, pur avendo un itinerario diverso, si soffermano nella nostra città rapiti da uno scenario così suggestivo, elegante e naturale. Le statistiche delle visite al Parco Forza, (ingresso Sud di Cava Ispica), per la maggior parte di turisti di passaggio, non fa che convalidare quanto affermato da questo Comitato. La timpa di Gesu è patrimonio della città e dell’Umanità intera e pertanto non può e non deve essere messo al servizio del privato, benché proprietario, né tantomeno può diventare luogo per un Centro Commerciale che creerebbe danni irreparabili alla vivibilità del luogo, alla vegetazione, all’immagine dell’intera città ed alla Cava Ispica stessa.
E’ vero che nella stessa area esiste già un altro capannone (pare, dalle informazioni a noi in possesso, costruito abusivamente, senza alcuna licenza e poi sanato successivamente) ma bisogna sottolineare che la costruzione dello stesso risale agli anni 70 circa quando ancora non esistevano norme certe per la tutela ambientale e la salvaguardia del territorio. Sarebbe assurdo riperpetrare un ulteriore danno a questo angolo di paradiso che rappresenta tanto bene l’immagine della nostra città , specie ora che, grazie ai lavori fatti lungo tutta la Barriera, la zona è stata valorizzata.
Sembra veramente un ‘non senso’ da una parte valorizzare un’area dove probabilmente si è proceduto ad espropriazioni (non sappiamo neanche se giustamente remunerate), e dall’altro dare l’autorizzazione ad una concessione edilizia per la costruzione di un Capannone su un terreno che comunque insiste nella stessa area determinando, sicuramente, un effetto devastante anche della zona che si sta valorizzando. Modica, per citare un esempio, ha deciso di demolire il palazzo della posta per rivalutare la propria città e noi invece corriamo il rischio, a causa di una ipotizzabile scelta scellerata, di rovinare definitivamente il simbolo dell’intera comunità cittadina e dell’Umanità .
Per tutto questo il Comitato ‘Santa Maria del Focallo – Marina Marza’ non può che esprimere rammarico e tristezza.
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Bene ha quindi fatto il PD ed il suo segretario a coinvolgere il Comitato chiedendo di esprimere un’opinione. Il nostro direttivo, riunito al completo mercoledì scorso, all’unanimità , ha fortemente criticato la possibilità di una concessione edilizia in simile territorio e ha deliberato di avviare una petizione fra i propri iscritti al fine di esprimere individualmente la propria posizione in merito.
E’ lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a sottolineare la necessità della partecipazione popolare, attraverso l’informazione, quale elemento fondamentale per la corretta Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) di un progetto.
Il Ministero, rifacendosi alla convenzione di Aarhus e sulla base delle normative europea e nazionale in materia di V.I.A sostiene che “solamente grazie all’insieme delle informazioni e osservazioni ottenute dai Cittadini, dalle Amministrazioni Pubbliche e dai Proponenti è possibile valutare correttamente gli impatti ambientali dei progetti anche al fine di possibili soluzioni alternativeâ€. L’Amministrazione Comunale di Ispica quindi farebbe bene, attraverso l’informazione e la partecipazione, a conoscere l’opinione dei propri cittadini.
In proposito il Comitato ‘Santa Maria del Focallo – Marina Marza’ propone l’esproprio dell’area, agli stessi prezzi di come è già stato fatto in zone limitrofe o simili, e chiede che venga spostata l’autorizzazione della costruzione del Capannone in una zona commerciale dove non viene violato né l’impatto ambientale né il diritto del cittadino-proprietario.
Per quanto sopra il direttivo di questo Comitato, sempre all’unanimità , ha deliberato di avviare una petizione popolare fra tutti i propri iscritti e non, per sentire l’opinione della città e far valere l’interesse squisitamente generale su quello unicamente legittimo.
Tale raccolta verrà simbolicamente inviata al PD e al Sindaco di Ispica e del risultato verrà informato la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, il Ministro Prestigiacomo, l’Assessore Regionale Sorbello ed il Prefetto Fanara.
Facciamo voti affinché la sensibilità dell’Amministrazione Comunale, prima di ogni battaglia lacerante per la comunità , sappia fare la scelta giusta per evitare un’altra amputazione al nostro territorio.
Il Comitato Santa Maria del Focallo – Marina Marza
Continua lo scempio nella vallata del Tellesimo
Un anno fa la denuncia di Una Nuova Prospettiva e il sequestro della Guardia di Finanza
Accanto all’alveo del fiume una vera e propria discarica, persino carcasse di animali
Non ci crederanno i nostri lettori se gli certifichiamo con tanto di foto che, a distanza di oltre un anno dalla denuncia del movimento politico, Una Nuova Prospettiva, riportata sul n. 96 del Quotidiano di Sicilia del 23/05/08, riguardante lo scempio nella vallata del Tellesimo, oggi, purtroppo, ci ritroviamo a descrivere e a denunciare il medesimo grave problema. Una vallata stupenda con un fiume, il Tellesimo, che la rende ancora più attraente e fascinosa, ma che l’uomo incivile sta distruggendo, riducendola in una sorta di discarica; basta, infatti, affacciarsi dal ponte che la sovrasta e di colpo uno spettacolo di rifiuti è assicurato. Proprio accanto all’alveo del fiume, infatti, c’è di tutto: plastica di ogni genere, contenitori, bidoni di chissà quali liquidi, elettrodomestici e persino carcasse di animali. A poche centinaia di metri da tale sito, inoltre, l’ex discarica non bonificata e non protetta di Gisirotta contribuisce, con il percolato che raggiunge le falde, ad inquinare ulteriormente le acque di questo torrente che a poche centinaia di metri si riversano nel Tellaro. Un anno fa, a seguito della denuncia di Una Nuova Prospettiva ci fu addirittura il sequestro dell’area da parte della Guardia di Finanza. Ad oggi però non è cambiato nulla e “mentre da un lato – così denunciava Una Nuova Prospettiva – si sprecano le periodiche dichiarazioni di onorevoli, assessori e politicanti vari il torrente muore e con esso le speranze di sviluppo di una frazione, qual’è quella di Frigintini, che potrebbe certamente trarre gran beneficio e prospettive di occupazione dalla tutela e valorizzazione di una risorsa come il torrente Tellesimoâ€. A questo punto, il tempo delle parole e veramente finito, occorrono fatti concreti per mettere fine una volta per tutte ad un tale scempio.
Kamarina, la quinta distruzione
Cerchi Kamarina su Wikipedia e trovi “rovine di Kamarina“. La città fondata dai siracusani, questa disgrazia, evidentemente, se la porta appresso da sempre, nota dominante dei suoi 2600 anni di storia. E di storia e di distruzioni questa colonia ne ha da raccontare, con le certe sue 4 distruzioni, ad opera di greci, punici, romani e perfino arabi, che in Sicilia tutti ricordano per le belle cose fatte e non certo per quelle brutte.
Veniamo ai nostri giorni. Kamarina sta per subire la sua quinta distruzione tra l’indifferenza di tutti: mentre il maltempo restituisce nuove vestigia e le vecchie cinte murarie si stagliano a ridosso della spiaggia, il mare si appresta a completare l’opera avviata da Gelone nel 485 a.c., come testimonia un video che gira su YouTube. Si chiama erosione costiera ed è un problema che in Sicilia, e dalle nostre parti, conosciamo bene.
“Il governo regionale – ha detto di recente Pippo Sorbello, assessore della Giunta Lombardo, in quota Mpa- ha rivolto un’attenzione particolare al problema dell’erosione della fascia costiera della Sicilia, le cui aree a rischio interessano circa 350 km, pari al 20% del territorio”. Questa attenzione, Sorbello, la rilancia gongolante dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, di 9 dei 26 Piani stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico della fascia costiera definitivi “strumenti necessari di prevenzione e pianificazione che ci consentiranno di pervenire ad un assetto idrogeologico del territorio tale da minimizzare il livello di rischio”.
Uno fa finta di capire, tanto per non sembrare ignorante e quasi ci crede; ma a guardare bene, trova che essi riguardano, nel crudo linguaggio di un tecnicismo ad uso di pochi, “le unità fisiografiche della Sicilia continentale n° 9 (dal Porto di Licata a Punta Bianca), 10 (da Punta Bianca a Capo Rossello), 11 (da Capo Rossello a Capo San Marco), 12 (da Capo San Marco a Capo Granitola), e delle unità fisiografiche riguardanti le isole minori, cioè la n° 22 (Lampedusa e Linosa), 23 (Pantelleria), 24 (Isole Egadi), 25 (Isola di Ustica) e 26 (Isole Eolie)”.
Non siamo tecnici ma una cosa la capiamo: per questo lembo di Sicilia, almeno per il momento, non c’è niente in programma.
Ma il comunicato prosegue dicendo: “Il livello territoriale di analisi scelto è stato quello dell’unità fisiografica costiera, (21 le unità in cui è stata divisa la Sicilia), tratti di costa ben definiti compresi tra due importanti elementi morfologici. Tutti i tratti costieri caratterizzati da arretramenti significativi della linea di spiaggia (superiore a 5 metri) sono stati perimetrati e, sulla base dello stato di sollecitazione delle mareggiate distruttive subite negli ultimi 15 anni e delle eventuali segnalazioni di pericolo pervenute, ad essi sono stati assegnati determinati valori di pericolosità e rischio”.
Questo la Regione Siciliana dice alle agenzie di stampa. E suona come una beffa per Kamarina, l’ennesima.
Fondata e distrutta per la prima volta dalle stesse mani, prima amiche ma poi avversarie, vuoi vedere che anche questa volta subisce la stessa sorte: mano prima amica e poi avversaria?
Fonte: SUDDEST.It (Il nuovo quotidiano on line della Provincia di Ragusa)
Appello per le dune
Riceviamo e pubblichiamo.
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C’è un area prossima alla strada provinciale SP66 (lato interno) nel tratto Marina di Modica – Pisciotto che presenta un piccolo relitto di paleodune scampato sorprendentemente (finora) all’opera agricola ed edilizia.
Non so se si tratta di terreno privato o forse di demanio vista la copertura vegetale artificiale ad acacia.
Si presenta come un avvallamento circondato in modo suggestivo da alte dune consolidate in fase di litificazione che stanno lì da chissà quanti anni, ma che ben poco potranno resistere alle forze erosive una volta che il loro delicato equilibrio vegetazionale viene disturbato in maniera continua.
Questo sito che finora probabilmente era stato sfruttato solo dai cacciatori, da un pò di tempo è meta di appassionati del fuori-strada a motore, motociclisti prima e ultimamente persino automobilisti 4×4 (ultima conquista iblea della passione per la “natura”) che sfidano i propri limiti (o meglio quella dei loro mezzi meccanici) superando questi straordinari ostacoli, ottenuti miracolosamente senza nessuno sforzo solo tramite un semplice passa voce. Una passione che magari non durerà abbastanza a lungo da arrivare a far vedere le conseguenze di certe scelte. Scelte che stanno però danneggiando questo luogo in maniera irreversibile senza alcun motivo “giustificabileâ€.
Una qualche forma di protezione urge … magari semplicemente chiudere gli accessi.. prima che sia troppo tardi per conservare questa piccola fetta di patrimonio naturale. Articolo correlato