Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


Alternative agli inceneritori

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 6 Gennaio 2008

Il piano rifiuti della Regione Sicilia prevede la costruzione di 4 inceneritori come unica soluzione al problema dei rifiuti. Vediamo di approfondire l’argomento.
Per una descrizione degli impianti di incenerimento Wikipedia è abbastanza obiettiva, ma in rete sono moltissime le fonti libere di informazione che trattano l’argomento.
Anche Greenpeace esprime la propria opinione e propone soluzioni alternative.
Un concetto che mi preme mettere in evidenza sopra di tutti però è che; circa 1/3 in peso dei rifiuti in entrata si ritrova a fine ciclo in forma di ceneri, ma come la fisica insegna
“niente si crea né si distrugge, ma tutto si trasforma”, così la parte della materia che non si ritrova in uscita viene emessa nel corso del processo. E nel caso dei termovalorizzatori immetteremmo in circolo nell’ambiente particelle talmente piccole che non esistono in natura da essere letali anche singolarmente !!!!
Quindi nulla sparirà mai per magia, nè sottoterra, nè in aria!!!
Il contributo governativo agli inceneritori è di circa 55 milioni di euro l’anno per otto anni, per 4 (questi sono gli impinanti da realizzare in Sicilia).

Inceneritori, perché no

1. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelletossiche e diossine
2. L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti
3. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kgdi ceneri solide e altre sostanze.
-le ceneri solide vanno smaltite per legge in unadiscarica per rifiuti tossici nocivi, rifiutiestremamente più pericolosi delle vecchie discariche
i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
-l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate dadepurare
4. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivantidall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sanguein 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti
5. Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici
6. Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffineriedi petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il
finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti
7. In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporredi centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo
8. I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partitifinanziati alla luce del sole da queste realtà economichesono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata,
riciclaggio e bioessicazione

1. Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, haridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)
2. Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale
3. Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato
4. Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi trepunti va inviato a impianti per una selezione meccanica delletipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte nonriciclabile può essere trattata senza bruciarla con inimpianti di bioessicazione
5. In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
-il legno può essere venduto alle aziende per farnetruciolato
-il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare-il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica.
6. La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari. Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.

www.beppegrillo.it

                 

Link correlati:
http://www.greenpeace.it/inquinamento/inceneritori.htm
http://www.peacelink.it/ecologia/a/17132.html
http://www.greenpeace.it/camp/toxic/inc.htm
http://www.noinceneritori.org/

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Continuano le interrogazioni su Villa Cascino….

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 16 Dicembre 2007

Il sottoscritto D’Antona Vito, Consigliere Comunale del Movimento Sinistra Democratica,

- Tenuta presente la precedente interrogazione sullo stesso argomento datata 28.11.2007, con la quale venivano espresse perplessità in ordine al rilascio di una concessione singola al posto di un piano di lottizzazione e si chiedeva in via cautelativa la sospensione dei lavori e l’approfondimento della questione;
- Preso atto che in data 12.12.2007, a seguito di un più accurato controllo della documentazione inoltrata dall’impresa prima dell’inizio dei lavori da parte dell’ufficio e da uno specifico sopralluogo da parte della Soprintendenza di Ragusa, si è provveduto alla emissione di una apposita ordinanza di sospensione dei lavori;
- Preso atto della documentazione fatta pervenire, su disposizione del Sindaco al sottoscritto il 12.12.2007, contenente, tra l’altro, una relazione del Dirigente dell’Ufficio Urbanistica, nella quale si conferma che i lavori in corso di esecuzione interessano una zona con destinazione urbanistica C/3 del vigente Piano Regolatore Generale, con obbligo, pertanto, di presentazione di un piano convenzionato, ed inoltre che l’area risulta sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico;
- Rilevato che l’ufficio, alla luce di una consolidata prassi amministrativa e di una costante giurisprudenza, ha ritenuto di soprassedere alla richiesta di un piano convenzionato e di acconsentire al rilascio di una concessione singola;
- Ritenuto, in prima istanza e fatte salve esplicite disposizioni di legge, che non appare condivisibile che le valutazioni sulla deroga alle prescrizioni contenute nel Piano Regolatore Generale vengano effettuate dall’ufficio e non dal Consiglio Comunale, organo abilitato alla programmazione urbanistica;
- Ritenuto, ancora, che la questione in argomento richiede con urgenza la necessità per il Comune di dotarsi di strumenti e di procedure finalizzate alla tutela del territorio, atteso che nello specifico non può essere considerato secondario che l’intervento insiste in un punto fortemente suggestivo collocato tra la Villa Cascino da una parte e il complesso del Convento dei Cappuccini dall’altro;
- Rilevato che l’avvenuta sospensione dei lavori in argomento, nonché la necessità di salvaguardare il territorio, anche alla luce delle responsabilità che discendono dall’essere stata la città di Modica riconosciuta patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, contrastano con l’atteggiamento remissivo e quasi notarile che traspare dalla dichiarazione dell’attuale Assessore con delega all’Urbanistica, riportata dalla stampa il 27.11.2007 e mai smentita, il quale di fronte alla problematica in argomento dimostra una superficialità politica ed amministrativa non in sintonia con le sensibilità di una vasta opinione pubblica e con le necessità della città;
                                                               Chiede
- Al Sindaco quali iniziative intende adottare  in merito all’intervento di Via Nuova S. Antonio, alla luce dei recenti sviluppi della vicenda, e quali interventi edilizi in corso di realizzazione sono stati autorizzati con le stesse modalità;
- Al Sindaco se non ritiene, alla luce di quanto sopra riportato, necessaria ed urgente la emanazione di una direttiva in base alla quale le valutazioni in ordine a richieste di deroga alle prescrizioni del vigente P.R.G. vengano di norma sottoposte al Consiglio Comunale;
- che la presente venga discussa alla prossima riunione del Consiglio Comunale.
     Modica, 15.12.2007

                                                                                    Vito D’Antona

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L’auto ad aria è… volata via

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 29 Novembre 2007

Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?

VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E’ IMPORTANTE QUANTO L’ACQUA QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!

eolo-car.jpgGuy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la  “Eolo” (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell’uso urbano.Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d’estate per l’impianto di condizionamento. Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all’interno dell’auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento. Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta. Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.

Qualcuno l’ha mai vista in Tv? Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d’attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all’inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull’autodistruzione di tutti per il profitto di pochi. Insomma l’attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie. Il sito scompare, tanto che ancora oggi l’indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita. 

Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l’idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia. A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola,hanno usato Internet per far circolare informazioni. Tant’è che anche oggi, se scrivete su Google la parola “Eolo”, nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un’auto. I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l’inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno. Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti. La benzina oggi, l’idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi né di cambi olio,che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.

Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos’altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che “l’informazione” ufficiale dica mai nulla, presa com’è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo…. invece delle inutili catene di S. Antonio, facciamo girare queste informazioni!!!
LA GENTE DEVE SAPERE!!!!!!!

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Per il comune di Modica è prospettabile l’ipotesi di reato di falso in bilancio

Posted in Articoli,Pubblica Evidenza by admin on 23 Novembre 2007

Modica – Da avvocato, lo sostiene l’ex sindaco Carmelo Ruta
“Il commissariamento dell’ente è inevitabile, con lo scioglimento dell’amministrazione e del consiglio comunale.

Carmelo Ruta“Nel momento in cui sarà avviata un’approfondita indagine da parte di uno degli enti ai quali ho inviato un ampio resoconto sulla difficilissima situazione finanziaria del comune, non resterà altro da fare che dichiarare il dissesto finanziario”. Parole dell’ex sindaco ed avvocato Carmelo Ruta (nella foto), che aggiunge: “il commissariamento dell’ente sarà inevitabile, con tutte le conseguenze del caso: scioglimento automatico di amministrazione e consiglio comunale e l’ipotesi di reato prospettabile di falso in bilancio”.

Parole pesanti come macigni, quelle dell’ex sindaco Ruta, supportate da dati e cifre alla mano, ricavati dai vari bilanci dell’ente, a cominciare da quello relativo al 2006, che presenta un disavanzo ufficiale di 627mila euro che, sommato a quello dell’anno precedente, porta il totale complessivo a 989mila 650 euro. “Ma dove li mettiamo – dichiara Ruta – i circa sei milioni di euro che il comune pretende dal Ministero di grazia e giustizia quali somme dovute per la locazione del tribunale di via Aldo Moro? E dove vanno a finire – prosegue l’ex sindaco – i restanti tre milioni di euro richiesti e non concessi per le spese di ordinaria manutenzione dell’immobile? In questo modo arriviamo a nove milioni di euro, ai quali va aggiunto il milione ufficiale: il disavanzo reale dell’ente è quindi di poco inferiore ai dieci milioni di euro, peraltro già tutti spesi. Una cifra spaventosa che mai si riuscirà; a coprire. Ecco perchè – aggiunge Ruta – ritengo che il commissariamento sia ormai solo questione di tempo”.

Carmelo Ruta ha inviato il suo dettagliato resoconto al Ministero dell’Interno, settore controllo enti locali; alla Corte dei conti di Palermo e all’assessorato regionale agli enti locali. Un corposo dossier che traccia una cronistoria finanziaria dettagliata a partire dal 2002, anno d’insediamento del sindaco Piero Torchi, poi rieletto alle amministrative della scorsa primavera. Per riscuotere i sei milioni pretesi per i fitti del tribunale, l’ente ha come noto intentato un causa contro il Ministero, affidandola al professore Pitruzzella, alla luce del documento con il quale il guardasigilli Mastella ribadisce che “nulla è dovuto dal Ministero al comune di Modica per il palagiustizia”.

“Ritengo che non esistano i presupposti per intentare la causa che, anche se andasse a buon fine chissà fra quanti anni – prosegue l’ex sindaco – non salva di certo adesso l’amministrazione dalle sue colpe: si deve difatti provvedere fin da subito a far quadrare il bilancio. Invece  l’ente sta tentando in maniera grossolana di celare l’evidenza dei fatti con dati non veritieri: alla luce di ciò, lo ribadisco, è prospettabile l’ipotesi di reato di falso in bilancio”.

Secondo Ruta, “queste somme non sarebbero mai dovute essere iscritte nella voce in entrata del bilancio, perchè da sempre prive del titolo giustificativo che certifica la possibilità di riscossione. Nonostante la macroscopica assenza del documento – afferma l’ex sindaco – i revisori dei conti, l’ufficio ragioneria e il segretario generale hanno fatto finta di nulla e l’iscrizione della somma è quindi avvenuta in maniera illegittima. Il bilancio è stato poi approvato dal consiglio comunale, al quale era stata tenuta nascosta la comunicazione del Ministero, giunta lo scorso luglio a palazzo San Domenico e nella quale veniva evidenziato a chiare lettere che i sei milioni pretesi non saranno mai concessi.

L’assessore Drago – aggiunge l’ex sindaco – sostiene che si è verificato un dietro front dopo l’insediamento del governo Prodi. Ma mi chiedo: anche se ciò fosse vero, perchè non sono stati capaci di ottenere almeno il titolo giustificativo per la somma pretesa dall’ex guardasigilli, che apparteneva al loro stesso colore politico”? Ruta sostiene che le uniche somme che il comune potrebbe sperare lontanamente di incamerare sono quelle relative alla manutenzione ordinaria del tribunale: “il Ministero – afferma l’avvocato – ha concesso annualmente 85mila euro a fronte degli oltre 900mila che sarebbero serviti allo scopo. Se l’amministrazione è in grado di dimostrare questa circostanza, si potrebbe intentare una causa in tal senso.

Ma non mi risulta che ciò si stato fatto. Come non mi consta – conclude l’ex sindaco – che il comune abbia mai pagato la retta di adesione all’Ato: 50mila euro annuali mai iscritti neanche nel bilancio alla voce in uscita”. Da Notizie ufficiose, pare che il trasferimento regionale al comune stia subendo ritardi proprio alla luce di questa particolare situazione, in merito alla quale la Regione ha chiesto chiarimenti.

Intanto ieri i dipendenti hanno incrociato le braccia per buona parte della mattinata, facendo la fila davanti all’ufficio del sindaco per ottenere certezze sul pagamento degli stipendi di ottobre e novembre. A ulteriore sostegno delle sue tesi, l’ex sindaco chiude citando il paragrafo cinque dell’articolo 162 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali: “il bilancio di previsione è redatto nel rispetto dei principi di veridicità ed attendibilità, sostenute da analisi riferite ad un adeguato arco di tempo o, in mancanza, da altri idonei parametri di riferimento”.

Antonio Di Raimondo
Corriere di Ragusa

 

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TUTTI I MODICANI AL CONSIGLIO COMUNALE !!!

Posted in Comunicazioni,Pubblica Evidenza by admin on 23 Novembre 2007

LUNEDÌ 26 NOVEMBRE alle ore 19 CONSIGLIO COMUNALE interamente dedicato al tema RIFIUTI/DISCARICA
con la presenza del dott. Vindigni, presidente dell’ATO Ambiente.

E’ importantissimo essere presenti in tanti perchè su queste vicende che riguardano il territorio e che possono far scaturire scelte determinanti per il futuro della nostra città bisogna tenere alta l’attenzione e chiedere il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini.

E’ troppo comodo fregarsene per tanti anni (a Modica non un solo euro è stato speso in informazione e sensibilizzazione, la raccolta differenziata è praticamente quasi inesistente, siamo al  3-4%), sostenere le politiche regionali folli del presidente Cuffaro (autorizzare 4 termovalorizzatori progettati per incenerire più del 100% dei rifiuti isolani, prevedendo di raggiungere il 35% della raccolta differenziata solo nel 2025, mentre la legislazione attuale prevede l’obiettivo del 60% nel 2011) e poi pensare di risolvere tutto con la discarica. Oggi ci sono comuni che riciclano l’80% dei propri rifiuti (alcuni anche in Campania!), perché questo non può accadere a Modica visto che, a detta del Sindaco, siamo l’ombelico del mondo, il centro del Mediterraneo, l’eccellenza dell’eccellenza dell’eccellenza? In questo momento siamo soltanto il comune con il debito sui rifiuti più alto in provincia!

Perché non fanno una gigantografia anche per questo risultato?

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MILLENNI DI STORIA, ANNI DI DEGRADO

Posted in Pubblica Evidenza,Segnalazioni by admin on 17 Settembre 2007
gruppo

Sabato 15 settembre il Comitato per i diritti del cittadino e il Comitato spontaneo Fomenta hanno simulato una visita nei dintorni della testata settentrionale del parco archeologico di Cava Ispica per portare all’attenzione di Comune e Sovrintendenza le tante situazioni di degrado, abbandono e scarsa attenzione in cui versa l’area specialmente in prossimità dei siti di maggiore importanza.
Già a cominciare dalla poca chiarezza rispetto alla gestione di tali siti: ad esempio, non è stato possibile capire se possono essere visitati i ruderi della chiesa bizantina di San Pancrati  e se la visita rientra nel costo del biglietto; nella biglietteria non esiste un avviso, un cartello che informi su cosa è compreso nel costo del biglietto, per non parlare di materiale informativo (cartine, guide etc) completamente assente.

san-pancratiProvando a raggiungere dalla strada la chiesa di San Pancrati il gruppo è stato accolto da uno spettacolo poco edificante, con cumuli di rifiuti e sterpaglie proprio all’ingresso e sotto la tabella che dovrebbe indicare, se solo fossero leggibili, la datazione e il nome. Continuando la visita nella direzione della importantissima tomba a finti pilastri di Baravitalla, ci si imbatte in un area, lontanamente somigliante ad un parcheggio, invasa da vegetazione e rifiuti, con a fianco i servizi igienici ai quali, lo sventurato turista che dovesse trovarsi ad averne bisogno, potrebbe accedere soltanto se dotato di decespugliatore o di macete; i residenti riferivano che all’interno nulla è rimasto dei sanitari e di tutto ciò che costituiva i servizi igienici. Non basterà certamente il tentativo di rimandare a passate gestioni ed amministrazioni, visto che i lavori iniziarono nel 1989 e, a quanto pare non sono mai stati conclusi o collaudati, a giustificare la situazione attuale.

Seguendo un cartello che invita con delle freccette a raggiungere la tomba di Baravitalla e il percorso archeologico, gli improvvisati “turisti amanti dell’archeologia”, scoprono che il percorso che porta alla tomba è completamente invaso dalla vegetazione, mentre non c’è assoluta evidenza dell’inizio del percorso archeologico. Diversi sacchi contenenti spazzatura maleodorante da giorni e giorni giacciono sotto la tabella indicante, con una freccia, il fantomatico inizio del percorso. Provando a cercare l’ingresso del percorso, i partecipanti all’iniziativa scoprono che,  senza alcuna indicazione di pericolo o di divieto, a pochi metri la strada termina a causa del crollo di un ponte, avvenuta circa 5 anni addietro. La pericolosità di tale situazione e la superficialità con la quale viene ignorata, suscita indignazione e sconcerto, anche perchè fa a pugni con un nuovissimo impianto di illuminazione pubblica a pannelli solari che illumina un’area di poche centinaia di metri proprio prima del ponte. Ci si chiede quale sarà stato il criterio per la scelta di tale sito da illuminare visto che c’è solo una abitazione e che tutto il contesto è nelle condizione prima citate. Attorno al ponte crollato è stato possibile, oltre che avvertire effluvi maleodoranti, scorgere rifiuti di ogni tipo, dalle carcasse di animali, a polistirolo e rifiuti dell’agricoltura, frigoriferi etc.

La visita si conclude cinquanta metri oltre il ponte, dove il gruppo viene attirato da una montagna di rifiuti di ogni tipo, dietro la quale è possibile scorgere, quasi completamente ricoperta da finocchio selvatico, la tomba di Baravitalla, i cui finti pilastri sembrano volersi, comunque, imporre allo squallore del paesaggio circostante.

Comitato per i diritti del cittadino
Comitato spontaneo Fomenta

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SULL’ACQUA PRONTI A TORNARE IN PIAZZA

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 14 Settembre 2007

acqua

 

Non siamo più disposti a farci prendere in giro!
Con battaglie e petizioni sentite e partecipate, nelle piazze, sulle strade e finanche sulle spiagge, con forti prese di posizione del clero e delle organizzazioni di categoria, i cittadini della provincia di Ragusa hanno espresso chiaramente la scelta della gestione pubblica (in house) del servizio idrico integrato e, facendo sentire il fiato sul collo ai sindaci, hanno convinto anche questi ultimi a recedere dall’andare avanti con la gestione mista.

Ma a distanza di tanti mesi e, principalmente, con le elezioni amministrative alle spalle, i sindaci hanno continuato a nicchiare e a non decidere, fino ad arrivare alla farsa di ieri, con l’assenza di molti di loro e la mancanza del numero legale, che ha ancora una volta impedito la deliberazione per l’annullamento della gara.
Per anni hanno gridato ai quattro venti il rischio di perdita dei finanziamenti, cercando di
addossarne la colpa a chi rivendicava correttezza di procedure e la salvaguardia di un bene comune.

Da diversi mesi, invece, dobbiamo sopportare ritardi ingiustificabili dovuti a fantomatiche riflessioni, ora dei sindaci ora del RUP.
Se prima tutto era chiaro e fattibile e le decisioni potevano essere prese nel giro di brevi
sedute, adesso passando da un dubbio all’altro cercano di scaricarsi l’onere di una scelta che, per loro stesse responsabilità, presenta risvolti non proprio piacevoli (vedi pagamento di penali etc).

Non si illudano di prenderci in giro e non credano che abbiamo la memoria corta!
Non sarà di certo ad un eventuale commissario regionale che addebiteremo le responsabilità nel caso di affidamento tramite società mista.

Molti di loro sono già in campagna elettorale, vuoi per le imminenti amministrative in alcuni comuni, vuoi per ambizioni regionali mai sopite, e quindi sappiano che i cittadini della provincia e, per quanto ci riguarda, della città di Modica, sapranno regolarsi di conseguenza e saranno ancora più forti e tenaci nella difesa del bene pubblico acqua.
Sapremo dare un nome e un volto (vedi V8 di Grillo) a tutti quegli amministratori che dovessero rendersi complici della privatizzazione dell’acqua!

FORUM DELLA SOCIETÀ CIVILE
DI MODICA

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TANTO RUMORE PERCHÈ NULLA CAMBI

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 13 Settembre 2007

Le scorse settimane, in merito alle situazioni di degrado e di
mancanza di decoro in cui versano molte zone della città, specialmente
in prossimità dei siti per il conferimento degli rsu e della raccolta
differenziata, l’Assessore all’ecologia Nino Giarratana, ha rilasciato
una serie di dichiarazioni nelle quali, con toni acuti e altisonanti,
addebitava le responsabilità a gravissimi atteggiamenti da parte di
alcuni operatori ecologici “imboscati” e “raccomandati” che cercavano,
addirittura, la protezione e l’impunità da parte di non ben definiti
patronati politici.
Non vogliamo entrare nel merito di tali pesanti dichiarazioni, altri
lo hanno fatto ed altri ancora, probabilmente, lo faranno, bensì
riportare l’attenzione sulla realtà denunciata da alcuni residenti del
quartiere di San Giovanni e che aveva poi portato i media locali ad
allargare l’obiettivo su tutta la città.
Abbiamo provato a fare un giro e ci siamo subito resi conto che nulla
è cambiato e che la città versa in uno stato pietoso, anche in zone
centrali e frequentate da turisti.
Spesso il nostro comitato si è occupato di questa problematica e,
pertanto, vogliamo provare, in pochi punti, a dare un modesto
contributo alla comprensione del fenomeno di degrado urbano e
dell’emergenza rifiuti in generale:
– manca l’informazione e la sensibilizzazione sulla raccolta
differenziata e su come conferire i rifiuti; poco e niente è stato
fatto in questa direzione: sarebbero necessari spot televisivi,
manifesti, cartelloni pubblicitari, depliant informativi, insomma
niente di trascendentale. Qualcosa del genere si è vista, per
pubblicizzare le opere “promesse e mantenute” dall’amministrazione, e
questo dimostra che è fattibile;
– le campane o meglio i contenitori, vengono svuotati poche volte e
spesso i cittadini sono costretti a lasciare fuori i rifiuti o a
peregrinare da un contenitore all’altro nella speranza di trovarne uno
non pieno. Andrebbe, quindi, aumentata la frequenza degli svuotamenti;
– i baristi e i ristoratori più sensibili provano a fare la raccolta
differenziata, per lo più del vetro, ma magari non potendo permettersi
di lasciare incustodite le attività per molto tempo si limitano a
portare nelle vicinanze dei contenitori i cartoni con le bottiglie; è,
pertanto, evidente che manca ed è indispensabile una raccolta diretta
presso queste attività commerciali che producono grandi quantità di
rifiuti differenziabili: far passare una moto-ape con un operatore
almeno una volta al giorno comporterebbe un aumento notevole ed
immediato della raccolta differenziata, un enorme risparmio per il
minore conferimento in discarica e non si alimenterebbero le
situazioni di degrado e le mini discariche attorno ai contenitori
(vedi San Giovanni). Proviamo ad immaginare lo stesso servizio per i
cartoni, la plastica, il polistirolo e tutti quei prodotti di scarto
degli imballaggi. Proviamo pure ad immaginare aree di raccolta e di
conferimento, ad esempio per cartoni e polistirolo, a disposizione di
tutti i cittadini e non solo dei commercianti. Lo scatolone e il
polistirolo del televisore o del computer, piuttosto che gli
imballaggi dei mobili appena acquistati, spesso sono un problema per
il cittadino che non sa dove andarli a buttare e che certo non può
tenerseli in casa. Migliaia di chilogrammi di rifiuti che non
andrebbero in discarica, centinaia di migliaia di euro risparmiati e
materie prime recuperate;
– manca una buona informazione sul servizio di raccolta a domicilio
degli ingombranti, dei durevoli, di televisori, computer, stampanti,
di sfalci e potature etc etc, insomma di tutti quei rifiuti che
ritroviamo spesso in pieno centro e continuamente nelle strade di
periferia e nelle campagne. Moltissimi di questi rifiuti vanno a
finire in discarica mentre potrebbero essere recuperati e costituire
una risorsa. Basterebbe potenziare il servizio e farlo sapere ai
cittadini. Chi sarebbe così fesso da faticare per mettere in macchina
il frigorifero o pagare un autotrasportatore per andare poi a
scaricarlo in giro, rischiando una multa e il biasimo della gente,
quando con una telefonata potrebbe risolvere il problema? Veramente
pensiamo che i cittadini sono incivili e pure scemi?
– manca un serio controllo su tutte quelle attività commerciali che
sono obbligate a conferire i loro rifiuti tramite consorzi, vedi
riparatori di elettrodomestici, gommisti, officine etc etc. Quante
volte ci capita di vedere batterie, pneumatici, televisori,
abbandonati in giro per la città e nelle campagne e spesso in quantità
considerevoli, segno che qualcuno del settore se ne libera in tutta
tranquillità;
– manca, infine, una seria politica di riduzione dei rifiuti, che
educhi i cittadini, a partire dalle scuole, al riuso e al riciclaggio
dei beni e solo alla fine del loro ciclo vitale, al conferimento
differenziato. Solo se ridurremo la quantità di rifiuti prodotti,
potremo pensare di cominciare a risolvere il problema.
In conclusione, a Modica, così come in tutta la provincia, non sarà
certo una discarica a salvaguardare il territorio da emergenze
“campane”, ma solo l’attivazione di tante misure come quelle appena
citate e di tante altre ancora ipotizzabili, prima tra tutte una seria
e convinta raccolta differenziata con incentivi e sgravi per i
cittadini che la praticano.
Se i nostri amministratori si ostineranno a non comprenderlo, avviata
la prima discarica, dopo due o tre anni arriverà la seconda e poi la
terza e così via fino a trasformare tutto in un grande immondezzaio.
Al bluff dei termovalorizzatori, poi, solo i più ingenui e qualcuno in
malafede continuano a crederci.
All’Assessore Giarratana suggeriamo di urlare forte e chiaro per
richiedere l’avvio di tutto questo all’amministrazione di cui fa parte
e vedrà che questa volta nessun cittadino si offenderà ne tanto meno
protesterà.
Non basteranno, certo, le dichiarazioni forti o il ping pong di
responsabilità a risolvere il problema e a mascherare la realtà.
Modica,13/09/07

Per il comitato spontaneo di cittadini FOMENTA
Piero Gugliotta

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Il serpentone fermentante

Posted in Comunicazioni,Pubblica Evidenza by admin on 5 Agosto 2007

Domenica 5 agosto, alle 11.50, puntuale come sempre (è nota la puntualità delle macchie, specialmente di quelle giallastre), si è presentata di fronte agli scogli del Pisciotto l’ormai nota macchia giallastra. Viceversa non abbiamo visto, nonostante il nostro pubblico invito, il  capogruppo di Forza Italia Franco Militello, atteso per il doveroso tuffo promozionale.

Si è percepita grande delusione fra i convenuti, italiani e stranieri; ma nessuno ci è apparso tanto deluso quanto la macchia che per l’occasione aveva indossato la sua livrea festiva.

Per non deludere i ragazzini, accorsi in gran numero come ogni domenica, la macchia ha tenuto banco assumendo la forma di serpentone, per la gioia di tutti. I più piccini, per ringraziare, si sono tuffati numerosi ed hanno lottato felici nel suo fervido e soprattutto fermentante abbraccio.

CrisCo

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Salviamo Val di Noto dalle trivelle dei petrolieri

Posted in Articoli,Pubblica Evidenza,Rassegna Stampa by admin on 7 Giugno 2007

noto.jpgCARO direttore, i milanesi come reagirebbero se dicessero loro che c’è un progetto avanzato di ricerche petrolifere proprio davanti al Duomo? Rifarebbero certo le cinque giornate. E i veneziani, se venissero a sapere che vorrebbero cominciare a carotare a San Marco? E i fiorentini, sopporterebbero le trivelle a Santa Croce? I rispettivi abitanti che ne direbbero di scavi per la ricerca del petrolio a Roma tra i Fori imperiali e il Colosseo, a piazza Di Grado a Genova, sulle colline di Torino, a piazza delle Erbe, a piazza Grande, lungo le rive del Garda?

Non si sentirebbero offesi e scempiati nel più profondo del loro essere? Ebbene, in Sicilia, e precisamente in una zona che è stata dichiarata dall’Unesco “patrimonio mondiale dell’umanità“, il Val di Noto, dove il destino e la Storia hanno voluto radunare gli inestimabili, irrepetibili, immensi capolavori del tardo barocco, una società petrolifera americana, la “Panther Eureka”, è stata qualche anno fa autorizzata, dall’ex assessore all’industria della Regione Sicilia, a compiervi trivellazioni e prospezioni per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo. In caso positivo (positivo per la “Panther Eureka”, naturalmente) è già prevista la concessione per lo sfruttamento dell’eventuale giacimento.

In parole povere, questo significa distruggere, in un sol colpo e totalmente, paesaggio e storia, cultura e identità, bellezza e armonia, il meglio di noi insomma, a favore di una sordida manovra d’arricchimento di pochi spacciata come azione necessaria e indispensabile per tutti. E inoltre si darebbe un colpo mortale al rifiorente turismo, rendendo del tutto vane opere (come ad esempio l’aeroporto Pio La Torre di Comiso) e iniziative sorte in appoggio all’industria turistica, che in Sicilia è ancora tutta da sviluppare.

Poi l’inizio dei lavori è stato fermato, nel 2003, dal Governatore Cuffaro su proposta dell’allora assessore ai Beni Culturali Fabio Granata, di Alleanza nazionale, in prima fila in questa battaglia.

Ma è cominciato quel balletto tutto italiano fatto di ricorsi all’ineffabile Tar, rigetti, annullamenti, rinnovi, sospensioni temporanee, voti segreti, vizi di forma e via di questo passo ( ma anche di sotterranee manovre politiche che hanno sgombrato il campo dagli oppositori più impegnati).

E si sa purtroppo come in genere questi balletti vanno quasi sempre tristemente a concludersi da noi: con la vittoria dell’economicamente più forte a danno degli onesti, dei rispettosi dell’ambiente, di coloro che accettano le leggi. E i texani, dal punto di vista del denaro da spendere per ottenere i loro scopi, non scherzano.

Vogliamo, una volta tanto, ribaltare questo prevedibile risultato e far vincere lo sdegno, il rifiuto, la protesta, l’orrore (sì, l’orrore) di tutti, al di là delle personali idee politiche?

Per la nostra stessa dignità di italiani, adoperiamoci a che sia revocata in modo irreversibile quella contestata concessione e facciamo anche che sia per sempre resa impossibile ogni ulteriore iniziativa che possa in futuro violentare e distruggere, in ogni parte d’Italia, i nostri piccoli e splendidi paradisi. Nostri e non alienabili.

Andrea Camilleri a Repubblica

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