Che cosa stanno spruzzando?
What In The World Are They Spraying? è un film/documentario sulle scie chimiche/Geoingegneria della TruthMedia Productions che promette di aumentare l’interesse delle persone verso questo fenomeno. Delle scie chimiche si è già parlato a lungo e il produttore Michael Murphy assieme al regista Paul Wittenberger hanno collaborato con l’autore di fama mondiale e produttore di film documentari G. Edward Griffin per unire le loro competenze e le loro ricerca per porre fine al dibattito sulle scie chimiche. E’ è il primo documentario in assoluto sulle scie chimiche.
Michael Murphy: Il produttore
Michael Murphy è un giornalista indipendente ed attivista politico dalla zona di Los Angeles il cui lavoro si concentra su questioni che vanno ben oltre gli interessi dei media. In questa intervista esclusiva con Suite101, Michael Murphy spiega il suo film:
S101: Lei ha prodotto diversi piccoli film sulle scie chimiche. Qual è stato il fattore decisivo per la produzione di un documentario full-length su questo argomento?
MM: Poco dopo aver prodotto, Io e Paul Wittenberger, Enviromental Deception: The difference between contrails and chemtrails, abbiamo deciso di fare una ricerca più approfondita sulla questione. Nel febbraio del 2010, la nostra curiosità ci ha portato presso il meeting dell’Associazione Americana per il Progresso della Scienza tenutosi a San Diego dove gli scienziati hanno discusso i vari modelli di geoingegneria. Alcuni di quelli includevano aerosol nella stratosfera dove gli scienziati avevano proposto l’irrorazione di 10-20 milioni di tonnellate di alluminio e di altre sostanze in atmosfera per l’obiettivo dichiarato di raffreddare il pianeta. Tutto ciò mi portò a scrivere un articolo “What In The World Are They Spraying?â€. Questo articolo è stato il catalizzatore di partenza per il documentario.
S101: A che punto era questo progetto quando G. Edward Griffin è salito a bordo?
MM: Eravamo circa ad un terzo del lavoro quando Edward G. si unì a noi. E’ stato interessante, Paul e io effettivamente siamo andati a casa sua per intervistarlo su una questione diversa quando decisi di chiedere lui circa le scie chimiche/agenda della geoingegneria. Dopo l’intervista, è apparso chiaro che condividevamo le stesse preoccupazioni su questo problema. G. Edward mi chiese di inviarli una prima bozza del film e promise che ci avrebbe aiutato con il finanziamento del film. Circa una settimana più tardi, dopo aver ricevuto la bozza, si offrì di aiutare e diede il via ad una campagna di raccolta fondi. In due giorni avevamo raggiunto i nostri obiettivi di finanziamento.
S101: Durante la raccolta delle informazioni, hai scoperto qualcosa che ti allarmato?
MM: Sì. Se dovessi iniziarne a discutere dovrei andare avanti per una settimana ma voglio condividere una cosa. Durante il nostro viaggio al Monte Shasta nel nord della California, siamo rimasti scioccati dai nostri risultati. Questa zona ha perso le foreste e la vegetazione. Attraverso test, gli scienziati hanno scoperto che il suolo in tutta questa zona era in media, ad un livello di pH che superava di 10 volte l’alcalinità normale. Ci hanno detto che la vita vegetale in questo settore richiede terreni acidi per crescere ma se si aumenta l’alcalinità la vegetazione è destinata a morire. Ulteriori test hanno rivelato una presenza migliaia di volte superiore alla quantità normale di alluminio e bario. L’ alluminio agisce come un buffer e cambia il pH del terreno in acido quando aggiunto in forma libera. Ironia della sorte, l’ossido di alluminio è un ingrediente dei modelli menzionati di geo-ingegneria.
S101: Lei è stato invitato come relatore ad un simposio internazionale sulle scie chimiche in Belgio all’inizio di quest’anno. Hai notato una maggiore consapevolezza nelle persone europee rispetto che in quelle americane?
MM: Sì, sicuramente. Abbiamo effettivamente parlato con un sacco di europei. Molti di coloro che abbiamo parlato di credere che gli americani in generale, siano più interessati agli sport e all’intrattenimento piuttosto che a quelle che sono le vere questioni che influenzano la nostra salute e la nostra libertà .
Chemtrails vs contrails
Alcune persone credono che le chemtrails siano delle scie normali lasciate nella scia dei jet che volano ad alta quota. Eppure innumerevoli testimoni hanno osservato aerei da cui usciva una sostanza che si trasformava poi in nuvole, e altri aerei che sembravano volare alla stessa quota, che lasciavano una normale scia di vapore acqueo (che scompariva dopo poco). Gli attivisti delle scie chimiche su Facebook fanno parte di questi testimoni.
Le scie chimiche nelle news
I maggiori media non hanno affrontato le chemtrails come un fatto di cronaca. Tuttavia, una emittente di news non ha solo riportato la notizia ma ha anche condotto dei test. La KSLA News 12 in Louisiana, ha condotto i propri test, che coincidono con ciò che si dice: le scie chimiche stanno rilasciando elevate quantità di bario e alluminio nell’atmosfera che ricadono lentamente a terra. Le scie chimiche non sono nuove. Alive riportò che nell’inverno del 1998, che delle scie chimiche che oscuravano il cielo sono state “osservate da migliaia di testimoni oculari, tra cui piloti, ufficiali di polizia ed ex militari del Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e paesi alleati europei“.
Per Approfondimenti
Dossier Scie Chimiche
Video del Dossier
MANIFESTO PER L’INDIPENDENZA DELL’OMS
UNA FIRMA PER SMASCHERARE L’IMBROGLIO DI CHERNOBYL
E DI TUTTO IL NUCLEARE
LA STORIA
Il 28 maggio 1959, all’ inizio del programma “Atomi per la Paceâ€, l’Assemblea Mondiale per la Sanità adottò un Accordo (legge WHA 12-40) con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).L’Accordo OMS/AIEA, in pratica, sottomette l’ OMS alle decisioni dell’AIEA, ovvero alle decisioni del promotore del nucleare commerciale, il cui statuto precisa che l’ obiettivo principale è “ l’ accelerazione e la crescita del contributo dell’ energia atomica in favore della pace, la salute e la prosperità in tutto il mondoâ€. L’AIEA, in virtù dell’accordo stipulato, resta giudice e parte integrante in tutto ciò che concerne i rischi del nucleare per la salute pubblica, giacchè il suo ruolo principale resta quello di promuovere la costruzione di centrali nucleari.
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A differenza degli accordi di collaborazione stipulati normalmente tra le Agenzie specializzate dell’ ONU, l’ Accordo OMS-AEIA impedisce all’ OMS di agire liberamente nel settore nucleare, se non dietro preventivo assenso dell’AEIA.
L’ articolo I, comma 3, dell’ accordo prevede, in effetti, che per intraprendere un programma od un’ attività in un settore che presenti un interesse rilevante per l’AIEA, l’OMS debba consultare l’AIEA “allo scopo di regolare la questione di comune accordoâ€. Questo patto, che diventa vincolante in caso si verifichi un conflitto d’interessi, è in contraddizione flagrante con l’articolo 37 della Costituzione dell’ OMS che invece prescrive che “nell’ esercizio delle loro funzioni, il Direttore generale ed il personale [dell’OMS] non dovranno richiedere o sollecitare istruzioni [……]†da parte di alcuna autorità che non sia parte integrante dell’OMS.
Secondo l’Articolo III, inoltre, “ L’OMS e l’AIEA riconoscono di potere essere chiamate a prendere alcune misure restrittive al fine di salvaguardare il carattere confidenziale di alcuni documenti, la cui divulgazione potrebbe compromettere in un qualunque modo il buon andamento dei suoi lavoriâ€.
Continua l’Articolo VII “ l’AEIA e l’ OMS si impegnano ad evitare, nelle loro rispettive attività , i doppi impieghi inutili, nella raccolta, il controllo e la pubblicazione delle statistiche, ed a consultarsi sulle modalità di utilizzare il più efficacemente possibile le informazioni, le risorse e il personale tecnico nel settore statistico, come anche tutti i lavori statistici relativi a questioni d’ interesse comuneâ€.
Sulla carta i diritti ed i doveri sembrerebbero formulati in maniera reciproca: il testo dell’ accordo non sembra stabilire un potere di un’agenzia dell’ONU che prevalga sull’altra. Di fatto, quest’ accordo conferisce un diritto di veto asimmetrico ed unilaterale all’AIEA: è essa soltanto ad esercitare questo diritto, in quanto soltanto essa minaccia la salute pubblica. In caso di incidente lieve o anche grave, l’AIEA ha interesse ad assumere quelle misure restrittive di cui sopra.
Prima di questo Accordo, nel 1956, l’OMS riuniva un gruppo di brillanti esperti nel settore della genetica, compreso il vincitore del Premio Nobel per la genetica, H.J. Muller.
Questo gruppo ha collettivamente messo in guardia la comunità scientifica, nei confronti del rapido sviluppo dell’ industria nucleare commerciale: “ Il patrimonio genetico è il bene più prezioso dell’ essere umano. Esso determina la vita dei nostri discendenti, lo sviluppo sano ed armonioso delle generazioni future. In qualità di esperti, noi affermiamo che la salute delle future generazioni è minacciata dallo sviluppo crescente dell’ industria nucleare e dalle fonti di irraggiamento nucleari…… Stimiamo ugualmente che le nuove mutazioni che si manifestano negli esseri umani avranno un effetto nefasto su di loro e sulla loro discendenzaâ€.
Quest’avvertimento fu vano, in quanto l’ OMS non indugiò a firmare l’Accordo del 1959, contravvenendo al suo mandato, (articolo 2, punti “q†e “r†dello Statuto), cioè “ fornire tutte le informazioni, dare tutti i consigli necessari e tutta l’ assistenza nel settore della sanità pubblica; aiutare a formare, tra i popoli, un’ opinione pubblica che disponga di tutte le informazioni necessarie per quanto riguarda i provvedimenti da adottare in materia di salute pubblicaâ€.
L’accordo AIEA/OMS rappresenta quindi il peccato originale che ha determinato tutto lo sviluppo del nucleare nel mondo e che ha assunto vere e proprie connotazioni di colpevolezza dopo l’incidente di Chernobyl.
Il potere di veto dell’AEIA è venuto particolarmente alla luce durante la Conferenza Internazionale organizzata dal Dott. Hiroshi Nakajima, a Ginevra nel novembre del 1995 e a cui parteciparono settecento esperti e medici, oltre ai ministri della Sanità dei Paesi più colpiti dalle conseguenze della catastrofe nucleare di Chernobyl (Ucraina, Federazione Russa, Bielorussia). L’argomento della conferenza era: “Le conseguenze di Cernobyl e di altri incidenti radiologici sulla salute”. Gli atti di questo congresso erano attesi per il marzo 1996. A quell’epoca avrebbero costituito un “best sellerâ€. Il loro fine, formulato per iscritto da Hiroshi Nakajima, sarebbe stato quello di fissare delle basi in vista della conferenza dell’AIEA a Vienna nel 1996. Questi documenti furono censurati. Fino ad oggi non sono ancora stati pubblicati . Hiroshi Nakajima, ex direttore generale dell’OMS, puntualizzò, alla televisione svizzera di lingua italiana a Kiev nel 2001, che la sospensione di questa pubblicazione derivava dai vincoli giuridici che legavano l’OMS alla AIEA (titolo del reportage : “ Bugie nucleariâ€- Mensonges nucléaires/ versione tedesca “Atomare Lügen/Nuclear Controversies- di Vladimir Tchertkoff).
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>>>IL GRUPPO “CONTRO LE BUGIE DEL NUCLEARE” SU FACEBOOK
Le escursioni di Kalura
Carissimi,
siete pronti per la grande prova?… Quale? L’escursione KaluraBoscagliaSicilia 2008 più impegnativa, totalmente anfibia, tra nuoto e trekking in una natura rigogliosa e primordiale che cercherà di ostacolarci… il “Tellesimo –torrentismo” (RG)!!
Sarà così che vi saluteremo Domenica 29 giugno… per poi rivederci a settembre…
La partenza è da Ragusa – P.zza Libertà ore 8.30 (Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria 3939506186 o mandate una e-mail a info@kalura.org.Â
L’equipaggiamento non sarà il solito, ma vi forniremo le indicazioni necessarie, mercoledì 25 giugno alle ore 19:00, nella riunione pre-escursione che si terrà presso la nostra sede: Via Torrenuova, 154 – Ragusa Ibla. LA VOSTRA PRESENZA E’ OBBLIGATORIA.
IL FUTURO DELLA SICILIA NON PASSA DAGLI IDROCARBURI !!!
Parere negativo di compatibilità ambientale (art. 5 DPR 12-04-1996, sulla relazione Valutaz. Impatto ambientale ( V.I.A.) della Soc. Panther Eureka), espresso dall’ Ufficio Tecnico del Comune di Noto ed inviato all’Ass.to Reg.le Territorio e Ambiente – Palermo Â
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ANCHE NELLA CITTA’ DI VITTORIA (RG) LA PANTHER TROVA PROBLEMI.
E’ DI QUESTI GIORNI UNA DURA PRESA DI POSIZIONE DEL SINDACO DI VITTORIA CHE CONTESTA LE PROSSIME TRIVELLAZIONI DELLA PANTHER NEI PRESSI DELLA SORGENTE D’ACQUA “SCIANNACAPORALE” CHE ALIMENTA LA CITTA’ DI VITTORIA. IL SINDACO CHIEDE LA REVOCA DELLE CONCESSIONI E FA’ APPELLO AGLI ALTRI SINDACI DEL VAL DI NOTO.
IL COMITATO NOTRIV PRENDE ATTO DELLA NUOVA SITUAZIONE CREATASI NEL COMUNE DI VITTORIA E RINNOVA LA SUA FERMA CONTRARIETA’ ACCHE’ PROSEGUA L’ATTIVITA’ DELLA PANTHER IN TUTTO IL VAL DI NOTO OVVERO LE TRE PROVINCE DI RAGUSA, SIRACUSA E CATANIA!!
SI RIMANE IN ATTESA DELL’ANNULLAMENTO DEI FAMOSI E CONTROVERSI PERMESSI OGGETTO DI VARI RICORSI E DELLA LEGGE CHE BLOCCHI LE RICERCHE E PERFORAZIONI COSì COME PREANNUNCIATO NELLA PRECEDENTE LEGISLATURA REGIONALE DA SVARIATE FORZE POLITICHE.
I Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate
Il 2 marzo è stata proclamata da Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) la I Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate.
Il progetto Ferrovie abbandonate nasce da un’iniziativa dell’Associazione Italiana Greenways per conservare la memoria dei tracciati ferroviari non più utilizzati esistenti in Italia.
Si tratta di un patrimonio importante da tutelare e salvare nella sua integrità , trasformandolo in percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e turistica dei luoghi.
In tutto il Paese esistono, infatti, piccole ferrovie che potrebbero potenzialmente funzionare come veicoli per un turismo diverso, meno impattante sull’ambiente, più vicino alle realtà locali, ai territori emarginati. Così come esiste tutto un patrimonio di impianti (stazioni, depositi, ponti, gallerie ecc.) che meritano un utilizzo diverso.
Al fine di:
– riscoprire e valorizzare il patrimonio ferroviario minore
– ripristinare le ferrovie in abbandono
– trasformare le ferrovie dismesse in piste ciclo-pedonali
in occasione di tale giornata, la Confederazione per la mobilità dolce promuove in tutta Italia, diverse iniziative ed eventi, il cui programma è consultabile sul sito www.ferroviedimenticate.it.
In Sicilia, il Coordinamento Regionale FIAB Sicilia con la Provincia Regionale di Palermo, in collaborazione con ORSA e il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, organizzano due escursioni in bicicletta, su ex linee ferrate a scartamento ridotto della Sicilia occidentale e orientale, e un incontro informativo sui progetti e sulle iniziative di recupero delle ferrovie dismesse in Sicilia.
giovedì 28 febbraio 2008
CONVEGNO
Per una rete di mobilità dolce in Sicilia
domenica 2 marzo 2008
ESCURSIONI IN BICICLETTAÂ
Scarica il pieghevole in formato pdf.
Le escursioni di Kalura
Amici di KaluraBoscagliaSicilia,
siete pronti per la prossima scarpinata, quella di Domenica 10 febbraio a Cava Tre Querce (Buccheri SR)? Â
Attraverseremo un’antica lecceta tra nani, elfi e funghi (che lasceremo dove stanno) nella parte nord di Pantalica. La partenza è da Ragusa, p.zza Libertà ore 8.30 ( Si raccomanda la puntualità ), per le prenotazioni chiamate la segreteria 3939506186 o mandate una e-mail a info@kalura.org. L’equipaggiamento è il solito (scarpe da trekking, zainetto, mantellina per la pioggia, pranzo a sacco e acqua).
Vi ricordiamo che stanno per chiudersi le iscrizioni per l’escursione del 25/26/27 aprile a Pantelleria, quindi, decide in fretta… termine ultimo 15/02/08. Il programma dell’escursione è consultabile sul nostro sito: www.Kalura.org.
Sempre sul nostro sito, troverete presto, il programma della manifestazione di Caccia la caccia 3° edizione del 17 febbraio, che quest’anno si terrà a Cava D’Ispica… vi arriverà , comunque, una e-mail.
Per qualsiasi informazione… c’è sempre l’incontro “pre-escursione” che non sarà più il giovedì, ma il mercoledì alle 19,00 presso la nostra sede: Via Torrenuova, 154 a Ragusa Ibla, Vi aspettiamo!
A presto! KaluraBoscagliaSicilia
N.B.: Vi preghiamo di avvisare in tempo, se dopo aver prenotato, non si avesse la possibilità di venire all’escursione. Così facendo qualcun’altro potrà partecipare al vs posto. Grazie
Barocco e degrado: binomio inscindibile?
Continua l’indecoroso spettacolo di rifiuti ingombranti, materassi, mobili e similari abbandonati in pieno centro cittadino, quasi sempre nelle immediate
vicinanze dei contenitori per la raccolta dei rifiuti.
Tutto ciò accade perchè, senza soluzione di continuità , assistiamo alla totale assenza di qualsiasi forma di informazione e sensibilizzazione in materia di rifiuti e, pertanto, le sacche di inciviltà o, come è più corretto chiamarle, di maleducazione, permangono e anzi aumentano. Da anni chiediamo di pubblicizzare il numero telefonico per richiedere il servizio di prelievo a domicilio dei rifiuti ingombranti ma, non soltanto questo non viene fatto, addirittura da diversi mesi il numero
telefonico non è attivo e bisogna recarsi direttamente presso gli uffici dell’assessorato all’ecologia per fruire del servizio. Si comprende facilmente che questo non incentiva l’acquisizione di
buone prassi ma, al contrario, ne rende più difficile l’attivazione.
Il paradosso, peraltro, sta nel fatto che non si investe sulla sensibilizzazione e sullâ€informazione che porterebbero benefici allo svolgimento del servizio ed alla pulizia dell’ambiente, producendo un risparmio di spesa non indifferente, ma si spendono migliaia di euro per la bonifica delle discariche che, in assenza di educazione mirata e di capacità di fruizione dei servizi, untualmente rinasceranno, in un circolo vizioso che definire folle non è esagerato. Ma quello che risulta veramente inaccettabile è l’incapacità di controllo e di verifica della pulizia e del decoro della città , ovvero senza le segnalazioni di cittadini e comitati si assiste al permanere di situazioni di degrado per lunghi tempi, come nel recente caso dei materassi lasciati per oltre una settimana nella parte alta di via Fontana, al quartiere Santa Teresa. Ma è così fantascientifico pensare di affidare a qualcuno il compito di girare per le vie della città per controllare e segnalare eventuali
punti critici e predisporre rapidi interventi? E’ troppo chiedere di vedere manifesti giganti (ci accontenteremmo anche di quelli piccoli..) che informino del servizio indicando non milioni e risultati, ma un solo numero di telefono stampato a
caratteri cubitali?
La buona amministrazione si sostanzia nella capacità di prevenire i problemi, elaborando strategie e pianificando interventi e non inseguendo le urgenze per poi, addirittura, vantarne trionfanti risultati.
Modica, 14.11.07
Per il comitato Fomenta
Piero Gugliotta
Marcia della Pace Perugia-Assisi domenica 7 ottobre
La marcia “Tutti i diritti umani per tutti”, partirà da Perugia e avrà inizio alle 9,00 del mattino. Solo chi arriva entro le 8,00 potrà entrare nel centro storico, che successivamente a questo orario verrà chiuso. Tutti gli autobus che giungono a Perugia/centro entro le ore 8,00 (e non oltre!) faranno scendere i partecipanti in Viale Roma, Giardini del Frontone.
Tutti gli autobus che giungeranno nei pressi di Perugia/centro dopo le ore 08,00 ma prima delle 10,00 dovranno dirigersi a Ponte San Giovanni, immettendosi sulla superstrada E-45, dove al Km. 70,700 è situata l’uscita “Perugia/Ponte S. Giovanni”, (concentramento presso il “Park Hotel”). Questo è il nostro punto di concentramento, dove troverete ad attendervi Luigi Rambotti (Cell. 338.6738622) Gli autobus che giungeranno nei pressi di Perugia o Ponte San Giovanni Superstrada E-45 Km. 70,700, oltre le ore 10,00 debbono dirigersi direttamente alla Rocca di Assisi. I partecipanti saranno fatti scendere al parcheggio B – scala mobile/Porta Nuova e raggiungeranno a piedi la Rocca per partecipare alla manifestazione conclusiva della Marcia che si svolgerà in diretta televisiva.
Gli autobus si recheranno successivamente nei parcheggi di Assisi e S. Maria degli Angeli a seconda delle regioni di provenienza. N.B: abbiamo predisposto uno striscione verde con scritto in giallo verde per la pace, dietro il quale marceremo tutti insieme. Vi ricordo di portare le bandiere dei verdi con le aste per renderci visibili. Se potete comunicate alla federazione il numero del vostro referente di gruppo per potervi contattare.
Daniela Guerra Responsabile Nazionale Organizzazione Â
SIT-IN contro le trivellazioni gas-petrolifere del Val di Noto
NOTO – Sabato 22 Settembre 2007, ORE 9,30 Teatro Comunale
La FLAI-CGIL (Sindacato dei lavoratori dipendenti del comparto Agro-Alimentare-Ambientale) della Sicilia e le FLAI-CGIL delle provincie di Siracusa e Ragusa indicono per Sabato 22 Settembre 2007 un sit-in di protesta contro le autorizzazioni concesse dal Governo della Regione Siciliana all’Azienda PANTHER N EUREKA per trivellare il territorio del distretto produttivo di Noto-Ispica in cerca di idrocarburi.
La FLAI-CGIL ha già espresso tutta la propria contrarietà per questo atto che penalizza il più ricco e dinamico territorio siciliano del comparto Agro-Alimentare-Ambientale della nostra regione.
Abbiamo già denunciato, inoltre, le responsabilità politiche dovute sul fronte delle inadempienze che hanno determinato la sentenza del TAR del 20 agosto 2007 che ha dato il via libera alle trivellazioni.
Oltre alle responsabilità del Governo Regionale vanno sottolineate anche quelle di alcuni enti locali che hanno, ancora, un’idea dell’economia basata sulla razzia del territorio e sulla distruzione dell’ambiente.
La FLAI-CGIL della Sicilia, pertanto, ritiene che sia indispensabile mobilitare le lavoratrici e i lavoratori del comparto Agro-Alimentare-Ambientale a tutela di un territorio che è avanguardia produttiva del made in Sicily e della Dieta Mediterranea.
La FLAI-CGIL fa appello a tutte le forze politiche, ambientaliste, sindacali e giovanili del distretto produttivo Noto-Ispica ad una convinta, partecipata e forte mobilitazione per il 22 settembre 2007 con raduno a Noto, presso il Teatro Comunale. Da lì si muoverà un corteo fino al Municipio e successivamente la manifestazione si sposterà nella zona delle trivellazioni tra Noto e Rosolini dove le trivelle dovrebbero essere attivate e che verranno occupate simbolicamente.
MILLENNI DI STORIA, ANNI DI DEGRADO
Sabato 15 settembre il Comitato per i diritti del cittadino e il Comitato spontaneo Fomenta hanno simulato una visita nei dintorni della testata settentrionale del parco archeologico di Cava Ispica per portare all’attenzione di Comune e Sovrintendenza le tante situazioni di degrado, abbandono e scarsa attenzione in cui versa l’area specialmente in prossimità dei siti di maggiore importanza.
Già a cominciare dalla poca chiarezza rispetto alla gestione di tali siti: ad esempio, non è stato possibile capire se possono essere visitati i ruderi della chiesa bizantina di San Pancrati e se la visita rientra nel costo del biglietto; nella biglietteria non esiste un avviso, un cartello che informi su cosa è compreso nel costo del biglietto, per non parlare di materiale informativo (cartine, guide etc) completamente assente.
Provando a raggiungere dalla strada la chiesa di San Pancrati il gruppo è stato accolto da uno spettacolo poco edificante, con cumuli di rifiuti e sterpaglie proprio all’ingresso e sotto la tabella che dovrebbe indicare, se solo fossero leggibili, la datazione e il nome. Continuando la visita nella direzione della importantissima tomba a finti pilastri di Baravitalla, ci si imbatte in un area, lontanamente somigliante ad un parcheggio, invasa da vegetazione e rifiuti, con a fianco i servizi igienici ai quali, lo sventurato turista che dovesse trovarsi ad averne bisogno, potrebbe accedere soltanto se dotato di decespugliatore o di macete; i residenti riferivano che all’interno nulla è rimasto dei sanitari e di tutto ciò che costituiva i servizi igienici. Non basterà certamente il tentativo di rimandare a passate gestioni ed amministrazioni, visto che i lavori iniziarono nel 1989 e, a quanto pare non sono mai stati conclusi o collaudati, a giustificare la situazione attuale.
Seguendo un cartello che invita con delle freccette a raggiungere la tomba di Baravitalla e il percorso archeologico, gli improvvisati “turisti amanti dell’archeologia”, scoprono che il percorso che porta alla tomba è completamente invaso dalla vegetazione, mentre non c’è assoluta evidenza dell’inizio del percorso archeologico. Diversi sacchi contenenti spazzatura maleodorante da giorni e giorni giacciono sotto la tabella indicante, con una freccia, il fantomatico inizio del percorso. Provando a cercare l’ingresso del percorso, i partecipanti all’iniziativa scoprono che, senza alcuna indicazione di pericolo o di divieto, a pochi metri la strada termina a causa del crollo di un ponte, avvenuta circa 5 anni addietro. La pericolosità di tale situazione e la superficialità con la quale viene ignorata, suscita indignazione e sconcerto, anche perchè fa a pugni con un nuovissimo impianto di illuminazione pubblica a pannelli solari che illumina un’area di poche centinaia di metri proprio prima del ponte. Ci si chiede quale sarà stato il criterio per la scelta di tale sito da illuminare visto che c’è solo una abitazione e che tutto il contesto è nelle condizione prima citate. Attorno al ponte crollato è stato possibile, oltre che avvertire effluvi maleodoranti, scorgere rifiuti di ogni tipo, dalle carcasse di animali, a polistirolo e rifiuti dell’agricoltura, frigoriferi etc.
La visita si conclude cinquanta metri oltre il ponte, dove il gruppo viene attirato da una montagna di rifiuti di ogni tipo, dietro la quale è possibile scorgere, quasi completamente ricoperta da finocchio selvatico, la tomba di Baravitalla, i cui finti pilastri sembrano volersi, comunque, imporre allo squallore del paesaggio circostante.
Comitato per i diritti del cittadino
Comitato spontaneo Fomenta
Il Parco degli Iblei
Per comprendere come sarà strutturata la proposta del “Parco Nazionale degli Iblei” consiglio l’ottimo volume edito dalla Argo Edizioni di Ragusa. La prefazione è del pittore sciclitano Piero Guccione.
Inoltre è supportato da immagini fotografiche stupende, che da sole valgono almeno il doppio del prezzo di copertina. Euro 10.
Buona lettura.
Le popolazioni iblee hanno ritrovato la fierezza di vivere in questo lembo speciale di Sicilia e hanno imparato a riconoscere il valore delle peculiarità di questo territorio: ci riferiamo, ad esempio, alle mirabili opere di sistemazione del territorio, uniche in Italia, rappresentate dalla infinita rete di muri a secco, ai tanti muragghi di pietra, alle architetture rurali, alle ville patrizie, alle grandi estensioni di carrubeti uniche al mondo, alle cave profonde e verdeggianti anche d’estate¦ che poi sono pure “montagne”, sebbene rovesciate verso il basso.
Per tutelare tutto ciò non bastano gli strumenti ordinari di gestione del territorio e nemmeno gli usuali vincoli paesaggistici, prova ne è che assistiamo sempre più spesso al nascere di capannoni, ristrutturazioni selvagge, abusivismi, estirpazione di alberi, escavazioni¦ condotte da pochi e subite con rabbia da molti. Tali opere, è vero, sono spesso illecite e quindi potrebbe sembrare comunque inefficace un parco che introduce nuove regole che rischierebbero nuovamente di essere disattese. Ma crediamo che ciò non sia scontato.
L’istituzione di un parco crea una “consapevolezza collettiva nuova”, una condivisione di responsabilità, rispetto al territorio, che le leggi ordinarie non riescono mai a creare. Senza contare poi il potere attrattivo che ciò eserciterebbe nei confronti dei flussi turistici. Certo, è una scommessa non priva di rischi: la burocratizzazione, gli sperperi, l’immobilismo, i conflitti di competenza, le disillusioni¦ ma crediamo che vadano corsi; l’alternativa è la certezza della dilapidazione di un patrimonio ambientale che èl’unica vera e irripetibile ricchezza di questa terra e della Sicilia tutta.
(Lorenzo Lo Presti)
Le risorse naturali, l’ambiente, il paesaggio non sono stati considerati, fino ad oggi, un patrimonio collettivo, un bene economico. La loro sottrazione, il loro utilizzo distorto, la loro distruzione sono stati visti come un passaggio obbligato verso la strada del progresso e della crescita economica.
In quest’ottica, fino ad oggi, l’apporre vincoli sul territorio è stato interpretato come un freno allo sviluppo. Ma la situazione sta cambiando. Coniugare le esigenze di sviluppo economico e sociale con l’obiettivo di conservare l’ambiente naturale è visto da molti come la sola strada da percorrere e una opportunità che raggiunge il suo massimo potenziale nelle aree naturali protette. (more…)