“Si faccia chiarezza su impianto di biometano a Modica”
“Il Comune di Modica rilascia una autorizzazione per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano in contrada Zimmardo Bellamagna, ma sulla vicenda lo stesso ente ha detto poco o nulla e questo punto ritengo che debba essere il consiglio comunale a fare luce su quanto sta accadendo e trovi tutte le risposte necessarie”: lo dichiara Vito D’Antona di Sinistra Italiana. Manifestiamo le nostre perplessità in merito alla scelta di ubicare la realizzazione di un impianto di tali dimensioni al centro di un’area ritenuta tra le più suggestive e rappresentative del nostro territorio…… continua a leggere su Corriere di Ragusa.
Impianto di Biometano in c.da Zimmardo Bellamagna a Modica
E’ stata emesso dal VII settore SUAP ed Att. Prod. (di cui all’art. 7 del DPR 07.09.2010) del Comune di Modica in data 08.08.2019 tramite la procedura del provvedimento unico n 32 (di cui all’art. 13 del DM 10.09.2010) il permesso per la realizzazione di “impianto di produzione di biometano con produzione media di circa 499 standard metri cubi ora” in contrada Zimmardo Bellamagna alla società Biometano Ibleo srl.
Il progetto approvato, che si sviluppa su di un’area di poco meno di otto ettari, prevede, negli elementi più invasivi; la costruzione ex novo di un locale ufficio e per civile abitazione sviluppato su 2 piani di circa 500 mc (locale utilities*) e la realizzazione di 7 vasche di lavorazione di larghezza 26/32 metri per un’altezza di 8 metri. Un distributore di gasolio, un sistema di desolforazione con 2 torri alte 13,20 metri, una torre di emergenza di 10 metri ed un sistema di espulsione dell’off – gas che sarà comunque costituito da un camino alto circa 12,5 m che garantirà la dispersione in atmosfera dei gas di scarico.
(*)All’interno dell’impianto si prevede di realizzare un locale utilities, nel quale troveranno alloggio le apparecchiature per la gestione e controllo dell’intero impianto, un laboratorio, un magazzino, i servizi igienico-sanitari ed un alloggio per il custode. L’edificio verrà realizzato con struttura in cemento armato portante, tamponamenti in laterizio intonacati e manto di copertura in lamiera di alluminio preverniciato. All’interno dei locali sono previsti impianto elettrico e di illuminazione.
L’intervento autorizzato con il presente atto è da considerare di pubblica utilità, indeferibilità ed urgenza.
Atto vandalico dal sapore intimidatorio in una azienda agricola
Un grave atto vandalico dal sapore intimidatorio è stato compiuto nottetempo, qualche giorno fa, in contrada Zimmardo Bellamagna. Ignoti, approfittando del buio della notte, muniti di visori ad infrarossi per poter eludere le zone coperte dalla videosorveglianza, si sono introdotti all’interno di una azienda agricola fin sotto l´abitazione principale e, nonostante la presenza di cani (comunque non aggressivi) e dei proprietari presenti in casa, hanno spezzato un grosso ramo dall´ulivo secolare prospiciente l´ingresso (foto), causando un danno ingente, anche sotto l´aspetto naturalistico. La zona, come noto, è da anni nel mirino di ignoti che avvelenano gli alberi secolari di carrubo e di ulivo per scopi tutti da decifrare. La videocamere di sorveglianza installate dai proprietari sono finora servite a ben poco per arginare l´inquietante fenomeno.
Corriere di Ragusa
Continuano gli avvelenamenti seriali di carrubi e ulivi
Continuano gli avvelenamenti seriali di carrubi ed ulivi nella zona di Zimmardo Bellamagna. A distanza di oltre 3 anni non si arresta il singolare e preoccupante fenomeno criminale che nei fatti è proseguito inesorabilmente fino ad oggi con un intensificarsi della «violenza» scaricata sugli inermi alberi a cui vengono divelti direttamente gli apici ed intere branche o cosparsi di liquidi tossici e veleni. Azioni mirate, operate da mani esperte sia di giorno ma soprattutto di notte, che producono danni irreversibili alla pianta e al suo ciclo vitale. Infatti vengono divelte le branche a frutto ed i nuovi ricacci che rinnovano la pianta, procurando un danno immenso per i proprietari che perdono l’investimento (i frutti presenti e futuri) ed il capitale (con la progressiva morte degli alberi). Gli alberi attaccati continuano ad essere «intrisi» di presunte sostanze tossiche, sia sui tronchi, dove la corteccia viene bruciata arrestandone definitivamente lo sviluppo, sia al “piede”, con potentissimi disseccanti, che causano il classico seccume a giro della chioma (dovuto al ciclo vegetativo) a cui la pianta sopperisce con nuovi ricacci che nuovamente vengono avvelenati portando l’albero al disseccamento.
Un agronomo del posto sostiene ironicamente che “Siamo in presenza di una “nuova specie”, ma l’insetto non attacca più la pianta, ma la proprietà». Del resto non esiste in natura al momento, una specie di insetto che attacchi contemporaneamente; alloro, mandorlo, ulivo, carrubo, salici. Azioni mirate di gente abile ed organizzata, che sembrerebbero avere un duplice scopo: depauperare la proprietà e nel contempo realizzare delle «trafilate» tra la vegetazione, degli autentici spazi aperti e privi di ostacoli per poter osservare dentro le proprietà.
Le immagini raccolte sul posto sono eloquenti e lasciano sgomenti. Una vera ecatombe che persegue uno scopo ben preciso: far deprezzare il valore dei terreni e provocare ingenti perdite economiche ai coltivatori costringendoli all’abbandono dell’attività. Chi c’è dietro tutto questo e perché nessuno interviene?
Antonio Di Raimondo – Corriere di Ragusa
Eco degli Iblei
Incendio in casa rurale di contrada Bellamagna, nel Modicano
Un incendio è scoppiato nel pomeriggio del primo maggio nelle campagne di contrada Bellamagna, in territorio di Modica. Un caseggiato rurale, non abitato, ha preso fuoco, con danni non indifferenti (foto). Solo l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero ai prospicienti campi coltivati a grano, scongiurando conseguenze ben più gravi e livello di pericolo più elevato. Sul posto anche le forze dell´ordine per i rilievi del caso. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, compresa anche quella della matrice dolosa.
Corriere di Ragusa
Questione ambientale a Cava Gisana: nonostante le concessioni edilizie…
Con recente sentenza della Cassazione penale ( Sez. III, n.28344/2016 ) si è chiusa definitivamente la vicenda relativa all’esecuzione di due impianti, all’epoca in corso di esecuzione, entrambi regolarmente autorizzati nel 2004 dal Comune di Modica, in zone di particolare pregio del territorio di Modica e segnatamente un impianto per il trattamento della bio – massa, sito nella contrada Gisana ed un impianto per la costruzione di un Kartodromo, sito nella vicina contrada Zimmardo.
Contro tali impianti ed i relativi provvedimenti autorizzatori del Comune di Modica, all’epoca insorsero numerosi residenti delle zone interessate, con esposti e denuncie, ottenendone il sequestro ed il rinvio a giudizio dei proprietari degli stessi dei Direttori dei lavori e di alcuni funzionari del Comune di Modica.
Con sentenza depositata il 24 febbraio 2009, i proprietari degli impianti, e i tecnici direttori dei lavori furono condannati per le violazioni edilizie loro contestate così come venne condannato per abuso di ufficio un funzionario del Comune di Modica.
A seguito dell’appello degli imputati, la Corte di Appello di Catania, con sentenza del 29/giugno/2012, applicò la prescrizione agli imputati, atteso il tempo trascorso, confermando nel resto l’impugnata sentenza del Tribunale di Modica, in particolare , confermando le statuizioni civilistiche della sentenza di primo grado.
Avverso tale sentenza della Corte di Appello di Catania, i titolari dell’impianto di biomassa hanno proposto ricorso per cassazione, che è stato rigettato con la suindicata sentenza della S.C., che ha confermato le precedenti sentenze del Tribunale di Modica e della Corte di Appello di Catania.
Il dato che mi preme sottolineare è che la Corte di Cassazione, aderendo all’impostazione del Tribunale di Modica, ha confermato la responsabilità del committente, del proprietario e del Direttore dei lavori, nonostante il rilascio della concessione edilizia, sottolineando che lo stesso non basta a ritenere legittima un’opera edilizia, poiché il Giudice è tenuto a verificare la legittimità del titolo concessorio rilasciato. Da ciò consegue che , ove tale titolo sia illegittimo perchè rilasciato in violazione delle norme edilizie, il reato sussiste, anche, a prescindere dalla collusione tra pubblico amministratore e privato destinatario. . . continua su Laspia.it
Sicilia, è strage di alberi nel Ragusano: Iniettano diserbanti negli ulivi secolari. E c’è l’ombra dell’mafia dei pascoli
Da pù di un anno ignoti entrano in terreni privati per versare sostanze diserbanti sulle piante e iniettare direttamente dentro i tronchi liquidi tossici. Un attacco sistematico che si estende per 400 ettari intorno a Modica e Pozzallo. La denuncia: “Sono raid organizzati”. Il bilologo: “Nessun parassita, tracce di avvelenamento”. Il commissariato di Modica indaga per tentata estorsione.
Si materializzano nella notte, quando entrano nei boschi e nei campi per versare sostanze diserbanti sulle radici degli alberi, bruciandoli ed uccidendoli. Oppure utilizzano un trapano per iniettare direttamente dentro i tronchi liquidi tossici, che si espandono lentamente fino alle foglie. Il risultato è micidiale: alberi ancora giovani che si spaccano dal di dentro, disseccandosi, carrubi e ulivi secolari che si svuotano, si anneriscono e perdono le foglie. E’ una vera e propria strage di alberi quella che sta andando in onda in provincia di Ragusa: un attacco sistematico che si estende per 400 ettari nelle campagne intorno a Modica e Pozzallo.
Le ronde degli avvelenatori – E questa volta non c’entrano i virus o i parassiti: a massacrare gli ulivi e i carrubi del Ragusano infatti sono dei veri e propri blitz, ronde notturne di squadrette di avvelenatori che s’inseriscono nottetempo negli appezzamenti di terreno privati per devastare gli alberi con diserbanti e sostanze tossiche. E’ una storia che va avanti da più di un anno ormai, racconta l’agronomo Corrado Rizzone, proprietario di alcuni degli appezzamenti di terreno finiti sotto attacco. Le ronde vanno in onda di notte, quando nei terreni non c’è nessuno: per mesi ho poi trovato pezzi di alberi spaccati direttamente alla base lasciati sul terreno, mentre tutti gli altri venivano sistematicamente avvelenati, continua Rizzone che ha sporto una serie di denunce contro ignoti al commissariato di Polizia di Modica. Nei mesi gli attacchi si sono intensificati creando un danno enorme, non solo per la mancata produzione di carrube e olive, ma anche perchè parte della zona ricade sotto il vincolo paesaggistico. Qual’è l’obiettivo? Radere al suolo tutti gli alberi della zona?, dice l’agronomo che a sostegno dei suoi esposti ha anche depositato agli atti degli investigatori una perizia di parte, firmata dal biologo Daniele Tedeschi.
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E’ strage di carrubi ed olivi nel modicano
A chi fanno gola quelle centinaia di ettari di terreni coltivate a carrubi e olivi secolari e che si estendono per decine di chilometri da Pozzallo al resto del litorale ibleo e alle campagne limitrofe? Certamente a persone senza scrupoli che non esitano ad avvelenare gli alberi con pericolose sostanze chimiche ed a sparare nottetempo sui tronchi degli alberi, ammazzando pure cani e gatti dei residenti ad evidente scopo intimidatorio.
Il singolare e preoccupante fenomeno criminale, cominciato un paio d’anni fa, è proseguito inesorabilmente fino ad oggi con un intensificarsi di inquietanti fenomeni a base di ronde di non meglio specificati soggetti che, muniti di armi da fuoco, torce e cani al seguito, si aggirano per le campagne di giorno, ma soprattutto di notte.
Non a caso sono fioccate alle forze dell’ordine denunce a carico di ignoti per reiterate violazioni di domicilio e danneggiamenti. Le indagini in corso non avrebbero finora portato novità rilevanti.
I componenti di queste ronde (decine di persone, soprattutto la notte) aggrediscono sistematicamente gli alberi con “iniezioni” di idrocarburi ed altre letali sostanze chimiche, prevalentemente carrubi ed ulivi, secolari e non, versando direttamente sui tronchi sostanze acide e disseccanti al fine di “bruciarne” la corteccia con l’inevitabile morte dell’intera pianta per cui alla fine non ne resta che un nero tronco scortecciato ed avvizzito.
Sull’utilizzo di queste sostanze nocive non sussistono dubbi, dal momento che la circostanza è stata confermata dagli esami di laboratorio effettuati in strutture specializzate sui residui trovati dai residenti.
Un mix letale, che, di fatti, ha seccato gli alberi dall’interno, riducendoli a carcasse scure prive di fronde e corteccia, con i tronchi curvi. Uno spettacolo impressionante che ha finora interessato qualcosa come 400 tra carrubi e olivi secolari sparsi su circa 10 mila ettari di terreni, per un danno di centinaia di migliaia di euro dato dalla mancata produzione di decine di milioni tra carrube e olive, senza contare il gravissimo danno all’ecosistema e al contesto rurale di un’area peraltro sottoposta a rigidi vincoli ambientali e paesaggistici.
Una vera ecatombe che persegue uno scopo ben preciso: far deprezzare il valore dei terreni e provocare ingenti perdite economiche ai coltivatori. L’ipotesi più plausibile resterebbe quella dell’interramento dei rifiuti, anche speciali e pericolosi, al riparo da occhi indiscreti e risparmiando una fortuna sui costi di smaltimento. Si paventa insomma la replica in salsa siciliana del business dei rifiuti già tristemente famoso in Campania con la terra dei fuochi, dove decine di persone sono morte e continuano a morire di tumore. Uno scenario apocalittico che potrebbe presentarsi anche in territorio ibleo, anche se, come accennato, si tratta al momento solo di ipotesi, seppure non di certo campate per aria. Già qualche mese fa il Movimento 5 Stelle aveva evidenziato l’inquietante fenomeno, ma il grido d’allarme è finora rimasto lettera morta, sommerso dal silenzio assordante delle istituzioni. Eppure la desolante scia di carrubi e ulivi irrimediabilmente seccati è sotto gli occhi di tutti, estesa su decine di chilometri quadrati, e quindi impossibile da non notare. Ma perché nessuno muove un dito?
Se lo erano chiesti anche i pentastellati, senza ottenere risposta alcuna. Si confida dunque almeno nell’esito delle indagini, prima che sia troppo tardi.
Fumarole abusive e tossiche in contrada Bellamagna a Modica
Sopralluogo immediato della polizia provinciale che sta indagando. Sprigionate nell´aria sostanze potenzialmente tossiche. Ancora da individuare i responsabili.
E’ stata l’impressionante colonna di fumo nerastro, che sprigionava sostanze potenzialmente tossiche, levatasi alta in cielo e visibile a chilometri di distanza ad allertare la polizia provinciale che ha raggiunto contrada Bellamagna.
In una vasta porzione di area gli agenti hanno scoperto delle immense fumarole abusive che ardevano incontrollate. Il reato è aggravato dal fatto che buona parte della zona, immersa nelle splendide campagne tra Modica e Pozzallo, è protetta da vincolo paesaggistico. Numerosi residenti si erano accorti dell’inquietante fenomeno e stavano per avvisare le forze dell’ordine, ma l’arrivo della polizia provinciale li ha tranquillizzati. I tre agenti di pattuglia hanno sentito alcuni testimoni, procedendo poi all’identificazione di un soggetto intento ad irrigare i campi attigui a quelli dove ardevano le fumarole, per vagliarne posizione e responsabilità in ordine all’accaduto, su cui sono in corso indagini per risalire ai responsabili. Si tratta di persone piuttosto sicure dei fatti loro, dal momento che hanno tranquillamente ammassato cumuli di materiale per i terreni incolti, all’insaputa dei proprietari, in attesa di darvi fuoco come già fatto in precedenza, quando una pesante e densa coltre di fumo maleodorante ha ricoperto l’intera vallata.
I campi sono di fatto stati trasformati in autentiche discariche a cielo aperto di materiale di risulta dalle lavorazioni agricole da pieno campo e serricolo con l’accatastamento, da parte degli ignoti responsabili, di cumuli di ortaggi, in primis carciofi e pomodori andati a male, bocchette di plastica da irrigazione, legacci, plastica dismessa dalle serre ed altro materiale combustibile le cui ceneri, come accennato, risultano potenzialmente tossiche e pericolose per i residenti che respirano l’aria della zona interessata dalle fumarole abusive. I campi risultano disseminati da grosse pile di materiale ancora non dato alle fiamme, insieme ad altri cumuli di materiale inquinante che ancora bruciava alla presenza della polizia provinciale, la quale ha accertato tracce di grossi roghi verificatisi nei giorni precedenti e testimoniate da cataste di materiale e sterpaglia bruciata. Molte pile di materiale di risulta ancora bruciano dall’immediato sottosuolo. E’ dunque probabile che l’intera area possa essere sottoposta a sequestro nell’ambito delle indagini in corso sulla inquietante vicenda.