Turismo e tavolo tecnico
Avevamo già lanciato l’allarme all’epoca del Kartodromo e Cava Gisana, sul metodo usato da questa amministrazione nel licenziare progetti a così alto impatto ambientale all’insaputa dei cittadini e del consiglio comunale. Non possono essere decise alterazioni così grandi, profonde ed irreversibili per il nostro territorio in nome di uno sviluppo turistico gasato e schizofrenico, con il semplice benestare di qualche tecnico comunale, senza le necessarie autorizzazioni e soprattutto senza alcuna pianificazione…
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…Tutto in regola, manca solo la Valutazione di Impatto Ambientale…
Il Coordinamento Provinciale dei Verdi, di concerto alla sezione modicana e al suo Coordinatore cittadino, Dott. Agr. Corrado Rizzone esperto di tematiche ambientali e già protagonista di altre battaglie per la tutela del territorio, insieme ai movimenti ambientalisti locali, esprimono soddisfazione per il parziale risultato raggiunto, e si ripromettono che continueranno a seguire la vicenda finché non sarà fatta piena luce su come sia stato possibile che progetti di tale rilevanza per il territorio e la popolazione siano stati tenuti all’oscuro, e siano venuti a galla in tutta la loro “marcesceza grazie e soltanto alla denuncia dei Verdi.
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… e adesso via anche la spiaggia
Il Coordinamento Provinciale dei Verdi, sollecitato dalla sezione modicana e dai movimenti ambientalisti locali, visto l’ulteriore tentativo di assalto spregiudicato e devastante al territorio, denuncia quanto segue:
al posto di Itaparica, realizzata dieci anni fa, dopo estenuante trattativa tra Amministrazione Comunale, Sovraintentenza e privati per scongiurare la scomparsa delle dune di sabbia e le relative essenze, sorgerà una struttura alberghiera.
La realizzazione di tale struttura oltre a prevedere la completa asportazione delle ultime dune di sabbia di Marina di Modica, interesserà anche parte della spiaggia urbana che, di fatto, diventerà privata, sottraendola al pubblico utilizzo.
I Verdi chiederanno quindi all’Amministrazione Comunale di poter accedere agli atti con i quali si è data autorizzazione, per poter meglio comprendere come sia stata possibile questa inversione di tendenza, consentendo questo scippo del territorio a danno della popolazione e a vantaggio di pochi.
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