E’ arrivato il circo in città , elezioni col trucco? Intanto i manifesti impazzano…
Sono stato di recente all’ufficio elettorale del Comune di Modica per vedere se occorreva iscriversi alle liste per gli scrutinatori per le prossime elezioni nazionali/regionali di Aprile. Mi è stato detto che per queste ci sono già delle liste formate da tutti coloro che in passato hanno presentato domanda e tra questi mi sono accertato che ci fosse pure il mio nome. Il dipendente comunale però mi ha informato su una cosa che mi ha sconvolto (in verità anche lui su quello che scriverò tra poco era abbastanza sconvolto…): da qualche tempo si è deciso che la nomina degli scrutinatori non debba avvenire più con il democratico strumento del sorteggio ma è al comune che decidono chi andrà a fare lo scrutinatore e dove. Ma vi sembra giusta una cosa del genere? Questa è democrazia? Chi ha avallato una cosa del genere? E’ vergognoso e nello stesso tempo molto triste. Invito tutti a meditare bene in vista delle prossime elezioni (anche e soprattutto quelle amministrative del prossimo giugno): non sarebbe ora di smetterla con questa politica clientelare che va solo a vantaggio degli amici degli amici di chi governa? Questa cosa, non sono un esperto di diritto ma un pò di costituzione l’ho letta nel corso dei miei studi, non viola proprio quei principi in base ai quali tutti i cittadini sono uguali sia se si tratta di doveri sia se si tratta di diritti. Non è forse un diritto di tutte quelle migliaia di persone iscritte in quelle liste di avere la possibilità di essere selezionati? Sono molto molto amareggiato.
Tommaso Agosta
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Giovanni Mauro è ufficialmente fuori dai giochi. Il suo nome non figura in nessuna delle liste presentate entro le 16, vale a dire il termine ultimo. L’ufficio del tribunale di Ragusa ha difatti chiuso le porte per l’accettazione di liste e candidati iscritti alla consultazione elettorale regionale del 13 e 14 aprile. Adesso i giudici sono alle prese con le verifiche.
Nel PdL figurano Mommo Carpentieri, Innocenzo Leontini, Carmelo Incardona e due donne: Maria Sallemi e Salvina Blandino Bruno. Nell’Udc, insieme ad Orazio Ragusa, Giovanni Cosentini, Piero Torchi ed Antonella Caggia, ci sarà Patrizia Burrafato, già presidente del consiglio comunale di Pozzallo.
Due liste nel Pd. Nella prima ci sono Pippo Digiacoomo, Roberto Ammatuna, Piero Gurrieri, Stefania Pagliazzo e Marinella Scrivano. Nella seconda Tonino Solarino, Tommaso Fonte, Giovanni Giurdanella, Patrizia Antoci e la giovanissima Elisa De Petro, 20 anni.
MpA ha ufficializzato la presentazione di tre liste. Quella con il simbolo e con Riccardo Minardo, Giuseppe Di Paola, Giuseppe Sulsenti, Concetta Fiore e Vera Leggio; quella di Lombardo Presidente, con dentro i federati del Pri rappresentati da Rita La Terra e con Mimì Arezzo, Franco Rovetto, l’ex assessore di Ragusa Maria Teresa Tumino e Ignazio Marino Infine la lista Democrazia Autonomista, con dentro il cobas dei forestali Gianni Paino, Mario Coco, già candidato alla presidenza della Provincia, Marcella Pisani, Lidia Migliorisi di Confesercenti e una terza donna ancora da individuare.
Anche Italia dei Valori, la Destra, Forza Nuova e gli Amici di Beppe Grillo hanno presentato le loro rispettive liste.
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Mercoledì mattina Modica e le altre città della provincia di Ragusa si sono svegliate con la sorpresa del primo candidato “onorevole†che pensa bene di anticipare tutti affiggendo abusivamente e in ogni dove i manifesti con la propria effige, deturpando ogni angolo delle città .
E così è successo che chi ha regolarmente pagato la tassa e fatto affiggere i propri manifesti dal competente ufficio si è ritrovato quelli dell’onorevole Incardona attaccati ovunque e ha anche dovuto constatare con quanta incoerenza lo stesso ci ricorda che “..difendere il Territorio è un dovere.. esercitiamolo insieme..â€.
Al Sig. Incardona vogliamo dire che insieme a chi agisce in maniera “disonorevole†non vogliamo esercitare proprio un bel niente e che, invece, da soli o insieme ai tanti cittadini modicani e della provincia, eserciteremo il diritto-dovere di denunciare chi, come lui, infrange le leggi e non ha il minimo pudore nel farlo.
Chiederemo, infatti, agli organi competenti di coprire immediatamente tutti i manifesti e di elevare le relative multe per ogni manifesto affisso abusivamente. Ci rivolgeremo a Sua Eccellenza il Prefetto per chiedere l’immediata attivazione di tutte le iniziative possibili al fine di prevenire le solite scandalose vicende legate alle affissioni elettorali e di reprimere con forza quanti hanno già iniziato a deturpare le città . Non accetteremo che, ancora una volta, quanti adotteranno simili atteggiamenti, prepotenti e fuorilegge, rimangano
impuniti e carichino le nostre città di tante spese per la rimozione, la pulizia e, paradosso nel paradosso, anche per l’inutile recapito delle multe, che poi mai pagheranno.
Faremo di tutto, infine, per evitare che simili personaggi possano andare a ricoprire ruoli e incarichi che potrebbero soltanto disonorareâ€, ed inviteremo tutti a non votare chi condurrà una campagna elettorale con prepotenza ed arroganza, violando le leggi e sporcando le città .
Modica, 12 marzo 2008
Il movimento politico
UNA NUOVA PROSPETTIVA
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Costituito il parco suburbano del sistema degli Iblei
Il bacino territoriale tra i comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana costituisce il parco suburbano del sistema degli Iblei. Si tratta di un’area caratterizzata da una elevata superficie boschiva, soggetta a rischio di incendio. Per questo è stata inserita nella “Carta operativa delle aree a rischio incendio†redatta dall’assessorato all’Agricoltura e foreste della Regione Sicilia per l’individuazione degli strumenti di pianificazione nel settore dell’antincendio.
In questo contesto, si inserisce il progetto “com.woodsâ€, che ha l’intento di incidere sulla cultura delle popolazioni locali, aumentando la consapevolezza di vivere in un territorio a rischio incendi, da salvaguardare e proteggere. Le azioni del progetto, che esplicherà i propri effetti a partire da ora e per i prossimi mesi, sono state illustrate, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede dell’Ispettorato forestale di Via Ducezio a Ragusa. Loredana D’Aleo(nella foto al centro) di Ada Comunicazione, soggetto proponente del progetto, è scesa nei particolari dell’iniziativa che vedrà la collaborazione dell’ispettorato ripartimentale delle foreste di Ragusa, il cui dirigente, Filippo Patanè, insediatosi il primo febbraio scorso, ha partecipato all’incontro con i giornalisti assieme agli ispettori superiori Alessandro Panza e Paolo Ferlito.
“Nella lotta attiva agli incendi boschivi – ha detto D’Aleo – è fondamentale la buona conoscenza delle cause determinanti l’evento, per poter organizzare e promuovere le azioni di prevenzione e in alcuni casi di repressione, modificando i comportamenti umani che spesso sono concausa del fenomenoâ€.
Fonte: RTM
Blitz della Guardia di Finanza presso l’Assessorato alle Politiche Ambientali del Comune di Modica
Gli appalti relativi al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, a modica, all’attenzione della Guardia di Finanza. I finanzieri, infatti, in più occasioni, hanno visionato ed acquisito, presso gli uffici di corso Umberto, tutta la documentazione relativa al servizio di nettezza urbana, risalente a qualche anno fa. L’ultima “visita” delle Fiamme Gialle, è stata effettuata venerdi scorso nella sede decentrata comunale. Le indagini non si limiterebbero soltanto agli appalti per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma anche per quelli del ritiro di rifiuti ingombranti e della raccolta differenziata. Sono stati acquisiti documenti riguardanti le diversi imprese che si sono succedute negli anni per la gestione del servizio, Siet, Agesp, Puccia, Cicero, Terzo Millennium. Interrogati anche i funzionari comunali che hanno diretto l’assessorato.
Fonte: RTM
Detersivi e latte alla spina per abbattere emissioni e rifiuti
Meno consumi e meno energia sprecata grazie alla pratica dei saponi “self service”
Regione all’avanguardia è il Piemonte dove in un anno sono stati risparmiati 80 mila flaconi
Due modi di acquistare i prodotti che tagliano anche i costi per il cliente.
di VALERIO GUALERZI
ROMA – Sta alla raccolta differenziata come un fucile automatico sta alla clava. E’ la pratica dei prodotti alla spina, per il momento detersivi e latte, venduti “sfusi” e “confezionati” dai clienti al momento dell’acquisto con i contenitori portati da casa. Un comportamento virtuoso che sta lentamente iniziando a prendere piede in alcune regioni italiane, soprattutto al Nord.
Se l’obiettivo è ridurre i rifiuti e lo spreco di materiali realizzati con grandi dispendi energetici che finiscono per essere usati una sola volta, non c’è dubbio che i distributori alla spina rappresentano la risposta più efficace. All’avanguardia lungo questo percorso c’è il Piemonte che poco più di un anno fa ha lanciato una campagna per diffondere l’uso di saponi self service per indumenti, pavimenti e piatti. Il progetto ha coinvolto le principali catene della grande distribuzione creando all’interno di ipermercati e supermercati un sistema di vendita sfusa di detergenti, in cui si acquista soltanto il contenuto e si riutilizza il contenitore, eliminando quindi gli imballi superflui.
A poco più di un anno dalle prime inaugurazioni delle macchine dei detersivi self service (in tutto una quindicina), la Regione ha fornito un primo bilancio. Complessivamente sono stati venduti circa 142.300 litri di prodotti, con un risparmio di oltre 80 mila flaconi e un “tasso di fedeltà ” al progetto del 56%. I benefici ambientali ottenuti con la mancata produzione dei contenitori si traducono in 4,80 tonnellate di plastica risparmiata e 2,68 tonnellate di cartone non utilizzato per l’imballaggio secondario. In questo modo sono state evitate 13,4 tonnellate di emissioni di CO2, 206,61 MWh di energia e 20,11 milioni di litri d’acqua che sarebbero stati necessari per la produzione di tutti questi flaconi.
Con modalità simili (ma con motivazioni più articolate) si stanno moltiplicando in diversi centri anche i distributori di latte fresco (in molti posti viene offerto anche crudo, non pastorizzato), davanti al quale ci si presenta con la propria bottiglia e si acquista la quantità desiderata a prezzi quasi sempre inferiori a quelli praticati in bar e negozi. Stesso principio, applicato con pratiche diverse, da quanto si sta cercando di fare in Trentino Alto Adige dove alcuni produttori hanno iniziato a commercializzare vasetti di yogurt in vetro con la modalità del vuoto a rendere.
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L’energia quotidiana
L’energia è praticamente il pane quotidiano per l’informazione, l’ossessione per molti politici e uomini di governo ai vari livelli (almeno per quelli un po’ più responsabili), l’occasione ghiotta per chi intende fare una scorribanda in borsa o addirittura tuffarsi nel business energetico. L’attualità di questo campo deriva sostanzialmente da due elementi, o se vogliamo da due grosse emergenze: il costo dell’energia, lievitato fino a raggiungere livelli insopportabili tanto per gli stati quanto – lo sappiamo benissimo – per le famiglie; la rottura degli equilibri climatici che il grande senso di responsabilità del nostro sistema dei media non ha impedito di connotare in tutta la sua drammaticità : cito per tutte la previsione della scomparsa della Sicilia da qui al 2100. Queste due emergenze sono legate fra di loro, perché basta cambiare il modo di produrre energia, ricorrendo a combustibili “pulitiâ€, per arrestare la progressiva formazione di CO2 nell’atmosfera, causa primaria dello scioglimento dei ghiacciai.
Un processo, quest’ultimo, che ha cominciato a suo volta a fare vedere i suoi effetti anche dalle nostre parti con il fenomeno dell’erosione marina.
Questo il quadro, non tanto consolante. Cosa possiamo o – per meglio dire – cosa dobbiamo fare? Il dibattito è aperto. Le soluzioni sembrano a portata di mano. Ma sul tappeto ce ne sono di diverse, contrastanti fra di loro, con un differente approccio alla materia, che si sviluppano lungo il crinale fonti rinnovabili/fonti non rinnovabili.
L’approccio dicevo. Credo che la partita si giochi tutta qui. Sull’essere, mi si passino i termini, progressisti o conservatori. E non tanto in riferimento agli schieramenti politici tradizionali, quanto proprio al ricorso a fonti rinnovabili in misura massiccia, sancendo dunque una svolta, un cambiamento, un progresso, appunto. O alla conservazione dell’attuale assetto di fonti non rinnovabili, magari rimodulato con il ritorno al nucleare o addirittura al carbone per alimentare le nostre centrali, cercando anche di risolvere nell’immediato il problema del prezzo del gas, con la diversificazione dei fornitori grazie ai rigassificatori che ci consentono di uscire dall’oligopolio in atto costituito da Russia, Algeria, Libia ed Olanda dai quali acquistiamo il gas naturale per tutti gli usi. E’ un ragionamento che va al di là del merito spicciolo o di quella che chiamano sindrome Nimby: il rigassificatore o le trivellazioni? Fateli dove volete, meno che da noi (Nimby ma sta per not in my back yard, non nel mio cortile). In questi termini è logico dire che il siracusano, in termini ambientali, ha già dato e parecchio: di qui il no forte al rigassificatore di Priolo. Mentre il no alle trivellazioni nel Val di Noto nasce da un scelta di modello di sviluppo molto legata al turismo ed ai beni culturali, anche se dimentichiamo o non sappiamo che a San Paolo, sotto Noto, è in produzione, ripeto in produzione, un giacimento di metano che Snam Rete Gas utilizza per rifornire i comuni della Sicilia sud-orientale.
Prima ancora che di merito, la questione è di metodo, di approccio, dicevo. Jeremy Rifkin è uno dei massimi esperti in materia ed ha fatto una riflessione molto suggestiva e non meno logicamente fondata. Siamo agli inizi, dice in sostanza Rifkin, della terza rivoluzione industriale, visto l’imminente esaurimento del petrolio. E siccome le prime due rivoluzioni industriali erano collegate ai sistemi di comunicazione del periodo, anche la terza lo sarà . Così nella prima rivoluzione industriale il nesso fu fra vapore e stampa; nella seconda è stato – e per certi aspetti è ancora – fra combustione interna (quindi petrolio e gas) e forme di comunicazione elettrica (telegrafo, telefono, radio, calcolatori elettrici); nella terza, dice lo studioso, sarà all’insegna della condivisione. Internet, le tecnologie wireless e la globalizzazione delle reti informatiche consentono una condivisone di informazioni di dimensioni sempre crescenti. Allo stesso modo le reti elettriche della terra sono avviate ad un processo di interconnessione che implica la condivisione. Un solo esempio è quanto mai eloquente: i pannelli fotovoltaici possono produrre energia che, qualora in eccesso, viene reimmessa in rete e resa fruibile da terzi. Ciascuno diventa al tempo stesso consumatore e produttore, per sé e per altri. Un’unità piccola, insignificante rispetto alla realtà globale, non è più tale se vista nell’ambito di una connessione, di una rete. Rifkin, lo dico a titolo di cronaca, va oltre e parla della produzione e dell’immagazzinamento di idrogeno, sempre nella stessa visione di autoproduzione e di condivisione. In questa sede è utile solo vedere come cambia la filosofia, come si rivoluziona (per la terza volta nella storia dell’umanità ) il modo di concepire e praticare la produzione di energia.
Il salto di qualità – va ammesso – è piuttosto forte. Ma sono forti tutte le rivoluzioni. C’è un alto tasso di ineluttabilità in questo processo, ormai – come si dice – nelle cose. Ecco perché l’essere progressisti, almeno su questi temi, il sapere scrutare avanti e guardare a modelli nuovi, avanzati, in linea con l’evoluzione dei sistemi di comunicazione ci aiuta a raggiungere un traguardo importante, vitale: la salvaguardia del pianeta, il mantenimento di un equilibrio che vale la nostra sopravvivenza. Sicuramente quella dei nostri figli e dei nostri nipoti.
GIANNI STORNELLO consigliere generale ASI
Un futuro senza armi atomiche
All’uscita dalla messa, una firma per chiedere lo smantellamento degli arsenali nucleari in Italia. È la proposta rivolta a tutti i cattolici dalle associazioni e dalle riviste di ispirazione cristiana che promuovono la campagna “Un futuro senza atomiche”, la legge di iniziativa popolare per dichiarare il territorio della Repubblica italiana “zona libera da armi nucleari”, in cui cioè non è ammesso “il transito e il deposito, anche temporaneo, di armi nucleari” .
“In Italia ci sono armi nucleari, ma non dovrebbero esserciâ€, scrivono le associazioni cattoliche (fra cui Azione Cattolica, Acli, Agesci, Beati i costruttori di pace, Conferenza Istituti missionari, Focsiv, Pax Christi) e le riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia. “Un’azione tesa a liberare il territorio nazionale dalle armi nucleari di proprietà altrui -prosegue il documento- potrebbe rappresentare quel gesto di buona volontà che permetta di instaurare un circolo virtuoso, rilanciando così i negoziati internazionali volti allo smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistentiâ€.
Infine, un appello ai credenti: “Le nostre associazioni chiedono a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà di sostenere la campagna ‘Un futuro senza atomiche’, effettuando raccolte di firme in tutte le occasioni del periodo che va dal Natale alla Giornata Mondiale della Pace e durante il mese della Pace che tante comunità cristiane hanno dichiarato per gennaio. Un mondo libero da armi nucleari è un’aspirazione condivisa dall’umanità . Dimostriamo tutti insieme di avere a cuore il futuro dell’umanità â€.
Un richiamo che prende le mosse anche dal passaggio conclusivo del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2008: “È veramente necessaria in tempi tanto difficili la mobilitazione di tutte le persone di buona volontà per trovare concreti accordi in vista di un’efficace smilitarizzazione, soprattutto nel campo delle armi nucleari -ha scritto il papa-. In questa fase in cui il processo di non proliferazione nucleare sta segnando il passo, sento il dovere di esortare le Autorità a riprendere con più ferma determinazione le trattative in vista dello smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistentiâ€.
Sono almeno 90 le bombe atomiche stabilmente presenti in Italia -nonostante l’Italia abbia ratificato da oltre trent’anni il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), impegnandosi così a non produrre né ad ospitare armi nucleari: 50 ad Aviano (Pn), nella base delle forze armate Usa, e 40 a Ghedi (Bs), nell’aeroporto dell’aeronautica militare. I primi cittadini dei due Comuni, Stefano Del Cont e Anna Giulia Guarneri, insieme ai sindaci di altre città europee che ospitano armi nucleari, in una lettera pubblica hanno recentemente ribadito la richiesta di rimuovere dai rispettivi territori le atomiche, ‘vecchi rimasugli della Guerra Fredda’.
E, oltre alle bombe, ci sono navi e sottomarini a propulsione nucleare che attraccano negli 11 porti italiani ‘abilitati’ a tale traffico e cacciabombardieri che atterrano e ripartono dagli aeroporti, sorvolando il territorio nazionale. Su tutti questi fronti vorrebbe intervenire la legge di iniziativa popolare, che intende smantellare gli arsenali nucleari e che dovrà essere sottoscritta, entro la fine del prossimo marzo, da almeno 50mila persone, affinché possa iniziare il suo iter parlamentare.