COMUNICATO PROMOTORI PETIZIONE POPOLARE Zimmardo Bellamagna
COMUNICATO PROMOTORI PETIZIONE POPOLARE
A nome dei Promotori della Petizione Popolare, inviata attraverso la PEC del CSPA di Pozzallo, al Sovrintendente di Ragusa, Dr. Antonino De Marco, con la quale si è chiesto di avviare tutte le procedure necessarie per la salvaguardia e la tutela della contrada Zimmardo-Bellamagna, esprimiamo apprezzamento e soddisfazione sia per i tempi rapidi della risposta che per le precisazioni, le determinazioni e gli impegni concreti assunti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa.In particolare vogliamo sottolineare alcuni elementi che consideriamo importanti e dirimenti:
-l’INEFFICACIA, in assenza della preventiva verifica archeologica prevista dalla legge, dell’Autorizzazione rilasciata dal SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) di Modica a favore della ditta Biometano Ibleo Soc.Agr. a.r.l. per la realizzazione di un mega impianto di biogas nel cuore della contrada Zimmardo-Bellamagna, autorizzazione ostinatamente difesa dinanzi al TAR di Catania dal Sindaco Abbate Ignazio che ha dimostrato, ancora una volta in questa vicenda, il suo collateralismo subalterno agli interessi privati a scapito dei valori e dei beni comuni;
-la COMPETENZA della Sovrintendenza ad effettuare l’azione di tutela anche in aree non soggette a vincoli specifici previsti dal Piano Paesaggistico di Ragusa; da questo punto di vista consideriamo molto rilevanti, anche ai fini di una rivisitazione delle tutele paesaggistiche e archeologiche, le considerazioni impegnative espresse dal Sovrintendente sulla peculiarità del paesaggio Ibleo e sul valore delle numerose testimonianze archeologiche che fanno del nostro territorio uno dei più importanti ambiti culturali della Sicilia;
-l’ESISTENZA di un Decreto del Dirigente Generale (DDG n.7935 del 22/04/2006) che vincola l’area archeologica di contrada Zimmardo-Bellamagna e (importante novità) lo svolgimento, in corso d’opera, di accertamenti finalizzati a una più puntuale perimetrazione del vincolo archeologico già esistente.
La Petizione Popolare sottoscritta già da diverse centinaia di Cittadini nati e/o residenti a Modica esprime non solo un’alta consapevolezza ma anche una forte determinazione nella difesa di un grande patrimonio paesaggistico, archeologico e culturale che, come Modicani, abbiamo il preciso dovere e la ferma volontà di salvaguardare, tutelare e valorizzare.È arrivato il momento di mettere la parola fine ai vari tentativi di stravolgimento e devastazione ambientale di questa pezzo suggestivo e straordinario del nostro paesaggio rurale che rappresenta un patrimonio unico al mondo, un vero e proprio Bene dell’Umanità.
L’Amministrazione Comunale di Modica, anche alla luce delle dichiarazioni del Sovrintendente, provveda, con la massima urgenza, ad annullare in autotutela l’autorizzazione rilasciata dal Suap e a ritirare di conseguenza la determina di resistere in giudizio davanti al TAR di Catania a difesa della suddetta Autorizzazione, peraltro dichiarata inefficace dalla Sovrintendenza di Ragusa. Come Cittadini Modicani intendiamo:
-ringraziare il Dr. Corrado Rizzone che nella qualità di Presidente del Consorzio Stradale Zimmardo-Bellamagna ha presentato ricorso al TAR di Catania avverso l’autorizzazione del Suap di Modica contribuendo in modo determinante a fare emergere l’inconsistenza dell’autorizzazione incautamente e consapevolmente rilasciata in pieno agosto 2019 dal Comune di Modica;
-ribadire il valore dell’antica amicizia e il legame storico fra Modicani e Pozzallesi, gravemente turbati dai comportamenti scorretti del Sindaco Abbate Ignazio, che nulla hanno a che fare con il doveroso garbo istituzionale e con la tradizionale civiltà della Citta di Modica.
Come Promotori della Petizione Popolare siamo pienamente consapevoli di essere solo all’inizio di un percorso, non facile né breve, che dovrà portare -a cominciare dall’effettiva concretizzazione degli orientamenti positivi espressi dal Sovrintendente di Ragusa- a provvedimenti definitivi di tutela di contrada Zimmardo-Bellamagna e del suo patrimonio archeologico e paesaggistico, fortemente intrecciati in un unicum indivisibile di bellezza e di straordinaria suggestione.Intendiamo procedere su questo cammino con tutte le forze che -da Modica a Pozzallo, dalla Provincia di Ragusa all’intera Sicilia- vogliono spendersi per i valori della bellezza, della salute, della qualità della vita e per una prospettiva generale di crescita sostenibile del nostro territorio, alleata della natura, della cultura, del paesaggio rurale, dell’identità ambientale e territoriale.
Angela Allegria – Avvocato
Michele Armenia. – Professore
Giovanni Avola. – già Segretario generale CGIL Ragusa
Giuseppe Barone. – Docente universitario
Piergiorgio Barone – Professore
Marcella Burderi – Scrittrice
Antonello Buscema – già Sindaco di Modica…
Antonio Calabrese. – Imprenditore
Carlo Cartier – Attore
Gianni Contino. – Giornalista
Franco Di Martino – Psicologo
Angelo Di Natale. – Giornalista
Giovanni Di Rosa. – Professore
Ignazio Monteleone – Pittore
Luisa Montù – Giornalista
Paolo Oddo – Giornalista
Giorgio Pluchino. – Architetto
Corrado Rizzone. – Agronomo
Angelo Ruta – Illustratore
Ernesto Ruta – Guida Turistica
Antonio Ruta – Avvocato
Carmelo Ruta – già Sindaco di Modica
Pierpaolo Ruta. – Imprenditore
Arianna Salemi. – Animatrice culturale
Giovanni Savarino. – Ingegnere
Peppe Sammito. – già Amministratore Comune di Modica
Santo Santaera – ex Assessore Provinciale Ambiente
Concetto Scivoletto. – già Senatore della Repubblica
Luca Scivoletto. – Regista
Andrea Tidona. – Attore
Nele Vernuccio. – Redattore di Dialogo
IMPIANTO DI BIOGAS IN C/DA ZIMMARDO-BELLAMAGNA: LA SOVRAINTENDENZA DICE STOP
Riscontrando la richiesta di riconoscimento come sito di interesse pubblico della località, la Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa ha inviato una nota dettagliata all’Assessore ed al Dirigente Generale ai BB.CC. e I.S. della Regione Siciliana, ai Sindaci dei Comuni di Pozzallo e Modica, al CSPA Pozzallo e alla società Biometano Ibleo, con la quale fa il punto della situazione.
Nella missiva si afferma che “Il territorio di riferimento non è inserito nelle aree perimetrate, con diversi livelli di tutela, del Piano paesaggistico della Provincia di Ragusa, ma il mancato inserimento non significa però che la Soprintendenza non può espletare l’azione di tutela, perché la stessa può essere effettuata anche in aree non soggette a vincoli”.
Entrando nel merito della questione, nella nota si sottolinea come “l’articolo 25 comma 1 del Decreto Legislativo 50/2016 (Codice dei Contratti), esteso a qualsiasi opera pubblica o di interesse pubblico dal D.Lgs 383/2013 e dalla Circolare MIBAC del 20.01.2006, prevede che le stazioni appaltanti trasmettono al Soprintendente, prima dell’approvazione, copia del progetto di fattibilità ivi comprese le indagini geologiche e archeologiche preliminari”.
Si precisa, inoltre, che “esiste già un Decreto del Dirigente Generale che vincola direttamente l’area di interesse archeologico di Contrada Bellamagna- Zimmardo, mentre nella restante parte sono già in atto accertamenti finalizzati ad una più puntuale perimetrazione del vincolo di che trattasi”.
In conclusione, la risposta della Soprintendenza di Ragusa precisa che “nessun progetto è stato sinora sottoposto alla valutazione di questa Soprintendenza anche se le opere per la realizzazione di impianti di biometano rientrano a pieno titolo tra le opere di pubblica utilità, per le quali è prescritta la verifica archeologica preventiva.
Non essendo pervenuto alcun progetto, qualsiasi autorizzazione già eventualmente rilasciata, in assenza della verifica archeologica preventiva prescritta dalla legge, è da considerarsi inefficace”.
Abbate non vuol tutelare Bellamagna
Giovedì scorso il Consiglio Comunale di
Modica, per responsabilità di Abbate e della sua maggioranza, ha perso
una occasione storica per dimostrare di essere a fianco dei cittadini di
Modica e di Pozzallo e a salvaguardia della zona di Zimmardo –
Bellamagna.
Infatti, è stata respinta la mozione presentata dai
consiglieri di Pd e Modica 2038, tendente a sostenere ufficialmente nei
confronti della Sovrintendenza di Ragusa il riconoscimento di Zimmardo –
Bellamagna sito di notevole interesse pubblico, azione già avviata dal
Sindaco del Comune di Pozzallo, a nome della sua città e da una
petizione di cittadini di Modica.
Dopo la presentazione della mozione
da parte della minoranza, la maggioranza, tentando di buttare fumo
negli occhi e di fare confusione, ha presentato in tutta fretta, qualche
giorno prima della riunione del Consiglio, una generica, quanto
inutile, mozione finalizzata ad una improbabile istituzione di un tavolo
tecnico per discutere della revisione del regime vincolistico del Piano
paesaggistico, pensando, in questo modo di fare credere ai cittadini di
essere dalla parte della tutela del paesaggio modicano.
Se si fosse
sinceramente voluto un voto in questa direzione sarebbe bastato
integrare le due mozioni, come proposto ragionevolmente da alcuni
consiglieri di maggioranza e di minoranza; ma anche su questo c’è stato
un netto rifiuto.
Ormai, come abbiamo sostenuto in questi mesi, è di
tutta evidenza e senza possibilità di smentita che Abbate e tutta la sua
amministrazione, consiglieri comunali compresi, hanno assunto un
atteggiamento contrario alla tutela del paesaggio modicano e in
particolare della zona Zimmardo – Bellamagna, e gli atti amministrativi
parlano chiaro.
Anziché sospendere e rivedere l’autorizzazione
rilasciata, per la quale il Tar ha giustamente richiesto una copiosa
documentazione, nonché individuare un sito differente per allocare
l’impianto di biometano, Abbate ha scelto di opporsi al ricorso al Tar
presentato dagli abitanti della zona, ha evitato di impegnarsi, dopo
l’accordo in Sovrintendenza e i ripetuti inviti del Sindaco di Pozzallo,
per la ricerca di un altro sito e, infine, ha fatto bocciare in
Consiglio Comunale una mozione a salvaguardia del territorio, ignorando
apertamente le aspettative dei cittadini di Modica e di Pozzallo.
Vito D’Antona
L’INGANNO DELLE BIOMASSE E DEL BIOGAS
il Prof. Gianni TAMINO ha tenuto un intervento sul QUALI FONTI RINNOVABILI: L’INGANNO DELLE BIOMASSE E DEL BIOGAS – Altri interventi al convegno: dottoressa Antonella Litta e dottor Mauro Mocci medici dell’ISDE (medici per l’ambiente) www.comitatibiogas.wordpress.com – comitatibiogas@gmail.com
Biogas Bellamagna Zimmardo: il TAR chiede al Comune di Modica tutte le carte
Il Tar Catania ha chiesto chiarimenti al Comune di Modica ed all’Arpa sull’iter istruttorio per la realizzazione dell’impianto di produzione di biometano a Modica, nella Contrada Zimmardo – Bellamagna, rinviando la causa all’udienza del 24 febbraio 2021.
Con ordinanza oggi depositata, infatti, il TAR ha chiesto, tra l’altro, al Comune di Modica se abbia mai valutato l’effettiva compatibilità della strada di accesso all’impianto stesso con il traffico da esso indotto e le ragioni della mancata convocazione della Soprintendenza al procedimento. Chiarimenti chiesti anche all’Arpa sui rifiuti e le emissioni odorigene che l’impianto produrrà e all’Università di Catania, per accertare se effettivamente la capacità produttiva dello stabilimento sia quella che è stata indicata per usufruire dei vantaggi del procedimento amministrativo semplificato oppure no. Nello specifico.
Ritenuto che, ai fini della compiuta istruzione della causa, sia necessario richiedere al Comune di Modica una relazione, da depositare nel termine di 60 giorni dalla comunicazione del presente provvedimento, nella quale, illustrato in termini generali lo svolgimento del procedimento autorizzatorio, siano specificamente indicate:- le strade di accesso all’impianto (in particolare se e in quale misura vi rientri quella gestita dal Consorzio ricorrente) e le valutazioni compiute in merito alla compatibilità della rete stradale di collegamento, eventualmente anche di tipo agricolo, con il traffico dei mezzi diretti all’impianto;- le ragioni della mancata convocazione della Soprintendenza, anche alla luce della previsione di cui all’art. 14.9 delle Linee guida per il procedimento di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;- eventuali valutazioni compiute in sede procedimentale in relazione alle previsioni della delibera di G.R n. 1 del 2 febbraio 2009 ed in ordine alla compatibilità con la valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e la tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale (di cui al punto 20 della medesima delibera);- documentazione depositata dal privato ex art. 40 del Piano paesaggistico provinciale;- verifica della sussistenza, in prossimità dell’impianto, della rete di trasporto del gas naturale (par. 2.9 della Relazione tecnico-illustrativa del progetto);- eventuale coinvolgimento degli enti e dei soggetti competenti alla connessione dell’impianto alla rete (di cui al punto f, p. 8 della Relazione illustrative del progetto) ed informazioni, ove esistenti, in merito all’eventuale procedimento di dichiarazione di pubblica utilità delle opere connesse e di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio con indicazione del relativo piano particellare, dei confini e dei dati catastali delle aree interessate.Sempre ai fini dell’istruttoria l’A.R.P.A. Sicilia, nel termine di 60 giorni dalla comunicazione della presente ordinanza, dovrà rendere chiarimenti in merito:- agli accertamenti condotti sugli scarti utilizzati per alimentare l’impianto, anche con riferimento alla loro eventuale qualificazione come rifiuti ed alle eventuali autorizzazioni necessarie, in quest’ultimo caso, per il loro trattamento e per l’utilizzo del digestato, con particolare riferimento alla “frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti industriali non idonei all’uso nella catena alimentare umana o animale” di cui alla lettera d) di pag. 11 della Relazione tecnico-illustrativa (all. 10 del ricorso);- alle specifiche valutazioni compiute in merito ad eventuali emissioni odorigene provenienti dall’impianto (torre di desolforazione e platea a cielo aperto in cui è previsto l’accumulo del digestato) ed al loro impatto con i nuclei abitati più vicini, primo tra tutti quello di Bosco Pisana e il centro abitato di Pozzallo.Ritenuto che debba altresì disporsi verificazione, ai sensi dell’art. 66 del d.lgs. 104/2010, da affidare al Direttore del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, dell’Università di Catania, eventualmente con l’ausilio di altri dipartimenti competenti, in merito:- alla correttezza e plausibilità dei calcoli di produttività dell’impianto in base al piano di alimentazione previsionale (a pag. 35 dello studio di perfettibilità ambientale definito “indicativo”) ed alle potenzialità complessive dell’impianto. In particolare andrà verificata la plausibilità e l’esattezza della soglia di 499 smc/h specificamente determinata in progetto, chiarendo in particolare se e in quale misura, alla luce dei dati presi in considerazione, possa escludersi il superamento della soglia immediatamente superiore dei 500 smc/h di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003;- sulla riconducibilità dell’impianto da autorizzare alla categoria di quelli “chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie unità produttive funzionalmente connesse tra di loro …per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto, potassio (fertilizzanti semplici o composti)”.La relazione conclusiva della verificazione sarà depositata entro il termine di giorni sessanta dalla comunicazione del presente provvedimento.L’ulteriore trattazione del ricorso viene rinviata all’udienza pubblica indicata in dispositivo.P.Q.M.Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Seconda), dispone gli incombenti istruttori nei sensi e nei termini di cui in motivazione.Fissa l’udienza di discussione del merito alla data del 24 febbraio 2021.”
Il TAR della Sicilia annulla la possibilità di fare nuovi inceneritori
di Francesco Girardi
Basta Inceneritori di rifiuti! Bloccando l’art. 35 del decreto Sblocca Italia, il TAR Sicilia boccia la possibilità di realizzare impianti nocivi per la salute umana e per l’ambiente e considera ineludibili i passaggi di confronto con la popolazione fin dalla fase di pianificazione.
In Italia ce ne sono 56 di cui una quarantina ancora attivi e tra essi i più grandi e potenti d’Europa (a Brescia e ad Acerra), di quelli attivi una decina dotati di cogeneratore e i restanti, la maggior parte, tutti senza recupero di calore per fini di teleriscaldamento: ecco in sintesi la “rete” inceneritorista nazionale a cui si aggiungono altri 12 impianti di co-incenerimento come centrali termoelettriche e come i cementifici deputati anche alla combustione di CSS da rifiuti per ricavare scorie solide, fumi tossici, emissioni climalteranti e una piccola parte del calore necessario alla produzione di cemento.
L’insostenibilità ambientale è rappresentata dall’ingente quantitativo di sostanze tossiche, nocive e climalteranti sotto forma gassosa, liquida e solida, emesse e immesse nell’ambiente e rappresentate da diossine, furani, PCB, particolati ultrafini tutte sostanze che in parte si ricondensano all’abbassamento della temperatura dei fumi e in buona parte sfuggono ai filtri anche a quelli più tecnologicamente avanzati.
Tale insostenibilità è stata determinante per l’ esito della sentenza del 7 Ottobre in cui il TAR Sicilia, a seguito di ricorso promosso da diversi comitati ambientalisti tra cui il Movimento Legge Rifiuti Zero, ha messo fine a quanto previsto nell’art. 35 del Decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014 detto ”Sblocca Italia” in cui venivano sancite in sostanza in nome della strategicità di tali impianti a livello nazionale, che per gli stessi si potesse prevedere un incremento delle potenze autorizzabili “a saturazione delle capacità attualmente autorizzate” e che tale incremento di potenza inceneritorista potesse essere concretizzato escludendo gli obbligatori passaggi della Valutazione Ambientale Strategica a cui ogni strumento di Pianificazione, anche quella in parola di nuovi inceneritori, è obbligatoriamente da sottoporre ai sensi della direttiva UE n. 42/2001 con tutti i relativi passaggi di confronto pubblico…. continua
Nominato CTU per l’aria nauseabonda in ASI Pozzallo
Il Presidente del Tribunale di Ragusa ha nominato un consulente tecnico d’ufficio per accertare l’esistenza di intollerabili immissioni di odori irrespirabili, polveri e fumi nauseabondi provenienti dagli stabilimenti Avimecc.
Il pronunciamento del Tribunale di Ragusa è conseguenza di un esposto presentato da alcune imprese che operano nella zona Asi di Modica-Pozzallo e ad adiuvandum dal Comune di Pozzallo e dal C.S.P.A.
La decisione di ammettere l’Accertamento Tecnico Preventivo, ai sensi dell’art. 696 bis del c.p.c., è stata motivata in considerazione del fatto che “l’asserita emissione di odori particolarmente molesti ed anzi nauseabondi come sostenuto dalle ricorrenti, indubbiamente realizza, quantomeno, il reato di cui all’art. 674 codice penale (ed anzi quel danno ambientale che potrebbe dar luogo a più grave ipotesi di reato) che ben configura il fatto illecito…”.
Al consulente tecnico d’ufficio è stato assegnato un termine di sessanta giorni per la redazione di una apposita relazione scritta, da sottoporre poi ai consulenti delle parti per le loro osservazioni.
“E’ un primo passo ma particolarmente importante – afferma il Sindaco di Pozzallo – per il prosieguo della battaglia a tutela del territorio che, insieme alle imprese del luogo e al CPSA, intendiamo portare avanti senza alcun tentennamento”.
“Sarà un percorso irto di difficoltà – conclude il primo cittadino di Pozzallo – ma la condivisione delle azioni intraprese, da parte dei cittadini e del mondo produttivo, mi fa ben sperare nel raggiungimento dell’obiettivo”.