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Lettera aperta al Vicario Foraneo Don Umberto Bonincontro e alle coscienze cattoliche

Posted in Comunicati Stampa,Varie by admin on 5 Maggio 2007

Dio pose l’uomo nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15)

papa.jpgFin dalle prime pagine la Scrittura parla di Dio come Creatore, colui che per amore ha fatto ogni cosa (Gn1-2). “Del Signore è la terra e quanto contiene” (Sal 23,1) cantano i Salmi, invitando a contemplarne la bellezza, a benedire il suo autore e il suo agire provvidente (Sal 88; 103; 134; 148).
Per mezzo di Lui ogni cosa è stata creata ed in lui tutto trova senso e pienezza (Gv 1,1-3; Col 1,15-20; Eb 1,3).

La Scrittura narra del creato come del primo grande dono di Dio, la prima radicale espressione del suo amore potente: un cosmo ordinato e prezioso, capace di sostenere quella realtà misteriosa e fragile che è la vita.
Ma sono in particolare i comandamenti del sabato, dell’anno sabbatico e dell’anno giubilare (Lv 23,3; 25,1-17) a ricordare che l’uomo non è padrone assoluto della terra: essa gli è data come dono, da coltivare e custodire in fedeltà (Gn 2,15).

Recentemente, il Papa Benedetto XVI ha celebrato,il primo settembre 2006, “la prima giornata mondiale per la salvaguardia del creato”, ma già a partire dal 1987 la Chiesa ha avvertito la grande responsabilità di affrontare un tema così delicato ed importante. Non ultimo il summit di due giorni organizzato dalla Santa Sede il 26 aprile (2007) insieme a scienziati ed autorità provenienti da tutto il mondo, in cui oltre ad esprimere preoccupazioni per il fatto che “paesi con il 5% di popolazione consumano il 20% di risorse naturali a fronte dei paesi più poveri che con il 20% della popolazione ne consuma il 5%”, il Cardinal Martino invitava a riflettere sullo sviluppo economico dove “l’uomo può usare il creato, ma non abusarne, questa è la consegna di Dio”, e deve farlo tenendo presente che le generazioni future non ricevano rottami, ma semmai un mondo in condizioni migliori.

Anche Giovanni Paolo II fornisce una definizione chiara e pienamente fruibile dell’ambiente, inteso come “casa” e nello stesso “risorsa” dell’uomo.
Giovanni Paolo II definisce l’ecologia come lo “studio della relazione tra gli organismi viventi e il loro ambiente, in particolare tra l’uomo e quanto lo circonda” e la natura come una realtà, bella e ordinata, dono di Dio all’uomo, imprescindibile per il suo sviluppo individuale e sociale, e non come potere sulla natura, vista come un insieme di risorse non animate da sfruttare in nome del profitto. Su tale visione deve vincere quella di una natura vista nell’accezione francescana, come la casa di un uomo che rispetta ed ama le creature con cui vive.

L’uomo, viene “chiamato a coltivare e custodire il giardino del mondo, l’essere umano ha una specifica responsabilità circa l’ambiente vitale, in rapporto non solo al presente, ma anche alle generazioni future”. La strada percorribile è, quindi, quella di uno sviluppo sostenibile ispirato da una concezione dell’ambiente come “risorsa” ma anche “casa”, che miri a salvaguardare l’ospitalità ambientale per l’uomo di oggi e di domani. L’idea liberista di espansione illimitata per la crescita confligge, in modo strutturale, con le risorse ambientali che sono limitate, non rinnovabili.

Partendo dall’articolo di fede: “Credo in Dio, Creatore del cielo e della terra, delle
cose visibili e invisibili”, la Chiesa deve educare alla fede in Dio creatore. E a proposito di concezione francescana del modello di vita cristiana, San Francesco d’Assisi offre l’esempio dell’autentico e pieno rispetto per l’integrità del creato. Amico dei poveri, amato dalle creature di Dio, egli invitò tutti – animali, piante, forze naturali, anche fratello sole e sorella luna – a onorare e lodare il Signore.

Dal poverello di Assisi ci viene la testimonianza che, essendo in pace con Dio, possiamo meglio dedicarci “a costruire la pace con tutto il creato, la quale è inseparabile dalla pace tra i popoli” (“Pace con Dio. Pace con tutto il creato”, discorso di Giovanni Paolo II per la giornata mondiale della pace del 1990).

Decalogo tratto dagli scritti di San Francesco

1. Sii uomo nel creato, fratello tra i fratelli.
2. Abbraccia tutti gli esseri creati con amore e devozione.
3. Ti è stata affidata la terra come giardino; reggila con sapienza.
4. Abbi cura dell’uomo, dell’animale, delle erbe, dell’acqua e dell’aria per tuo amore e
perché la terra non ne resti priva.
5. Usa le cose con parsimonia perché la dissipazione non ha futuro.
6. Ti è dato il compito di svelare il mistero del cibo: perché la vita si nutra di vita.
7. Sciogli il nodo della violenza per comprendere quali siano le leggi dell’esistere.
8. Ricorda che il creato non riflette solo la tua immagine, ma di Dio altissimo porta
significazione.
9. Quando tagli l’albero lascia un virgulto perché la sua vita non venga troncata.
10.Cammina con riverenza sulla pietra poiché ogni cosa ha il suo valore.

Corrado Rizzone

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