Il Lavinario Zimmardo-Bellamagna ed il PAS
Contrade: Zimmardo superiore, Zimmardo inferiore, Fondolongo, Bellamagna
Lungo circa 700 metri, il lavinario nasce in contrada Zimmardo inferiore. Comincia con una lieve depressione che si approfondisce sensibilmente nel punto intermedio per tornare, dopo quest’incertezza, al suo profilo di convogliatore superficiale. Il corso segue un andamento SO-NE (parallelamente alla consortile Bellamagna -Zimmardo), è largo una quarantina di metri, profondo 4-5 metri e, dopo i primi 500 metri, acquista definitivamente le sembianze del lavinario. In particolare il fondo si fa pietroso e la vegetazione si attenua vistosamente.
La flora riscontrata è di tipo quasi esclusivamente agrario. Tra le
essenze arboree prevalgono l’Olea sativae, di poi, la Ceratonia èdulis. Non
mancano, tuttavia, l’Olea sylvestris, la Ceratonia selvatica e la Chàmaerophos
humilis (leggere passeggiate nei dintorni di modica), comprese tra le essenze tutelate
dal legislatore. Anche nella flora erbacea si avverte la prevalenza delle
specie che, normalmente, sono di contorno all’attività agricola: l’Arum
italicum, l’Arisarum, l’Avena, la Beta sulcata, la Borrago, la Brixa maxima, varie
specie di Bromus, … etc.
Sono presenti tuttavia, alcune specie interessanti sotto il profilo botanico:
l’Anagyris, l’Acanthus spinoso, l’Aristolochia altissima, l’Asparagus albus, la
Capsella bursa pastoris, l’Oxalis acetosella, la Centranthus ruber, la Dafne
gnidium, l’Hermodactylis tuberosus, e il Raphanus raphanistrum. Il sito, nel
complesso, ha una sua caratterizzazione all’interno della tradizione agricola
degli iblei.
L’analisi floristica
Il luogo accoglie un numero di essenze proprie della macchia mediterranea tale che potrebbe, tranquillamente, essere incluso tra quelli da sottoporre a protezione. Vi troviamo l’Anagyris, la Ceratonia siliqua, il mirtus communis, il Pistacia lentiscus, l’Olea sylvestris e la Chàmaerops humils,. sul piano quantitativo prevalgono il Myrtus, che è vistoso (ossia visibilmente diffuso), la Ceratonia siliqua ed il Lentiscus. Non esistono essenze proprie della flora ripariale e mancano, quasi del tutto, quelle che caratterizzano la flora rupestre ad eccezione della Centranthus ruber.
Considerato che il sito, pur presentando sei (e non cinque) delle specie richieste dal legislatore per l’identificazione di un’associazione a macchia mediterranea, è sostanzialmente destinato ad attività agricola, non può essere sottoposto a tutela di cui trattasi. Sarebbe consigliabile, tuttavia, che l’autorità comunale riflettesse sulla opportunità di tutelarlo per due ragioni:
a) perché presenta alcune essenze che, in territorio di Modica, si trovano quasi esclusivamente in esso e nell’attigua contrada Fondolongo- Ci riferiamo, ad esempio, all’Hermodactylis teberosus,
b) perché accoglie numerosi esemplari secolari, oltre che spettacolari, di Olea sativa e di Ceratonia èdulis.
Valutazione Ambientale Strategica della Variante Generale del Piano Regolatore Generale del Comune di Modica
Particolare forma di tutela dovrà essere prevista nelle NTA per l’intero corso del Vallone
Religione (individuato con il n° 74 dello Studio agricolo forestale) e dei lavinari Benarifi
(individuato con il n° 72 dello S.A.F.) e Zimmardo-Bellamagna (n° 73 dello S.A.F.), esterni al
perimetro del pSIC omonimo e individuati nella Tav. IC di integrazione allo Studio Agricolo
Forestale. Si dovrà individuare una zona di rispetto dalle sponde o piedi degli argini per una
fascia di 150 mt ciascuna, da individuare e rappresentare nelle tavole di PRG. Nella zona di
rispetto sono esclusi interventi di trasformazione urbanistica, edilizia e infrastrutturale; sono
compatibili interventi volti alla difesa ldrogeologica con esclusivo ricorso a tecniche di
ingegneria naturalistica, alla bonifica e al restauro ambientale e paesaggistico;