E’ strage di carrubi ed olivi nel modicano
A chi fanno gola quelle centinaia di ettari di terreni coltivate a carrubi e olivi secolari e che si estendono per decine di chilometri da Pozzallo al resto del litorale ibleo e alle campagne limitrofe? Certamente a persone senza scrupoli che non esitano ad avvelenare gli alberi con pericolose sostanze chimiche ed a sparare nottetempo sui tronchi degli alberi, ammazzando pure cani e gatti dei residenti ad evidente scopo intimidatorio.
Il singolare e preoccupante fenomeno criminale, cominciato un paio d’anni fa, è proseguito inesorabilmente fino ad oggi con un intensificarsi di inquietanti fenomeni a base di ronde di non meglio specificati soggetti che, muniti di armi da fuoco, torce e cani al seguito, si aggirano per le campagne di giorno, ma soprattutto di notte.
Non a caso sono fioccate alle forze dell’ordine denunce a carico di ignoti per reiterate violazioni di domicilio e danneggiamenti. Le indagini in corso non avrebbero finora portato novità rilevanti.
I componenti di queste ronde (decine di persone, soprattutto la notte) aggrediscono sistematicamente gli alberi con “iniezioni” di idrocarburi ed altre letali sostanze chimiche, prevalentemente carrubi ed ulivi, secolari e non, versando direttamente sui tronchi sostanze acide e disseccanti al fine di “bruciarne” la corteccia con l’inevitabile morte dell’intera pianta per cui alla fine non ne resta che un nero tronco scortecciato ed avvizzito.
Sull’utilizzo di queste sostanze nocive non sussistono dubbi, dal momento che la circostanza è stata confermata dagli esami di laboratorio effettuati in strutture specializzate sui residui trovati dai residenti.
Un mix letale, che, di fatti, ha seccato gli alberi dall’interno, riducendoli a carcasse scure prive di fronde e corteccia, con i tronchi curvi. Uno spettacolo impressionante che ha finora interessato qualcosa come 400 tra carrubi e olivi secolari sparsi su circa 10 mila ettari di terreni, per un danno di centinaia di migliaia di euro dato dalla mancata produzione di decine di milioni tra carrube e olive, senza contare il gravissimo danno all’ecosistema e al contesto rurale di un’area peraltro sottoposta a rigidi vincoli ambientali e paesaggistici.
Una vera ecatombe che persegue uno scopo ben preciso: far deprezzare il valore dei terreni e provocare ingenti perdite economiche ai coltivatori. L’ipotesi più plausibile resterebbe quella dell’interramento dei rifiuti, anche speciali e pericolosi, al riparo da occhi indiscreti e risparmiando una fortuna sui costi di smaltimento. Si paventa insomma la replica in salsa siciliana del business dei rifiuti già tristemente famoso in Campania con la terra dei fuochi, dove decine di persone sono morte e continuano a morire di tumore. Uno scenario apocalittico che potrebbe presentarsi anche in territorio ibleo, anche se, come accennato, si tratta al momento solo di ipotesi, seppure non di certo campate per aria. Già qualche mese fa il Movimento 5 Stelle aveva evidenziato l’inquietante fenomeno, ma il grido d’allarme è finora rimasto lettera morta, sommerso dal silenzio assordante delle istituzioni. Eppure la desolante scia di carrubi e ulivi irrimediabilmente seccati è sotto gli occhi di tutti, estesa su decine di chilometri quadrati, e quindi impossibile da non notare. Ma perché nessuno muove un dito?
Se lo erano chiesti anche i pentastellati, senza ottenere risposta alcuna. Si confida dunque almeno nell’esito delle indagini, prima che sia troppo tardi.