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Legambiente? “Una lobby economico-politica”. L’accusa degli altri ambientalisti

Posted in Articoli by admin on 19 Gennaio 2020

Scontri con gli altri ambientalisti. E liti in casa propria 
Nel 2010 Exalto è stata tra i promotori insieme ad Azzero CO2 di un progetto per installare un mega impianto fotovoltaico su 26 ettari di terreno a Cutrofiano, in provincia di Lecce. L’iniziativa aveva avuto l’appoggio di Legambiente, ma alla fine non se ne è fatto più nulla per l’opposizione di alcuni comitati ambientalisti locali e di Italia Nostra. Quello di Cutrofiano non è il solo scontro tra Legambiente e altre organizzazioni ambientaliste. Dissidi che a volte si sono consumati all’interno della stessa onlus. Come nel 2008, quando tutti i soci del circolo di Legambiente di Carovigno (Brindisi) si sono dimessi, dopo aver denunciato la trasformazione dell’associazione in “una multiservizi buona per ogni attività” e la mancanza di democrazia interna. Un destino seguito due anni più tardi dal circolo di Milano Ovest, che tra l’altro ha accusato i vertici di non consentire un dibattito interno adeguato su una tematica complessa come quella del fotovoltaico su terreni agricoli. Peggio è andata al circolo di Manciano (Grosseto), che per le sue battaglie contro gli impianti di fotovoltaico industriale in Maremma nel 2011 è stato addirittura espulso dall’associazione verde.

Le fonti rinnovabili, appunto. Legambiente le appoggia senza se e senza ma, anche a danno del paesaggio sostengono altre associazioni e comitati ambientalisti, come la già citata Italia Nostra e la Rete della Resistenza sui Crinali, attiva soprattutto in Toscana ed Emilia Romagna per contrastare lo sviluppo indiscriminato dell’eolico, che si sono battute contro progetti in cui Legambiente ha giocato un doppio ruolo. Come nel caso del consigliere nazionale dell’associazione ambientalista Lorenzo Partesotti, che con la sua Solaris negli anni scorsi si è speso invano per la costruzione di un impianto su monte dei Cucchi, sull’Appennino Bolognese, contando su uno studio di impatto ambientale realizzato niente meno che da Ambiente Italia, società partecipata da alcuni dirigenti di Legambiente. Dinamica analoga in Toscana, dove Cecilia Armellini da un lato era tra i vertici della onlus verde, dall’altro si muoveva a favore della Carpinaccio srl per ottenere l’approvazione di progetti eolici.

“La dirigenza nazionale di Legambiente ha dimostrato uno zelo eccessivo nella condiscendenza verso impianti industriali di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino a teorizzare il teorema dell’eolico senza se e senza ma – accusa il coordinatore della Rete della Resistenza sui Crinali Alberto Cuppini -. Tale zelo rischia di portare a potenziali conflitti di interesse”. Signorini di Italia Nostra difende molte sezioni locali dell’associazione ambientalista, che “svolgono azioni positive contro il consumo del territorio. Ma – aggiunge – i vertici fanno parte di una vera e propria lobby legata ai poteri economici e al mondo politico, con potenziali e gravi conflitti di interesse. Per noi invece il paesaggio va tutelato, è la nostra ricchezza. Non può pertanto essere straziato in nome delle energie rinnovabili improduttive”……continua su il Fatto Quotidiano

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