Le città italiane dell’Unesco contro le trivellazioni del Val di Noto
Le città italiane dell’Unesco contro le trivellazioni del Val di Noto
Comunicato della presidenza dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco
Il presidente dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, Gaetano Sateriale, interviene con un fermo comunicato nel dibattito sulla possibile realizzazione di alcuni pozzi di esplorazione petrolifera in Val di Noto, sito dichiarato nel 2002 dall’Unesco Patrimonio dell’umanità .
“Evidentemente le lunghe battaglie culturali contro l’abusivismo e gli scempi paesaggistici non hanno proprio insegnato niente. Non sono stati sufficienti decenni di devastanti aggressioni al territorio, in nome di modernizzazione e progresso, per far assimilare la consapevolezza che il patrimonio artistico, culturale e naturale è la risorsa più preziosa del nostro Paese, la principale “materia prima†di cui disponiamo. Le grandi potenzialità economiche dei beni culturali possono essere dispiegate solo investendo su di essi, coniugando tutela e promozione, valorizzando il carattere molecolare del sistema territoriale, non certamente disseminando il Val di Noto di pozzi petroliferi.
La notizia del parziale via libera del Tar di Palermo alle trivellazioni in questo straordinario angolo di Sicilia, quando sembrava che il pericolo fosse scongiurato, ci ammonisce a non abbassare la guardia e a non farci cadere vittime dell’illusione che basti abbattere un paio di “eco-mostriâ€, cosa peraltro pregevolissima, per ritenere di aver sconfitto la cultura dell’abusivismo legalizzato, autorizzato o tollerato che sia. In un periodo di gravi difficoltà per i bilanci degli enti locali, la tentazione di incamerare qualche milione di euro in royalties è molto forte, ma non giustifica la svendita di un patrimonio dell’umanità . Alle comunità locali, una volta che le società petrolifere hanno terminato la “spremitura†del territorio, alterandone irrevocabilmente le caratteristiche ambientali e sociali, rimane davvero poca cosa. Investire tante risorse, umane ed economiche, nello sviluppo petrolifero significa impoverire quelle attività che storicamente, hanno costituito l’asse portante di tutta l’economia siciliana per abbracciare improbabili nuovi “miracoli italianiâ€.
Un evidente anacronismo che non meriterebbe neppure un commento, se le trivelle non incombessero sul Val di Noto. Occorre ribadire con forza che il “turismo petrolifero†è un settore che non ci interessa e che l’energia positiva che deve zampillare dai nostri territori è quella delle testimonianze storico-artistiche e dei paesaggi, non quella degli idrocarburi. Pensare di barattare il tardo barocco siciliano con qualche barile di greggio è un’operazione strategicamente sciagurata. Significa non aver capito il valore di un patrimonio culturale e naturale ben tutelato e ben gestito. Gli esempi positivi non mancano, pensiamo agli sforzi che sta compiendo Siracusa per ripopolare un centro storico svuotato dall’industrializzazione di Priolo e di Augusta. E quanto sta fruttando, anche economicamente, la promozione turistica di quel sito Unesco.
L’importante è non commettere gli stessi errori del passato. Gli strumenti per impedire che questo dissennato progetto prosegua nella sua corsa devastatrice esistono, ma serve una chiara e precisa volontà politica, a livello locale e nazionale, che si faccia interprete dello sdegno di tutti gli italiani. Questo è ciò che intende fare la nostra Associazione, schierandosi compatta a fianco del sindaco Corrado Valvo nella difesa del Val di Noto e contro ogni tentativo di inseguire miraggi economici del tutto estranei alla naturale vocazione di un territorio che l’Unesco ha inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità . Quella per la salvaguardia dell’integrità del Val di Noto è una battaglia culturale contro un modello di sviluppo che non ci appartiene. Una battaglia che ci riguarda tutti, nessuno escluso”.
Gaetano Sateriale
Presidente Associazione Città e Siti Italiani
Patrimonio Mondiale Unesco