Un Delitto “quasi” annunciato Un Kartodromo in area protetta
II rumore era distinto ed inequivocabile: si trattava di una escavatrice che stava eseguendo lavori di sbancamento non lontano da casa mia, in campagna. Normali lavori per la realizzazione di qualche nuova residenza per le vacanze estive …; stanno realizzando lo scavo per il piano interrato, mi dicevo; fra una settimana al massimo concluderanno i lavori e cesserà anche questo fastidioso rumore. Però i lavori, ed il rumore, si prolungavano nel tempo oltre ogni ragionevole supposizione. Possibile che le residenze da realizzare sono due o tré? Un paio di volte, lungo la strada a valle, intanto mi imbattevo in grossi camions, carichi di blocchi rocciosi delle più svariate dimensioni, che si dirigevano verso la zona oggetto dei lavori di sbancamento.
A questo punto mi è sorto qualche sospetto; tanto più che i lavori continuavano senza sosta; localizzata la zona dei lavori, ho deciso di dare un’occhiata. Attraverso i campi e superando diversi muri a secco, con animo sospeso da indefinito timore e preoccupazione, mi sono portato sui luoghi oggetto dell’intervento. Uno scempio! Al posto di quella che era una zona assolutamente intatta, incontaminata, che era tale da che madre natura l’aveva fatta, c’era una specie di paesaggio lunare. L’amara sorpresa era andata ben oltre le paure che io avevo nutrito. Era in atto la realizzazione di un qualche progetto di enorme impatto ambientale col beneplacito della nostra Amministrazione. Mi sembrava tutto incredibile e stentavo a rendermi conto che la zona fosse proprio quella che conoscevo palmo a palmo. Era proprio quella! A ridosso diretto del versante sinistro del bellissimo torrente di Cava “Cella” che più a valle, in C.da “Giarrusso”, va a confluire nella Cava della “Gisana”. Deciso a saperne di più, l’indomani mi sono informato presso l’Ufficio Tecnico del Comune dove ho avuto conferma che si trattava di un progetto per la realizzazione di un Kartodromo (si dice così?) con tutti gli annessi e connessi. Ma come, proprio lì è stata rilasciata una concessione per costruire sul bordo della Cava!? E perché no? Non c’erano vincoli …, e quindi… E quindi!? E quindi avete permesso che si intervenisse su una zona che invece si deve tutelare.
Ma avete dato uno sguardo alla carta topografica per ubicare con precisione il sito e vedere, semmai, se potevano esservi estremi per negare l’autorizzazione e salvaguardare così una zona che, assieme a poche altre all’interno del territorio comunale, ha una valenza naturalistica enorme?! L’avete fatta una visitina per rendervi conto che proprio lì non si deve toccare nulla perché quella zona è un gioiello naturalistico come pochi altri nel nostro ambito comunale? Ma dove sono i Verdi, gli Ambientalisti ed i vari salvatori della Patria? E la Soprintendenza è a conoscenza di tale megaprogetto? Ma insomma è indubbio che qui si sta distruggendo l’ultimo rifugio di un connubio floristico e faunistico molto raro. Qui ancora sopravvivono il coniglio selvatico, il riccio, l’istrice, la volpe, la donnola, tra i mammiferi; e, tra i volatili, questo è il regno del gheppio, della poiana, del colombaccio, della ormai rarissima starna, della civetta, del gufo reale; è l’habitat stagionale della tortora, del tordo e della beccaccia nel loro periodo migratorio oltre che di tanti altri uccelli caratteristici della zona. E tra la flora osserviamo il leccio, il lentisco, il pero selvatico, l’olivastro, il timo, la ruta, i ciclamini selvatici, il mirto, il terebinto, l’euforbia, i secolari carrubi e tante altre essenze che non si trovano facilmente nella cosiddetta “macchia mediterranea”.
Tutto ciò unito ad un andamento topografico bellissimo ed a rare strutture e “ricami” carsici che invitano al rispetto della natura ed alla sua salvaguardia. Senza dire che poco a monte dell’area oggetto di “violenza” esistono non pochi e antichissimi insediamenti antropici che dovrebbero rendere la Cava suddetta oggetto di attenta tutela.
Ma i nostri amministratori ed i consiglieri comunali le sanno tutte queste cose? Perché non si interviene in modo deciso e definitivo per tutelare, una volta per tutte, le nostre bellissime contrade? E parlo soprattutto delle “Cave”, dove la Natura, per fare quello che in esse esiste, ha impiegato milioni di anni e che l’intervento indiscriminato dell’uomo distrugge in un lampo. Che so? Una fascia di rispetto per non meno di 300 metri dal ciglio delle “Cave”; un vincolo di immodifìcabilità per queste bellissime incisioni naturali; un non so che cosa, ma che abbia il potere di evitare che si ripetano questi interventi disastrosi. Penso che a qualcuno potrebbe interessare l’osservazione di una fotografia aerea, che a questo punto custodiamo quasi con affetto, scattata di recente, comunque prima dell’intervento, per rendersi conto del disastro arrecato all’ambiente: come dire, prima e dopo la “cura”.
La nostra Città ha la fortuna di avere un patrimonio architettonico che è sotto gli occhi di tutti, ma ha anche un territorio altrettanto bello, reso ancora più prezioso da questi gioielli naturalistici incastonati in esso, che sono le “Cave”, che hanno bisogno di essere protette costantemente perché, dal punto di vista ambientalistico, sono sicuramente di tutti.
Da “Il Dialogo”
Novembre 2004