TRIBUNALE DI MODICA. PROCESSO KARTODROMO-IMPIANTO BIOMASSA
CONTRASTANTI OPINIONI TRA I PERITI SULL’ESISTENZA DELLA MACCHIA MEDITERRANEA
La macchia mediterranea era presente in entrambe le aree oggetto del processo, in percentuale del 100% nella vallata e del 50% lungo il versante.
Queste le conclusioni rese ieri mattina nell’ennesima udienza del maxi processo che si celebra davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)chiamati, per l’appunto, a stabilire se esisteva macchia mediterranea a Cava Bellamagna-Zimmardo e a Cava Giarrusso, ed in caso positivo, in che percentuale ed a quanta distanza si dovevano realizzare l’impianto di trattamento di biomassa e il kartodromo.
I due periti catanese sono stati messi sotto torchio dai difensori per oltre due ore, due volte ciascuno. Escusso anche il perito di parte. Le percentuali sono state contestate proprio da quest’ultimo, secondo cui per il calcolo delle percentuali sarebbero state utilizzate solo delle mere foto ortografiche, e non delle vere e proprie cartografie. E qui i difensori hanno contestato l’assenza di dati certi che, secondo il perito di parte, sarebbero impossibili da ricavare in assenza di una cartografia.
In virtù di questo, non è stato possibile stabilire se c’era il rispetto della distanza minima dalla macchia mediterranea per la costruzione dei due impianti. A questo punto i giudici hanno richiamato i due Ctu che assicurato che le cartografie sono state senz’altro effettuate ma non le avevano allegate alle perizie. Il Collegio ha deciso, pertanto, riconvocare tutti per il prossimo 5 novembre al fine di consentire ai due tecnici catanesi di integrare la perizia commissionata dallo stesso Tribunale.
Il processo si riferisce al rilascio di concessioni, come si diceva, per la costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa. Tredici sono gli imputati. In precedenza il pubblico ministero, Maria Mocciaro, era andata per la requisitoria chiedendo otto condanne per quasi dieci anni di arresto e 90 mila euro di multa, e cinque assoluzioni, tra le quali quelle dei funzionari della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa, Beatrice Basile, Giuseppe Saggio e Calogero Rizzuto della Sovrintendenza, per Corrado Borgh e per Francesco Ascanio dell’Ispettorato Agricoltura e Foreste. L’indagine scaturì dagli esposti presentati dai residenti delle 2 zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo si sono costituiti parte civile il Ministero per l’Ambiente, gli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici, rappresentati dagli avvocati Antonio Borrometi, Tiziana Serra, Luca Licitra, Luigi Piccione e Giovanni Giurdanella, ma anche del Comune di Pozzallo, attraverso l’avvocato Giorgio Terranova.
Fonte: R.T.M.