Rapporto di Legambiente sulle città più verdi
Città verdi: ok Belluno, ko Frosinone
Lo studio confronta 103 città sulla base di 125 parametri ambientali. E continua ad avanzare la cementificazione: siamo a 813 chili di cemento a testa, contro i 625 della media europea
Roma, 13 ottobre 2008 - Nord Est e Toscana sul podio delle città più verdi e vivibili d’Italia. Belluno si conferma per la seconda volta consecutiva con il punteggio più alto (74,63) per i 125 parametri ambientali considerati nel consueto rapporto di Legambiente sull’ecosistema urbano che coinvolge 103 città .
Al secondo posto Siena (70,24), terza è Trento (67,96). La classifica è dominata dai capoluoghi del centro nord e per trovare una città del centro sud bisogna scendere alla 35ma posizione con Cagliari che registra 56,09 punti, ma le città delle Isole e del Sud occupano ben 15 delle ultime 20 posizioni.
All’ultimo posto c’è Frosinone (28,04), preceduta da Ragusa (32,85) e Catania (34,73). Nel capoluogo laziale parecchio smog, un trasporto pubblico quasi inesistente, un altissimo tasso di motorizzazione (73 auto ogni 100 abitanti). La media complessiva italiana è di 51,96 punti, in leggero miglioramento rispetto al rapporto precedente (50,55).
Nella top ten sparisce la Lombardia che è rappresentata al 12mo posto da Mantova. Tra le prime dieci, oltre a Siena, anche Prato, ma anche due città della Liguria, Savona settima e La Spezia nona. Quarto posto per Verbania, quinta Parma, sesta Bolzano. La decima posizione è occupata da Venezia. Tra le città più grandi guadagna posizioni Milano che passsa dal 58mo al 49mo posto.
Scende Roma che perde 15 posizioni e passa dalla 55ma alla 70ma posizione. Roma ha un inquinamento atmosferico leggermente più basso rispetto a Milano, ma per il resto la Capitale mette in fila una serie di risultati negativi: Milano ad esempio batte Roma in raccolta differenziata (31% a 17%), per le isole pedonali, le piste ciclabili.
Tra le città con oltre 200mila abitanti Genova e Venezia sono le migliori, Catania la peggiore alla posizione 101. Il meridione, in generale, è ancora indietro: male le città di Napoli e Palermo che restano ancora in coda alla classifica con la 98ma e la 88ma posizione.
Spicca il salto di Bari che guadagna 22 posizioni rispetto allo scorso anno e si porta al 60mo posto. Tra la prima e l’ultima classificata di Ecosistema urbano “c’è un baratro”. I migliori progrediscono, i peggiori sembrano quasi arretrare e le distanze “si esasperano”. Gli ultimi non sono i più poveri “in parte sì – scrive Legambiente – sono le città a più basso reddito”, ma quelli che peggio curano le loro risorse ambientali.
Le ultime 14 città appartengono a Sicilia (7), Calabria (3), Lazio (2) e Campania (1). Un po’ di città meridionali (e praticamente tutta la Sardegna) hanno prestazioni complessive migliori delle medie nazionali dei singoli indicatori e di città del centro-nord.
Con un occhio ai rifiuti, il rapporto di Legambiente, dice che migliora in Italia la raccolta differenziata, ma si produce più spazzatura, con un chilo di aumento medio per abitante. Aumentano anche gli autoveicoli euro3 ed euro4, ma aumentano anche le auto in circolazione. Migliorano le emissioni di biossido di azoto e peggiorano quelle di ozono.
Proprio sui parametri dell’aria il sud si riscatta con Catania che guida la classifica delle minori emissioni di anidride carbonica da parte dei mezzi pubblici; Caserta, Teramo e Nuoro hanno i più bassi livelli di ozono.
Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, osserva come alcuni buoni risultati siano stati ottenuti grazie al lavoro di alcuni sindaci ma anche che “spesso le politiche locali sono state fortemente penalizzate dai governi nazionali, che poco o nulla hanno investito in infrastrutture per il trasporto pubblico e nel miglioramento delle condizioni dei viaggiatori pendolari”. In sostanza, troppe auto e troppe emissioni con “il traffico urbano grande protagonista” dell’inquinamento dell’aria.
Per Legambiente, occorre “ridiscutere il modello di urbanizzazione dominante“, ma anche “ripensare le politiche energetiche” utilizzando le tecnologie che ne favoriscono in risparmio; così come occorre “migliorare la filiera dei rifiuti”, favorendo il compostaggio e la riduzione degli scarti.
C’è troppo cemento in Italia, secondo Legambiente, che ricorda come nel solo 2006 siano 30mila le costruzioni abusive su un totale di 331mila unità abitative, 7mila i capannoni e 813 i chili di cemento a testa, contro i 625 della media europea.
Fonte: Ilsole24ore