Processo Kartodromo-Itis, condanne e risarcimenti danni
10 ore di camera di consiglio. Tanto ci ha messo il collegio penale del Tribunale di Modica(Scibilia, Di Marco, Rubino)per emettere le 13 sentenze a conclusione del processo per l’inchiesta sulla costruzione di un kartodromo e di un impianto di biomassa, nelle Cave Gisana Giarrusso Liccio e Zimmardo Bellamagna.
I giudici hanno disposto, tra le tante, il ripristino dello stato dei luoghi e la demolizione delle strutture già realizzate perché illegittime, oltre al risarcimento danni in favore dello Stato, costituitosi in giudizio, da liquidarsi in separata sede e quantificato in oltre un milione 200mila euro. Si chiude con queste decisioni ma anche con condanne ed assoluzione un lungo ed articolato processo intentato su un’indagine svolta dai carabinieri circa il rilascio di concessioni illegittime da parte dell’Ufficio Tecnico del Comune di Modica per la realizzazione dei due impianti.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e di violazione del Piano Regolatore Generale in materia di inedificabilità e di deturpamento della macchia mediterranea, ma anche di violazione dei vincoli paesaggistici ed idrogeologici.
La pena maggiore è stata inflitta all’allora responsabile dello Sportello Unico del Comune di Modica, Giuseppe Castagnetta, condannato a 6 mesi di reclusione, e all’interdizione dai pubblici uffici per l’identica durata della pena detentiva. Alcuni dei coimputati hanno rimediato solo contravvenzioni per reati in materia edilizia, altri sono stati assolti. Tutti i soggetti condannati hanno beneficiato della sospensione condizionale della pena. Nel dettaglio il deliberato dei magistrati modicani: all’ingegnere Antonino Di Rosa, 43 anni, di Modica, ad Ignazio Morana e a Graziella Candiano, modicani di 49 e 44 anni, rispettivamente socio gestore e legale rappresentante della “Itis”, società che avrebbe dovuto costruire l’impianto di trattamento della biomassa, sono stati inflitti tre mesi di arresto e 22mila euro di ammenda ciascuno; due mesi di arresto e 22mila euro di ammenda per l’ingegnere Ignazio Agosta e per Giovanni Carpenzano, 49 anni, modicano, amministratore unico di “Servizio Casa”, società che avrebbe dovuto realizzare il kartodromo.
Sono stati assolti da tutti i reati l’ex soprintendente di Ragusa, Beatrice Basile, e il suo collaboratore Giuseppe Saggio, il dirigente comunale del terzo settore Francesco Paolino, 50 anni, sciclitano.
Assoluzione anche per Calogero Rizzuto, 51 anni, di Agrigento; Francesco Ascanio, 57 anni, nativo di Caltagirone ma residente a Pozzallo, tecnico istruttore dell’unità operativa IV Paesaggistica della Soprintendenza di Ragusa; Corrado Borgh, ennese di 48 anni, comandante del distaccamento di Scicli del Corpo forestale regionale, ed Alessandro Modica, 56 anni, modicano, responsabile del procedimento della sezione urbanistica del comune di Modica.
Il pubblico ministero, Maria Mocciaro, aveva chiesto la condanna a complessivi 9 anni di carcere per alcuni imputati e l’assoluzione per altri. Oltre al ministero dell’ambiente si erano costituiti parte civile una decina di residenti, due associazioni ambientaliste, “Movimento azzurro” e “Legambiente”, e il Comune di Pozzallo, il cui territorio era limitrofo alle 2 aree ricadenti nel Comune di Modica, la cui amministrazione di allora non ritenne invece opportuno costituirsi parte civile in giudizio. Le associazioni ambientaliste si ritengono soddisfatte. Corrado Rizzone, rappresentante dei Verdi, presente quasi sempre in udienza, dice: “La sentenza ci soddisfa perché ha l’effetto di un precedente. E’ una vittoria dell’interesse pubblico su quello privato. La stessa decisione dei giudici di procedere all’abbattimento degli scheletri dei due impianti – ha concluso Rizzone – la dice lunga sull’effettiva illegittimità delle due costruzioni nelle contrade interessate, difese dai residenti a loro volta appoggiati dallo Stato”.