Ambiente Ibleo – Portale ambientalista del Sud-Est Siciliano


E’ allerta per una possibile infezione da Escherichia Coli in Puglia.

Posted in Comunicazioni by admin on 15 Agosto 2013

La lancia il ministero della Salute, dopo che si sono registrati numerosi casi di Sindrome Emolitico Uremica, che quasi sempre deriva per l’appunto dall’E.Coli, in pazienti residenti in Puglia o che vi avevano soggiornato durante il periodo di incubazione. Tra il primo e il 14 agosto sono stati ricoverati per 8 bambini e un adulto. Come e’ noto, sottolinea il ministero, la maggior parte dei casi di SEU fa seguito all’infezione intestinale da Escherichia Coli produttore di verocitotossina (VTEC) ed esordisce con diarrea, spesso caratterizzata da presenza di sangue nelle feci, vomito e dolore addominale. Le indagini di laboratorio, condotte dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per E.coli presso l’ISS, sui campioni biologici relativi a 2 pazienti, hanno permesso di diagnosticare in entrambi i casi un’infezione da VTEC O26. Le indagini di laboratorio sugli altri casi sono in corso.

Le Autorita’ sanitarie della Regione Puglia stanno svolgendo le indagini epidemiologiche, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanita’. Tali attivita’ non hanno finora indicato con chiarezza l’esistenza di una comune fonte di infezione. Le Autorita’ regionali stanno, inoltre, rinforzando le attivita’ di sorveglianza epidemiologica locale sulle infezioni gastroenteriche e l‘ISS ha inviato un’allerta a tutti i reparti italiani di nefrologia pediatrica, attraverso la SINP, al fine di individuare eventuali casi, in altre Regioni,potenzialmente collegati all’episodio pugliese. Con lo stesso scopo l’ISS ha inviato un’allerta al Centro Europeo per il controllo delle Malattie Infettive (ECDC). Le Autorita’ sanitarie raccomandano alla popolazione residente in Puglia, o che vi abbia recentemente soggiornato, di rivolgersi ad una struttura sanitaria in caso di diarrea caratterizzata da presenza di sangue nelle feci, in particolare se si manifesta in bambini nei primi anni di vita.

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Tutte le salmonelle finiscono in gloria

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 11 Agosto 2013

​«Mamma, posso fare il bagno?» era, fino a qualche anno fa, l’innocente quesito che il pargolo anelante la frescura delle onde rivolgeva alla propria genitrice, sentendosi rispondere, immancabilmente: «Sì, ma non ti allontanare troppo»; oggi, alla stessa domanda, è probabile che la madre, dopo aver chiesto al figlio qualche secondo per la risposta, si rivolga al marito: «Caro, cosa dicono l’Arpa, l’Asp, la Capitaneria di Porto, i NAS e la Procura sul nostro mare?», e il coniuge: «Dicono che il mare è pulito, tranne nei punti in cui è pieno di colibatteri fecali.»
​Dopo un anno di indagini appassionanti e sequestranti, questa è la massima sintesi dei risultati ottenuti: le nostre acque sono balneabili, tranne che alla foce dei fiumi, in prossimità degli scarichi dei depuratori e nei porti. Conclusione di certo poco tranquillizzante perché, ad eccezione delle acque dei porti per ovvî motivi, non si vede perché dovrebbe essere naturale il superamento della soglia di inquinamento vicino agli scarichi dei depuratori, se non nel caso in cui questi impianti non depurino bene e in prossimità delle foci dei fiumi, se non certificando come fatto notorio che nei canali si butti impunemente ogni genere di porcheria.
​Il Procuratore della Repubblica di Modica, dottor Puleio, ha scritto recentemente ai sindaci del Comprensorio (Scicli, Modica, Pozzallo e Ispica) chiedendo loro cosa abbiano intenzione di fare a fronte di dati preoccupanti sullo stato delle loro coste. I sindaci, dal canto loro, si sono rivolti all’Asp che, tramite il Laboratorio Provinciale d’Igiene Pubblica, ha fatto sapere che il nostro mare è balneabile nei limiti di legge, e che ogni voce contraria – compresa quella della Procura? – è priva di ogni fondamento.
​L’indagine sull’inquinamento dei nostri mari partita un anno fa dopo la denuncia del sindaco di Modica, Antonello Buscema, sembra arrivata al capolinea. Dopo il dissequestro di uno dei tre villaggi, il Marsa Siclà, il mancato ritrovamento di tubi nascosti o di scarichi occulti, l’indagine prosegue con l’analisi dei terreni attraverso una costosa perizia. In realtà, molti quesiti posti dalle indagini avrebbero potuto agevolmente trovare risposta in un documento della Regione Siciliana, datato dicembre 2007, dal titolo: “Piano di Tutela delle Acque della Sicilia”, composto da circa mille pagine dentro alcune delle quali si trovano descritte nel dettaglio tutte le nefandezze del sistema idrico e fognario della fascia costiera che va da Scicli a Capo Passero. Nel “Documento di Sintesi del Piano di Tutela”, alle pagine 239 – 241 (258 – 260 nel documento pdf), si trovano elencate tutte le criticità che presenta il bacino idrografico “Scicli”: dal mancato completamento della rete fognaria in alcune località, allo scarso funzionamento dei depuratori, con perdite nelle condotte; dall’inquinamento da parte dei reflui urbani e industriali, non collettati ai depuratori, nei corsi fluviali superficiali e cattivo funzionamento degli impianti di depurazione alla contaminazione da residui agricoli e pericolo di contaminazione dei pozzi. Non mancano nemmeno riferimenti alle numerose perdite della rete idrica, sia per la cattiva manutenzione che per la vetustà degli impianti.
​Sul reale, alto tasso d’inquinamento delle falde acquifere da parte dei prodotti utilizzati in agricoltura, arriva in soccorso una recentissima pubblicazione, aggiornata a luglio 2013, dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), dal titolo: “Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque”. Nel documento, peraltro liberamente scaricabile da Internet, come pure gli altri due documenti citati, nelle pagine 30, 31, 40, 51 e 52 si troveranno delle esaurienti cartine dei luoghi di massimo inquinamento in Sicilia e degli inquinanti trovati. E poiché in Sicilia la provincia di Ragusa costituisce un unicum per quanto riguarda l’agricoltura intensiva, essa è anche la provincia con il più alto tasso d’inquinamento da pesticidi.
​La sana e istruttiva lettura di questi documenti, che consiglio a tutti, soprattutto agli inquirenti e ai periti, dà una radiografia accurata del territorio, poco cambiata dal 2007, anno del documento sullo stato delle acque, tanto più che in quello studio si prevedeva in 92 milioni e 279 mila euro la somma occorrente per sistemare tutte le criticità di questo bacino, della quale non si è finora speso granché, forse nemmeno un tallero.
​La sconfortante conclusione è che la Procura, i Comuni, le aziende sanitarie, i consorzi bonificanti (e da bonificare) nulla possono per la soluzione di un problema che non è contingente, ma sistemico.
​Nel frattempo la pubblica opinione sbanda confusa, siccome gregge aggredito dai lupi dell’informazione; tra chi vuole le coste pulite come la coscienza di un neonato e chi non è di questo parere, tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà, troviamo pure l’informazione matematica, di quelle che ti propina il Tg regionale ove qualsiasi cosa tu dichiari, qualsiasi sia l’argomento trattato, di chiunque si parli se ne fa radice quadrata e chi ha voglia di capire capisca quello che vuole. Tanto i secondi disponibili sono sempre centottanta per notizia, sia essa riguardante l’onestà politica di Lombardo (per la quale tre secondi bastano e avanzano), sia un argomento complesso come il sequestro di tre villaggi turistici e 400 famiglie nella… posidonia oceanica, il Tg Tre, imperterrito, lavora di forbici più che di compasso e, alla fine, tutte le salmonelle finiscono in gloria.
​Del resto, dopo aver inanellato, questi Tg, un calo di ascolti che continua ormai da anni, fatti fuori persino gli angeli di Natale per far posto a qualche altra pecorella nel Presepe, cosa volete che sia per questi veri signori il concetto di informazione, ormai opaco e puzzolente come i prati della posidonia?

Fonte: Paolo Oddo da La Pagina

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La Sicilia dei veleni, dalla raffineria nel siracusano al petrolchimico di Gela

Posted in Articoli by admin on 11 Agosto 2013

A Priolo e Augusta i morti di tumore sono il 10 per cento in più rispetto al resto della Sicilia, e superano il 20 per cento quelli per tumore al polmone. Dal 1990 è scattato anche l’allarme malformazioni genetiche. Anche nel petrolchimico in provincia di Caltanissetta, il problema è nella matrice ambientale: nella zona sono inquinati anche gli ortaggi coltivati. Su 75 operai che hanno lavorato negli ultimi anni di attività nel reparto Clorosoda, più della metà si sono ammalati di tumore: una ventina sono già morti.

A qualche centinaio di chilometri dall’Ilva di Taranto esistono altri centri in cui l’esigenza di un lavoro si paga con conseguenze gravissime per l’ambiente e per la salute. In Sicilia è così, specie dove l’isola ha cercato il suo sviluppo. Erano gli anni ’60 e le coste migliori furono messe a disposizione dei colossi energetici del tempo, l’Esso e l’Eni. L’obiettivo era estrarre e raffinare il petrolio di cui l’isola è ricca. E impiantare vicino al mare i laboratori che avrebbero dovuto fare da traino per la nuova chimica made in Italy. In cambio, la Sicilia chiedeva lavoro. E così e stato. Quasi come a Taranto. Ma progetto di sviluppo ha un prezzo altissimo in termini di vite umane e malattie. Anche se non ci sono sentenze che dimostrino la diretta correlazione, i cittadini e molti medici non hanno dubbi.

Il viaggio dei veleni comincia nel litorale di Siracusa, un litorale che alla fine degli anni ’50 venne immolato nel nome dello sviluppo. Qui il cavaliere Angelo Moratti venne a costruire la Rasiom, in grado di raffinare 8 milioni di tonnellate di greggio all’anno. In seguito arriveranno la Esso, l’Eni e l’Enel. E la costa tra i comuni di Priolo, Augusta e Melilli verrà ribattezzata “triangolo della morte”. Le industrie petrolifere e quelle chimiche hanno dato lavoro negli anni a circa 10 mila persone. Oggi però, a parte la Erg, stanno tutti trasferendo altrove i cicli produttivi. Dello sviluppo economico qui è rimasto ben poco.

A certificare 50 anni di industria rimangono però le statistiche sulla percentuali di decessi. A Prioloe Augusta i morti di tumore sono il 10 per cento in più rispetto al resto della Sicilia, e superano il 20 per cento quelli per tumore al polmone. Dal 1990 è scattato anche l’allarme malformazioni genetiche. Nel 2000 a Priolo il 5 per cento dei bambini è nato con malformazioni, cinque volte in più della media nazionale. Diffusissima l’ipospadia, una malformazione congenita dell’apparato genitale, che ad Augusta colpisce il 132 per mille dei nati. Numeri che ad oggi non hanno ancora trovato una causa specifica per la legge. Manca il nesso causale, ovvero la dimostrazione che i tumori e le malformazioni genetiche derivino dall’inquinamento delle industrie. Nel 2006 però laSyndial, società del gruppo Eni, ha deciso di risarcire alcune famiglie di Priolo: 11 milioni di euro per 101 casi di bambini nati con malformazioni genetiche.

Il nesso causale manca anche a Gela, settantamila abitanti sulla costa meridionale della Sicilia, dove da cinquant’anni la parola lavoro è sinonimo di Eni. Oggi a lavorare per l’azienda del cane a sei zampe ci sono meno di duemila persone. E in futuro saranno ancora meno. Fino agli anni ’90, però, dai cancelli del Petrolchimico voluto da Enrico Mattei sono passati interi nuclei familiari: migliaia di operai che raffinavano carburante e producevano concimi chimici e materie plastiche.Quattro celle affacciate sulla tangenziale costituivano fino al 1994 il reparto Clorosoda, il fiore all’occhiello della nuova chimica made in Italy. Attivo dal 19 marzo 1971, Clorosoda era conosciuto da queste parti come il reparto killer. Su 75 operai che ci hanno lavorato negli ultimi anni di attività più della metà si sono ammalati di tumore: una ventina sono già morti, gli altri lottano contro un sistema immunitario distrutto dai veleni. Per anni, infatti, hanno lavorato respirando mercurio, che dentro Clorosoda era trattato senza alcuna precauzione.

Il problema vero però è nella matrice ambientale: a Gela sono inquinati anche gli ortaggi coltivati nella zona. Il risultato è che nel 2002, 520 bambini nati a Gela sono venuti alla luce con malformazioni genetiche. Anche qui è diffusissima l’ipospadia ma non mancano anche i casi di bambini nati microcefali, soprattutto tra le famiglie di ex operai del petrolchimico. “Quando io e mio fratello siamo nati senza alcun tipo di malformazione in famiglia si è quasi gridato al miracolo per una cosa che dovrebbe essere normale” racconta il giornalista Andrea Turco, figlio di un operaio dell’indotto petrolchimico. Nel 2006 un centinaio di famiglie di ex operai Clorosoda hanno deciso di mettersi insieme per fare causa all’Eni e costringere i vertici dell’azienda a prendersi le proprie responsabilità. “Siamo pronti ad aiutare anche le vittime del petrolchimico di Gela” dice Andrea Armaro, responsabile relazioni esterne del cane a sei zampe. Dal 2008 la procura di Gela ha aperto un’inchiesta sulla vicenda. E in attesa che le indagini facciano il loro corso, il genetistaSebastiano Bianca mette tutti in guardia: “In trent’anni non è cambiato nulla: pur avendo in parte dismesso gran parte degli impianti le percentuali di malformazioni sono rimasti stabili. Quindi il vero problema di questa città non sono le generazioni presenti ma quelle che verranno”.

di Giuseppe Pipitone

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Lettera aperta al governo degli Stati Uniti di venti intelletuali americani

Posted in Articoli by admin on 9 Agosto 2013

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Lettera aperta al governo degli Stati Uniti, firmata anche dal famoso sociologo Chomsky, per fermare immediatamente l’installazione delle antenne radar a Niscemi.
Intanto continuano le azioni degli attivisti alla vigilia della manifestazione nazionale di protesta prevista per oggi.

Altri due attivisti questa notte si sono arrampicati in cima alle antenne satellitari di contrada Ulmo a Niscemi, all’interno della base militare statunitense. I due si sono aggiunti agli altri otto, che ieri sera avevano eluso la sorveglianza ed erano saliti in cima a quattro delle 46 antenne esistenti all’interno della base. La zona è attualmente circondata da polizia e carabinieri.

Attorno alla base, anche molti manifestanti che sostengono la protesta dei dieci attivisti. “Una manifestazione eclatante – hanno detto – per richiamare l’attenzione delle istituzioni”.

“Salire in alto per raggiungere i sogni più belli. Una terra piena di alberi, frutti e piante curative, fiori. Recuperare i luoghi profanati dalla guerra e dall’avidità. Il Muos, le antenne spariscono dalla nostra vista, dalla nostra terra. Dipende da noi. Questo noi che è fatto di tenerezza, condivisione, creatività, piccoli gesti di amore – scrivono in una nota gli attivisti –  La coscienza che smette di essere complice dell’impero, del capitalismo spietato. Più tempo per vivere, cambiare la nostra vita radicalmente. Anche questo è il movimento No Muos. Oggi abbiamo l’occasione di iniziare a realizzare il sogno di un pianeta che ama la pace e combatte concretamente la guerra. Osare il passo in più, rompere le paure. Questa terra è nostra, è nostra, vogliamo liberarla dalle armi, dalla guerra e dalla devastazione ambientale. Pace, salute, terra, libertà. Per la Sicilia e per tutti i popoli della guerra”.

La protesta dei dieci attivisti arriva proprio nel giorno in cui Niscemi marcerà contro il Muos. Un corteo è previsto per oggi pomeriggio. Il concentramento è in programma per le 16,30 in contrada Vituso.

E proprio ieri venti intellettuali americani, con in testa il sociologo Noam Chomsky, hanno chiesto al governo degli Stati Uniti di fermare immediatamente l’installazione della stazione Muos a Niscemi. “Il progetto Muos e la militarizzazione della Sicilia – affermano – non sono nell’interesse dei cittadini e delle cittadine americani. Condanniamo fermamente le violenze contro i manifestanti e chiediamo che il loro diritto di parola e di protesta venga rispettato. Esprimiamo la nostra piena solidarietà con la società civile siciliana in protesta contro il Muos”.

La lettera è stata firmata da: Linda Alcoff (Cuny) Stanley Aronowitz (Cuny,) Richard Bernstein (New School for Social Research), Jay Bernstein (New School for Social Reasearch), Johanna Brenner (Portland State University), Robert Brenner (Ucla), Noam Chomsky (MIT), Mike Davis (UC Riverside), Kevin Floyd (Kent University), Nancy Fraser (New School for Social Research), David Graeber (London School of Economics), Michael Hardt (Duke University), Chris Hedges (The Nation Institute), Nancy Holmstrom (Rutgers University), Paul Kottman (New School for Social Research), Charles Post (Cuny), Dick Walker (UC Berkeley) e Cornel West (Union Theological Seminary).

di SALVATORE ANGEMI

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Tensione a Niscemi, 10 attivisti NO MUOS sulle antenne. Alle 16,30 Corteo Nazionale

Posted in Articoli by admin on 9 Agosto 2013

Altri due attivisti, dopo l’irruzione di ieri sera, si sono arrampicati in cima alle antenne satellitari dell’impianto Muos di contrada Ulmo a Niscemi, all’interno della base militare statunitense.

Il nuovo “assalto” è avvenuto nel corso della notte appena trascorsa. I due si sono, così, aggiunti agli altri otto, che ieri sera avevano eluso la sorveglianza ed erano saliti in cima a quattro delle 46 antenne esistenti all’interno della base.

Guidati da Turi Vaccaro che si auto definisce pacifista ed attivista e che è già stato fermato due volte per resistenza a pubblico ufficiale nel corso delle varie manifestazioni degli ultimi mesi, hanno subito rivendicato l’azione precisando che si tratta di una iniziativa “pacifica e non violenta messa in atto solo a scopo dimostrativo”. Vaccaro era finito in manette, fra l’altro, a Gela, nel giorno delle celebrazioni dello sbarco alleato in Sicilia, con  l’accusa di avere aver aggredito alcuni agenti delle forze dell’ordine.

Sulla pagina facebook del movimento si legge che “la dimostrazione è stata  messa in scena nel trentesimo anniversario degli scontri fra manifestanti e polizia a Comiso ed alla vigilia della grande manifestazione regionale contro l’impianto radar che si tiene oggi a Niscemi.

La zona è attualmente circondata da polizia e carabinieri. Attorno alla base, ci sono già molti manifestanti che sostengono la protesta dei dieci attivisti. ”Una manifestazione eclatante – hanno detto – per richiamare l’attenzione delle istituzioni”.

Sale, dunque, la tensione proprio nel giorno in cui Niscemi marcia contro il Muos. Un corteo è previsto per oggi pomeriggio. Il concentramento è in programma per le 16,30 in contrada ”Vituso”.

Fonte: Blog Sicilia

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Il Procuratore della Repubblica trasmette ai sindaci di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo i dati sull’inquinamento. “Decidete che fare”

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 26 Luglio 2013

I risultati delle analisi sulle condizioni del mare presentate dall’Arpa sono stati trasmessi dal Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio ai sindaci dei quattro comuni del comprensorio modicano i risultati delle analisi dell’Arpa e del CNR,  100 pagine di documentazione ben dettagliata con la quale il procuratore chiede ai primi cittadini di verificare se ci sono gli estremi per prendere provvedimenti. A titolo informativo, dunque, ma soprattutto per sollecitarli, alla luce degli esiti, ad emettere eventuali ordinanze. L’acqua del mare, secondo quanto riferito sarebbe impregnata di liquami fognari e metalli tossici.

Il Procuratore della Repubblica, ha reso nota la condizione di salute delle acque di competenza del territorio di Scicli quindi inviando gli esiti al sindaco Franco Susino, a Modica ad Ignazio Abbate, ad Ispica a Piero Rustico ed a Pozzallo a Luigi Ammatuna. Contestualmente l’autorità giudiziaria si aspetta che i primi cittadini facciano bene analizzare gli esiti ed eventualmente emettere un’ordinanza che vieti la balneazione.

Fonte e commenti: RTM

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Il serpentone schiumoso è ancora vivo.

Posted in Pubblica Evidenza by admin on 22 Luglio 2013

Domenica 21 luglio 2013 la giornata di mare piatto e le temperature “estive” hanno affollato le spiagge ragusane con il tutto pieno. Anche il famigerato e oramai pluriricercato “serpentone schiumoso” ha fatto la sua comparsa tra lo stupore e l’incredulità dei bagnanti lungo le coste che vanno da Maganuco a Punta Corvo. Avevamo già denunciato alla pubblica evidenza  “le scorribbande del serpentone” sin dal 2007 ( Il serpentone fermentante), ma dopo 6 anni, tre villaggi sequestrati e diversi Corpi dello Stato atti alla sua ricerca “Esso” vive ancora.  Dovrebbe essere più facile oramai risalire al “Pifferaio/i” che ne controllano le gesta!
Foto di Maurizio Pisana

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Stop alla coltivazione di mais geneticamente modificato MON810

Posted in Articoli,Comunicazioni by admin on 20 Luglio 2013

Roma, 12 lug. (Adnkronos) – I tre ministri dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente Andrea Orlando hanno firmato il decreto interministeriale che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato appartenente alla varietà MON810 sul territorio italiano. A dare la notizia è il ministro De Girolamo.

Il divieto è così in vigore fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178 del 2002 e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Il provvedimento sarà immediatamente notificato alla Commissione europea e agli altri 27 Stati membri dell’Unione europea.”Con i ministri Lorenzin e Orlando avevamo preso un impegno preciso sugli Ogm, considerate anche le posizioni unitarie del Parlamento e delle Regioni. Con il decreto che abbiamo firmato oggi vietiamo la sola coltivazione del mais Mon810 in Italia, colmando un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea” spiega De Girolamo in un comunicato. “E’ un provvedimento che tutela la nostra specificità, che salvaguarda l’Italia dall’omologazione – sostiene il ministro -la nostra agricoltura si basa sulla biodiversità, sulla qualità e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto di oggi è solo il primo elemento, quello più urgente, di una serie di ulteriori iniziative, con le quali definiremo un nuovo assetto nella materia della coltivazione di Ogm nel nostro Paese”.

Il divieto di coltivazione del Mais MON810 è motivato dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, consolidata da un recentissimo approfondimento tecnico scientifico dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ne evidenzia l’impatto negativo sulla biodiversità, non escludendo rischi su organismi acquatici, peraltro già evidenziati da un parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare reso nel dicembre 2011. Il decreto giunge a conclusione della procedura di emergenza attivata dal nostro Governo nell’aprile 2013, – si legge nel comunicato del Mipaaf – ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione di Organismi geneticamente modificati, fondato su analoghe motivazioni, adottato il 16 marzo 2012 dal Governo francese e tuttora in vigore.

Le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea, cui l’Italia si conforma, ribadiscono la legittimità di misure di coesistenza che salvaguardino le colture tradizionali e biologiche, e che dovranno essere adottate dalle Regioni conformemente alla sentenza n. 116 del 2006 della Corte costituzionale, nel quadro di una organica e condivisa disciplina statale che definirà principi comuni al fine di garantire il rispetto della libera concorrenza e della libertà di iniziativa economica, a parità di condizioni sull’intero territorio nazionale. “E’ un provvedimento importante perché offre una prima copertura giuridica a difesa della nostra agrobiodiversità“. Così il ministro all’Ambiente, Andrea Orlando. Il ministro sottolinea però come la decisione presa oggi in Consiglio dei ministri rappresenti “solo la prima parte di un percorso nel quale il sistema Italia nel suo complesso deve offrire una convinta prova di unità e compattezza”.

Le Regioni “devono innanzitutto dare il loro immediato contributo per la costruzione di un quadro di misure idonee a garantire la salvaguardia delle nostre coltivazioni tradizionali e biologiche”, aggiunge il ministro all’Ambiente, mentre a livello comunitario, “parallelamente, c’è bisogno che il nostro Paese si renda protagonista in Europa di una seria discussione sul tema dell’autonomia dei singoli Stati sull’ammissibilità degli Ogm”. “Tutelare le nostre specificità non è una battaglia di retroguardia, tutt’altro”, sottolinea Andrea Orlando in conclusione. “La biodiversità è la grande infrastruttura economica del nostro Paese ed è anche lavorando su questo terreno che l’Italia potrà uscire dalla difficile situazione in cui si trova”.

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Abusivismi USA per il MUOS di Niscemi

Posted in Articoli by admin on 12 Luglio 2013
Affari di mafia sullo Stretto

Affari di mafia sullo Stretto

La Marina militare statunitense avviò i lavori di realizzazione del MUOS tre anni prima della firma delle autorizzazioni da parte della Regione siciliana. La prova inconfutabile della grave violazione delle norme in materia urbanistica ed ambientale e degli impegni formalmente assunti da Washington con il governo italiano è stata individuata in un rapporto ufficiale del Program Executive Office (PMW-146), l’organismo dello Space and Naval Warfare Systems Command (con sede a San Diego, Califonia) che dirige il programma del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della US Navy.
Il rapporto dal titolo Mobile User Objective System (MUOS) Communications-on-the-Move (COTM) è stato pubblicato il 28 aprile 2009 ma desecretato solo l’1 aprile 2010
(http://www.public.navy.mil/spawar/PEOSpaceSystems/Press/Documents/Mobile%20User%20Objective%20System%20Overview%20Brief%204.1.10-S.pdf ).
Esso descrive analiticamente le caratteristiche tecniche del MUOS e dei suoi elementi chiave (satelliti geostazionari e stazioni di terra). Nel capitolo relativo allo stato di avanzamento dei lavori nei terminali terrestri del sistema, alla pag. 14 vengono riportate le foto dei quattro siti prescelti: Wahiawa (isole Hawaii), Australia, Virginia e Niscemi. L’immagine dell’infrastruttura siciliana è eloquente: in un ampio spiazzo ricavato dopo aver rimosso un’intera collina sono già stati completati gli scavi per le tre piattaforme in cemento armato destinate ad ospitare le mega-antenne del MUOS. Attorno al cantiere, perimetrato da una rete metallica, sono ben visibili i sentieri tracciati per gli accessi dei camion e dei mezzi pesanti.
Lo stato dei luoghi lascia presupporre che la foto sia stata scattata nell’inverno 2009, ma la valutazione d’incidenza che autorizza i lavori nella stazione terrestre di Niscemi è stata rilasciata l’1 giugno 2011 dall’allora dirigente generale dell’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente, Giovanni Arnone, e notificata al Dipartimento di US Navy solo il successivo 28 giugno. Per quasi tre anni cioè i militari statunitensi e le imprese contractor avrebbero operato a Niscemi nel più assoluto abusivismo, con l’aggravante che le opere del MUOS sono state realizzate all’interno della riservanaturale orientata Sughereta di Niscemi, inserita nella rete ecologica Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) contrassegnato dal n. ITA050007.
La richiesta del Comando US Navy di Napoli-Capodichino per l’uso e la costruzione del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari fu approvata  il 31 ottobre 2006 dalla Direzione generale del demanio e dall’Agenzia per la gestione delle radiofrequenze del Ministero della difesa italiano. Fu tuttavia specificato dai autorità militari che “prima della messa in funzione del MUOS deve essere garantito e certificato che le emissioni rientrino nei parametri stabiliti dalle vigenti leggi italiane e che non interferiscano con emissioni di servizi già operativi in loco”. Dato poi che il nuovo impianto doveva ricadere in un’area di 2.509 m2 della riserva naturaleSughereta, il 24 gennaio 2007 il comando dell’Aeronautica militare di Sigonella inoltrò specifica richiesta di autorizzazione all’Assessorato regionale all’ambiente, diretto al tempo dalla niscemese Rossana Interlandi, esponente dell’Mpa del governatore Raffaele Lombardo.

Dopo il rilascio di un’autorizzazione di massima da parte del Servizio per i beni paesaggistici naturali ed urbanistici della Regione con un’istruttoria record di appena 15 giorni, in attesa del progetto esecutivo e della relazione paesaggistica, il 14 giugno 2007 l’Assessorato inviò al Comune di Niscemi una prima scarna documentazione sul MUOS. L’iter approvativo entrò in stand by almeno sino al successivo 3 aprile 2008, quando la Regione trasmise al sindaco di Niscemi il progetto del nuovo sistema satellitare. Un mese e mezzo più tardi, il Comune ricevette dall’Aeronautica militare la relazione paesaggistica e la valutazione di incidenza ambientale predisposta dalla Marina Usa. Il 9 settembre 2008 fu convocata a Palermo una conferenza di servizi, a cui parteciparono l’Assessorato regionale territorio e ambiente, la Soprintendenza dei beni culturali, l’Ispettorato forestale di Caltanissetta (ente gestore della riserva), il Comune di Niscemi e i rappresentanti di US Navy e del 41° Stormo dell’Aeronautica. In quella sede fu espresso all’unanimitàparere favorevole sulla compatibilità ambientale del MUOS.

Dopo le prime massicce manifestazioni di protesta da parte della popolazione locale, il governatore Lombardo e il nuovo assessore all’ambiente Sorbello decisero di soprassedere alla firma delle autorizzazioni. Come già scritto, esse giunsero solo l’1 giugno del 2011, accompagnate tuttavia da una serie di prescrizioni ai lavori: la salvaguardia dei nuclei di vegetazione arbustiva ed arborea; la protezione delle scarpate dell’impianto con alcune specie arbustive specifiche; il rispetto delle esigenze riproduttive degli uccelli migratori abituali “evitando le opere di maggiore impatto tra aprile e giugno”; il contenimento delle polveri e la riduzione dell’impatto acustico, ecc.. A ben osservare la fotocriminisnel rapporto 2009 del Program Executive Office (PMW-146)della Marina Usa è assai difficile credere che i contractor abbiano pensato di rispettare le (post) prescrizioni atte a proteggere il fragile habitat della Sughereta di Niscemi.

In verità, i No MUOS avevano già denunciato da tempo che i lavori di realizzazione del terminale terrestre erano iniziati molto prima che si perfezionasse l’iter autorizzativo. In un dossier pubblicato nel marzo 2009, la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella scriveva che “le opere di movimentazione terra e predisposizione delle piattaforme per le antenne e le torri radio del MUOS hanno preso il via il 19 febbraio 2008, dopo una breve cerimonia a cui partecipò, tra gli altri, il direttore del Mobile User Obiective Program della US Navy, Wayne Curls”. Era stato il settimanale della base di Sigonella Signature, nel numero del 29 febbraio 2008, a descrivere nei particolari la cerimonia di apertura dei cantieri. “Quando il sistema sarà pienamente implementato, i sistemi di Guerra avranno la completa capacità di comunicazione per rispondere a tutte le richieste di missione in qualsiasi parte del mondo”, dichiarò allora Wayne Curls. “Il terminale MUOS comporterà un piccolo aumento a Niscemi del personale della Marina Usa. La realizzazione della stazione è prevista entro i prossimi tre anni…”.

Sempre secondo gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, la costruzione dell’impianto fu affidata nella primavera del 2008 dal Comando US Navy di Sigonella ad un consorzio d’imprese denominato “Team MUOS Niscemi”, costituito dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), società leader nella costruzione d’impianti elettrici edalla Lageco (Lavori Generali Costruzioni) di Catania.

“La scoperta dell’inizio dei lavori per l’installazione del MUOS ancora prima che le autorizzazioni venissero rilasciate dalla Regione, è l’ennesima gravissima violazione di legge commessa dalla Marina militare Usa in questa vicenda”, commentano gli avvocati del Coordinamento dei comitati No MUOS, Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea. “Il TAR di Palermo, nell’ordinanza del 9 luglio 2013 con cui rigetta la richiesta di sospensiva del Ministero della difesa, sottolinea il fatto che l’amministrazione militare statunitense sia sottoposta alla legislazione nazionale e al rispetto della complessiva disciplina vigente in Italia. Tale obbligo risulta pertanto violato non solo nel corso dell’iter autorizzativo e all’indomani della revoca di quest’ultimo, ma addirittura prima ancora che questo venisse iniziato”.

“Ciò non può che aggravare le responsabilità di tutti quei soggetti che hanno posto in essere tali violazioni, e di tutti quelli che facendosene complici, le hanno agevolate, facendone pagare le conseguenze ai cittadini niscemesi e all’intera comunità siciliana”, aggiungono i due legali. “Inoltre questa scoperta aggrava la posizione del governo americano anche nei giudizi pendenti innanzi al TAR Palermo; è evidente, infatti, che tutte le autorizzazioni rilasciate, compresi i nullaosta ARTA relativi ai vincoli paesaggistici sono falsati da errore sul presupposto e costituirebbero autorizzazioni in sanatoria non previste dallo specifico procedimento”.

Antonio Mazzeo

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Parabole del Muos: il tar boccia le richiesta del Ministero della Difesa e degli Usa

Posted in Varie by admin on 12 Luglio 2013

Il Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS accoglie con soddisfazione la decisione del TAR di Palermo di rigettare la sospensiva richiesta dal Ministero della Difesa. In particolare sottolinea come degna di nota sia la motivazione dell’ordinanza nella quale viene indicato come interesse primario ed imprescindibile la tutela della salute della popolazione di Niscemi “non assoggettabile a misure anche strumentali che la compromettano seriamente fin quando non sia raggiunta la certezza assoluta della non nocività del sistema MUOS”.

I legali del Coordinamento dei Comitati Avv.ti Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea segnalano anche come il TAR abbia rilevato che sussistono seri dubbi in ordine all’incidenza e alla pericolosità del sistema in questione sul traffico aereo degli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania.

La decisione del TAR rafforza la legittimità della resistenza che gli attivisti e dei comitati NO MUOS hanno esercitato ormai da oltre due anni, anche a costo di subire una dura repressione e attività dissuasiva effettuata dalle forze dell’ordine anche mediante arresti, sanzioni amministrative e penali.

Riguardo l’attività repressiva, varie Associazioni, Enti e Comitati, stanno sottoscrivendo una petizione per chiedere la rimozione per incompatibilità ambientale del Prefetto e del Questore di Caltanissetta.

Coordinamento Regionale dei Comitati NO MUOS

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Pesticidi e Api – Bruxelles prolunga l’Attentato verde e l’Italia si schiera con le Lobby. Cittadini nei guai!

Posted in Articoli by admin on 7 Luglio 2013

Fonte: http://www.quieuropa.it/ogm-putin-dichiara-guerra-ad-obama-apocalisse-ogm-e-pesticidi-seconda-parte/
La produzione del 35% dei nostri alimenti dipende dalle Api. Ma qualcuno non le ama e non ama il Creato e le Creature.
di C.Alessandro Mauceri e Sergio Basile

Pesticidi e Bomba Ecologica – Putin Minaccia Obama

Bruxelles, Roma – Più di una persona ha pensato che lo scopo di soggetti come ilBilderberg, la Commissione Trilaterale e molti altri simili,  servissero in realtà a garantire una sorta di equilibrio mondiale. Una situazione di calma apparente utile a moltemultinazionali per fare…. utili. In realtà questo sistema è estremamente fragile. È bastato uno sciame d’api malaticce per far crollare questa calma apparente come un castello di carte. Nell’ultimo articolo a proposito degli effetti causati da alcuni prodotti chimici sulla salute delle api e su tutto l’ecosistema di cui sono alla base, è emerso come la messa al bando di queste sostanze fosse arrivata solo dopo accese discussioni sia negli Stati Uniti d’America che in Europa. Pare, però, che il problema potrebbe avere una dimensione ben maggiore e soprattutto a causa di due aspetti.

La minaccia di Putin – Si rischia una nuova Guerra Mondiale

Innanzitutto, per quanto contenuto nei verbali (per certi versi clamorosi) dell’incontro tra il Presidente Putin e il Segretario di Stato USA, John Kerry. I verbali parlano di “estrema indignazione” dei dirigenti russi per il regime di protezione continuadei giganti mondiali della biogenetica, Syngenta e Monsanto, da parte del presidenteObama. Protezione che, secondo il Cremlino, “con assoluta sicurezza” potrebbe condurre addirittura verso una guerra mondiale. Una guerra mondiale per l’uso o il divieto di impiegare un insetticida? In realtà lo scontro pare vada avanti già da diversi mesi. Al centro della disputa tra Russia e USA ci sarebbe l’“indiscutibile evidenza” che un tipo di insetticidi neuro-attivi conosciuti con il nome di neonicotinoidi, stanno distruggendo la popolazione di api del nostro pianeta, e che, se questo non sarà controllato, potrebbe distruggere la nostra capacità mondiale di coltivare alimenti sufficienti per alimentare la popolazione.

Orrore Neonicotinoidi – Chi sono i Responsabili del disastro mondiale?

Secondo il Ministero delle Risorse Naturali e Ambiente della Federazione Russa (MNRE), la situazione sarebbe così grave a causa di due neonicotinoidi come l’Actara e il Cruiser, fabbricati dal gigante svizzero delle sementi e dei pesticidi biotecnologici, Syngenta AG. In base al rapporto del MNRE, Syngenta, insieme ad altri giganti della biotecnologia comeMonsanto, Bayer, Down e DuPont, controllerebbe attualmente il 100% del mercato mondiale dei pesticidi, piante e semi geneticamente modificati. In realtà, come riportato nel rapporto, Syngenta già nel 2012 è stata accusata penalmente in Germania per aver nascosto il fatto che il suo mais geneticamente modificato aveva ucciso degli animali da allevamento. Anche negli USA sarebbe stata presentata una denuncia collettiva, e la richiesta di risarcimento per 105 milioni di dollari, dopo la scoperta che il suo erbicida, Atracina, aveva causato la contaminazione degli approvvigionamenti d’acqua di circa 52 milioni di americani in oltre 2000 distretti con, che può provocare. Contaminazione che aveva causato addirittura ilcambiamento di genere degli animali. Secondo gli ultimi studi, i livelli di contaminazione da neonicotinoidi, sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee, negli USA e nel mondo, sarebbe ben oltre la soglia conosciuta di letalità per gli invertebrati acquatici.

Neonicotinoidi – Vergogna Obama

Eppure, sorprendentemente la decisione presa da Obama è stata esattamente all’opposto: “L’Unione europea ha votato questa settimana per una squalifica di due anni su una classe di pesticidi, noto come neonicotinoidi, che è stato associato con il crollo delle api (vedi allegato). Il rapporto del governo degli Stati Uniti, al contrario, ha trovato molteplici cause per il crollo delle api “. Obama ha quindi confermato il Farmer Assurance Provision – Section 735.

Pazzesco – Norma USA per vietare ai tribunali di bloccare OGM

Una  norma  che prevede il divieto, per i tribunali americani, di bloccare la vendita dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati per almeno sei mesi. E che quindi, di fatto, concede enormi privilegi alle multinazionali degli OGM. Indipendentemente dai rischi per la salute dei consumatori. Non a caso, questa norma sarebbe stata scritta dal senatore Roy Blunt, e dalla multinazionale californiana, Monsanto. è per questo che gli oppositori l’hanno ribattezzata “Monsanto Protection Act“. Secondo Kelly J. Clauss, una portavoce della Monsanto, l’intento della legge sarebbe quello di creare un giusto equilibrio che permetta agli agricoltori di continuare a coltivare mentre il Dipartimento dell’Agricoltura conduce le necessarie verifiche ambientali (?).

MonsatObama

A dire il vero il comportamento di Obama non dovrebbe sorprendere. Dopo la sua vittoria alle elezioni del 2008, Obama si era dimostrato particolarmente grato nei confronti della Monsanto. E aveva posizionato molti dei suoi uomini di punta in posti chiave come le agenzie federali che esercitano un’enorme forza in questioni alimentari, l’USDA e la FDA,Food and Drug Admistration, ad esempio. Il direttore dell’Istituto Nazionale di Alimentazione e l’Agricoltura, Roger Beachy, è un ex direttore della Monsanto Danforth Center. L’incarico di vicecommissario della potentissima FDA è stato affidato a Michael Taylor, ex vice-presidente per la politica pubblica della Monsanto.  E ancora, nuovo capo dell’USAID (Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale), è stato nominato Rajiv Shah, che ha ricoperto posizioni chiave per la Fondazione Bill and Melinda Gates, uno dei principali finanziatori della ricerca sull’agricoltura geneticamente modificata (OGM). Nel frattempo gli introiti della Monsanto sono cresciuti del 22%, pare proprio grazie all’incremento delle vendite permesse dal nuovo provvedimento e allavendita di sementi geneticamente modificate nonostante i potenziali rischi per la salute ad essi correlati. Oggi Monsanto domina il mercato delle sementi bio-tech e negli ultimi anni ha esteso il proprio giro d’affari verso i Paesi emergenti, con particolare riferimento all’Argentina, al Brasile ed all’America Latina e Russia. Successo raggiunto anche grazie all’utilizzo di certi prodotti. I biologi, come ha detto Rex Weyler di “Greenpeace”, hanno trovato tracce di 150 diversi pesticidi chimici nel polline delle api. Aziende come Bayer, Syngenta, Basf, Dow, DuPont e Monsanto hanno scrollato le spalle e “non hanno messo in atto alcun cambiamento in merito alle politiche sui pesticidi: dopotutto, la vendita di veleni ai coltivatori in tutto il mondo è vantaggiosa“.

L’impollinazione delle api e la ricaduta sull’economia mondiale

Vantaggiosa? Quanto? Nel mondo si stima che il valore dell’impollinazione connessa alla produzione di cibo per l’uomo, da parte delle api, superi i 265 miliardi di Euro. E in Europa?  Tonio Borg, commissario europeo per la salute e le politiche dei consumatori, ha calcolato che le api “contribuiscono all’agricoltura europea per una cifra pari a 22 miliardi di Euro. L’estinzione delle api è una sfida come il riscaldamento globale, l’acidificazione degli oceani e la guerra nucleare“. (anche se sulla questione del riscaldamento globale, abbiamo dimostrato come sia una balla strategica del sistema per conservare se stesso – vedi allegato). Una sfida che non ha ancora detto chi sarà il vincitore. Infatti, pochi, pochissimi giornali hanno dedicato l’attenzione che merita al processo per il divieto dell’uso di questi pesticidi.

L’Ue non ha vietato i pesticidi, ha solo strategicamente rinviato

Spesso si sente dire che l’Unione Europea ha bloccato i pesticidi che uccidono le api. Ma non è così. La questione se consentire o meno l’utilizzo dei pesticidi si è protratta a lungo in Parlamento. Tanto che, dopo diverse votazioni inutili a causa del mancato raggiungimento di una maggioranza qualificata (13 Stati membri hanno sostenuto la restrizione, 9 Stati membri hanno votato contro e cinque Stati membri si sono astenuti – da cui la nostra considerazione nell’articolo precedente….) è stata passata la palla alla Commissione Europea, come confermato dal documento ufficiale datato 29 Aprile u.s.. In questo documento viene detto che, visto che i singoli Paesi non erano riusciti a fare il loro dovere (prendere una decisione), il divieto sarebbe stato limitato alla possibilità di trattare le colture ape-attraenti in serre, in campo a cielo aperto e solo dopo la fioritura; che le restrizioni si applicano a partire dal 1° dicembre 2013;  e, cosa più importante, che, al più tardi entro 2 anni, la Commissione Europea dovrà riesaminare le condizioni di approvazione dei 3 neonicotinoidi per tener conto degli sviluppi scientifici e tecnici. Quindi in realtà non si tratterebbe di un divieto, ma di un rinvio. In altre parole, come negli Stati Uniti d’America, anche in Europa forse non la guerra, ma la battaglia l’hanno vinta lemultinazionali.

Il Business dei pestidici – La denuncia del Guardian

Del resto le dimensioni degli interessi economici legati al business dei pesticidi sono enormi. Il quotidiano britannico Guardian di recente ha smascherato un’azione di lobby dei big dell’agrochimica sull’UE per cercare di impedire il bando dei neonicotinoidi: Syngenta avrebbe perfino minacciato di trascinare in tribunale i funzionari dell’EFSA (l’agenzia dell’UE per la sicurezza alimentare) che (nel suo comunicato stampa del 13 gennaio u.s.) avrebbe osato dichiarare che sono certi i “rischi da neonicotinoidi per le api”.

Memoria corta – La “coerenza” dell’Italia

Come al solito, in Italia, spicca il comportamento coerente dei nostri rappresentati. Dopo che la proposta del commissario Borg non era riuscita a riunire, nelle scorse settimane, né una maggioranza di Stati membri a favore, né una contraria, la Commissione Europeaha deciso autonomamente una moratoria (è bene sottolinearlo ancora non è un divieto definitivo, ma solo una moratoria per dare il tempo alle multinazionali di fare qualcosa). L’Italia che si era pronunciata contro la decisione di Bruxelles di introdurre ulteriori restrizioni sui pesticidi non ha perso occasione per mostrarsi ferma e coerente. Così il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, ha affermato. “Un passo avanti positivo“, che non rappresenta la soluzione definitiva, ma “va nella direzione giusta“. “Ora è importante che l’Italia si attivi per rendere definitivo il divieto dell’uso, visti i rischi che essi rappresentano per la salute delle api, così come evidenziato nei numerosi atti di sindacato ispettivo da me presentati nella passata Legislatura“. Dimenticando – tuttavia – che se l’Unione Europea non è riuscita a deliberare il divieto definitivo di tali sostanze la colpa è anche del voto contrario dell’Italia.

Putin “sospende” Monsanto, Apicoltori USA denunciamo Obama

Intanto la Russia, a seguito di uno studio dello scorso anno che dimostrerebbe il legame tra le sostanze in questione e il cancro al seno, ha sospeso l’importazione e l’uso del mais geneticamente modificato prodotto dalla multinazionale statunitense Monsanto. E un folto gruppo di apicoltori statunitensi e ambientalisti ha denunciato il regime di Obama per l’uso continuato di questi neonicotinoidi dichiarando: “Porteremo la EPA (Environmental Protection Agency-Agenzia per la Protezione Ambientale) in tribunale per il suo fallimento nella protezione delle api dai pesticidi. Nonostante il nostro grande sforzo per sensibilizzare l’agenzia sui problemi che pongono i neonicotinoidi, la EPA ha continuato a ignorare i chiari segnali di allarme di un sistema agricolo in difficoltà”. La guerra è cominciata.

Che fanno l’Italia e gli Italiani? Come Ribellarsi?

Sarebbe il caso di ribellarsi, e farlo subito. Farlo per salvaguardare la salute nostra e dei nostri figli. Sarebbe il caso di farlo “legalmente”, magari seguendo le indicazioni della stessa Costituzione. Peccato che il diritto alla ribellione (Art. 50, c. 2 – attuale art. 54) scomparve dalla Carta Costituzionale italiana (della colonia-Usa, chiamata Italia) addirittura nel 1947. L’Art. in questione recitava così: “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino“. Beh! Vista la situazione non ci resta che agire ugualmente e non solo con pressioni e proteste presso i nostri rappresentanti, ma anche boicottando sistematicamente le aziende che vendono questa “morte in bustina”. Prima di passare ad altri metodi…

Boicottiamo le Multinazionali e le aziende italiane al loro servizio

Parliamone – prendendo un impegno fisso con le nostre coscienze e con i nostri figli – con iconsorzi agrari e i rivenditori della nostra zona e regione. Con tutti i coltivatori che nell’ignoranza stanno avvelenando loro, i loro stessi figli e devastando tutto il Creato. Devastando la nostra meravigliosa italia. Se non decideranno di optare per la vendita si sostanze, mangimi, sementi e fertilizzanti assolutamente e completamente biologici,boicottiamoli senza pietà!

Creiamo reti NO OGM di aziende biologiche e facciamo informazione

Al contrario creiamo “reti di consorsi e rivenditori amici“ convertiti al biologico, da pubblicizzare e mandare avanti in tutti i modi. La situazione è critica. L’Osservatorio Qui Europa lo ha potuto constatare negli ultimi giorni di persona, analizzando le fornitore di mangimi e sementi di circa 40 consorzi agrari e rivenditori, in Calabria: regione ad ex-vocazione agricola, ricchissima sulla carta, ma distrutta ed annichilita nei fatti. Sul campione analizzato, ad esempio, nessuno aveva disponibile sul momento mangimi biologici (perché considerati anti-economici visti i prezzi maggiori rispetto a quelli creati in laboratorio) e – cosa ancor più grave – nessuno dei consorzianti intervistato era a conoscenza degli effetti sull’uomo (tumori, leucemie, sterilità e alterazioni del DNA). Ma – ci chiediamo – cosa controllano gli ispettori regionali e nazionali nelle loro periodiche ispezioni? Cosa, se non guardano alla cosa essenziale? La verità è che ormai da tempo essi stessi si sono trasformati in meri esattori. Diciamo basta! Abbiamo il diritto ed il dovere di ribellarci verso uno stato che per il dio denaro (e non solo) viola sistematicamente i diritti dei cittadini, fino – evidentemente – alla morte degli stessi cittadini. Svegliamoci! (aderisci alla campagna per la creazione di una rete NO OGM – se sei un operatore di settore scrivi una mail a: infounicz.europa@gmail.com)

C.Alessandro Mauceri, Sergio Basile  (Copyright © 2013 Qui Europa)

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Domenica 7 luglio a Modica, proiezione “NO MUOS FILM

Posted in Varie by admin on 5 Luglio 2013

Domenica 7 luglio, ore 20:00, Atrio Comunale – Palazzo S.Domenico, Modica bassa
Il documentario NO MUOS FILM nasce dall’esigenza e dall’urgenza sociale, politica e culturale di raccontare e documentare le ragioni della protesta e gli avvenimenti che si stanno susseguendo per fermare l’installazione – all’interno della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi – di una delle quattro stazioni di terra del Mobile User Objective System (MUOS), sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il programma di installazioni è fortemente contestato dagli abitanti di Niscemi e migliaia di siciliani che si sono costituiti in diversi comitati che hanno dato vita al movimento No Muos.

Il documentario avrà una durata di 90 minuti e, attraverso interviste a semplici cittadini, esponenti dei comitati No muos, uomini politici, rappresentanti delle istituzioni, studiosi, medici, ambientalisti, affronterà i diversi argomenti che si muovono intorno al tema No Muos: la sovranità territoriale; la militarizzazione del territorio; il movimento No Muos e le sue forme di lotta civile e politica; i danni alla salute che le radiazioni elettromagnetiche potrebbero provocare alla popolazione; l’impatto ambientale; il sospetto di implicazioni mafiose.

Sito ufficiale: http://www.nomuosfilm.it/

All’interno della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi, sito già dichiarato di importanza comunitaria, si sta costruendo una delle quattro stazioni di terra del Mobile User Objective System (MUOS), sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il programma di installazioni è fortemente contestato dagli abitanti di Niscemi e migliaia di siciliani che si sono costituiti in diversi comitati che hanno dato vita al movimento No Muos.

Il documentario NO MUOS FILM nasce dall’esigenza e dall’urgenza sociale, politica e culturale di raccontare e documentare le ragioni della protesta e gli avvenimenti che si stanno susseguendo per fermare questa installazione.

Obiettivi del documentario sono quelli di:

Osservare e descrivere la natura e le forme di lotta e resistenza del movimento no Muos che vede coinvolti migliaia di cittadini siciliani
Affrontare la questione della sovranità territoriale, interrogandosi e spiegando come mai ancora oggi un paese sovrano come l’Italia deve cedere porzioni di territorio nazionale alle strutture dell’esercito degli Stati Uniti.
Il documentario “No Muos Film” è una produzione dal basso, una produzione che per garantirsi indipendenza ha scelto di cercare fondi attraverso il sostegno popolare. Chiunque trovi interessante, utile e necessario il progetto, può diventare produttore del film, sottoscrivendo una quota, che, in base al budget dichiarato, sarà uguale per tutti e che sarà versata solo a film finito. Le modalità di questo procedimento sono più ampiamente chiarite sul sito www.produzionidalbasso.com nell’area dedicata al progetto “NO MUOS FILM”.

Ulteriori forme di finanziamento a sostegno del film saranno ricercate attraverso eventi destinati a promuovere il progetto.

Contenuti

Il documentario avrà una durata di 90 minuti e, attraverso interviste a semplici cittadini, esponenti dei comitati No muos, uomini politici, rappresentanti delle istituzioni, studiosi, medici, ambientalisti, affronterà i diversi argomenti che si muovono intorno al tema No Muos

La sovranità territoriale
La militarizzazione del territorio
Il movimento No Muos e le sue forme di lotta civile e politica
I danni alla salute che le radiazioni elettromagnetiche potrebbero provocare alla popolazione
L’impatto ambientale
Il sospetto di implicazioni mafiose
Il film documenterà gli eventi che quotidianamente si svolgono presso la sughereta e la città di Niscemi, teatro di iniziative, incontri fra rappresentanti delle istituzioni e i cittadini nonché

www.nomuosfilm.it

english version

The documentary NoMuos stems from the social, political and cultural urge to tell and document the reasons of the protest and the events that are taking place to stop the radar installation.
Inside the Natural Cork Tree Reserve of the town of Niscemi, declared Site of Community Importance, is being built one of the four ground stations of the Mobile User Objective System, a system of satellite communications at very high radio frequencies, operated by the Department of Defense of the United States.
The installation programme is strongly contested by the inhabitants of Niscemi and by many other Sicilians who have formed many committees which together have given birth to the NoMuos movement.

The Objectives of the documentary are to:

Observe and describe the nature and the forms of fighting and resisting of the NoMuos movement involving thousands of citizens in Sicily
Address the issue of territorial sovereignty, questioning and explaining whyl a sovereign country like Italy still has to give portions of national territory to the structures of the U.S. Army.

The documentary “No Muos Film” is a production “from the bottom”, a production that in order to guarantee its independence has chosen to seek funds through popular support. Anyone finding this project interesting, useful and necessary, can become a producer of the film, by signing a share, which, based on the budget said, it will be the same for everyone and will be paid only on the finished film. The details of this process are more fully clarified on the site area dedicated to the “NO Muos FILM”.

info and contacts:
www.nomuosfilm.it

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